Due fratelli, soli, nell'uno la forza dell'altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.
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Dalle sequenze iniziali mi sono reso conto che dietro la cinepresa c'è un regista, giovane, ambizioso e tecnicamente preparato. Italiano. Si, questa è la prima impressione che fa Il Primo Re: orgoglio. Rovere si conferma regista maturo e audace, come nessuno. Imperfetto nella sua ostinata ricerca di rigenerare il film di genere. Se con Italian Race ha fatto quasi centro, qui si è puntato in alto e mancato il centro con lo script. La tessitura drammaturgica dei due protagonisti è efficace, ma attorno è tutto un po' vago. Gli attori, tolti i tre protagonisti, lasciano a desiderare, poco aiutati da una scrittura poco attenta a dare profondità a ai diversi caratteri (ad eccezione di Massimiliano Rossi, molto efficace). La successione della storia è ribellione all'oppressore, acquisizione del potere che porta alla corruzione dell'anima. Il film percorre una traiettoria diritta, senza sorprendere più di tanto, senza regalare sequenze indimenticabili. Un film deve avere 3 o 4 momenti eccezionali altrimenti è tecnica e lo spettatore rimane seduto a vedere un bel film. Chapeau a Rovere, comunque.