il settimo sigillo regia di Ingmar Bergman Svezia 1957
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il settimo sigillo (1957)

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locandina del film IL SETTIMO SIGILLO

Titolo Originale: DET SJUNDE INSEGLET

RegiaIngmar Bergman

InterpretiGunnar Björnstrand, Bengt Ekerot, Nils Poppe, Max von Sydow, Bibi Andersson, Inga Gill, Maud Hansson

Durata: h 1.36
NazionalitàSvezia 1957
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1957

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Il settimo sigillo

Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.

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Voto Visitatori:   8,86 / 10 (258 voti)8,86Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Il settimo sigillo, 258 opinioni inserite

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Thorondir  @  16/12/2022 11:57:29
   9 / 10
L'unica cosa negativa he si può dire del film è che a distanza di decenni le parti "comiche" non funzionano benissimo. Per il resto siamo di fronte ad un capolavoro senza tempo: un'allegoria sull'esistenza, la religione e la morte che ha segnato (e segna tutt'ora) la storia del cinema. Un film che inoltre sembra trasportare le ansie e le paure dell'Europa in piena guerra fredda in quel mondo contradditorio e segnato da ansie millenaristiche che fu il Medioevo. E su tutto la domanda più dolorsa: quando arriva la falciatrice che cosa ci si deve aspettare dopo?

marcogiannelli  @  03/12/2021 17:07:08
   8½ / 10
Film esistenzialista se ce ne fosse uno.
Bergman scava in tutti i dubbi che l'uomo ha nei confronti della vita dopo la morte in un saggio di 90 minuti.
Confermo il rapporto stravagante che mi ritrovo ad avere con il regista svedese, uno stile quasi respingente nei miei confronti. Una allegoria, una vicenda sospesa nel tempo, seppur trovi un'ambientazione nel Medioevo e nell'ondata della peste. Scenario apocalittico che viviamo tutt'oggi con il Covid, seppur denso delle superstizioni e dell'ignoranza dell'epoca.
Tante allegorie (la famiglia sacra, l'apocalisse ecc) per un film che punta proprio sulla curiosità di tutti.
La religione è un enorme tema, c'è chi si affida del tutto ad essa, chi la interroga, chi la trascura del tutto, chi ne fa un uso spropositato e mirato ai fini terreni.
Bergman si avvale di immagini che non hanno tempo e hanno scavallato qualsiasi epoca per arrivare al giorno d'oggi ancora impresse nella cultura.
Per il regista il senso della vita è tutto nella famiglia di saltinbanchi: piccole tenerezze, piccole cose che rendono felice una vita destinata ad essere misera e a finire in modo triste.

AgentSmith  @  26/03/2021 17:31:25
   10 / 10
Un capolavoro senza tempo.
Un'opera obbligatoria per chi ama interrogarsi sul concetto filosofico dell'esistenza stessa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  08/03/2021 02:28:46
   7½ / 10
Attraverso il viaggio dei suoi personaggi verso la loro "ultima ora" e il loro diverso approccio alla vita, alla spiritualitá e al senso del trascendente (il disilluso scudiero Jons, il tormentato crociato Antonius Block e la sua crisi mistica, la spiritualita' solare e sognante dell'attore, l'ingenuita' del fabbro), Bergman intesse una riflessione sulla vita e sulla morte, sulla fede e sul "silenzio di Dio" sullo sfondo della grande epidemia di peste che ha sconvolto l'Europa nel Medioevo.
Si tratta sicuramente di un film che ha fatto epoca e si e' inciso in maniera indelebile nelle menti di cineasti e spettatori soprattutto grazie all'immagine iconica della partita a scacchi fra Max Von Sydow e la Morte personificata (Bengt Ekerot): non si puo' ingannare o sconfiggere la Morte, anzi essa si beffa di noi portandoci allo scoperto (la scena della chiesa, il disvelamento della "strategia") ma non e' detto che non la si possa "distrarre" - c'e un barlume di speranza nel salvataggio della coppia di attori, gli unici a godere in maniera incantata della luce e delle gioie della vita, gli unici a "sentire" Dio - nelle risate di un bambino e in un amore sincero. Nulla a che vedere con la tetra superstizione dei flagellanti, col gretto servilismo del popolo, con la meschinita' del clero (il teologo tramutato in ladro) ne' con la ridicolizzazione del peccato (l'adultero capo-comico) ne' con lo stupido utilitarismo/amore pietistico del fabbro e di sua moglie.
E' chiaramente un film sentito, con una chiara impronta autoriale (echi di Dreyer e della sua Giovanna D'Arco nella parentesi sulla "strega" al rogo) ed uno stile elegante (magnifica la fotografia) ma non lo trovo uno dei capolavori di Bergman, non alla pari del contemporaneo Il Posto delle Fragole ne' con la potenza di alcuni lavori piu' maturi come un Sussurri e Grida o un Persona; a pagare forse e' l'impostazione molto teatrale e la frequente commistione con toni comici e tragicomici (eredita' delle sue commedie degli anni'50?). Sicuro l'impatto alla sua uscita ma forse sente un po' il peso degli anni nel suo (semplicistico?) "inno alla vita".
A primo impatto avrei preferito un Bergman piu' "serioso" data la profondita' e l'importanza del tema ma certamente rimane un film di grande valore storico e artistico. Non e' improbabile che col tempo lo rivalutero'

Filman  @  23/10/2020 20:06:02
   10 / 10
Come accadeva anche dall'altra parte del mondo, il cinema classico nella sua fase più tarda prende per mano la narrativa storica e la sconvolge con una serie di imposizioni d'autore che spaziano dalla filosofia alla psicologia, usufruendo di racconti anche metafisici ed impressionistici.
DET SJUNDE INSEGLET (Il Settimo Sigillo) ha toni leggeri e personaggi teatralmente buffi ma cala nelle tenebre per quanto riguarda le tematiche: il contesto storico medievale, momento caratterizzato da pestilenze, insicurezza, desolazione e miseria, altro non è che un suggerimento per riuscire a descrivere, con suoni, dialoghi e immagini, la morte nella sua imminenza.
Ingmar Bergman svolge in maniera poetica e pittoresca tutti e tre le materie, con una sicurezza tale che il simbolismo diventa esso stesso il soggetto di questo capolavoro.

topsecret  @  16/09/2020 14:05:39
   6½ / 10
Non ho visto molti film di Bergman, forse perchè non ho gli strumenti adatti per carpirne gli aspetti più intimi, ma questo film non mi è sembrato particolarmente coinvolgente. Molto probabilmente, il ritmo narrativo piuttosto lento non mi ha permesso di farmi intrigare più a fondo. E' però un film che presenta momenti interessanti, delle interpretazioni discrete e anche dei momenti quasi grotteschi che sembrano intrisi di una certa ironia.
Per quelli che sono i miei gusti (o limiti) non lo ritengo un capolavoro ma un film particolare, confezionato in maniera apprezzabile, che merita sicuramente un voto positivo.

dagon  @  24/11/2018 14:56:27
   8½ / 10
Uno dei film più famosi del regista è, come "il posto delle fragole", una pellicola senza tempo, trattando temi universali che hanno sempre accompagnato (perseguitato?) l'uomo. Pieno di immagini iconiche, a partire dalla raffigurazione della morte, è un susseguirsi di domande sul senso della vita e sull'esistenza di dio. Non siamo di fronte a un film facile, molto denso e ricco di chiavi di lettura. Elegantissimo il bianco e nero, che rimanda a Dreyer, assolutamente perfetto per definire il tono dell'opera, dominata da una cappa di ineluttabilità.

