il paese delle spose infelici regia di Pippo Mezzapesa Italia 2011
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il paese delle spose infelici (2011)

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locandina del film IL PAESE DELLE SPOSE INFELICI

Titolo Originale: IL PAESE DELLE SPOSE INFELICI

RegiaPippo Mezzapesa

InterpretiAylin Prandi, Rolando Ravello, Valentina Carnelutti, Antonio Gerardi, Luca Schipani, Teresa Saponangelo, Nicola Rignanese, Gennaro Albano, Vincenzo Leggieri, Roberto Corradino, Nicolas Orzella

Durata: h 1.22
NazionalitàItalia 2011
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il paese delle spose infelici" di Mario Desiati
Al cinema nel Novembre 2011

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Trama del film Il paese delle spose infelici

Veleno (Nicolas Orzella), un ragazzo di 15 anni, pedala forsennato sulla sua bicicletta per star dietro ai suoi nuovi amici. Sono diversi da lui, sono figli della strada, impennano con i loro motorini e si sfidano sul campo di calcio della loro squadra, la Cosmica. Cimasa (Cosimo Villani), Capodiferro (Vincenzo Leggieri) e Natuccio (Gennaro Albano) hanno un capo indiscusso, Zazà (Luca Schipani), autentico talento del calcio. Lo scenario offerto dal piccolo paese del Sud - la fabbrica, l‘inquinamento, la droga e le invettive demagogiche del politico locale in ascesa Vito Cicerone (Antonio Gerardi) - non promette niente di buono. Ma i loro giorni cominciano a prendere una piega inattesa quando una strana madonna randagia, la bellissima Annalisa (Aylin Prandi), entra nelle loro vite volando dall’alto di una chiesa, vestita da sposa. Zazà e Veleno, maldestri e appassionati, riescono ad avvicinarla e quel contatto è pura estasi.

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Voto Visitatori:   5,95 / 10 (11 voti)5,95Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
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Voti e commenti su Il paese delle spose infelici, 11 opinioni inserite

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Scanlon  @  21/06/2019 13:38:39
   4½ / 10
Film tedioso e privo di un vero sviluppo narrativo, capace solo di baloccarsi sulle continue scorribande di un gruppo di ragazzini e del loro ménage con una mancata sposa dal fascino ambiguo quanto psicologicamente fragile.
Mezzapesa dimostra di conoscere tutti i crismi delle inquadrature, peccato che questo non basti per confezionare un buon film che, oltre all'apporto tecnico, dovrebbe almeno riuscire a trasmettere sensazioni e interesse in chi guarda. Questo non avviene e si arriva a fatica verso i titoli di coda.

Puro autocompiacimento stilistico.

andrea d  @  24/05/2012 06:52:37
   1 / 10
E' vero che nel cinema si ritrovano tutti i pregi o i difetti del Paese in cui quel cinema si fa, ma se, soprattutto una volta, questo riscontro avveniva sotto un punto di vista critico, adesso più di una volta succede il contrario: ci si fa forza di tutti quei difetti, li si esaltano, li si romanzano e li portano sullo schermo. Poi si avvolge tutto in una specie di landa desolata e decontestualizzata, in cui i personaggi si muovono senza sapere perché, buttati là dal nulla, come se non fossero mai nati e non ci fosse bisogno di indagare troppo sul loro passato personale. Così è tutto più evanescente, è più "artistico", e ci si risparmia un bel po' di impegno. Tutto succede perché succede, e chissà perché. E ci si risparmia anche di scrivere dei dialoghi verosimili, con la scusa della sospensione. Anzi, ci si risparmia di scriverli quasi del tutto! Allora sarà un film soprattutto "visivo"? Va bene, vediamo il piano visivo: ci si diverte a far sguazzare i protagonisti nel fango con occhio compiaciuto, e poi si fa la morale sull'inquinamento del paesaggio. Rapporto amore/odio con la terra, qualcuno dirà. Chiamiamola contraddizione, invece. E' proprio il caso del Paese delle Spose Infelici, che parte con la situazione di alcuni ragazzi e si ritrova con incertezza di fronte a un bivio tra due storie da narrare e da far incastrare. Una, quella del futuro calcistico di uno dei ragazzi. L'altra, quella della sposa infelice, vista come una figura religiosa e perciò (apparentemente) eterea. Ma il semprelodato calcio, alla fine, diventa lo sfogo di tutte le mancanze, dei desideri non realizzati, compreso il non poter mai avere la sposa infelice. A un certo punto, quando un'intera scena è dedicata ad una delle partite ed è enfatizzata il più possibile, si capisce l'intento del film: un momento piccolo, come quello, per qualcuno può rappresentare il mondo. Ed è vero. Il problema, però, è che una serie di momenti piccoli non può rappresentare un intero film, che infatti arriva con fatica a quegli ottanta minuti, quasi consapevole del fatto che in fondo quello che si voleva dire si è detto già nella prima mezzora, e che si poteva esplicitare benissimo in un cortometraggio. Non si può tirare su un racconto per più di ottanta minuti con la scusa dei "momenti di sospensione", perché la linea che li separa dai momenti di vuoto nella sceneggiatura è stretta, e una bella confezione, il gusto per le inquadrature e per una fotografia curata (ma troppo contrastata) non possono sopperire alla carenza che sta in quello che si vuole raccontare.

sandrone65  @  15/03/2012 11:27:00
   4 / 10
Classico film a basso costo con attori non professionisti che cerca disperatamente di trovare un suo perchè tentando di evidenziare i problemi dell'individuo smarrito e soffocato nel tessuto sociale: usata e strabusata strategia cinepoietica italiota, unica apparente alternativa alla commediola. Il film risente della totale assenza di ogni forma di spettacolarità, volendo pietosamente dimenticare il volo iniziale della sposa, che non si capisce se vuole suicidarsi, se ha perso una scommessa o se lavora per un circo. Il film viene salvato da un voto totalmente negativo dalla fotografia discretamente curata e dalla regia, ma a livello di contenuti vola veramente basso. Nella prima parte del film non accade praticamente nulla e quando uno comincia a stufarsi seriamente del nulla che sta vedendo ecco delinearsi meglio la figura pseudo-poetica della sposa-******* che va incontro all'autodistruzione, attorniata da adolescenti muti ed adoranti in picco ormonale. Ma per favore!!! Il tutto risulta di una noia veramente abissale.

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