il diavolo veste prada (2006)

Il film senza Meryl Streep sarebbe stato inesistente?

Diciamo che senza di lei non avrebbe avuto spessore, sarebbe stata relegata come una mediocre commediuccia sulla moda e sul lavoro che i critici tendono sempre a stroncare con solerzia, e forse invidia per una 38 che non hanno mai avuto. Il fatto è che molta gente resta ingessata sulla tematica. Se il film non parla di quello che dico io, nel modo che dico io, e con il senso che dico io, allora il film è mediocre. La moda, il jet-set, le donne carismatiche e in carriera sono particolarmente attaccate. Chi ha bocciato SEX AND THE CITY perché non rappresenta altro che le confessioni di 4 donne newyorkesi annoiate, arrapate o depresse, non avrà sicuramente capito niente di questo film. Per ridurre il più possibile questa ridicola associazione di idee, il regista ha cercato IL MEGLIO. E Meryl Streep ci ha regalato una Miranda Priestly che non è il direttore di RUNWAY, ma una donna. Determinata, forte, volitiva, ma più umana di quello che sembra. Dietro la visione "stupidina" della segretaria magra e alla moda, oppressa da un capo che È la moda, si cela un'analisi, lucida e dissacrante, su un mondo che di irreale non ha nulla: competizione, rinunce, scelte. Il mondo della moda si toglie la sua patina e si avvicina un po' di più alla realtà.