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Film insulso. Semplicemente, incontestabilmente, assolutamente insulso.
Senza nè capo nè coda, noioso, senza trama, recitato da cani e montato peggio. Assenza pressochè totale di una colonna sonora, buchi impressionanti nella scenografia e, ciliegina sulla torta, regia di una banalità fuori dal comune.
Il desiderio frustrato di cenare insieme (in una commedia degli atti mancati) rivela il desiderio preconscio di sbarazzarsi dei propri commensali. L'angoscia con cui i vari personaggi sognano di liberarsi di liturgie e convenevoli, svela l'impossibilità anche solo di sognare quello che è il più profondo e inconfessabile desiderio della borghesia: essere spodestata come classe dominante, per poter tornare a uno stato di natura selvaggio dove realizzare gli impulsi dell'ego in modo totalmente gratificante e pienamente soddisfacente (dove fare sesso in giardino mentre i nostri ospiti ci attendono in salotto...)
Una buona commedia impreziosita da trovate geniali, per descrivere le grottesche incongruenze ed ipocrisie della borghesia.
Consigliato ma assolutamente non un capolavoro.
Un pò come succede per molti film di Hitchcock, Bergman, Wilder, e buona parte dei noir/ novelle vague/ sentimentali, il nome dell'autore e il tempo che passa mitizzano e racchiudono in un' "aura di intoccabilità" film che di per sè non avrebbero niente di speciale.
Nel 1972, a distanza di una decina d'anni, il "borghesofobo" di Calanda si rifà sotto, rimarcando senza mezzi termini la sua avversione, e portando un nuovo e ancor più diretto attacco a quello che restò nel corso degli anni, il suo bersaglio preferito.Bunuel si fa beffa di loro, li dileggia in continuazione, non li fa "respirare"; immorali, viziosi, ipocriti, arroganti, faziosi, paranoici... ingenui (la scena dei surcichi è un vero e proprio insulto alla "classe"), questo è l'impietoso quadro che il regista traccia con il solito estro che lo contraddistingue, capace di trasformare anche il più innocuo dei soggetti, in surreali e altrettanto taglienti pretesti di scherno.In questo caso, tutto ruota attorno all'incapacità di un gruppo d'amici di portare a termine una cena tra di loro, perché ogni qualvolta vi si presenti occasione, questa viene interrotta dall'ingresso di nuove figure in grado di alterare completamente il corso degli eventi.A tal proposito, tengo a ribadire le indiscusse capacità artistiche impegnate dal regista anche in quest'opera, abile in più di un'occasione, a prendersi gioco persino del più attento osservatore, salvo poi, all'ennesimo tentativo, risultare inevitabilmente prevedibile.Al di là di questo comunque, per fare un discorso più in generale, quello che io preferisco, è difatti un Bunuel più "sottile" e meno aggressivo nei modi, che non risparmi certo la sua incisività ma che sia in grado al contempo di mascherarla velatamente.Le Charme Discret De La Bourgeoisie, è certamente un buon lavoro, anche ben interpretato se si vuole, ma che non sono riuscito ad apprezzare più di tanto a causa di una regia probabilmente troppo diretta e "spudorata", proprio come la personalità dei soggetti in questione.Cosi facendo, potrà anche darsi che rimanga inalterato il significato del messaggio o addirittura che accresca il suo valore, ma a scadere rimangono, di fatto, i modi di chi se ne fà portavoce.
Si rivede sempre con piacere, è senz' altro IL compendio bunueliano ma "Il Fascino discreto della Borghesia" non mi fa proprio impazzire. Solo a tratti. L' atto non portato a termine è spesso presente nelle sinossi di Bunuel, qui le cene che non si riescono a fare, o l' aperitivo che salta - semplicemente l' inettitudine della borghesia al mondo di cui fa parte e col quale non riesce ad integrarsi - fanno da perno centrale di una messinscena del teatro dei commedianti borghesi. La satira si mescola all' onirica, il sogno (almeno tre volte ci caschiamo - suppur avvisati una prima volta - consecutivamente, una dopo l' altra), il surrealismo (la veglia funebre in una saletta contigua, all' interno di un ristorante; il monsignore giardiniere; un gruppo di soldati improvvisamente ospiti ad una cena senza invito, che ovviamente salterà; ritorna anche il pianoforte di "Un Chien Andalou"). Un film del genere in mano a qualunque altro autore sarebbe risultato bizzarro, nelle mani di Bunuel, ne esce un ritratto impietoso e divertente di una classe sociale che salta per aria. Fredda, settatrice, ipocrita, calcolatrice la borghesia è, purtroppo per l' autore spagnolo, destinata al percorso itinerante della Storia (i protagonisti si vedono più volte a piedi percorrere una isolata strada di campagna). Seguiranno "Il Fantasma della Libertà" e "Quell' Oscuro oggetto del Desiderio", 32° ed ultimo film di Luis Bunuel.
