hugo cabret regia di Martin Scorsese USA 2011
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hugo cabret (2011)

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locandina del film HUGO CABRET

Titolo Originale: HUGO

RegiaMartin Scorsese

InterpretiChloe Moretz, Asa Butterfield, Sacha Baron Cohen, Ben Kingsley, Jude Law, Ray Winstone, Christopher Lee

Durata: h 2.07
NazionalitàUSA 2011
Genereavventura
Tratto dal libro "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret" di Brian Selznick
Al cinema nel Febbraio 2012

•  Altri film di Martin Scorsese

Trama del film Hugo cabret

Prende spunto dal racconto illustrato di oltre 500 pagine di David Selznick il nuovo film di Martin Scorsese. Il libro, vincitore del prestigioso Randolph Caldecott Medal nel 2008, illustra la storia di un orfano che vive nella stazione dei treni a Parigi intorno al 1930. Hugo ha 12 anni e per mantenersi è costretto a rubare e vivere nell'anonimato. Quando però conosce una ragazza eccentrica e il proprietario di un negozio di giocattoli molto speciale, il suo mondo entra in pericolo e si ritrova a fare i conti con un uomo meccanico, chiavi rubate e disegni misteriosi. Tutto questo è più che comprensibile se il proprietario del negozio di giocattoli è George Méliès.

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Voto Visitatori:   6,89 / 10 (174 voti)6,89Grafico
Voto Recensore:   6,00 / 10  6,00
Migliore fotografia (Robert Richardson)Migliore scenografia (Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo)Miglior sonoroMiglior montaggio sonoro (Philip Stockton, Eugene Gearty)Migliori effetti speciali (Rob Legato, Joss Williams, Ben Grossman, Alex Henning)
VINCITORE DI 5 PREMI OSCAR:
Migliore fotografia (Robert Richardson), Migliore scenografia (Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo), Miglior sonoro, Miglior montaggio sonoro (Philip Stockton, Eugene Gearty), Migliori effetti speciali (Rob Legato, Joss Williams, Ben Grossman, Alex Henning)
Miglior regista (Martin Scorsese)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior regista (Martin Scorsese)
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Voti e commenti su Hugo cabret, 174 opinioni inserite

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C.Spaulding  @  18/06/2012 18:32:06
   6½ / 10
Stavolta non ci siamo questa pellicola mi ha deluso. Il film a parte gli ottimi effetti speciali e la ottima fotografia non ha niente di speciale e annoia subito. La storia è priva di mordente e neanche gli ottimi attori riescono a fare decollare il film. Gli ho comunque messo sei e mezzo perchè nel complesso è fatto bene e poi.....stiamo parlando di Scorsese !!!!

vale1984  @  18/06/2012 11:45:23
   8 / 10
davvero molto bello...bella la storia coinvolgente fino alla fine, bella la scenografia soprattutto quella all'interno degli orologi e della stazione, ottimi i personaggi sempre nuovi e interessanti, bravo il protagonista ed il negoziante di giocattoli, molto belle le vicende familiari e gli intrecci...insomma un film che fa sognare di vivere dentro un orologio, che mostra la durezza della guerra e la mutevolezza dell'esistenza...interessante.

folco44  @  14/06/2012 16:40:53
   6 / 10
Mah! A me il fil non mi ha convinto.
Aldilà di quello che vuol commemorare, tanto di cappello, ma propio non mi ha preso. Non l'ho visto in 3D ma comunque in un ottima HD 1080p e quindi con una superba qualità d'immagine, la scena introduttiva è notevole ma ... tutto lì, finito quella sono arrivati i primi dubbi. Quindi, recitazione insufficiente, il ragazzino non è il massimo, si salva solo Ben Kinsley il resto ... mah. Tutto il film mi pare 'forzato', eccessivo in certe componenti, carente in altre.
Scenografia? ovviamente immensa !! :)

