i love radio rock (2009)

Un film che è già un cult, poco ma sicuro... Kinks (ma quanto è bella ancora "sunday afternoon"?), Aaron Neville, Hollies, R. Stones, Cream, Leonard Cohen, Turtles, The Who, Dusty Springfield, Martha and Vandellas, Small Faces, Procol Harum, Hendrix, e tanti altri ancora: ci sono tutti, mancano solo i Beatles chissà perchè e Cat Stevens nel 1966 non era ancora maggiorenne, forse, e non aveva inciso un solo disco, ma va bene così.
Aleggia lo spirito irriverente e caustico del miglior Landis in questo film davvero gustoso e amabile: non mi divertivo così tanto al cinema da parecchio tempo.
Per quanto sia qua e là un pò impreciso o imiti smaccatamente "Across the universe" e forse la crociata anti-sistema finisca per apparire superficiale, è uno dei film piu' godibili della stagione.
Assolutamente strepitose, poi, l'idea di parodiare la copertina "proibita" di "Electric ladyland" di Hendrix, la cui copia è oggi introvabile, o il duello sul ponte della nave (la prova di coraggio ehm), o anche il binomio Eleonor/matrimonio sulla scia del celeberrimo pezzo dei Turtles.
Un film che infonde davvero... benessere, intriso di uno spirito anarchico che ridà un senso alla parola "libertà".
Con un lieve amaro in bocca per quel mondo che ormai è tristemente scomparso, di cui i giovanissimi hanno a malapena sentito parlare.
Ma è anche e soprattutto un'omaggio all'era del VINILE, agli anni del vero ascolto audiofonico, il feticcio metaforico che conservavano tutti negli scaffali, per cui si passavano minuti interi ad ammirare le copertine (come quella di Disraeli Gears dei Cream, ovviamente).
Oh quanti ne avrei cercati di salvare o rubare, da una nave che affonda...