Capita a volte, tra una cosa e l'altra, che il buon Bunuel decida di giocare a fare il burattinaio. A quel punto, prende una compagnia di attori, li traveste tutti da borghesi, applica loro dei fili, e la burla ha inizio! Li scambia di ruolo; li fa incontrare e scontrare tra loro; ogni tanto cala dentro un intruso; li fa sedere continuamente a tavola senza far loro assaggiare un solo boccone. Ma spesso, ciò non gli basta. Così decide di applicare quei fili anche alle pareti scenografiche, continuando a variarle tra realtà e sogno, tra palcoscenico e vita reale. Si diverte davvero; ma anche così, non abbastanza. Al che chiude il cerchio, e attacca i fili a tutti i suoi spettatori. Capita a volte, infine, che uno di questi spettatori capisca la beffa: vede il sipario, vede i fili che pendono dappertutto, vede dall’altra parte quel vecchio burattinaio che si sbellica dalle risate, è consapevole di essere solo una sua marionetta; ma ciononostante, capita anche che questo spettatore ugualmente si diverta un mondo.
Bunuel è il vero antidoto allo squallore borghese, per tutta la sua carriera non ha lesinato nulla a quella che a ben vedere è stata la classe sociale più ripugnante che sia mai esistita nella storia dell'uomo, ed ora, nell'era delle plutocrazie, dove bene o male tutti noi possiamo considerarci dei borghesi avvizziti ed impotenti, appare lampante come un film del genere sia sempre più attuale, bunuel tagliente come è più di renoir, satirico come e più di kubrick, iconoclasta come e più di losey, la borghesia qua è presa davvero a calci nel ****, Bunuel odiava la borghesia mentale, oggi quella stessa borghesia mentale è confluita nel feticismo estremo, in questo senso è più opportuno parlare oggi di proletariato mentale, dove anche il più puzzolente squattrinato possiede 3 cellullari e una macchina sportiva, e la sera paga cene a 2 zeri, segue la moda d'abbigliamento e frequenta i locali più alla moda, Bunuel disintegra completamente le famiglie perbene, le tavole imbandite, gli inviti a cena, veri e propri rituali necrofili dove si recita a copione la propria parte di persona ricca, inserita in società, falsamente bigotta e perbene, la trasposizione di tutto ciò nel 2000 dei nostri loculi domestici occidentali ne potrebbe essere la copia fotostatica, se ci pensiamo bene in Italia, dove tutti "hanno le palle democratico-popolari" , così finto-perbenisti, di fronte alla triste realta' , alle aziende che chiudono, a chi va in cassa integrazione, alle tasse iperboliche e ai politici strafottenti, all'omologazione sempre più strisciante, l'italiano che fa? dice: e basta, ora mi voglio scordare tutto! evvai col panettone, i regali , le vacanze.E poi siamo sempre stati un popolo che va in vacanza per non sfigurare coi vicini, e per poterle raccontare ai colleghi. Grande popolino, per loro la rispettabilita' e' questo. Confondono un fenomeno economico con quello che e' solo un fenomeno psicologico: la fuga. Bunuel ha pure fatto di meglio nella sua eccellente carriera, ma questo è senza dubbio uno dei film simbolo degli anni 70 e sono certo che avrà per sempre la statura di intoccabile.
Bel film di Bunuel, una critica feroce e intelligente a un mondo stupido e meschino corrotto da potere, soldi e droga. Tre coppie di perfetti idioti si danno più volte appuntamento per un pranzo insieme ma, per un motivo o per un altro, non riusciranno mai a riunirsi. Si mescolano bene momenti reali a momenti onirici, dove i sogni spesso sono molto più rappresentativi e incisivi rispetto alla vita di tutti i giorni. L’ho trovato comunque non troppo forte, a volte confuso: decisamente meno affascinante e con una potenza narrativa minore rispetto all’ultimo capolavoro di Pasolini o alla grande abbuffata di Tognazzi e soci.