Dom Cobb  @  08/11/2018 19:21:04
   9 / 10
Un cavaliere reduce dalle crociate torna in patria insieme al fedele scudiero solo per trovarla devastata dalla peste e dalla povertà e schiacciata dalla paura, dalla superstizione e dall'oppressione religiosa. Lungo la strada verso la sua casa, il cavaliere decide di scortare una famiglia di saltimbanchi mentre, allo stesso tempo, è impegnato a trattenere la Morte, venuta a prenderlo, in un gioco di scacchi...
Il capolavoro di Ingmar Bergman, senza dubbio uno dei registi più importanti ed influenti della cinematografia mondiale, è anche una delle storie più note, citate e parodiate nella cultura popolare odierna. E' anche un film lento, riflessivo, non facile e decisamente impegnativo, che si presta a più livelli di lettura e capace di affrontare senza paura e con schietta semplicità una vasta gamma di temi. E' impossibile parlare di un film del genere distinguendo ciò che funziona bene o meno, visto che non riesco a trovare un solo elemento sottotono, fuori posto o che non raggiunge il suo potenziale; perciò le mie si limiteranno ad essere una serie di considerazioni, quanto personali oppure in linea con le opinioni comuni, ancora non lo so. Posso solo dire che è un film che tutti dovrebbero vedere sebbene non sia adatto a tutti, e che per quanto lo abbia apprezzato, sicuramente non fa parte di quel tipo di film che riguarderei in continuazione.
L'opera di Bergman è strutturata in modo abbastanza semplice, e sotto questa superficie di apparente semplicità racchiude una serie di messaggi e temi che non sono affatto facili da affrontare. Abbiamo infatti due personaggi principali, il cavaliere interpretato da Max Von Sydow, nel ruolo che gli ha concesso la notorietà in patria (per quella a Hollywood ce ne vorrà ancora), e il suo scudiero: il secondo è il classico tipo pratico e materialista, che si occupa del qui ed ora lasciando ad altri il compito di porsi domande filosofiche e spirituali; ed è proprio il primo la figura che tende a porsele queste domande, una figura colta dal dubbio e smarrita in seguito alle esperienze vissute che l'hanno drenato di ogni energia, ottimismo e speranza per il futuro ed enfatizzato le sue paure nei confronti della morte e, soprattutto, di ciò che potrebbe attenderlo dopo. Una figura che ha visto troppi mali nel mondo per non restarne contagiato.


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A controbilanciare il punto di vista pessimistico del cavaliere vi è la famiglia di saltimbanchi che, pur consapevoli dei mali che affliggono la terra che giorno dopo giorno attraversano, non si sono lasciati contagiare da essi e anzi trovano speranza e ragioni per andare avanti nel figlio appena nato: una piccola e allegra comunità la cui fede non è stata intaccata dalle tragedie che si sono abbattute su di loro, ovvio richiamo alla sacra famiglia.
L'atmosfera del film è incredibile, riesce a complimentare la pesantezza dei temi e a suggerire con il giusto miscuglio di realismo e ambiguità il contesto storico, mentre la splendida fotografia accentua con i suoi aspri contrasti luce/ombra e ombra/ombra


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l'ambiguità dei temi trattati, che fino alla fine rimangono sospesi in aria senza che una vera risposta venga data alle tante domande sollevate.
Forse perché delle risposte vere e proprie non esistono, sembra dire Bergman: la sua narrazione asciutta lascia a ciascuno di noi il compito di dire la nostra, di farci un'opinione e si fida abbastanza della nostra intelligenza da non forzare nessun messaggio preciso su di noi. Perché forse, nella condizione in cui siamo ora, con le tante ma pur sempre misere conoscenze a nostra disposizione, non siamo, né saremo mai in grado di rispondere a questi interrogativi. Forse la vita non è altro che una partita a scacchi con un destino che possiamo trattenere, ma mai evitare, mentre domande sulla nostra vita, sulla nostra esistenza e ciò che essa comporta ci assillano senza nessuno che sia in grado di darci una vera spiegazione.
Forse.

Invia una mail all'autore del commento kampai  @  25/06/2018 07:52:03
   10 / 10
Che dire? Un capolavoro necessario. Le domande del cavaliere sono le domande di tutti,compreso lo stesso Bergman. La fotografia,l'interpreti, la messa in scena sono modernissimi ed è un film del 1957. La morte la immagino esattamente così. Assolutamente da vedere, non per bimbominkia

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/04/2016 21:16:06
   9½ / 10
Il mio difficile approccio ad un regista come Bergman è passato come tappa obbligatoria al Settimo sigillo che si può riassumere semplicemente come una costante ricerca di risposte ai tanti quesiti che il cavaliere Antonius Block, vero alter ego del regista, pone e si pone rimanendo sostanzialmente irrisolti. Un film cupo e pessimista valorizzato da una splendida fotografia in bianco e nero. Che lo si voglia o meno per conoscere Bergman, un ottimo compendio è proprio questo film perchè contiene al suo interno le tematiche e le ossessioni del regista stesso.

Matteoxr6  @  23/01/2016 20:05:55
   6 / 10
Sulla profondità dei dialoghi in relazione alle tematiche trattate oppongo forti perplessità, considerato anche che di coscienza morale, per dire, si è cominciato a parlare nel 200 a.C., e direi che, con tutta la letteratura e la filosofia che si è avvicendata in 2157 anni, si dovesse calcare la mano di più. Se si vuole argomentare in merito al rapporto dell'uomo con sé stesso, con l'universo, con l'ineluttabilità della morte ed il senso della vita stessa, ciò che viene mostrato nel film non basta affatto. Soprattutto se alla fine chiudi con la stordita e povera famigliola di tontoloni. È indubbia l'originalità della pellicola del 1957, non si può non tenerne conto.

zerimor  @  23/12/2015 02:20:49
   10 / 10
Uno dei capolavori più significativi e importanti della storia del cinema.
Questa pellicola trascende il concetto stesso di arte.
Assolutamente da non perdere.
Chi non l'ha visionato deve rimediare al più presto.

Il tutto, rigorosamente secondo il mio punto di vista.

suzuki71  @  05/12/2015 19:28:21
   9 / 10
Nel medioevo carovane di flagellanti attraversavano città appestate mentre saltimbanchi divertivano come potevano la popolazione reverente, tra un'osteria e un desinare bucolico. Morte, Fede e Amore vanno a braccetto in un film inappuntabile, magnificamente recitato e diretto, dalla sceneggiatura ambiziosa e con una rappresentazione storica formidabile.

gemellino86  @  13/06/2015 13:14:05
   10 / 10
Il più grande capolavoro di Bergman. La partita a scacchi è una pietra miliare nella storia del cinema. Attori grandiosi compreso il giovane von Sydow all'epoca. Assolutamente da vedere.

