il fiore delle mille e una notte regia di Pier Paolo Pasolini Italia, Francia 1974
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il fiore delle mille e una notte (1974)

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locandina del film IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE

Titolo Originale: IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiNinetto Davoli, Franco Citti, Tessa Bouché, Ines Pellegrini, Franco Merli, Francelise Noel, Christian Aligny

Durata: h 2.09
NazionalitàItalia, Francia 1974
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1974

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Il fiore delle mille e una notte

La storia di Nur-el-Din e della bellissima schiava Zumurrud; la trappola tesa da Tiffané e Zeudé per scoprire chi sia miglior amante fra un ragazzo e una ragazza. E ancora: i diversi destini di Aziz e di Tagi, il primo punito con l'evirazione per un tradimento amoroso, il secondo, invece molto più fortunato. Infine due prìncipi, per cammini diversi ma ugualmente avventurosi, finiscono per farsi bonzi. È l'ultimo capitolo della celebre "Trilogia della vita" pasoliniana.

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Voto Visitatori:   6,84 / 10 (25 voti)6,84Grafico
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Voti e commenti su Il fiore delle mille e una notte, 25 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/01/2017 22:31:29
   10 / 10
Il Fiore delle mille e una notte è l'ultimo capitolo della Trilogia della vita, espande i confini prima italici del Decameron, poi europei di Cantebury per arrivare nella lande di quel terzo mondo ancora non contaminato dall'ipocrisia borghese o da dettami religiosi. Un mondo antico più solare nella sua purezza dove la sessualità è vissuta in maniera reciproca nel donarsi dell'uno nei confronti dell'altro. Un atteggiamento perfettamente simmetrico e paritario, dove anzi le tendenze al "gallismo" nell'episodio di Aziz/Davoli sono punite con l'evirazione. Nella nudità di uomo e donna non vi è traccia di scabrosità e vergogna. Un film di straordinaria bellezza in cui non fa capolino, contrariamente negli altri due capitoli, della canzone Fenesta ca lucile, presagio di cupezza e morte imminente. La sessualità come forse poche volte, se non mai, è stata rappresentata con gioia e purezza.

Filman  @  04/06/2016 19:28:55
   6½ / 10
Sempre all'insegna dell'avventura più naturale dell'animo umano, oltre che dell'erotismo, Pier Paolo Pasolini conclude la sua "trilogia della vita" confezionando un'opera che non è una raccolta di episodi ma che comunque affianca al ramo narrativo principale alcuni aneddoti autonomi e non complementari. Ad esclusione di questo avvertibile senso di collage, tuttavia non sovrabbondato, IL FIORE DELLE MILLE E UNA NOTTE possiede uno scorrimento molto naturale degli eventi, dettato da un'atmosfera lontana nello spazio e rude nella messinscena tipica dell'autore, che ancora una volta applica Platone lasciando che i discorsi molto teatrali dei protagonisti esplicitino il senso del film, che in questo caso si ferma ad un paio di storie d'amore epiche e poco accademiche nell'utilizzo dell'eros, con pochi ragionamenti nel merito di questo argomento così "scandalistico".

GianniArshavin  @  29/01/2016 01:10:49
   7 / 10
Con questo film ,tratto da uno dei capisaldi della letteratura mediorientale, pasolini chiude la sua Trilogia della vita.
La pellicola è una piccola favola che celebra il sesso e l'atto d'amore nelle sue forme più pure e innocenti , un inno alla vita tramite l'eros più candido spensierato. L'opera non ha una trama compatta, è più un insieme di situazioni che lodano l'amore in tutte le sue forme, con il regista che non lesina su nudi e scene erotiche che all'epoca gli causarono non pochi problemi.
Come di consueto Pasolini adopera alcuni attori-feticcio (Davoli,il compianto Citti) ma soprattutto interpreti non professionisti , una scelta atta a sottolineare il clima di genuinità del prodotto.
Il punto di forza di questo ultimo capitolo è la scenografia, un affresco orientale fotografato magistralmente. Bene i costumi mentre è particolare il doppiaggio in dialetto pugliese ,linguaggio che secondo l'autore ricordava da vicino l'arabo. Non mancano scene forti e violente , presenti nei due racconti maggiormente riusciti (quelli in cui recitano Citti e Davoli).
Malgrado i pregi appena elencati I fiori delle mille e una notte ha delle pecche principalmente a livello narrativo (un po ripetitivo e debole in alcune storie) e nel ritmo non sempre sostenuto.
Dunque un gran lavoro per il maestro ,una favola trasognante che rispecchia chiaramente il pensiero pasoliniano , tuttavia non all'altezza di altri suoi lavori più completi.