Stupendo, uno dei migliori film della cinematografia mondiale. Buñuel, da surrealista qual'è, riesce ad ideare una serie di situazioni divertenti, ma mai banali. Capolavoro.
Simpatica caricatura della borghesia francese. Si notano tantissime tare della società, dalle cose facilmente individuabili (l’ubriachezza, i discorsi sulla droga, la voglia di sesso…) alle cose più piccole (i mozziconi della sigaretta che si buttano per terra, l’ignoranza in geografia…), tutte mescolate in questo prodotto che si guarda con il frequente sorriso nelle labbra per l’ironia. A mio giudizio però non lo reputo un capolavoro, in ogni caso è il primo film di Bunuel che vedo e non mi ha deluso.
mi dispiace abbassare la media (di poco fortunatamente), perchè ammetto la genialità.....penso solo di aver capito il 25% del tutto. con il 40% sarebbe stato voto 10. attuale più che mai...forse la classe delle apperanze si è spostata più sul popolare..colpa della televisione? Di sicuro viviamo in un mondo dove il reale è l'apparenza.....e l'apparenza è il "possibile reale".
Luis Buñuel, regista di grande talento. La borghesia messa a nudo, spogliata di tutto e ritratta in maniera impeccabile. 2 famiglie si continuano ad invitare a cena, ma non riescono mai a mangiare, per un motivo o per un altro. La trama apparentemente banale, non è altro che un pretesto per creare un film di forte critica sociale. Un film il cui limite fra la realtà ed il sogno viene continuamente "ignorato". Un capolavoro assoluto, il regista riesce a far emergere le ipocrisie, le falsità, le paure, della borghesia in maniera impeccabile. Una critica costante non solo alla classe borghese, ma anche al clero, alla società. Da vedere assolutamente, i dialoghi indimenticabili, bravi gli attori, nel finale poi sta la vera sostanza di quest'opera, ovvero l'obiettivo di far riflettere lo spettatore, di trasmettere il messaggio del regista.
Assurdo, fantastico ed estremamente graffiante e divertente. La borgesia presentata con tutte le sue manie, superficialità, idiozie e corruzione, non escludendo - di questa - né militari o prelati. A tratti veramente surreale, confuso tra sogno, incubo e realtà. La paura sempre presente di un arresto, una cena all''ora sbagliata, un pranzo non iniziato e magari un altro non terminato. Un vescovo che fa il giardiniere (e non disdegna il fucile), un locale in dove mancano il the, il caffè, le tisane, gli alcoolici... Irresistibile, fino ad un finale sorprendente.
"Ma che sta fumando?" - "Marijuana, madame" - "Non avrei mai creduto che si fumasse droga nell'esercito. Quello del mio paese, devo dire, è di un'austerità esemplare" - "La marijuana, si sa, è una sciocchezza" - "Sì, però è il primo passo per cose più gravi. Ho ribrezzo per la droga. Recentemente 6.000 marines sono stati congedati dall'esrcito..." - " La marijuana non è una droga. Guardate cosa succede in Vietnam, per esempio. Dal generale al soldato semplice fumano tutti" - "E il risultato è che bombardano le loro truppe almeno una volta alla settimana" - "Ma no! Se bombardano le truppe è perché avranno un motivo!" - "D'altra partte nella guerra del '14 obbligavano i soldati a bere 3 litri di vino al giorno...".
Capolavoro assoluto. Fellini, che non era l'ultimo arrivato, diceva che Bunuel avrebbe meritatao un posto d'onore nella storia del cinema anche se avesse girato solo questo film. Acuto, tagliente, spietato, lucido, colto... Viva il cinema!