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/05/2012 19:35:27
   7 / 10
Secondo me fra le righe di Hugo Cabret non c'è soltanto un omaggio al cinema passato, anzi l'era pioneiristica del cinema, ma anche il rimpianto verso il pubblico del passato, capace di lasciarsi suggestionare/sognare/spaventare dalla macchina del cinema. Il cinema stesso, quello contemporaneo, ha perso l'ardore e la passione di un'epoca che non verrà più e il pubblico non possedendo più quell'ingenuità in una certa misura ne ha risentito. Il cinema attuale è quel meccanismo rotto che attende il qualcuno capace di riaggiustarlo.
E' un film sontuoso eppure così personale con spunti autobiografici che si possono trovare nei personaggi di questo film: la ricerca, il restauro, la conservazione della memoria cinematografica.
Tende eccessivamente i dilatare i tempi della narrazione, risultando un po' ripetitivo, ma pur non essendo uno dei suoi migliori, è comunque un buon film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/05/2012 15.21.40
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  10/05/2012 09:47:11
   6 / 10
Curioso come nello stesso anno siano usciti due film che rendono omaggio al cinema,in particolare al cinema muto...
Ma mentre "the artist" è un film sincero,d'autore e originale, questo "Hugo Cabret" è un film un po' ruffiano e scontato...e sorprende che sia Scorsese a dirigerlo!
Tecnicamente non si discute, dalla scenografia agli effetti speciali, per carita', anche una buona direzione ma...manca la sostanza!
I dialoghi sono scialbi e spesso allungati da inutili momenti di silenzio,del cast salvo il sorprendente Sasha Baron Cohen e il sempre affidabile Kingsley che porta in scena un mago (in tutti i sensi) del primo cinema!
Ma forse è meglio vedersi interamente "viaggio sulla luna", quello si,gran capolavoro...

Gruppo COLLABORATORI julian  @  14/04/2012 02:23:14
   6 / 10
Il cinema, insieme alla fotografia, è la prima forma d'arte tecnologica, ossia strettamente dipendente dalle scoperte scientifiche del XIX secolo.
La sua storia, dunque, è ancora breve, eppure esso, proprio in ragione della sua natura tecnologica, può vantare un'evoluzione straordinaria nel corso del suo primo secolo di vita. Nessun'altra arte, anche considerandola dai suoi lontani primordi, è cambiata così tanto.
Il tentativo di Scorsese, realizzato più a parole che a fatti, è ammirevole: omaggiare un certo tipo di cinema utilizzando tutte le moderne tecniche a disposizione, creare una commistione stonante tra un pionieristico modo di concepire quest'arte e un modo all'avanguardia di realizzarla, interamente in digitale, in 3d, con solo grafica computerizzata a far da scenario al posto degli antichi fondali disegnati.
Scorsese, con Hugo Cabret, vuole creare un continuum temporale, con i vari Lumière e Meliès, che sembra impossibile; inserirsi in quella vecchia scuola che vede il cinema come magia, quando questo era ancora riservato a tecnici e illusionisti più che a professionisti specializzati in un settore ben definito.
Ma non a caso parlo di intenzioni e volontà: l'obiettivo fallisce e non può non essere altrimenti. La Parigi perennemente immersa in una neve anch'essa tridimensionale suona dichiaratamente falsa, ma non riesce ad emulare le stesse sensazioni evocate da quei fondali disegnati ingenui ai quali, peraltro, si era costretti per la pochezza di mezzi. La fotografia di Hugo è noiosamente ritoccata per dare vivacità ai colori, anch'essi palesemente finti.
Non si contesta la falsità, direi piuttosto sponsorizzata, quanto la pretesa di ricreare con essa lo stesso spirito di un tempo, lo stesso rapporto regista (o illusionista) / spettatore.
D'altra parte l'esperimento di Scorsese, che prevede una riproposizione con tecniche moderne di un vecchio cinema, è, almeno concettualmente, più sensato dell'operazione di Hazanavicius - l'altra grande dichiarazione d'amore di quest'anno verso la settima arte - il quale si rifugia letteralmente nel passato bypassando tutto ciò che è accaduto dopo e creando un oggettino isolato del tutto incoerente con i tempi.
Una cosa è certa: in quanto forma d'espressione libera, il cinema ha la sua linfa vitale proprio in questa discrepanza di stili.
Interessante rilevare un'altra tematica forte nel film: quella della macchina.
C'è un robot che cita Metropolis, ci sono gli orologi, c'è Parigi che sembra un grosso ingranaggio, lo stesso mondo è un grande ingranaggio - dice Hugo - e c'è il cinematografo, che è una macchina.
Si potrebbe ancora approfondire, ma non voglio essere prolisso.
Concludo con una valutazione degli attori: pessimo il marmocchio protagonista, incantevole invece Chloe Moretz (che è '97, minchi.a).
Prima di essere segnalato per pedofilia, dichiaro che attenderò con ansia la maturazione ehm artistica di questa attrice.
Nel bene e nel male, comunque, un film da vedere.