ZanoDenis  @  11/05/2015 11:07:36
   6 / 10
Il peggiore della trilogia, nonché anche il peggiore di Pasolini, non voglio stroncarlo troppo, perché parliamo di un film tecnicamente curatissimo e scenografia e fotografia (stupende, ammettiamolo) valgono gran parte del voto.
Il problema aimé sono i contenuti, troppo sterile, privo di scene che restano impresse, se escludiamo quella dell'arco erotico, ne rimane una semplicissima storiella d'amore priva di coinvolgimento, con mille peripezie.
Troppo lungo arriva ad annoiare, probabilmente Pasolini su questo argomento non aveva più nulla da dire, ma tranquilli, menomale che ha cambiato registro, il capolavoro é dietro l'angolo....

Beefheart  @  17/03/2014 17:49:41
   7½ / 10
Essendo il terzo e conclusivo capitolo (dopo "Il Decameron" e "I racconti di Canterbury") della "trilogia della vita" sarebbe forse meglio giudicarlo nel complesso dell'intera opera, ma limitatamente a questo film si può senz'altro parlare di un'efficace rappresentazione della sessualità, abbastanza esplicita ma non volgare, attraverso una sceneggiatura non sempre fluidissima, un cast non professionista se non nei soliti fedelissimi, un doppiaggio assurdo, qualche picco visionario ed evocative location da mille e una notte, appunto.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/02/2012 21:58:03
   8½ / 10
Prima di tutto "Il fiore delle mille e una notte" è un film visivamente bellissimo. Dal primo all'ultimo fotogramma si rimane incantati per la suggestione e la perfezione estetica delle immagini. Pasolini aveva l'innato dono dell'arte: riusciva a trasformare la materia visiva in comunicazione emotiva in maniera spontanea, quasi impercettibile, ma molto intensa.
Anche la materia narrata risente di questa dimensione di godimento estetico e sensuale che pervade l'opera dall'inizio alla fine. Il fine di Pasolini è proprio questo: celebrare nella sua purezza, nella sua perfezione, l'aspetto ludico, fantastico, sensuale ed estetico che per lunghe epoche ha animato la vita culturale umana. Si tratta di uno sguardo nostalgico, celebrativo e volutamente distaccato dal presente (in questo film sono completamente assenti agganci con la realtà attuale). Un omaggio a come eravamo o a come avremmo potuto essere (la spirito che anima il film è chiaramente di natura utopica).
L'atteggiamento anti-attualistico lo si vede anche dallo stile che usa Pasolini per raccontare le storie. Ne accetta in toto lo spirito, a costo di negare i canoni di rappresentazione dell'immaginario attuale. Ad esempio ripudia la logica narrativa conseguenziale e ordinata, cioè il codice rappresentativo logico attualmente dominante. Le storie si intersecano fra di loro, a costo di rendere il film a volte confuso e sconclusionato. Lo scopo è quello di spostare l'interesse di chi guarda dal cosa succede a come succede. Ogni piccola situazione diventa conchiusa in sé ed è indipendente dalle altre storie che stanno prima o dopo. Si annulla il concetto di "filo logico" a favore di quello di "sensazione logica".
Anche le situazioni sono sdrammatizzate in sé e riportate a fantasia, a immaginazione. Si nega il confronto con il reale per aprire le porte alla logica del fantastico; dall'essere si passa all'immaginazione dell'essere. Tutto è veloce e immediato come in una fiaba, gli avvenimenti si susseguono proprio con quella logica. Le morti avvengono senza lamento, le gioie sono immediate; tutto appare come naturale, spontaneo, senza morbosità, accentuazioni o distorsioni di sorta. Il mondo, la vita, la buona e la cattiva fortuna vengono prese così come vengono, con naturalezza. Il moralismo viene bandito e tutto quello che è vita (soprattutto gioiosa e piena) è permesso e quasi esaltato.
Questo è nella cinematografia italiana il film in cui il sesso è reso nella maniera più naturale, piena e vitale possibile. Una piccola perla che fa completamente a meno dell'ipocrisia e della morbosità, in cui la sensualità diventa pura arte. Questo risultato è raggiunto riproponendo lo spirito delle epoche passate. Noi del presente nella nostra bulimia, nella nostra smania di consumare, abbiamo ormai irrimediabilmente perso la gioiosa, spontanea e naturale celebrazione dei sensi.
Il film è anche una nostalgica e appassionata esaltazione della bellezza giovanile. Anche qui il tocco inconfondibile di Pasolini inquadra facce sorridenti, di una bellezza non artificiale o canonica ma puramente naturale. Oltre alle facce, ai sorrisi, agli sguardi, finalmente ora anche i corpi nudi e i pubi dei giovani contribuiscono alla celebrazione della bellezza e della pienezza della vita nel momento del suo massimo fulgore (appunto la gioventù).
E' anche la celebrazione e l'esaltazione della parte femminile del mondo umano. Nel film le donne sono i personaggi più intelligenti, più scaltri, più decisi. In questo film sono loro il sesso forte e saggio. Pasolini non poteva fare omaggio migliore alle donne.
"Il fiore delle mille e una notte" è il testamento utopico di Pasolini, la rappresentazione spirituale del mondo come dovrebbe esteticamente essere. E si tratta di una rappresentazione rivolta irrimediabilmente al passato, al tempo che fu. Questo film lo fa capire in maniera lampante. La sua visione ci rende evidente quanto è compromesso il nostro modo di sentire e vivere la bellezza e la vita oggi. Pasolini non può che trarne le conseguenze e rappresentare il nostro attuale rapporto con gli oggetti, con il piacere e con la vita, nella maniera cruda e metaforicamente realistica di "Salò", uno dei picchi artistici della cinematografia italiana, nonché la più fedele rappresentazione estetica del nostro mondo moderno.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  19/02/2011 15:20:32
   5 / 10
Film del tutto anonimo di Pasolini con una storia di fondo, guardabile, su cui si inseriscono una serie di storie non del tutto riuscite.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  09/02/2011 14:28:29
   6½ / 10
Inconfondibile Pasolini, sempre unico, molto osé, visione simpatica. Devo dire però che il doppiaggio l’ho trovato ridicolo in molti punti, e poi è abbastanza lunghetto come film e dopo un po’ stanca un pochino. Comunque non mi è dispiaciuta la visione, quattro storie ben intrecciate, lo consiglio.
P.S. certo che per far parte della “trilogia della vita” alcune scene sono abbastanza inquietanti!