Dopo aver visto questo film, ho letto i commenti degli altri utenti di film scoop...E bello vedere come alcune persone abbiano scritto cose tipo: TRAMA INESISTENTE, IRREALE, CONFUSO, NON MI HA FATTO NE' CALDO NE' FREDDO (!)... Ragazzi, se non avete colto niente da questo film siete parecchio male..Non giudico i gusti della gente, ma dire cose come quelle che ho scritto sopra è totalmente senza senso. Non avete colto una leggera"critica" al mondo ipocrita e frivolo della borghesia?O all' istituzione della chiesa, dei politici, dei militari? Io sinceramente ero prevenuto su questo film, pensavo ad un mattone francese datato. In realtà è un film attualissimo che critica il sistema con una ironia sottile e geniale. Ok, non è un film con un ritmo incalzante (cacchio, niente inseguimenti con le macchine della polizia americane...) ma non sempre questo è necessario: in questo caso sarebbe stato anche dannoso forse. Nulla è scollegato o buttato a casaccio (come qualcuno ha scritto) :io personalmente alcuni passaggi non li ho capiti (mi riferisco ad un paio di sogni) ma sicuramente per ignoranza mia e non per l'incapacità del regista. La descrizione di questo film non può essere limitata ad un paio di righe, mi piacerebbe che un vero esperto di cinema lo recensisse, magari farebbe capire qualcosina a chi ha messo voti tipo 2 o 3....Mmmm,che urto...
La ridicolizzazione come arte narrativa. I sei personaggi che popolano il teatrino di Bunuel danzano attorno alla propria ipocrita affettazione, e la loro piccolezza è scandita da inviti a pranzo o a colazione. Nessuno è risparmiato, e lo sguardo cinico di Bunuel è abile nel cogliere i controsensi e le bassezze dei protagonisti per estremizzarle e farne materia di scherno, in un gioco di scatole cinesi in bilico tra piano onirico e realtà. Assolutamente imperdibile.
Un film molto bello. Non ha attrattive esaltanti ma dopo averlo visto difficilmente si dimentica e non si può fare a meno di pensarci quando vediamo in società, nei salotti televisivi qualche persona di belle apparenze o di splendide maniere e fa di questo sfoggio la base del suo essere. Chissà cosa ci sta dietro e soprattutto dentro? Questo film appartiene al gruppo dei film che esprimono il loro messaggio attraverso tutti i mezzi tipici dell’arte moderna, come simboli, accostamenti, contrasti, sogni e attraverso il rifiuto dei canoni abituali delle storie del cinema (tema, inizio, svolgimento, fine). Qualcosa che può facilmente disorientare chi non è abituato ma che permette di ampliare e arricchire il significato di un film. Ci si estranea dalla storia e si osserva con più chiarezza la psiche e i comportamenti dei personaggi. E’ una tecnica molto difficile ma molto efficace come si vede in questo film. Il messaggio è abbastanza chiaro: l’apparenza inganna. Non sempre l’educazione, le belle maniere, la ricchezza, il titolo rappresentano la pulizia morale, l’onestà, i buoni sentimenti. Non sempre quello che si vede è ciò che è vero, addirittura spesso ciò che si sogna e si immagina è quello che realmente si è e si pensa. Tutte le cerimonie, le belle apparenze e le belle maniere nascondono solo indifferenza, ipocrisia, egoismo e mancanza di scrupoli. Tutto è lecito e in qualsiasi maniera, lo scopo è solo il puro interesse individuale. La religione stessa (rappresentata nel film dalle gerarchie) frequenta attivamente questo ambiente e partecipa della stessa logica di pura apparenza e di nudo interesse individuale. Fuori del loro ambiente e fuori della società queste persone non valgono più niente e appaiono addirittura ridicole. E’ questo il significato delle passeggiate nelle vuote strade di campagna. I personaggi non sono individui con una loro storia, ma solo tipi rappresentativi ed è forse un limite del film, ma del resto a Bunuel interessava solo stimolare lo spettatore a non fidarsi mai troppo delle persone dalle belle maniere e riuscendoci molto bene.
Il film è secondo me ancora attualissimo. Trovo che in Italia molti, soprattutto i politici, curino solo l’immagine e l’apparenza cercando di nascondere i loro atti. La società stessa è più o meno quella dipinta da Bunuel. Si giudicano solo le apparenze e si accetta e si approva tutto quello che fa la “gente per bene”. L’interesse egoistico regna sovrano. Si ha paura e si teme per il proprio benessere privato (timore per i furti e l’ordine pubblico) mentre si chiude un occhio verso i furti al bene collettivo (evasione fiscale, lavoro nero, tangenti, truffe bancarie).