Rodman86  @  03/05/2015 17:51:42
   10 / 10
Questa è arte

Goldust  @  18/12/2014 10:38:48
   8 / 10
Questo film si presta ad essere interpretato in diversi modi: allegoria della morte, riflessione di un uomo in crisi spirituale che ricerca in Dio la verità, esaltazione della famiglia se non come ancora di salvezza almeno come speranza di vita. Incastonata in un bianco e nero molto suggestivo, è un'opera attraversata da una solennità difficile da spiegare: dalle scene coi saltimbanchi ambulanti passando per quelle più riflessive con protagonisti il cavaliere e la Morte quel senso di epicità sul quale Bergman costruisce il suo racconto ( anche l'ambientazione medioevale influisce) è sempre forte e chiaro, un senso di epicità che non viene scalfito nemmeno dai numerosi passaggi comici presenti, perchè la vita si sa può essere sia commedia che tragedia. E' un film infinitamente più complesso di quanto possa sembrare, diversificato come già detto nei temi trattati ma lucido nella relative analisi; nonostante ciò non sono riuscito a cogliere tutti i simbolismi ed i tanti riferimenti pittorici di cui è pregno. Il voto comunque è alto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR carsit  @  08/12/2014 23:35:09
   8½ / 10
Soltanto la mia difficoltà a digerire lo stile di bergman mi conduce ad abbassare di un voto, ma questo è un fatto puramente soggettivo e ne sono conscio.
L'immagine della partita a scacchi con la morte è un'icona del cinema, un'idea semplicemente geniale e riuscita, che ben simboleggia la nostra breve e intensa vita.
In una Scandinavia martoriata da peste e crolli di fede si muove un cavaliere di ritorno dalla guerra santa che verrà invocato dalla morte, ma è il leitmotiv che sta alla base della sfida a scacchi a rendere eterno ed attuale il film : i dubbi su Dio, la sua esistenza, la sua bontà, e la paura di sapere cosa ci sia dopo la morte.
L'uomo ha sempre cercato di identificare un essere Altro che potesse in qualche modo stare al dì sopra di lui e confortarne un'esistenza non priva di dubbi, timori, ansie e paura.
Ogni essere umano reagisce in maniera diversa all'approssimarsi dell'ultima ora , ed il film utilizza in maniera sapiente alcune figure ed alcune situazioni.
Dai saltimbanchi che intrattengono una folla annoiata e senza più grossi stimoli, passando per il piacere carnale verso una donna ( euforia edonistica), fino a chiudere con il flagellante che attraverso la violenza fisica autoinflitta cerca di espiare il peccato dell'uomo riacquistando il "pass" verso Dio.
Ovviamente nel film la carta vincente è senza ombra di dubbio la figura della morte e le scene in cui è protagonista, ma il film nel complesso si avvale di dialoghi e di frasi assolutamente azzeccate ed impressionanti per la capacità di centrare il punto.

"Sai, secondo me questa Crociata l'ha inventata uno che poi se n'è rimasto pacifico a casa".
( lo scudiero Jons, di visione più materialista e concreta, ma mai lontano dalla verità).

"Il suo silenzio non ti parla?"
( la morte che giustifica la perdita della fede come una prova lampante che Dio non ci sia e che quindi essa stessa non offra nulla dopo il trapasso).

"E tu ci svelerai i tuoi segreti?
Io non ho alcun segreto da svelare.
Allora non sai niente?
Non mi serve sapere."
( la morte che riconferma che non ha pregiudizi di nessun tipo, nessuna selezione pilotata: agisce senza preferenze, senza una ragione, agisce e basta).

Insomma, una pietra miliare del cinema che probabilmente risente dell'eccessiva impostazione teatrale, ma che possiede dalla sua temi solidi, una ricostruzione veritiera di quel tempo e soprattutto dialoghi convincenti.

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Ultima risposta 09/12/2014 13.54.31
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DogDayAfternoon  @  24/02/2014 22:17:12
   6 / 10
Film molto difficile da vedere, commentare, giudicare. La qualità dell'opera è innegabile, ma personalmente non sono riuscito ad apprezzarla granché: uno stampo fin troppo teatrale e innaturale, alcuni dialoghi sono interessanti e profondi ma i monologhi sono spesso troppo prolissi e difficili da seguire. Con un tema così per quanto mi riguarda preferisco leggere un libro piuttosto che guardare il film, in modo da poter apprezzare maggiormente ogni passaggio e andare a rileggerlo semmai; diciamo che sono più per la pesantezza nei libri e la leggerezza nei film, con i giusti contrappesi. Sono del parere che anche film impegnati come questo dovrebbero comunque avere una seppur piccola dose di intrattenimento.

Questo il mio giudizio, ma posso comunque comprendere benissimo chi considera "Il settimo sigillo" un capolavoro, in quanto riconosco che il film è di altissimo livello.

GianniArshavin  @  07/01/2014 21:28:39
   7½ / 10
Il Settimo Sigillo è una pellicola del 1957 diretta da Ingmar Bergman.
La trama vede un soldato crociato,che tornando disilluso e sconfortato dalla guerra,troverà ad attenderlo la morte con la quale ingaggerà una partita a scacchi per ritardare l'inevitabile condanna. Durante questo particolare match il protagonista,colto e profondo,ragionerà sulla vita dopo il trapasso,rifletterà su Dio e sulla sua "silenziosa" presenza e cercherà di cogliere il vero significato dell'esistenza umana.
Su questi temi esistenziali si basa Il Settimo Sigillo,uno dei più famosi,innovativi ed imitati film del regista svedese che affronta in un'ora e mezza le domande scottanti che ho elencato prima,non risultando mai banale o retorico.
Quando si parla di questi classici,un po come per quelli letterari,si rischia il naturale timore reverenziale. Qui abbiamo un lavoro maestoso,che ci propone una ricostruzione incredibile del mondo medievale in cui si snoda la vicenda,il tutto supportato da un bianco e nero cupo e lugubre che riflette i tempi oscuri che viveva la Scandinavia durante l'epoca della peste e della superstizione.
Gli attori rendono tutti al massimo,in primis l'interprete della morte.
Proprio le scene dove compare quest'ultima sono stralci di pura arte cinematografica,ed elevano il film a livelli altissimi toccando i picchi del capolavoro assoluto. Ogni scena della partita è strutturata benissimo,i dialoghi sono profondi ma mai astrusi e inducono,anche presi singolarmente,a riflessioni importanti sulla morte e su quello che dopo ci attende. Ancora oggi,dopo quasi 60 anni,questi duetti fra il cavaliere e la morte vestita di nero risultano magnifici e d'insegnamento per ogni regista odierno.
Come dicevo prima,però,non bisogna cadere di fronte a questi film nel timore reverenziale,e quindi quando c'è da criticare qualche aspetto bisogna farlo.
Questa pellicola infatti penso che sia invecchiata male,e può risultare lentissima ad uno spettatore moderno. Molte scene le ho trovate superflue e fuori luogo,e spezzano il clima funesto dell'atmosfera.
Il ritmo è compassato al massimo per tutta la durata del film,e solo i momenti della partita e il grande finale possono rimediare a questa situazione. Inoltre lo stampo troppo teatrale dato all'opera sembra effettivamente superato.
Chiudo dicendo che questo rimane un prodotto da gustare almeno una volta nella vita,anche se è arrivato ai nostri giorni con qualche comprensibile difetto d'età. Capolavoro? Per la sua epoca e per alcune scene direi proprio di si,mentre oggi forse qualche punticino lo paga.

ferzbox  @  16/12/2013 16:47:02
   8½ / 10
L'opera del "Settimo sigillo" rappresenta la più grande maledizione degli esseri viventi,l'unica sicurezza che essi hanno:....morire...
Il cavaliere Antonius Block cercherà di riuscire dove nessuno è mai riuscito;il suo desiderio di non abbandonarsi alle braccia della grande mietitrice è combatutto dalla sua voglia di sapere,dalla sua riluttanza nel voler credere ad un 'ipotetico "nulla" dopo il trapasso....
Antonius decide di giocarsela fino alla fine,è consapevole che il suo avversario è di sicuro imbattibile,ma cerca comunque di confondere colei che ha davanti per non arrendersi al suo inevitabile destino....Se la morte lo deve prendere,lo farà sudando....
In realtà,qualcosa di concreto Antonius lo troverà....

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Una bellissima opera di Bergman,estremamente teatrale,cupa e profonda....

11 risposte al commento
Ultima risposta 10/01/2014 21.17.14
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MonkeyIsland  @  15/12/2013 15:37:01
   9 / 10
Una pellicola che lascia senza parole una delle migliori riflessioni sulla morte (forse solo il senso della vita in questo parametro lo supera) e sulla fede mai trasposte su pellicola.
La partita a scacchi unita a uno scenario desolante crea un'atmosfera veramente unica.
Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  25/08/2013 19:23:32
   7 / 10
La Morte: prima o poi tutti dobbiamo affrontarla, e ad essa niente e nessuno può sfuggire; al massimo, la propria ora la si puo' solo rimandare. Riportando un verso narrato da uno dei due attori del carro, che nei suoi spettacoli incarna la morte con una semplice maschera: "rammenta oh sciagurato l'eterna legge... La vita non è altro che un dono futile e passeggero, che io posso riprendermi quando voglio". Questo pensiero potrebbe tranquillamente racchiudere tutta l'opera di Bergman, di sicuro tra le più' esistenzialiste che il cinema ricordi.