baskettaro00  @  23/11/2010 15:44:15
   7 / 10
Terzo ed ultimo capitolo della trilogia della vita.
Il film è caratterizzato da una molto bella fotografia e da recitazioni tutto sommato passabili, purtroppo il doppiaggio non è un granchè e molte scene son palesemente finte(quella del leone e quella nei quali Citti e un altro volano)
124 minuti nei quali di rado si avverte un senso di noia, ma i nudi maschili son portati all'estremo e a molti potrebbero disturbare, ahimè di belle donzelle se ne vedono ben poche...
Come detto è ottima la fotografia ed i paesaggi africani meritano tanto.
In sostanza non mi è dispiaciuta questa trilogia pasoliniana, in questo capitolo la mia storia preferita è stata quella con Davoli che possiede la scena cult della pellicola: un uomo che tiene un arco dal quale lancia una freccia fallica nelle gambe aperte di una donna.
Decisamente spintarello ma non mi è dispiaciuto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  17/10/2010 18:54:19
   5 / 10
Nello stesso stile de "Il decameron" Pasolini racconta 4 storie sull'amore ambientate in Oriente!
Amore visto soprattutto come attrazione fisica e non come sentimento.
E' come se lo stesso regista affronti un indagine su un "qualcosa" che non conosce!
Le storie trovano il tempo che trovano...molta poesia e molto nudo gratuito...

Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  18/05/2010 20:04:04
   7 / 10
Piaciuto meno di altre opere di Pasolini.
Trama che intreccia più storie, ognuna collegata all'altra (cosa che per altro mi ha molto sorpreso) per concludersi con la prima delle novelle narrate.
Altra buona caratteristica del film è a mio parere la scorrevolezza e leggerezza delle storie inscenate proprio come una favola.
Unico lato negativo sono le recitazioni abbastanza scarse di alcuni attori, ma è comunque una nota di poco rilevo per il giudizio del film.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/02/2010 11:24:10
   7½ / 10
Ultimo capitolo della Trilogia della Vita. Come nei due precedenti si tratta di una serie di racconti e abbondano i nudi maschili che tanto scandalizzavano i ben pensanti all'epoca. Tecnicamente il film è buono, ottima come sempre la regia di Pasolini, buona la fotografia e ottime l'ambientazione africana.
Bello e particolare, da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/11/2009 22:42:08
   7 / 10
A me sembra che del celebre testo Pasolini abbia colto soltanto la liberalizzazione dell'eros e un certo iconografico estetismo. Dal punto di vista delle immagini è il suo più bel film, ma resta il capitolo meno felice della trilogia. Forse un giorno lo rivaluterò... 7 cmq. per la fotografia

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Ultima risposta 09/09/2012 02.09.44
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Ciaby  @  20/07/2009 11:04:07
   7½ / 10
Pasolini gira un film bello e interessante, ma lontano dall'essere un capolavoro impressionante quanto "Salò" o "Mamma Roma". Il film possiede troppi colpi bassi, scene pacchiane e trovate kitsch che non t'aspetteresti mai in un film di Pasolini (quella vaccata-cafonata di scena visibilmente finta dei due uomini che, abbracciati volano sul deserto, il leone), compensato anche da una recitazione orribile e un doppiaggio inascoltabile.

Ah! E qualcuno dica a Nureldin di chiudere quella dannata bocca che, al posto dei denti, ha due tenaglie assassine.

Ovviamente oltri questi difetti, ci sono anche pregi: la storia è affascinante, la regia è bellissima (Pasolini non è mica un pinco panco qualunque) e ci sono certe inquadrature indimenticabili, contando almeno una scena destinata ad entrare tra le più geniali del cinema erotico (dopo il coito con anguria di "Il Gusto Dell'Anguria" e l'automasturbazione sotto la pioggia di "Snake Of June") la freccia-fallo lanciata attraverso le gambe di una ragazza nuda.

Il risultato è un buon film, scorrevole ma anche autoriale, seppur deludente rispetto ai canoni di Pasolini.

paride_86  @  28/12/2008 03:05:27
   7 / 10
Dei film della trilogia della vita è quello che mi ha convinto di meno. Tuttavia l'intreccio (a scatole cinesi) è nettamente superiore a quello dei precedenti capitoli, e le ambientazioni sono spettacolari e dense di un erotismo spinto ma sempre intriso di una poetica e vitale innocenza. Gli effetti speciali sono piuttosto scarsi, la scena del leone è inguardabile!

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  12/08/2008 12:57:49
   8 / 10
Poetico e pasoliniano fino al midollo.
Ingiustamente snobbato, questo film incantevole e multietnico anche se inferiore agli altri due, dimostra la divina capacità cinematografica di Pasolini a buon diritto uno dei migliori registi italiani e uno dei miei preferiti.
L'universo cinematografico raccontato da PPP è sbalorditivamente lontano e vicino in una gioco di campi e piani che sfugge alla razionalità cognitiva dello spettatore. In breve, Pasolini rompe l'orizzonte d'attesa di chi guarda con una narrazione a episodi che laddove era in letteratura era normale in quanto decodificata da un layout a capitoli, nel cinema è allo sbando, caotica, irrazionale come le storie che racconta. In Pasolini è impossibile scindere forma da contenuto perchè uno è l'altro e si potrebbe perfino dire che dal momento che la forma manca, manca anche il contenuto, ma la forma in quanto assente esiste perchè prende tutto quello che è di fuori dall'esistente e di conseguenza il contenuto è originale, nuovo e perfetto.

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Ultima risposta 09/02/2011 14.40.15
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wega  @  04/05/2008 23:04:14
   7½ / 10
Non so se per capire Pasolini serve essere degli intellettuali, non credo di averci capito molto su questa sua trilogia della vita, forse per il regista la "vita" era proprio questo, il gioco del sesso, le ferite della passione, e solo da quest'ultimo episodio, traspaiono i sentimenti.
Ironia della sorte, facendo riferimento a "Tacchi a spillo" che ho commentato oggi, qui la relatività della natura sessuale umana invece, con la schiava che diventa re, può invece risultare molto ben sviluppata.
Ultima parte quindi della suddetta trilogia, senz'altro la più lenta e a mio parere fotografata meno bene delle altre due precedenti, c'è da dire anche che effettivamente qui, falli, e fallatio vari, iniziano ad essere un pò tanti.
I film di Pasolini han comunque qualcosa di magnetico e diverso da quelli degli altri autori, forse per la particolare recitazione imposta, forse per il particolare montaggio che ho visto in tutte le sue opere e già in "Accattone", per il quale lo giudicavo in maniera negativa.

