il mio amico massimo (2022)

E' una carrellata di ricordi su Massimo Troisi, sostenuto dalla voce narrante di Lello Arena e Cloris Brosca, con interviste agli amici che lo hanno conosciuto ed iniziando con il tramite della sua controfigura sul set del Postino. Francamente è un documentario che non aggiunge granchè a quello che già si conosceva. Non c'è nemmeno il sostegno della sua filmografia a fare da sostanza al racconto e francamente le scene fiction della sua infanzia mi sono sembrate posticcie ed inutili. Troisi avrebbe meritato di più.

Era il periodo de "La Smorfia" e dei "Giancattivi", un mio ex amico ex regista teatrale mi disse: "Poi Troisi (1953) e Nuti (1955) intraprendono la carriera solista, sfondano coi loro ruoli di nuova gioventù italiana problematica in cui m'identifico, s'arricchischino e da quel momento smettono d'incarnare quel ruolo e si limitano a recitarlo. Imbecille io che gl'ho dato i soldi del biglietto." In questo documentario amatoriale c'è 1/10 di quanto scritto nella voce di Wikipedia dedicat'al partenopeo. A es. lì si trova l'elenco completo del suo harem (Clarissa Burt, Nathalie Caldonazzo, Anna Falchi, Eleonora Giorgi). Di suo Bencivenga intervista Verdone che, sprezzante della propria tracotanza, racconta della BMW Z1 (https://it.wikipedia.org/wiki/BMW_Z1) con cui accompagnava Troisi nelle sale cinematografiche della periferia romana. Vomito.