Risente soprattutto nel ritmo del peso degli anni trascorsi, certi passaggi sono fondamentalmente inutili, ed ovviamente darci un'interpretazione o coglierne i significati, almeno per uno spettatore medio, non e' per niente un lavoro facile; ma i dialoghi sono eccellenti, gli attori bravissimi, e il modo di affrontare il tema singolare ed originale.

Non sono amante di questo genere di cinema (che tende sempre ad annoiarmi) così come non sono uno al quale piace scervellarsi più di tanto nella profondità di certe tematiche; ma ne riconosco meriti ed importanza storica, percio' il voto se lo merita tutto malgrado non rispecchi minimamente il mio gradimento personale.

Memorabili le inquietanti apparizioni della Morte e la sequenza nel villaggio della flagellazione dei peccatori per la gloria di Dio.

ireneXXX  @  13/07/2013 00:54:38
   9½ / 10
Davvero eccellente, uno dei migliori film che abbia mai visto. Spledidi l'ambientazione, la fotografia, le inquadrature, i dialoghi... Tutto. Stupendo. Da vedere assolutamente!

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  16/01/2013 20:23:23
   8 / 10
La partita a scacchi della morte. Un film che ha fatto epoca e che è ancora suggestivo sia per la descrizione di un Medioevo di peste, streghe bruciate e supersitsioni, sia per il personaggio della morte che apre e chiude il film in modo indimenticabile. Un capolavoro mancato (soprattutto paragonandolo ad altri film di Bergman) a causa di alcune divagazioni nella parte centrale che ho sempre considerato non necessarie e alcune scene poco riuscite.

La forza di molte immagini, il finale di rara bellezza e il cast assolutamente perfetto riscattano ampiamente le pecche prima elencate. Ad ogni modo un classico d'autore ineguagliabile per le allegorie visive che hanno fatto storia!

prof.donhoffman  @  28/11/2012 13:06:39
   8½ / 10
Lo vidi da piccolo e non ci capii molto. Però ne ho un bel ricordo :)

TheShadow91  @  13/09/2012 04:42:47
   7½ / 10
Senza dubbio un buon "film".Il punto di forza di esso è la tematica estremamente profonda che ci offre:la morte,la paura di essa,dell'oblio che ne deriva e lo scetticismo nei confronti della fede,denunciando in maniera perfetta il fanatismo religioso,grazie anche alla perfetta scelta dell'epoca storica(le crociate,la peste,i roghi medievali).E' la morale è sempre quella:dalla morte non si scappa...che la si tenti di ingannare o che si tenti di guadagnare tempo,il momento arriva per tutti.Il protagonista è stato un personaggio molto significativo,dove ha voluto condensare tutti i suoi minuti guadagnati per saperne di più sulla vita e su cosa c'è dopo;bellissima anche la figura della Morte,mostrata da un'ottima prova recitativa;le scene con la presenza dell'uno e/o dell'altro sono state le migliori in assoluto del film.Però quest'opera...è decisamente un'opera teatrale..non ha quasi nulla di cinematografico: la retorica è eccessiva..e ciò non sarebbe un difetto..se non fosse per il fatto che molte scene e molti personaggi,sconnessi al filone portante,la rendono dannatamente ed esageratamente fine a sè stessa(assurda la scena del litigio tra il fabbro e l'attore che era fuggito con la moglie),....tanto che fosse stato girato in un teatro..credo che nessuno ne avrebbe sentito la differenza.Insomma un'ottima opera filosofica,ma un film deve puntare anche sul lato dell'intrattenimento puro,cosa sulla quale Il Settimo Sigillo a volte pecca

draghetta1989  @  08/08/2012 13:44:33
   7 / 10
è più una sorta di opera teatrale che un film, particolare, tetro e suggestivo, profondo nelle tematiche, ma anche molto verboso e prolisso nei dialoghi, a volte quasi insostenibili...solo alcune scene mi hanno colpita davvero, in particolare quelle in cui compare la morte, per me degne di un vero capolavoro, ma ci sono troppi punti che sembrano quasi punti morti e non erano necessari a mio avviso. Se il regista fosse stato un po' più sintetico il film ne avrebbe giovato, non so perchè ma Bergman non è un regista che riesco ad apprezzare in pieno, anche questo è un film con vari colpi di genio che da soli valgono qualche punto in più, ma nel complesso mi è sembrano nulla più che un buon film

C.Spaulding  @  25/06/2012 01:21:09
   9 / 10
Ci sono film che quando hai finito di vederli ti rimangono dentro per un po. Questo è uno di quei film. Carico d'atmosfera questa pellicola è impeccabile in tutto regia e recitazione perfetti ottimi i paesaggi purtroppo non l'ho capito fino in fondo e non ho capito bene il messaggio che c'è dietro tuttavia mi ha colpito lo stesso per la sua atmosfera cupa...tetra. La partita a scacchi con la morte è un idea geniale. Grande Max Von Sidow. IMPERDIBILE

7219415  @  17/06/2012 00:57:44
   7 / 10
Mi dispiace ma non riesco proprio ad apprezzare pienamente Bergman

aztsn38  @  31/03/2012 00:13:17
   9 / 10
Uno dei film più belli che abbia mai visto

Crazymo  @  20/02/2012 17:41:01
   9 / 10
Capolavoro assoluto, profondo e che non annoia mai. Immenso!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  30/01/2012 15:17:21
   9½ / 10
"-Io vorrei sapere, senza fede, senza ipotesi, voglio la certezza. Voglio che Iddio mi tenda la mano e scopra il suo volto nascosto, voglio che mi parli.
-Il suo silenzio non ti parla? "

La necessità e l'impossibilità della preghiera, l'assenza ingombrante di Dio, la ricerca del senso del vita. Tematiche ordinarie nell'arte, sebbene mai mediocri. Bergman intuisce che ogni banalità è nient'altro che una verità stanca e avvizzita, meritevole d'una rinascita. Riscopre il potenziale delle parole semplici e assegna alle immagini un'intensità parossistica, quasi nevrotica, perché è allucinante il groviglio delle angosce e dei desideri umani, ma tutto infantile il loro linguaggio.
La cifra più sconvolgente de "Il settimo sigillo" è l'ironica celebrazione dell'unica religione universalmente credibile, quella della Paura. Scrutando gli occhi della donna presunta indemoniata, Antonius legge una "paura disperata", Jons la consapevolezza "del nulla, del nulla che ormai la sommerge." L'uno continua ad indugiare nella matassa dei perché, crogiola fra le braccia rassicuranti del dubbio, l'altro si concede delle risposte e le divulga a voce ferma, più in uno sforzo d'autoconvincimento che non in uno slancio di presunzione. E' la stessa la realtà che intravedono, lo stesso il panico che percepiscono, diversi i tentativi di esorcizzarlo.

hghgg  @  19/01/2012 16:41:10
   9½ / 10
Ingmar Bergman è stato, senza dubbio alcuno, uno dei più grandi maestri del cinema; regista geniale, complesso, autore di film spesso artisticamente altissimi seppure di non facile visione, tra la seconda metà degli anni '50 (anni in cui partorì i suoi primi grandi capolavori, tra qui proprio questo "Il Settimo Sigillo") fino ai primi anni '80 ha scritto e diretto un numero impressionante di capolavori, con rarissime cadute e toccando vette irraggiungibili per tanti altri registi. Una carriera lunghissima quindi, sempre ad alti livelli, sempre votata a nobilitare l'arte cinematografica. Questo film è forse il suo primo grande capolavoro, stracolmo di importanti ed interessanti spunti di riflessione che il maestro avrà poi modo di sviluppare e riprendere nei film dei decenni successivi, temi filosofici dal valore universale, ma anche una scorrevolezza notevole (perlomeno se paragonata a quella di altri film di Bergman), la regia straordinaria e l'ottima sceneggiatura (non tra le migliori ma comunque eccellente); e poi le interpretazioni notevolissime, la fotografia che non oserei a definire immensa, quel bianco e nero stupendo di cui il regista è stato maestro assoluto, le sequenze ormai iconografiche della partita a scacchi con la Morte, il simbolismo già qui ben presente e radicato. Un capolavoro assoluto e senza tempo, fa pensare il fatto che probabilmente ci siano film successivi di Ingmar Bergman anche superiori a questo, il che fa riflettere sulla grandezza di questo genio assoluto dell'arte cinematografica.

