il rossetto (1960)

Bel giallo d'esordio di Damiani,incentrato non tanto sulla scoperta dell'assassino ( assai prevedibile) ma quanto sulla descrizione dell'Italia dell'epoca con le sue ipocrisie ed il suo perbenismo,dove risultava assolutamente imperdonabile per una tredicenne mettersi il rossetto.
Diretto in modo asciutto in un affascinante bianco e nero, può contare su un ottima sceneggiatura ed un cast che regala una prova d'alto livello.
Bello,da riscoprire.

Esordio fulminante alla regia per Damiani con questo dramma psicologico con inserti polizieschi.
Damiani fotografa con grande cura una storia di grande presa emotiva, ben bilanciata dalla collaborazione con Zavattini alla sceneggiatura, presentando fatti e personaggi in maniera minuziosa e approfondita, lasciando un velo di incertezza nello spettatore per tutto il tempo di una storia tesa, coinvolgente e molto ben interpretata.
Un buon film che vale la pena recuperare.

Niente male questo giallo firmato da Damiani. Ho apprezzato anche la presenza di Germi, che riprende il personaggio usato in "un maledetto imboglio".

Anche se rivista oggi sembra alquanto invecchiata l'opera prima di Damiani è già di un certo spessore, almeno per i temi trattati. L'intreccio giallo porta alla luce l'ipocrisia di una Società poco disposta a rivedere i propri arcaici ideali e la difficoltà che un commissario di polizia deve affrontare per dipanare una matassa resa ancor più pesante dai pregiudizi della gente e dalla morale comune. Si fiderà del suo istinto. Ottimo Germi in un ruolo in cui ormai si è specializzato, al contrario il cast di contorno non brilla più di tanto.

Bel film d'esordio per Damiani che dietro un struttura da film giallo-poliziesco abbastanza convenzione ma tutto sommato solida, presenta una galleria di personaggi che riescono a mantenere una certa aura ambivamente fino alla fine fra colpevolezza ed innocenza, ingenuità preadolescenziale e malizia lolitesca in cui un comune rossetto decide arbitrariamente di attrubuire un marchio infamante. Con gli occhi di adesso fa un po' sorridere, ma per l'epoca era un film abbastanza coraggioso, senza travalicare i facili confini del morboso.