Il bireattore dell'Eni che portava dalla Sicilia a Milano, oltre al pilota, Enrico Mattei e un giornalista americano, precipitò nel cielo di Bascapè (Pavia) il 27 ottobre 1962. Rosi ricostruisce la vita del'"imprenditore di stato" dall'immediato dopoguerra fino alla morte, la sua azione che gli aveva messo contro potentissimi nemici e tenta un'ipotesi sull'incidente.
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E' un film interessante, ben fatto. Occorre però avere almeno un'infarinatura di storia italiana degli anni '50 e '60 per poter comprendere. Il film non offre più di tanto al di là dell'approndimento di una figura chiave della storia e della società italiana di quegli anni e quindi risulta, se non si ha interesse in questo argomento, alla lunga un po' noioso. Se non altro stimola ad approfondire la conoscenza del personaggio e chi lo ha fatto (come me), scopre che Mattei è una figura cruciale della storia italiana e mondiale del dopoguerra, una figura tra l'altro attualissima: è forse il precursore degli uomini politici forti, spregiudicati, attivisti, attenti alla comunicazione, manovratori, miranti al controllo più o meno occulto del funzionamento dello Stato (come Berlusconi e Renzi), dominatori della scena italiana da 20 anni a questa parte. La figura di Mattei è troppo complessa per poterla esaurire in 2 ore di film e infatti Rosi riesce appena a darcene un sunto devo dire essenziale, anche se forse non proprio esauriente. Comunque riesce a far venire fuori la natura estroversa, iperattiva, carismatica, da "superuomo" di Mattei, ma allo stesso tempo anche il suo essere una persona amabile, simpatica, che ha creato ricchezza e prodotto progresso. Rimane comunque irrisolta la questione: ha servito o si è servito dello Stato? In lui si riassumono le contraddizioni i dilemmi che anche noi oggi stiamo vivendo nei confronti di personaggi come Berlusconi o Renzi: la loro mira è il bene collettivo o il consolidamento del proprio potere personale? Rosi in qualche maniera evita di dare giudizi (come nei film su Salvatore Giuliano, la speculazione edilizia e la Prima Guerra Mondiale) e si limita ad illustrare il personaggio. Salvatore Giuliano era una figura sfuggente, perennemente alla macchia; di conseguenza nel film a lui dedicato fisicamente non appare mai, lo conosciamo solo per il riflesso della fama delle sue azioni. Mattei invece era sempre in prima linea su tutti i giornali, seguiva la televisione e ci teneva tantissimo alla comunicazione (e anche in questo è un precursore degli attuali "uomini forti" italiani). Rosi ne fa quindi il protagonista indiscusso del film, presente in pratica in ogni scena. Fortuna vuole che abbia scelto come interprete Gian Maria Volonté, il quale ce ne dà un'interpretazione superlativa, da grandissimo attore quale è stato. Gran parte del film si regge proprio sulla sua interpretazione. Come in "Salvatore Giuliano" anche qui si inizia dalla fine, per poi dipanare piano piano tutti gli aspetti del personaggio Mattei. Ciò crea una specie di suspense e di tensione per tutta la visione del film. La sceneggiatura sceglie momenti esplicativi della sua vicenda compiendo notevoli salti temporali. Non si dà però adeguata idea dei contesti in cui ha operato Mattei, né del ruolo dirompente che ha avuto, se non per testimonianza vocale. Era quasi impossibile da fare in un film di 2 ore. A complicare le cose c'è anche il fatto di cronaca contemporaneo alla lavorazione del film della sparizione del giornalista De Mauro, avvenuta proprio "a causa" di questo film. Il caso era così clamoroso che addirittura Rosi lo ha inserito nel film, comparendo lui stesso sulla pellicola. Qualcosa di attuale e scottante allora, può apparire oggi disorientante, se non si è informati. I casi di Mattei e De Mauro ci dicono quanto di nascosto e poco chiaro ci sia ancora nella storia recente italiana. La verità forse non la sapremo mai. Rosi come al solito è bravissimo nel riassumere vicende scottanti e a stimolare la voglia di informarsi e di conoscere. Il mio consiglio è di informarsi approfonditamente sui fatti narrati nel film prima o dopo la visione. Solo in questa maniera si può apprezzare appieno quest'opera.
ero indeciso per un 10, ma forse l'ultima parte in cui Rosi cerca di ricostruire i fatti al aeroporto di Catania mi è parsa un pò lunga e pesante. Capolavoro di Rosi, assoluto. forse il suo migliore. Insieme a Indagine la migliore interpretazione di Volontè. Rosi costruisce senza retorica e sentimentalismo, senza lirismo e superfluo, la vita e la morte di uno dei più importanti uomini per la storia italiana del dopoguerra (ormai è sconosciuto purtroppo!). Rosi dà vita a un film perfetto, ingiudicabile perchè non lascia margine di critica, è assolutamente chiaro e fine a se stesso, senza impurità di sorta, assoluto. Rosi prende Mattei esclusivamente nel suo aspetto di "animale politico", non vi costrusice sopra storielle, pur lasciando spazio all'esuberanza e alla personalità espansa del protagonista. questi film sarebbero da vedere a scuola, parlano di qualcosa che ci riguarda ancora.
film di "analisi" politica-economica della nostra "cara" nazione. stupendo quel senso di solitudine che Volontè rende inscindibile dall'uomo Mattei. stupendo e tristissimo lo sguardo di Volontè/Mattei che ad un certo punto del film guarda il cielo di notte chiedendosi se anche nel sottosuolo lunare si potrebbe estrarre il petrolio. è lo sguardo dell'uomo potente, della frenesia del potere ma anche disillusione e sentore e "desiderio" di una fine imminente. è uno sguardo triste e stanco ma forte, vivissimo. Volontè attore scomodo e dimenticato ma di un livello infinitamente superiore a tanti altri attori insignificanti ma osannati dal pubblico.