Fratuck89  @  20/11/2011 22:43:55
   5 / 10
mi sento quasi in colpa a dargli questo voto, ma a me non è piaciuto, da spettatore mi ha annoiato.

2 risposte al commento
Ultima risposta 22/12/2011 04.07.39
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quentin 84  @  27/10/2011 14:23:27
   10 / 10
L' A R T E ! ! ! ! !

superfluo scrivere altro ...

Charlie Firpo  @  24/07/2011 19:28:59
   8½ / 10
L'idea di giocare a scacchi con la morte per guadagnare tempo è geniale , anche se il film a tratti è un po lento e ha alcune scene con dialoghi verbosi di contorno poco interessanti , ma questo penso sia dovuto al fatto che oramai ha superato il mezzo secolo ed è un film di altri tempi e, per questo è giusto dare un voto considerando anche tale elemento.

Molto bravo Max Von Sydow che recita con eleganza la sua parte rimanendo sempre pacato e riflessivo , Bibi Andersson era davvero bellissima e Bengt Ekerot ( la morte ) magnifico.

Oskarsson88  @  23/07/2011 11:23:11
   8 / 10
sicuramente un film particolare, in cui molto si trova la contrapposizione tra la Fede e la Morte. Da vedere...

cort  @  21/07/2011 20:37:01
   9 / 10
film veramente notevole in cui non vedo errori di nessun tipo. trama e personaggi indimenticabili, temi trattati importanti e profondi, tecnica impeccabile.

molta filosofia e pensieri a cui non si resta indifferenti. sconsigliato per serate svacco(tranquille).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  01/07/2011 20:38:52
   8½ / 10
Il primo film di Bergman che vedo, e penso che meriti almeno 8 1/2. La ricostruzione dell'epoca medievale che fa da cornice alla storia è veramente ottima, fra i vari elementi del Medioevo che vengono rappresentati cito l'arrivo dei flagellanti, realizzato veramente benissimo. Una lodevole "cornice" per un lodevole "quadro". La vicenda rappresentata ne "Il Settimo Sigillo" è infatti anch'essa degna di nota. Ottima la regia di Bergman, bravi gli attori... insomma, 8 1/2 è il voto minimo che si può dare a questo bellissimo film...

pablodreamer  @  21/03/2011 19:06:14
   10 / 10
Ho aspettato qualche giorno prima di commentare il film, l' ho meditato, o meglio masticato, e ho dovuto dare un 10. Non ho mai visto una cosa del genere, se devo essere sincero il film mi ha colpito sin dalle prime battute con dialoghi che non ero ovviamente abituato a sentire. Ritengo che questi stessi dialoghi determinino la solennità degli argomenti, la solennità del periodo. Periodo sottolineato, marcato da affreschi di vita quotidiana del tempo perfettamente realizzati, anche a volte, se necessario con realismo crudele, realismo interdisciplinare che riprende opere letterarie e pittoriche, relative al periodo, di grande richiamo emotivo.

BrundleFly  @  12/01/2011 10:22:12
   7 / 10
Non si può dire che sia il mio genere ideale di film, anzi l'ho trovato piuttosto noioso. Belli e significativi i dialoghi, come anche il tema trattato.
Non do meno di 7, perchè comunque mi rendo conto che è un film significativo per la storia del cinema, ma se dovessi valutarlo in base alle prime impressioni che mi ha suscitato non credo riuscirei a dargli più di 5.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  08/12/2010 23:29:47
   8½ / 10
Grandioso film di Bergman,giustamente celebrato come uno dei più importanti di sempre. Ciò che lo rende senza ombra di dubbio un'opera d'arte dallo spessore elevatissimo non sta solo nella tremenda riflessione sui temi della vita e sulla vita stessa,quindi,ma anche nella trasposizione incredibilmente suggestiva in immagini potenti e dirette,condite da prove recitative di alto livello. Ciò che sorprende è anche l'abilità del regista nel districarsi attraverso dilemmi universali intessendo una trama che si dipana con grande eleganza e fluidità senza disdegnare momenti comici ad altri tragicomici.
Ed è vero,c'è un pò di tutto ne Il Settimo Sigillo:vita,morte,fede,commedia nella commedia e tragedia nella tragedia,la farsa... Aiutano le ambientazioni apocalittiche e impestate (è il caso di dirlo) da una cappa di oscurità e di inquietudine crescente,spesso macabra pur essendo lontani dall'accezione comune del termine. Si ha la sensazione che la fine del mondo sia dietro l'angolo mentre la Morte è proprio lì davanti a noi a giocarsela con Antonius...
Chiaramente è questa l'immagine immortale di questa pellicola: la Morte che gioca a scacchi con il cavaliere pieno di incertezze e senza più fede,in una partita che si gioca dappertutto e ovunque,ogni giorno e con tutti i mezzi leciti e non leciti.
Ma è bello constare come in mezzo a tanta morte e solo apparente pessimismo,Bergman ci regali in realtà un inno alla vita da cogliere appieno.

ValeGo  @  21/11/2010 23:03:13
   9 / 10
Film che nonostante l'età resta una pietra miliare!

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  16/11/2010 18:28:52
   8 / 10
Bergman prova sempre rabbia e tristezza per le cattiverie umane, specialmente quando sottostanno a presupposti religiosi, ma il film celebra anche l'amore fisico e spirituale, l'espressione artistica collettiva, il mangiare e il bere e la bellezza della natura..ottimo!