davmus  @  09/04/2012 21:01:55
   6 / 10
Carino....ma non entusiasmante.
Non è riuscito a catturarmi...

baskettaro00  @  09/04/2012 13:38:22
   8 / 10
straordinario,da vedere assolutamente in 3D,la scena iniziale con gli occhialini è fantastica..oscar per i migliori effetti speciali,ad esser obiettivi, immeritato,son buoni per carità,ma film come TRANSFORMERS 3 meritan di più su questo fronte..

dima  @  01/04/2012 11:45:11
   7 / 10
più di ogni altra cosa mi hanno convinto la delicata bellezza di alcune scene che ritraggono con grande tenerezza l'atteggiamento interiore dei personaggi. secondo me va visto al cinema. o comunque in hd.

TimBart  @  29/03/2012 20:08:52
   6½ / 10
Più che sufficiente per la fattura, ma la recitazione non mi ha convinto fin in fondo. Bello l'omaggio al cinema ma la storia sembra perdere mordente man a mano che si va avanti. Uno Scorsese opaco anche nelle tematiche, doveva finalmente utilizzare le potenzialità del 3D al cinema e invece di questa ricerca c'è ben poco.

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ciuchina  @  25/03/2012 23:11:44
   4½ / 10
L'unico aggettivo che mi viene in mente per descrivere questo film è noioso, terribilmente noioso.

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Ultima risposta 22/10/2012 18.46.50
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freddiegio  @  25/03/2012 14:57:37
   7½ / 10
scenografia bellissima..sceneggiatura a volte zoppicante..

Invia una mail all'autore del commento DjAlan78  @  23/03/2012 15:40:50
   6 / 10
Se potessi scindere il film voterei cosi':
Scenografia: 9
Musica e sonoro: 8
Effetti speciali: 8
A livello di interpretazione sarei già in difficoltà, buono Ben Kingsley ma gli altri (soprattutto il ragazzino, quasi fastidioso) lasciano a desiderare.
Inoltre il film è assolutamente privo di ritmo, prolisso e noioso per molti tratti.
La storia di Melies è interessante a livello culturale, ma non puo' bastare.
In definitiva ha tradito le mie aspettative, e quando c'è delusione il voto si abbassa...

AMERICANFREE  @  18/03/2012 15:57:19
   7½ / 10
i 5 oscar seppur minori sono meritatissimi! stupenda scenografia e bella anche la colonna sonora che scandisce il ritmo del film! la storia e' affascinante forse la durata eccessiva rende il film in alcuni punti un po' noioso! io voglio consigliare per chi vuole conoscere George Méliès uno dei pionieri del cinema!

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Ultima risposta 07/04/2012 13.19.24
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Azrharn  @  18/03/2012 13:01:33
   5½ / 10
Meritati gli oscar ma il film in se per se è lento e noiso.

Bellinidj  @  18/03/2012 00:04:52
   7½ / 10
La domanda è solo una: perchè alcuni registi si ostinano a voler far fare ai bambini la parte degli adulti? Il risultato può non essere dei migliori, come dimostra questo "Hugo Cabret" che, oltre a questa prima gaff, pare essere più che unicamente fantastico un cocktail di generi cinematografici che si sposano fra di loro solo sufficientemente. Detto questo, una fotografia superba ed inquadrature impeccabili che trovano nel 3d un ottimo espediente per risultare ottime, unite ad una toccante storia di Melies. Discreto, o poco più.

