il cielo puo' attendere regia di Ernst Lubitsch USA 1943
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il cielo puo' attendere (1943)

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locandina del film IL CIELO PUO' ATTENDERE

Titolo Originale: HEAVEN CAN WAIT

RegiaErnst Lubitsch

InterpretiDon Ameche, Gene Tierney, Charles Coburn, Eugene Pallette

Durata: h 1.41
NazionalitàUSA 1943
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1943

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Trama del film Il cielo puo' attendere

Appena defunto, Van Cleve racconta al diavolo la propria vita: è sempre stato viziato dai genitori, è stato iniziato presto ai piaceri della carne da una giovane cameriera, gli sono piaciute tantissimo le donne, restando però sempre fedele alla moglie. Mefistofele non ritiene Van Cleve "degno" di essere ospitato tra i dannati, e lo dirotta in Paradiso.

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Voto Visitatori:   7,91 / 10 (16 voti)7,91Grafico
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Voti e commenti su Il cielo puo' attendere, 16 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  26/11/2019 14:42:19
   7½ / 10
Ennesima commedia riuscita di quel furbacchione di Lubitsch che continua a scherzare sui rapporti di coppia e sul matrimonio come pochi sono riusciti a fare.
Il protagonista è un casanova moderno finito all'inferno che racconta la sua storia al demonio in persona. In realta' il racconto si capisce fin da subito che sara' piuttosto un lasciapassare per "altri luoghi".
Una storia d'amore divertente e commovente sul finale.

topsecret  @  18/12/2017 22:53:02
   7½ / 10
Una bella commedia d'altri tempi, diretta con sagacia e brio da Lubitsch e interpretata in maniera sobria ed elegante da tutto il cast, con un misurato Don Ameche nei panni di un distinto gentiluomo.
Dialoghi e scenette dotati della giusta carica di spirito e acume, riescono a strappare sorrisi senza faticare, potendo contare su una sceneggiatura solida e priva di banalità evidente.
Chi ama le commedie datate apprezzerà sicuramente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  23/12/2016 13:32:33
   7 / 10
Non sono un amante degli intrallazzi amorosi anni '40, però Lubitsch ha un tocco molto scherzoso e fine che la rende una commedia atipica.
Un po' teatrale, un po' verbosa ma non troppo, è comunque leggera e sciolta.
Se fosse un film anni '70, sarebbe decisamente osé.
Peccato per il finale che non mi ha convinto molto; il finale che spiega l'utente dobel invece... era tutta un'altra storia! Peccato non averlo visto così.

steven23  @  26/11/2014 16:14:59
   8½ / 10
Altro pezzo di bravura di un regista che, oramai, è entrato di diritto nella mia personale élite dei migliori di sempre, ovviamente parlando di commedie.
Qui affronta per la prima volta il technicolor rinunciando così a quel bianco e nero che era il suo cavallo di battaglia talmente alta era la maestria con cui lo sfruttava. Il risultato, comunque, è lo stesso magnifico.

Henry Van Cleve, da poco defunto, si trova faccia a faccia con il Diavolo alle porte dell'Inferno. Prima di essere accolto definitivamente in quel luogo dannato deve spiegare allo stesso Mefistofele perché sì trova lì e i peccati da lui commessi in vita. Spetterà a quest'ultimo decidere sulle sue sorti!

Il film, dopo la breve apertura in quella che potrebbe essere definita l'anticamera dell'inferno (anche se pare tutto via che quella), viaggia a ritroso nel tempo fino a mostrare un Van Cleve ancora bambino. Da qui racconterà la sua storia di impenitente dongiovanni lunga più di sessant'anni.
Beh, direi che i riferimenti al mito di Faust qui si sprecano... anzi, Lubitsch sembra proprio aver voluto farne una personale versione apportando qualche piccola modifica al poema di Goethe.
L'intera vicenda è permeata da quella classica, inconfondibile leggerezza tanto cara al regista, e non mancano scene di divertimento assicurato. E si comincia subito, precisamente nel momento in cui Van Cleve (ancora dinanzi al diavolo) vede una donna entrare nella stanza... questa pare conoscerlo e inizia a parlare... e parla, e parla finché... beh, non aggiungo altro per evitare spoiler.
Ma non è solo la vicenda a far sorridere! Parte del merito va anche a certi personaggi, su tutti l'irresistibile zio di Van Cleve, colui che più di tutti lo assecondava e lo capiva. E' semplicemente fantastico, specie quando da contro ai genitori del ragazzo e al nipote, quest'ultimo totalmente in contrasto con il protagonista.