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  16/10/2010 19:24:42
   10 / 10
"Il settimo sigillo" è un grande, grandissimo film. In soli 90 minuti si riescono ad impacchettare scene di una visualità sublime, presentare nella loro tragica e interiore essenza questioni etico-filosofico-esistenzialiste di importanza universale, comunicare sentimenti e sensazioni di forte urgenza umana (come la consapevolezza della morte imminente), allo stesso tempo guardare al piccolo (alla vita concreta) con occhio divertito e ironico. Di stimoli ce ne sono tanti, il bello è che tutto è contenuto in una struttura semplice e immediata. Si può seguire il film quasi come fosse un thriller o come una commedia della vita. Il lato "intellettuale" non pesa assolutamente e tutto scorre e coinvolge in maniera diretta e spontanea.
Un merito grandissimo è la perfetta riproduzione di uno spirito "medievale". Fin dall'inizio si riesce a creare e a far acquisire allo spettatore una specie di sottile angoscia, un senso di impotenza di fronte agli eventi del destino e della natura, evocando pericoli e disastri senza farli vedere. Ci si cala completamente in una situazione in cui non ci sono assolutamente cause e mezzi per combattere o spiegare eventi eccezionali o catastrofi imminenti. Diventa così normale e plausibile sentir raccontare di albe con 4 soli, di donne che partoriscono teste di lupo, di streghe che hanno visto (e che vedono) il demonio. Si capisce perfettamente perché queste credenze sono nate, in che contesto si sono sviluppate. Gli eventi narrati nell'Apocalisse assumono perciò realtà concreta e fonte di certezza, in un mondo che non ha l'ausilio e la fiducia nella ragione umana.
Per questo la morte viene accettata e presa come un evento naturale e concreto, con cui fare i conti in qualsiasi momento. Certo, non è mai l'ora, nessuno è pronto. C'è chi si dispera, chi si ribella e chi alla fine accetta come la normale conclusione dell'esistenza, a cui affidarsi con calma e rassegnazione.
Bergman quindi gioca perfettamente con l'attitudine medievale a concretizzare il metafisico. I personaggi "vedono" la morte, la Vergine e il Bambino oppure il Diavolo.Tale e quale agli affreschi medievali. Soprattutto la morte è rappresentata/recitata in maniera estremamente suggestiva (a me ha fatto molta impressione).
All'interno di un quadro e di una vicenda medievali si muovono personaggi moderni. Il cavaliere (interpretato da un affascinante Max von Sydow) ha un animo molto rinascimentale, ossessionato com'è dalla ricerca personale e autonoma al divino. Oltre a questo possiede tutti i dubbi e la ricerca spasmodica di una certezza a cui affidarsi che caratterizza i moderni come Kierkegaard, ad esempio. Pronuncia discorsi molto importanti, molto profondi, con una sensibilità e un dolore interiore veramente sinceri.
Il dubbio e l'incertezza del suo carattere si rivela ad esempio nella sua richiesta di una proroga alla morte per poter "fare un'azione utile". Quest'aspetto etico del suo carattere non viene purtroppo chiarito abbastanza nel film. Non si capisce bene che cosa voglia fare e che scopi pratici si prefigga. Il tutto si risolve - un po' casualmente - nell'aiutare gli unici personaggi "positivi" del film. Da questo punto di vista "Vivere" di Kurosawa è fatto assai meglio.
L'altro personaggio moderno del film è lo scudiero Jons (il solito bravissimo Gunnar Bjornstrand). Lui rappresenta la corrente atea e materialista che ha sempre percorso il pensiero umano (già dal medioevo) e che modernamente ha preso il sopravvento. Attraverso di lui vengono smontati i miti ideologici che spingono gli uomini a combattersi e ad autodistruggersi, forse il lato più "diabolico" di una credenza di tipo religioso. Dalla sua bocca esce la convinzione di un niente assoluto che faccia seguito alla vita. Nonostante ciò è una persona che aiuta, che si dà da fare, uno dei pochi che sa come vivere.
Oltre alla vita pensata c'è la vita vissuta. Per questo il film prende in prestito dalle opere di Shakespeare l'espediente di un piano basso a carattere comico che funga da interludio, da pausa estraniante a carattere comico e soprattutto da specchio concreto, vitale, pratico e vissuto delle idee espresse dai personaggi "elevati". Ai gusti di un "moderno" può sembrare un contrasto o una contraddizione (abbiamo infatti perso l'abitudine a mescolare gli stili), invece è il segreto della completezza e della perfezione dell'opera.
Alla fine cosa rimane di tutto questo domandarsi, di tutto questo vivere? Niente, soprattutto nessuna risposta. La morte è categorica a questo proposito: "non è il mio compito". Per questo tutto rimarrà incerto, tutto rimarrà irrisolto per tutto il tempo dell'esistenza del genere umano; almeno fino alla sua autodistruzione, quasi presentita da Giovanni nell'Apocalisse: un'ipotesi più concreta di quanto si pensi, già presa in considerazione dagli antichi.
E tutto questo con immagini di una bellezza e di un'espressività mozzafiato: il cielo dove vola fermo un uccello che rimira tutto dall'alto, il mare all'alba, campi lunghi sulla campagna, sulla marina, il bosco di notte, l'apparizione della morte, il suo stagliarsi nell'ombra nell'ultima scena, il corteo macabramente danzante controluce là in cima alla collina. Quante, quante scene belle emozionanti mi porterò dentro fino al -mio- incontro con la morte.

ide84  @  20/09/2010 23:24:29
   4½ / 10
Scusatemi davvero, ma di più non riesco a dargli..forse mi manca quella sensibilità indispensabile per apprezzarlo, forse son troppo di un'altra generazione o forse semplicemente non l'ho capito. Ma a parte qualche dialogo interessante il resto è calma piatta, sembra di vedere un'opera teatrale; in più parti penso di essermi pure addormentato. Noiosissimo e per niente coinvolgente. Film pieno di domande, ma senza risposte. Mah..troppi commenti altissimi, secondo me in realtà sotto sotto questo film non è apprezzato poi così tanto..

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  31/08/2010 16:36:54
   9 / 10
Un capolavoro, uno dei film più belli di sempre.
La partita a scacchi con la morte da parte di un cavaliere tornato deluso dalle crociate che attraversa un periodo di crisi, con varie paure che tormentano il suo cuore.
Il film concentra su di se molte tematiche popolane che riguardavano il periodo storico del 300: paura della morte, credenze dell'esistenza di un dio e credenze mistiche (fantasmi maligni, folletti), un periodo ricordato non solo per un momento di crisi, ma anche per l'arrivo della pesta detta la "morte nera".
Bergman realizza tutto questo in un'atmosfera cupa e molto surrele, una rappresentazione perfetta di come si svoge il film, una Svezia molto affascinate per i suoi paesaggi, ma nello stesso tempo molto cupa.
I personaggi sono fantastici, il cavaliere che gioca a scacchi con la morte e colossale, l'uso delle luci e delle ombre soprattutto durante la partita degli scacchi è magistrale, battute e dialoghi fortissimi, Bergman riesce a realizzare un pietra miliare nel mondo del cinema, un film di culto e da vedere senza ombre di dubbio.

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Ultima risposta 03/09/2010 22.54.39
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connor  @  16/08/2010 18:14:00
   9 / 10
Max Von Sydow interpreta Antonius Block, un cavaliere appena tornato dalle crociate.
Non accontentandosi delle risposte fornite dalla religione, egli si interroga sul mistero della Morte che lo è venuto a prendere e con cui riesce a guadagnare tempo sfidandola a scacchi.
Finale da brividi.

lukef  @  05/07/2010 11:34:38
   9 / 10
Capolavoro. Prima di questo l'ultimo film di Bergman che avevo guardato era "il posto delle fragole" che ho trovato molto bello ma talvolta leggermente pesante data la staticità di alcuni momenti (per il mio gusto personale). Il settimo sigillo è invece un film molto vario nelle immagini e nei personaggi, a momenti comico, ma la cosa ovviamente che lo distingue da qualsiasi "buon film" è la riflessione che queste immagini riescono a suscitare, è la profondita dei contenuti e la finezza dei dialoghi a dare quel tocco in più che ne fa sicuramente uno dei migliori film di Bergman. Non voglio essere retorico in ulteriori analisi visto che in molti si sono gia espressi (alcuni dei quali con conoscenze cinematografiche indubbiamente superiori alle mie). Spero solo di poter avere più tempo da dedicare alle altre opere di questo grande artista.

Lory_noir  @  19/05/2010 23:34:36
   6 / 10
Riconosco che è una pietra miliare del cinema e gliene riconosco il merito. I dialoghi sono davvero originali e profondo ma non lo rivedrei.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  09/04/2010 22:26:09
   9 / 10
L'unica certezza è la morte... e agli uomini spetta soltanto la riflessione, lo scetticismo o la speranza che un Dio possa e debbe esistere o meno. Bergman dirige come se leggesse emotivamente la sua anima. Il cast artistico interpreta degnamente lasciandosi coinvolgere dal sacro peregrinare.

maka  @  04/04/2010 21:27:58
   10 / 10
Che bello!! Certi film riescono a trascinarti in certi luoghi e atmosfere in una maniera molto affascinante, i personaggi poi insuperabili! Bergman era un grande..

wooden  @  27/03/2010 18:07:42
   7 / 10
Il miglior Bergman, l'unico del regista che mi senta di consigliare.

Un regista troppo spesso frainteso in positivo, troppo impropositivo, verboso, polveroso, impantanato in questioni antiche quanto il mondo, il trionfo dell'apollineo.