Gedeone75  @  17/03/2012 15:45:20
   5 / 10
a parte la storia di George Méliès e la bella fotografia come film non vale granchè, la storia dell'automa poi è praticamente inutile.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  15/03/2012 23:17:39
   6 / 10
Un mix di elementi il cui risultato è un film "carino", ma "furbo".
Scorsese miscela il buonismo in salsa Disney con il fantasy in stile Harry Potter e una buona dose di amore per il cinema. In qualche raro momento nel bambino sembra di scorgere lo stesso regista innamorato del cinema, ma poi si perde nel calderone dello scontato in stile Spielberg.
E' una favola e come tale va presa, però non si può certo dire che sia divertente o interessante o (assolutamente no!) poetico (forse meglio patetico).
Ricchi mezzi per un storia povera. Splendide scenografie per raccontare la (solita) magica Parigi, raggiante fotografia, regia sfarzosa.
Risultato: un film tecnicamente perfetto, ma con poca sostanza.

Fifì  @  12/03/2012 09:47:30
   8½ / 10
Ottimo film ben congeniato, purtroppo ha il grande difetto di essere lento ed interminabile, però devo ammettere che lo trovo piacevole anche da un punto di vista educativo sulla storia del cinema. 8 e mezzo è fin troppo per il film in se; ma lo ritengo un voto adatto se penso che una persona "ignorante" in campo cinematografico esce dalla sala e sa chi è meliés e conosce Viaggio nella Luna.

*blackmamba*  @  11/03/2012 15:24:45
   6 / 10
Questo film ha vinto gli oscar che anch'io avrei dato, miglior scenografia e migliori effetti speciali. Per il resto non lo ritengo questo gran film e non mi ha per nulla suscitato spensieratezza e senso di magia. Il bambino è alquanto irritante.

TheGame  @  10/03/2012 15:05:02
   4½ / 10
Convenzionale e ruffiana fatica ultima di Scorsese, un pot-pourri che maldestramente tenta di convincere tutti, ma che non convince nessuno, troppo lezioso per ammaliare i palati più fini e troppo prevedibile per divertire il grande pubblico, pur concedendo qualche momento di discreto fascino. Anche il più navigato degli illusionisti inciampa al cospetto dell'Accademy.

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Ultima risposta 10/03/2012 16.16.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  09/03/2012 23:33:21
   6½ / 10
Premessa: non ho visto il film in 3D e questo ha certamente tolto qualcosa alle scene più spettacolari (quella iniziale, per esempio, o quella dell'arrivo del treno in stazione) e seppure in 2D rimangano sufficientemente suggestive, francamente devo confessare d'aver patito un po' di noia con questo Hugo Cabret.
Certamente bello l'intento di Scorsese d'omaggiare l'inventiva magica di Méliès, sontuoso e curatissimo il mondo ricreato nella stazione di Parigi, ma la storia vien tirata così per le lunghe che quella magia così tanta evocata va a finire sciupata per via di una prolissità decisamente fastidiosa.
Un po' troppe le soluzioni scontate e troppe le scene ripetitive per cui non capisco perchè si debba per forza eccedere in abbondanza, invece che limitarsi a stupire con leggerezza, pur avendo i mezzi per farlo.
Insomma, c'è negli ultimi film di Scorsese (vedi anche Shutter Island) una sorta di barocchismo che me li rende leggermente indigesti (e a volte soporiferi).

Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  06/03/2012 00:00:06
   9 / 10
Un mondo di Magia e realtà da farti sognare. Una pellicola magica.