Tornando alla storia direi che si sviluppa con una naturalezza a tratti unica... il debole per il gentil sesso, l'incontro con la donna della sua vita, il matrimonio altalenante e quel vizio che, nonostante tutto, sembra incapace di placarsi del tutto. Ogni cosa viene presentata con il giusto tempismo, certe scene dal sapore drammatico risultano leggere come una piuma e i dialoghi sono assolutamente straordinari... in perfetto stile Lubitsch, qui più che in altri suoi film.
E tutto questo insieme ha un potere che trascende aspetti tecnici e stilistici (peraltro eccelsi), ed è quello di scaldarti il cuore. La storia è semplicemente deliziosa, e in più vanta degli interpreti che non fanno altro che accentuare questa sensazione.
Van Cleve pare quasi essere stato costruito su misura per Don Ameche, il quale regala un'interpretazione di assoluto spessore. Ma non da meno risultano essere gli altri, specialmente Coburn e la dolcissima Gene Tierney. Quest'ultima, poi, è veramente favolosa... per essere il primo film in cui la vedo recitare beh, mi ha letteralmente stregato e ora non posso fare altro che recuperarmi un po' della sua filmografia.

Infine ci sarebbe anche il finale su cui discutere, quel finale che doveva essere leggermente diverso ma che Lubitsch si è visto costretto a cambiare in corso d'opera. Bello, per carità, quasi un'ovvia conseguenza di quanto visto fin lì...
... l'originale, però, sarebbe stato semplicemente geniale!!!

12 risposte al commento
Ultima risposta 28/11/2014 01.01.29
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Goldust  @  26/09/2014 11:55:43
   8½ / 10
Per la prima a volta a tu per tu con il technicolor, Lubitsch non perde il tocco che l'ha reso grande e firma un altro capolavoro comico senza tempo. Nel riproporre a ritroso gli intensi settant'anni di un inguaribile Dongiovanni - che vanno di pari passo all'evolversi dei tempi - il divertimento è assicurato dalla brillantezza dei dialoghi ( amplificati dalla dimensione teatrale della sceneggiatura ) e da una schiera di personaggi di alto livello. Tra Ameche, Coburn e l'adorabile Gene Tierney non saprei proprio scegliere il migliore in campo..

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/07/2011 09:16:53
   7½ / 10
Bel film, con un protagonista davvero molto bravo. Un sacco di idee tutte ben riuscite e pure vari personaggi di contorno assai divertenti. Giusto la parte sul "diavolo" non l'ho trovata all'altezza del resto.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  23/01/2011 23:02:31
   7 / 10
Gradevole commedia, che forse oggi può apparire datata.
Toni gentili e buonismo "infernale".... non il miglior film di Lubitsch, ma comunque da vedere.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  05/01/2010 14:11:49
   8½ / 10
Una commedia semplicemente magnifica. Impossibile non adorare quest' ironico e dissacrante racconto di vita, splendidamente interpretato e magistralmente diretto. Una gioia per gli occhi e per il cuore, tra gli esempi più raffinati e sofisticati della commedia americana d'altri tempi.

gaffe  @  23/12/2009 17:32:34
   7 / 10

Trama originale,il protagonista ripercorre la sua vita da morto in compagnia del diavolo che deve decidere se mandarlo all'inferno o in paradiso.
Film d'altri tempi ma godibilissimo.

dobel  @  26/11/2009 09:02:52
   9½ / 10
Che peccato incredibile che una sciocca censura abbia fatto modificare al Maestro il finale del film. Siamo di fronte ad un'opera dalla perfezione rara; ad un meccanismo di dialoghi di una leggerezza, intelligenza e umorismo con pochi rivali, e il tutto viene un tantino diminuito dal non aver voluto dare retta a Lubitsch. Il film doveva finire con il protagonista che mentre sale in paradiso vede una bellissima ragazza che scende all'inferno, e, strizzando l'occhio alla telecamera, dice:"il paradiso può attendere!", e così la segue all'inferno.
Geniale, assolutamente! Peccato che non sia stato ritenuto opportuno.
Il film rimane comunque un capolavoro (come il 90% dei film di Lubitsch, il maestro indiscusso della commedia).
Si capisce come il grande Billy Wilder avesse un cartello nel suo studio con scritto: "Come avrebbe fatto Lubitsch?"