InSaNITy  @  05/01/2008 01:26:09
   8½ / 10
Della Trilogia della Vita è che quello che mi è piaciuto di meno...fermo restando che non esiste un film di Pasolini che non mi abbia incantato.
Lo trovo il meno incisivo dei tre, il meno "vitale", se vogliamo, e devo ammettere che in più di una volta non riesce a mantenere il ritmo. A visione ultimata mi sono rimaste comunque delle bellissime immagini (come ad esempio l'arco fallico..pura arte) una scenografia da sogno e una bellissima fotografia, ma nel complesso mi sarei aspettata molto, molto di più.
E devo anche ammettere che in questo caso la prova di Ninetto Davoli mi è sembrata veramente fuori luogo..

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Ultima risposta 12/08/2008 12.51.43
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Dick  @  01/07/2007 12:34:41
   4½ / 10
O.K., sicuramente ci sono dei significati e il film non è una semplice sfilata di falli, f...e e s..........i, però che devo dire... il film non m' è piaciuto ed è stata una delle rare volte in cui ho avuto la tentazione di spegnere.
A me non mi si è rizzato, ma in compenso mi sono venute due balle così.

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Ultima risposta 25/07/2007 18.17.42
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Mpo1  @  06/12/2006 00:38:39
   9 / 10
Il terzo e ultimo film della “Trilogia della vita” di Pasolini, e il migliore dei tre. Uno dei più belli in assoluto di Pasolini. Sicuramente è il film più risolto e compatto della trilogia. Pasolini abbandona le parlate regionali e gli aspetti più comici e grotteschi dei due film precedenti e crea un film straordinariamente poetico.
La storia principale è quella di Nur-el-Din e della sua schiava Zumurrud, in cui si innestano tante altre storie, da quella di Aziz che abbandona la sua promessa sposa il giorno delle nozze, al principe Tagi che s’innamora di una principessa che odia gli uomini, all’uomo che viene trasformato in scimmia da un demone.
La versione che circola in tv è tagliata.

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Ultima risposta 29/05/2011 23.35.15
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karaberto  @  09/05/2006 14:57:59
   7½ / 10
Credo che la "trilogia dell'amore" di Pasolini abbia il difetto di essere tanto bella quanto noiosa.
La realizzazione può esser tutto fuorché poco curata; abiti, ambientazione, facce, contesti... tutto è perfetto. Gli attori e le scene sono come Pasolini li voleva ed il film riesce a trasmettere bene un senso di esotica quotidianità.
L'unico difetto, appunto, è che non porta da nessuna parte se non al piacere estetico della visione, almeno per chi lo apprezza.

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Ultima risposta 09/10/2007 20.57.52
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alesfaer  @  27/02/2006 20:09:03
   3 / 10
snz cercare 1 qlk significato profondo, qst è 1 dei film piu stupidi e "normali" di pasolini. è un film di serie c x qnt riguarda regia fotografia e sound, e devo dire ke anke la recitazione, x quel poco ke c'è, è scarsa. difficilmente si oltrepassa la mezzora di visione. bidone

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Ultima risposta 04/05/2008 23.09.17
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regista  @  27/02/2006 19:53:33
   10 / 10
questo film è stupendo

pastapasta2  @  17/01/2006 16:26:01
   4 / 10
concordo con la recensione sotto, nn riesco a capire i film di pasolini, per di piu mi fanno schifo le scene degli uomini nudi

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/11/2009 22.39.38
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ulisseziu  @  06/09/2005 15:46:23
   4 / 10
Sinceramente, pur avedolo visto più volte non sono riuscito ad afferrarne il senso più profondo, ammesso che ci sia...
Le interpretazioni non mi hanno convinto per niente, e la fotografia è scarsa.
Buone alcune inquadrature e particolari alcune scene (l' arco con freccia fallica e l'attento esame dei regazzi messi a dormire nella stessa stanza).
Musiche passate di mente totalmente...
Qualche buono spunto sull'analisi della sessualità quando vengono meno le regole sociali e l'etica imposta dalla religione... tutto qui.

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