Uno dei più grandi film della storia. Unico, imprevedibile, un'idea di cinema specchio dello svolgimento imprevedibile del pensiero, tra veglia e sonno, tra normale e futile, tra consueto e incomprensibile. Dopotutto il nostro cervello funziona così come in questo film, non sappiamo mai bene se andrà come ci siamo prefigurati, se la nostra cena andrà a buon fine, se la nostra vita andrà su strade che abbiamo scelto, perchè non avremo mai un controllo totale su noi stessi, nonostante ci si cerchi di inculcare il contrario, che avere controllo sia possibile, Psicanalisi in primis. Credo che il surrealismo avesse frainteso la psicanalisi perchè era prorpio quella che predisponeva l'individuo al raggiungimento dell'odiata normalità borghese. L'iperrealismo della mente umana messo su pellicola.
forse l'ho guardato con un pò troppe aspettative....ma mi sono sfuggite alcune cose di questo film che mi risulta incomprensibile...la trama è confusa e sembra solo un insieme di fatti scollegati che capitano così per caso...e poiche senso ha un film del genere?ho capito che c'è la satira alla borghesia...però tutto questo mi pare eccessivo e noioso...e poi questo film sembra davvero tagliato alla fine...senza una conclusione... deludente
Sinceramente non so cosa pensare. Dietro consiglio di molte persone ho deciso di vedere questo film, ma alla fine della pellicola non nascondo che mi è rimasto molto amaro in bocca. Mi è rimasta quella domanda in testa: "sono stupido io a non capire la genialità di questo film?". Gli attori sono bravissimi, la regia è bellissima, ma la STORIA, IL SIGNIFICATO non mi hanno raggiunto. Se un film devo farmelo spiegare, per me ha già perso molti punti dato che il cinema (e l'arte) è prima di tutto COMUNICARE qualcosa. A me non è sembrato nient'altro che un bell'esercizio di stile pure e semplice, gratuito. Sarò io a non apprezzare i film d'autore, sarà che mi commuovo ancora con Cool Runnings, ma io, in quanto essere umano, ho bisogno di capire quello che accade, quello che vedo e che vivo. Portare la realtà dei fatti, fatti di per se conosciuti (ci arrivo anche senza questo film a capire l'ipocrisia della chiesa, della politica), dietro una tenda opaca, criptica ai più, "surreale", secondo me distoglie dal significato, dall'essenza, dal provare un'emozione davanti a 24 fotogrammi al secondo. Nella mia grossa ignoranza cinematografica, commenti estremamente positivi riguardo a questo film mi fanno ironicamente pensare che, in fondo, forse l'intento del regista potrebbe essere stato quello di far gridare al miracolo proprio la borghesia "mentale" da lui criticata. In questo caso il film meriterebbe un 10 e lode.
Convintomi a vederlo dal suo prepotente arrivo nella Top 25 e dalle insistenze di una mia amica, sono rimasto veramente molto deluso. Seppur la durata sia tutto sommato giusta (105'), e questo evita di9 appesantire la visione, il film si avvale di un senso dell'umorismo fasullo e quanto mai pessimo. Insensata la condanna di fondo!
Un classico: cioè un'opera che non ha finito di dire tutto ciò che può dire. Attenzione: il surrealismo non è realismo; Bunuel non ce l'ha afffato con la borghesia, e il titolo non è ironico. NON vi è nessuna denunzia, e non è un manifesto contro, anzi.
E' perfettamente normale trafficare cocaina in valigia diplomatica, ma essere sdegnatamente contro lo spinello, Caro assassino dei miei gentiori, come prete ti assolvo, ma come figlio ti sparo. L'onore del mio Paese prima di tutto, ma mi faccio la moglie del mio migliore amico. E così via...
Avrei dato 4 ma visto che dai commenti precedenti sarei considerato un co**ione dò un bel 2, perchè non mi è piaciuto affatto come quasi tutti i film francesi che ho visto. Ritmi lenti storia inutile e trama inesistente ne fanno uno dei peggiori film che ho visto ultimamente, a ciò aggiungo che le immagini sono pessime (ma ciò è giustificato dal fatto che il film è datato)
Un capolavoro che vinse un Oscar come miglior film meritatissimo. Chi gli dara´ meno di 4 ammettera´ senza possibilita´ di riserva di essere un co.glione. Uomo avvisato...