LoSpaccone  @  25/09/2009 11:07:27
   9 / 10
Uno dei film che mi ha fatto scoprire la bellezza del vecchio cinema. Quando lo vidi per la prima volta a 11 o 12 anni e pur non avendo la minima competenza in materia rimasi affascinato dalla sua ironia allusiva ed elegante. Interpreti, dialoghi e messa in scena ai limiti della perfezione. Peccato per quella leggera tendenza al sentimentalismo della seconda parte ma la prima metà del film è una delle cose cinematograficamente più riuscite che mi sia mai capitato di vedere.

Mr.619  @  02/07/2009 19:05:13
   9½ / 10
Sontuosa e galante commedia romantica vestita di un leggero ed impercettibile velo metafisico ( ed ornante a mo' d'opera artistica il quadro vitale del protagonista) che non stanca mai lo spettatore nella fedele copiatura che fornisce delle dolcezze e dei piaceri dell'esistenza, annessa l'aporia dilemmatica della vecchiaia e del funesto trascorrere del tempo.L'anti-eroe della storia narrata rappresenta, sotto ogni aspetto, la "katastrophe", ribaltamento, del solito modello memoriale casanovesco preso come modello e metro di giudizio, giacchè solo un piccolo fattore scissorio li divide in due concezioni e poli opposti della genuinità delle emozioni: l'amore.Un amore sincero, catartico ed incontaminato che segue come il corso d'un fiume pedissequamente il divenire storico del protagonista, il quale, sebbene sin dall'età infantle sia stato dedito ai cosiddetti lati "goliardici" della vita, ha sempre saputo contenere nel suo "tumos" la forza dell'Eros sensibilizzante.Difatti, il regista Lubitsch sceglie di non mostrare mai i momenti di infedeltà e supponibile tradimento dell'uomo, eccettuata la vicenda inerente alla danzatrice legata al figlio (ma, in questo caso, si parla di "diabasis", passaggio genealogico da padre a figlio).E' vero, il protagonista ha peccato, fino all'ultimo istante della sua giunonica vita ha espresso l'ultimo atto di rivelaziuone del suo trascendentale estetismo;ma tale dato è facilmente giustificabile grazie ad un altro elemento che riesce a bilanciare ogni cosa: la solitudine (di cui, per inciso, dichiara di essere apertamente afflitto).Nondimeno, un piccolo posto, nei Campi Elisi, si può trovare per chi, durante l'intero arco della sua vita, non ha fatto altro che provare ardore ed amare.Come disse Joe Cocker: "Love lifts us up where we belong".Incantevole.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  23/10/2008 10:34:08
   8 / 10
Il furbacchione di Lubitsch, nel 1943, decise di fare i conti con l' oste. Un montaggio ellittico a ripercorrere oltre 60 anni di carriera di questo Casanova -trovatosi alle porte dell' inferno per essere giudicato da Lucifero- Henry Van Cleeve, che in fin dei conti ha sempre amato una e una sola donna, quindi la narrazione si concentra esclusivamente sulle tappe del suo innamoramento, matrimonio, e morte, curato da un' infermiera interpretata da Gene Tierney, che ha avuto il ruolo della moglie Martha per tutto il film e morta prima di lui. Non c' è una sola battuta di dialogo che non sia impregnata del "tocco Lubitsch", stavolta davvero sublime e divertente, non sfacciato come l' ho sentito in altre sue pellicole. Il grande autore berlinese(non viennese come s'è fatto passare) riesce sempre nell' intento malinconico, ripreso da Wilder nei suoi capolavori più cinici, anche nelle situazioni più normali, riesce a non far passare volgare un tradimento tra cugini; riesce a trasmettere il senso di monotonia del matrimonio inquadrando più cravatte di seguito, una di colore diverso dall' altra, regali d' anniversario. In sè una pellicola geniale, strutturata forse in modo eccessivamente teatrale che comunque stupisce alla prima visione, ma annoia un po' alla seconda.

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  23/04/2008 19:49:37
   6½ / 10
Commedia gradevole, ma non nelle mie corde. Prima parte interessante, simpatica, sottile. Seconda più lenta, ripetitiva. Finale buonista!

Mister  @  28/01/2008 17:49:02
   8 / 10
Ottima compagnia di attori in un piacevole, divertente racconto fantastico in "flashback"

Dick  @  16/06/2006 10:09:17
   7 / 10
Simpatica commedia romantica e biografica magari un pò datata però sempre gradevole.

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