Il carismatico allevatore Phil Burbank incute paura e rispetto. Quando il fratello George porta la nuova moglie e il figlio di lei a vivere al ranch di famiglia, Phil li tormenta finché non si ritrova vulnerabile alla possibilità di innamorarsi.
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Un film che pensavo fatto di un West con paesaggi sconfinati, una fattoria da portare avanti e uomini duri che la fanno da padrona. Ecco NO. A parte che il West ha già due cuori, uno progressista e uno ancorato a ciò che ho elencato su. Ma poi The Power of the Dog è un film fatto di ribaltamento dell'aspettativa dello spettatore. Ogni personaggio ha mille sfaccettature, è forte ed è debole e può tornare indietro alla condizione iniziale coerentemente con gli eventi traposti. Non si può prendere posizione, si può empatizzare di più o di meno con una situazione umana difficile. E la sofferenza è ben espressa anche dalla fisicità degli attori che, in scene molto intime, fanno quasi respirare questo disagio. Ed è un film fatto di manipolazione sottile, di disturbo sottopelle. Il ritmo non è dei migliori e il focus sui temi non è sempre chiaro. Un'occasione mancata, ma comunque un ottimo lavoro.