Michael Corleone, il padrino della cupola mafiosa italo-americana, ormai anziano, decide di ripulire la sua vita ed i suoi affari cercando di instaurare un regime di convivenza pacifica con le altre famiglie di New York. Ma a malincuore è costretto a rivedere la su posizione quando una delle altre famiglie rivendica dei diritti sui Corleone.
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Non è suggestivo come i primi due, si concentra più che altro sull'animo di Michael e sui suoi tentativi di redimersi mescolando a questi gli intrallazzi della Chiesa che, al cospetto degli intrecci malavitosi dei precedenti capitoli, risultano sì coinvolgenti ma meno affascinanti. La superba interpretazione di Al è tra le sue migliori di sempre, molto bravo anche Andy Garcia, ma si sente la mancanza del buon Duvall e il suo Tom Hagen, il personaggio più rassicurante di tutti, e in qualche modo di un attore che possa stare al livello di Pacino: nel primo era Brando, nel secondo De Niro, qui non c'è. Sofia Coppola è una discreta regista... Gli do un voto alto soprattutto per la parte finale della Cavalleria rusticana a teatro, che ho trovato semplicemente perfetta. E l'urlo muto e strozzato del Padrino è troppo commovente, mostra benissimo la disperazione di un padre che ha causato la morte della figlia. A conti fatti Coppola non poteva fare di meglio.