Qua la potenza allegorica ed estetica del regista è comunque a ottimi livelli, nonostante l'immancabile prolissità e pesantezza.

MidnightMikko  @  10/03/2010 13:47:51
   10 / 10
Uno dei film più belli della storia del cinema secondo me.
Bergman,oltre ad essere un regista tecnicamente eccellente,costruisce su una sceneggiatura da applausi un film sofferente e sofferto (dai personaggi,interpretati alla perfezione da un cast di attori veramente superbi).
Da vedere almeno una volta nella vita.

yonkers86  @  28/02/2010 14:21:38
   9 / 10
Un film tanto bello quanto difficile e impegnato, che lascia molto spazio alla riflessione dopo la visione.
Penso che il tema centrale di tutto il film e il messaggio che Bergman voglia trasmetterci non sia tanto ciò che ci attende dopo la morte e la paura di essa, ma bensì la fede in qualcosa di superiore a noi, l'appigliarci a qualcosa di più grande nei momenti di difficoltà.
Bergman dimostra tutta la sua maestria stilistica in questo film, dai dialoghi alla sceneggiatura davvero sopraffina, inoltre non poteva scegliere un mondo migliore di quello medioevale per rappresentare il suo spiccato nichilismo ateo, rappresentando un'epoca che ci è nota per il suo profondo carattere religioso in un modo assolutamente non convenzionale, caratterizzata da un sottile umorismo e da una profonda insicurezza nei valori religiosi.
I personaggi sono molto ben curati: dal cavaliere errante divorato dai dubbi religiosi al suo fido scudiero quasi noncurante di tutto ciò che accade, come se prendesse in giro tutto e tutti.
Spettacolare la metafora degli scacchi con la partita tra la morte e il cavaliere, sublime contorno allo svolgersi della storia.

Sicuramente una delle pietre miliari del cinema di tutti i tempi, un film che chiunque dovrebbe vedere più e più volte

Drugo.91  @  14/02/2010 19:12:21
   8½ / 10
enigma esistenziale di Bergman sull esistenza di D*o
uno dei lavori piu affascinanti del regista (non il migliore comunque...), dalle bellissime scenografie alle splendide interpretazioni, in cui si fanno notare Ekerot e Sydow

Gabo Viola  @  08/01/2010 12:30:57
   10 / 10
Il miglior Bergmann, ho visto Scene Da un matrimonio, fanny e alexander, il posto delle fragole e persona. Lo reputo, nel complesso, un regista sopravvalutato; troppo legato al parlato, con dissertazioni spesso spicciole, come tratte da un bignami economico di filosofia. Quello che lo ha reso grande è il genio per l'immagine, ne "il settimo sigillo... Mostra tutto" si supera costruendo un film perfetto. Tra i migliori di sempre. A lui, nel filone narcolettico, preferisco di gran lunga Antonioni e Tarkowswy, trovo ad eseempio che "Persona" sia troppo fratturato, troppe dissertazioni di basso lvello, come da lavandaie che leggono Sarte o Mishima. "Il settimo sigillo" è un volo d'angelo, il resto ha i piombi alle caviglie e se e disfa solo in rari frammenti.

massapucci  @  30/12/2009 05:19:23
   9 / 10
La grande regia, le ottime interpretazioni degli attori, gli intriganti monologhi (ecc) fanno di questo film un vero e proprio capolavoro. Forse non perfetto ma quasi (c'è da tener conto anche che il film è di vecchia data).

Dr.Orgasmatron  @  09/12/2009 15:35:35
   9 / 10
Forse il più conosciuto dei film del "complesso" regista svedese, ma non di certo per questo il migliore. Intriso di simbolismi e sceneggiato in un caotico Medioevo dove sacro e profano si mescolano sapientemente, ha alcune pecche che non mi consentono di assegnare il massimo dei voti. Epica la sequenza della partita a scacchi con la morte, una morte che tallona il cavaliere per tutta la pellicola

dewolf  @  28/11/2009 02:25:04
   8 / 10
Mi sono soffermato a lungo a leggere ciò che ha commentato la gente prima di me sia per curiosità sia perche lo ammetto mi sono trovato in seria difficoltà nel dare un voto a questo film. Di sicuro alcune rappresentazioni quali la celeberrima partita a scacchi con la Morte oltre che gli intensi dialoghi su ciò che ci possa essere al di là della vita, con cavaliere e scudiero portavoci di due file di pensiero contrapposte, sono da considerare capolavori assoluti, immortali per ciò che è la storia del cinema; la stessa rappresentazione della paura di dover morire o l'idea di quello che potrebbe essere l'Apocalisse nonchè l'artefizio dell'epilogo della partita a scacchi (con una parte che decide di perdere e l'altra che imbroglia pur di vincere) pongono il film a livelli assolutamente eccelsi: del resto siamo nel 1956 e tali concetti non erano mai stati espressi (o perlomeno mai con tale efficacia) per cui Bergman si erge davvero a Maestro assoluto!
Ci troviamo però in un contesto troppo lontano da quello in cui è stato girato il film: concetti cosi profondi sono stati ripresi in molte circostanze e in alcuni casi anche molto bene, dove lo spettatore è in grado di immedesimarsi nel protagonista (cosa che io qui non sono proprio riuscito a fare)! Il film è inoltre in troppi punti lento e privo di colonna sonora!
Per concludere riconosco la grandezza dell'opera oltre che del regista ma penso che andare oltre un certo voto non sia possibile e come ho letto in altre recensioni sono anch'io convinto che molti abbiano dato 10 giusto per seguire la massa (spero che questi quantomeno abbiano visto il film fino alla fine e non si siano addormentati...)!

il genio  @  19/11/2009 15:13:15
   10 / 10
è stato detto già tutto,nn mi rimane che votare...il massimo ovviamente.CAPOLAVORO.

DarkRareMirko  @  03/11/2009 00:12:14
   10 / 10
Indiscusso personale capolavoro cinematografico del compianto e grandissimo Bergman (forse oggi però inteso eccessivamente come fautore di cinema d'elite, di cinema di alto livello; chi, insomma, decide a tutti i costi di voler vedere film di una certa qualità ripone la sua scelta verso qualli fatti da Bergman, cosa anche giusta, però posta troppo in modo superbo, troppo in modo snob).

Ad ogni modo, sequenze indimenticabili di questo gran lavoro verran anche riproposti da altre opere di qualità (come il fumetto Dylan Dog per esempio, che in una storia cita palesemente la partita ascacchi con la morte).

Inquadrature molto studiate, molto ricercate (anche sotto il profilo geometrico), ottima fotografia, nobili intenti riguardo alla trama, grandi attori (l'attore feticcio di Bergman, Von Sydow, qui ci regala un'altra grande recitazione) per un grandissimo capolavoro, simbolico e metaforico, realizzato in brevi tempi.

Con la sua partita già persa in partenza, il cavaliere (spoiler)

Visione imprescindibile.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Neu!  @  25/09/2009 12:21:02
   10 / 10
uno dei capolavori del cinema mondiale. immenso Bergman. su questo film si è detto di tutto, ma proprio di tutto. talmente di tutto che sento ancora dire cose come "non è tra i migliori Bergman" oppure "non ha resistito alla prova del tempo". stupidi!!! ditemi un altro film, che sia deli anni 20 o del 2009, che contenga una figura incisiva come quella della morte in questo film. NON ESISTE!!!! altro che prova del tempo. il tempo non esiste per queste opere, non deve esistere. potrei parlare per un altra ora su questo film, potrei scriverci una tesi di laurea. non lo faccio, ma sappiate che pochissimi film contengono tanti significati e metafore di questo. CAPOLAVORO!!!!

