Un collezionista di farfalle psicopatico rapisce la ragazza di cui è innamorato e la tiene prigioniera in una fattoria. Lei cerca in tutti i modi di liberarsi...
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Il pluripremiato Wyler anche a fine carriera riesce a sfornare grandi film come questo "The collector"! Un Terence Stamp ,mai cosi credibile e inquietante, rapisce una donna con l'intento di farla innamorare di lui...Impresa che da subito si rivelera' molto piu' complicata di quel che credeva! Tra tentativi di fuga,false promesse e torbidi sguardi Wyler mantiene la tensione sempre alta realizzando uno dei film migliori sul genere. Penso che a questo livello è arrivato solamente "Mysery non deve morire". Ottimo
"Il collezionista" non è mai stato accompagnato, nel corso del tempo, da una serrata e meritata sponsorizzazione di clamore, il film del regista di "Ben Hur" Wyler risulta essere un grande prodotto, portando con se, una serie di particolarità da prendere seriamente in considerazione. Ponendo in chiaro che il sangue pulsante de "Il collezionista" riguarda la sceneggiatura c'è da dire che il lavoro tecnico è veramente egregio, infatti fotografia è spettacolare ed è composta da colori sfavillanti, i fotogrammi de "Il collezionista" si arricchiscono immediatamente di un qualcosa di speciale, di poetico e macabro. In linea sommaria è questo l'effetto pratico e visivo che offre la fotografia,ma non è tutto. Invero, sempre sul piano spiccatamente tecnico, bisogna inoltrare il discorso agli attori in uno stato fenomenale, Terence Stamp reo di una prova da urlo diventa un'icona cinematografica degna, degnissima di qualsiasi apprezzamento positivo. Grandi poi le scenografie che spaziano fra il gotico e la favola andando a sigillare un perversa "armonia" psicologica, purtroppo a distanze astrali dal modo di confezionare i film ai giorni nostri, ma questo è un altro doloroso tasto…
"Il collezionista" si basa perentoriamente, sistematicamente su un lungo e assai affascinante duello/confronto di psiche, i protagonisti un ragazzo e una ragazza, un carnefice e una vittima. Su questo ora, però, bisogna specificare. Nel film di Wyler si crea, a mio parer di visione perspicace, un asse su cui poggiano due figure di ragazzi che, paradossalmente, durante la visione, potrebbero trovare un punto di contatto. Nella seconda parte invece si erige l'asse mortale che vede le carte scoperte con il carnefice (psicopatico) rincorrere il corpo e l'anima della sua vittima. Si annulla ogni presupposto. Il film del 1965 offre un finale molto duro, cinico che quasi si distacca dall'apparato concettuale creatosi durante la proiezione del film, si tratta di un mezzo colpo di scena. "Il collezionista" c'è poco da fare, appassiona dall'inizio e trascina totalmente lo spettatore, storia di incredibile ipnotismo non mostra evidenti pecche, nonostante la circoscrizione spaziale il film, a livello di dinamismo e varietà, non subisce nessuna sensibile sbandata. Il finale beffardo e l'ultimo ingrediente (amaro) di una pellicola giocata e manovrata di testa con sostanza e impassibilità. Ottime le incursioni nel mondo delle farfalle, meraviglia vitale strappata alla vita della natura… Favola nera.
Un film particolare come atipico è il rapporto fra vittima e carnefice che non scivola mai sui generis, ma costruisce, grazie all'apporto di due giovani attori (all'epoca) che riescono a creare e delineare i propri personaggi, riuscendo ad amalgamarli molto bene. Come già sottolineato da altri utenti, Stamp ha il volto giusto per il ruolo, ma bravissima è anche la Eggar.
Può tranquillamente essere definito un dramma da camera questo gioiello di William Wyler, con la sua ambientazione claustrofobica e il dosaggio perfetto di tensione e morbosità. Il vero pregio del regista è di riuscire ad insinuare nello spettatore un sentimento tanto di solidarietà per la vittima quanto di indulgenza per il suo aguzzino. Il finale da pugno nello stomaco e l'ambiguità sommessa di Stamp fanno il resto. Un grande film.
Film semisconosciuto di William Wyler, assolutamente da recuperare. Bellisssime atmosfere, perfette location e una fotografia memorabile. Due attori strepitosi suggellano una trama solida e avvincente. L'ambiguità naturale di Stamp è un valore aggiunto al film.
Ha un'ottima storia, è un piccolo gioiello di William Wyler. Penso che abbia molte idee creative ed originali incastonate nel posto giusto. Si poteva approfondire ancora di più ma la durata sarebbe stata eccessiva.
Film che fa perno sulle grandi interpretazioni dei due protagonisti (Stamp ha proprio la faccia da maniaco) e sull'efficace resa dell'atmosfera, tetra e claustrofobica, dovuta tanto all'ambientazione quanto ai dialoghi. Il racconto, infatti, mantiene una certa ambiguità a causa dello strano rapporto tra i due, che non permette, da una parte, una piena partecipazione al dramma della vittima, dall'altra il biasimo incondizionato delle azioni del "carnefice". C'è insomma un distacco emotivo nel racconto che sfocia in un finale tanto inaspettato quanto stimolatore di un certo sadismo recondito...
Inquietante film che mette in scena questo gioco al massacro tra l' ambiguo e "strano" protagonista e la sua "vittima". Sia Stamp che la Eggar furono premiati a Cannes.
Un film splendido e misconosciuto di Wyler, sembra addattato all'ambiguità inquietante e luciferina di Terence Stamp, in una delle sue interpretazioni piu' sconvolgenti... la Eggar, oltre che bellissima, aveva ottime capacità interpretative ma è misteriosamente svanita dalle scene.