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Ultima risposta 17/01/2010 15.20.59
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lampard8  @  18/09/2009 01:29:48
   10 / 10
Fantastica opera di Bergman, uno dei più grandi capolavori della storia della cinematografia mondiale. Acutissima riflessione sulla morte, l'eros e il thanatos, le paure più recondite e le superstizioni umane. Una carrellata di immagini indelebili e di fotogrammi che sembrano un mosaico perfetto. Maestosa la regia ma ancor più sorprendente e sublime è la fotografia, nonchè la magistrale prova di tutto il cast.
Finale da brividi per un film che merita una standing ovation.

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Ultima risposta 08/12/2009 14.25.51
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  23/08/2009 14:55:33
   7 / 10
Santo cielo, questo Bergman è una fabbrica di pessimismo, i suoi personaggi non fanno che parlare di morte, apocalisse, peste, tristezza… beh, ovviamente nel periodo delle crociate non potevano che essere tempi bui. Un film interessante, non gli do più di 7 perché mi sembra eccessivamente “freddo”, in ogni caso interessante la trama, pieno di spunti e particolari e con quel finissimo umorismo. Inoltre si vede benissimo che Bergman ce l’ha a morte con la Chiesa.

Tautotes  @  03/08/2009 14:17:44
   8½ / 10
Insieme a Persona, il film di Bergman che preferisco. Nichilismo imperante e visione filosofica profondissima.

The BluBus  @  29/07/2009 21:15:21
   10 / 10
Il miglior Bergman, leggendario

bulldog  @  16/07/2009 12:01:54
   8 / 10
Capolavoro Bergmaniano.

Apocalypse_Now  @  29/06/2009 02:02:41
   7½ / 10
L'icona di Bergman. Con il passare del tempo sa un pochino di trapassato remoto. Da vedere per farsi un'idea della complessità del regista. Ho preferito il più "sperimentale" Persona

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  28/06/2009 20:45:20
   10 / 10
La morte. La fede. Bergman decide di rappresentarle in un girotondo di maschere medioevali. Nel suo linguaggio, pregno di simboli. Una partita a scacchi con la morte. Dietro il confessionale, la morte. La terrificante processione dei penitenti... Sino alla bellissima visione finale.

dave89  @  12/06/2009 10:23:18
   10 / 10
capolavoro di bergman, da vedere

Invia una mail all'autore del commento Gondrano  @  27/05/2009 23:19:49
   8½ / 10
La riflessione filosofico/religiosa di un grande Maestro sulla vita, la morte e su quello che c'è (o non c'è) dopo, il contrasto tra la spensieratezza di chi semplicemente ignora e la cupa disperazione di chi spera ma non crede, nella vana ricerca di una certezza tangibile che prenda il posto di una fede vuota.
Veramente un film che non ha età.

amphibian_87  @  26/05/2009 16:57:13
   10 / 10
bergman sottolinea il suo per il fanatismo cui le varie forme della religiosità conducono.

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Ultima risposta 26/05/2009 16.58.34
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Pierre Bezuchov  @  20/05/2009 09:45:09
   9½ / 10
Geniale. Inutile polemizzare sulla diversità contestuale in cui è inserito oggi, è un fatto dimostrato che i capolavori veri non invecchiano mai.

Il film di Bergman è una perfetta rappresentazione della vita, perfetta proprio in quanto ha come soggetto l'ultima battaglia che ogni uomo deve combattere: quella contro la propria morte.
La vita scorre in un attimo, senza che ce ne accorgiamo scivola via e possiamo solo fare del nostro meglio nel tempo che ci è concesso; immancabilmente però, questo non ci basta mai.

Affresco indagatore di un'epoca oscura; fuoco fatuo ingannatore, ci illude rinchiudendo la vita, la morte, i più grandi misteri dell'umanità nelle regole e costrizioni dei pezzi di una scacchiera. Sforzo e fede possono trionfare sul nulla? Possiamo noi ottenere più tempo, fosse per il più nobile degli scopi, o per la più alta delle aspirazioni? Possiamo noi ingannare la Morte?

Ambientazione e scenografia non curatissime ma efficaci ci mostrano un anno mille confuso e spaventato, tra demoni, appestati e flagellanti non c'è conforto, non c'è rifugio, non c'è speranza.

Probabilmente questo film è davvero un po' troppo vecchio per i nostri tempi, ormai siamo abituati a super-effettoni grafici, inquadrature nervose e tematiche ultrapsicologiche. Ma io credo sia un bene che sia così vecchio. Non oso immaginare cosa ne sarebbe risultato se alla regia ci fosse stato qualcuno dei nostri tempi, tipo Ron Howard. Brrrr.

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Ultima risposta 16/10/2010 11.55.00
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kullaz  @  12/05/2009 11:09:01
   6 / 10
Riconosciuta l'importanza storica e la complessita tematica della pellicola, è inutile cercare di nascondere come tanti pseudo cinefili come questa opera sia oggi poco interessante e mortalmente noiosa...Il cinema è cambiato sia tecnicamente che tematicamente, e nonostante non debba mai mancare il rispetto per queste opere che (ai tempi) sono state pietre miliari d'avanguardia e socialmente scomode, è inutile sommergerle di 10 finti e non sentiti, dato che oramai il loro valore è evidentemente diminuito e completamente esautorato dal differente contesto sociale nel quale ne usufruiamo.

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Ultima risposta 18/03/2010 15.28.49
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USELESS  @  01/05/2009 03:50:21
   8 / 10
Uno dei pochi film di Bergman che consiglierei di vedere a una persona qualsiasi o a un amico.
La maggior parte li consiglierei a persone a cui voglio del male! :)

Alexein  @  11/03/2009 01:19:30
   9½ / 10
Capolavoro. E' la tragicità della vita e la sua redenzione messe sullo schermo. Storia allegorica che non risente affatto del passare degli anni se non per via dello stile registico dell'epoca.
Il 'bianco e nero' invece lo aiuta a rendere ancor più affascinante la sua trasfigurazione nel cinema d'oggi. Non si può non pensare ad un film che ha per argomento la Morte e la Vita che si scontrano in una partita a scacchi che con questo stile e con questo contesto.

fragolina51  @  13/02/2009 21:42:18
   8 / 10
Film straordinariamente mitico, ma che con gli anni ha perso un pò di fascino

pinhead88  @  10/02/2009 13:52:41
   7 / 10
film pieno di metafore e significati nascosti.più che un film sulla Morte mi è parso più che faccia riflettere su ciò che c'è dopo,sulla fede umana nell'esistenza di Dio o sul nulla che ci circondi dopo la nostra vita.il mistero che affligge ogni essere umano consapevole del fatto di dover morire.
un film che fa riflettere se preso in maniera positiva e non superficiale,non lo rivedrei una seconda volta.molto affascinante la figura della Morte,che in alcune circostanze può apparire anche un pò burlesca.
alcune scene sono state una mezza delusione da parte mia,come quando i compagni di viaggio vedono il guerriero giocare realmente a scacchi,una scena che a parer mio doveva trattarsi solo di metafora nascosta da parte del protagonista,nella mente del protagonista,senza dar spazio alla realtà circostante.come anche la scena in cui viene tagliato l'albero dalla signora mietitrice,un pò ridicolizzato.
non me la sento di giudicarlo come capolavoro,anche se di Bergman devo visionare altre opere,ma mi aspettavo di meglio sinceramente.
essendo del '56 non posso che giudicarlo bene per quello che è,anche se non mi ha trasmesso molto,a parte le scene in cui viene rappresentata la morte.
voto:7,anche se mi dispiace che volevo piazzargli un 10.

kalin_dran  @  24/01/2009 09:55:04
   9 / 10
Film pieno di metafore e di simbolismi che affronta, grazie alla diversità dei personaggi presentati, il tema della Morte da diversi punti di vista.
Personalmente mi sono molto identificato col pensiero del cavaliere.
Il Settimo Sigillo è una grande pellicola del passato che affronta un argomento che non può lasciarci indifferenti.

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