Rockem  @  05/03/2012 17:36:20
   9 / 10
Realtà e fantasia. Storia e romanzo. Passato e futuro. Scorsese modella con questa pellicola un capolavoro cinematografico che intreccia con armonia e poesia due filoni narrativi estremamenti differenti, ma allo stesso tempo incredibilemente affiliati. La storia di un povero ma determinato ragazzino di nome Hugo, si intreccia con un intrigante e quanto mai inaspettato passato in cui la settima arte cominciava a camminare per la prima volta sulle proprie gambe, sfruttando l'avanguardistica creatività del genio di Méliès. Il 3D non è certo una componente essenziale per questo film, il quale sa regalare momenti di vera passione svelando allo spettatore i magici anni in cui il cinema maturò una sua concezione di ricerca e spettacolo. Svelando, nel contempo, anche il mistero che avvolge il passato del giovane e coraggioso protagonista.

Zurlistuta  @  04/03/2012 16:58:55
   5 / 10
Questa volta mi ha deluso, non mi piace lo Scorsese spensierato e leggero

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  04/03/2012 13:11:56
   7½ / 10
Si respira un'aria di spensieratezza in questo ultimo lavoro di Scorsese.
Guardando il trailer, Hugo Cabret sembra il classico film per bambini con tanto di effetti speciali ben fatti, buonismo a fiumi e trama scontata. In parte nel film c'è tutto ciò, ma col passare dei minuti ci si rende conto che si sta per assistere a qualcosa di ben più profondo della classica fiaba. Scorsese ha voluto rendere omaggio alle origini del cinema e ad uno dei suoi più importanti pionieri: Georges Méliès. Certo, quando si parla di Scorsese ci si aspetterebbe tutt'altro tipo di film, ma questa voglia di sperimentazione verso altri generi è una scelta coraggiosa. Si, andare oltre, e Scorsese c'è riuscito.

8 risposte al commento
Ultima risposta 26/04/2012 23.55.40
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zakfett  @  02/03/2012 14:16:48
   7 / 10
Il film mi ha un pò annoiato... se non per le magnifiche ricostruzioni del periodo di George Méliès.
Ottimo Ben Kingsley.

peppepetru  @  02/03/2012 08:48:50
   8 / 10
Meraviglioso.
Questo film è un grandissimo gesto d'amore nei confronti del cinema da parte di Scorsese. Stupenda la fotografia e bravissimi i giovani attori.

AnankeD  @  01/03/2012 15:54:19
   6½ / 10
Una bella storia, ma troppo lenta. Meravigliose scenografie, costumi e le musiche.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  29/02/2012 23:49:12
   7 / 10
Visivamente spettacolare con il 3d che ne esalta alcune scene principalmente al di fuori della stazione, nella Parigi innevata, si lascia anche vedere grazie ad una storia interessante che nell'ultima parte sale di tono e si fa apprezzare maggiormente.
Consigliato!

franky83  @  28/02/2012 18:21:52
   6½ / 10
Ottima scenografia,ottima l'atmosfera che si respira durante il film,ma non mi ha convinto.Gli manca qualcosa,sceneggiatura abbastanza piatta,forse non è il mio genere

danikadabra  @  28/02/2012 01:17:47
   6½ / 10
film carino. Forse me lo aspettavo un po' diverso ma non mi è dispiaciuto. Verso la metà diventa un po' noioso ma si riprende nell'ultima mezz'ora finale. Consigliato per le persone che non si aspettano il classico film d'avventura o di azione.

speXia  @  25/02/2012 00:24:34
   6 / 10
Delusione agghiacciante, questo Hugo Cabret.

Premetto che sono stato al Festival Internazionale Del Film di Roma in ruolo di giurato. Ho quindi visto l'anteprima in 3D del film, assistito all'intervista a Butterfield, incontrato lo scrittore della graphic novel e ho avuto persino la fortuna di leggere buona parte del libro. Mi sembra inutile dire, quindi, che attendevo ansiosamente questo film.
Ahimè, Hugo Cabret è tutto fumo e niente arrosto.

La trama non brilla certo per originalità, anzi, oltre a essere abbastanza banale, in alcune sequenze è davvero troppo prevedibile. Non trasmette emozioni e, per quanto accanitamente ci provi, non riesce a commuovere. Il risultato è una storia estremamente noiosa, che non sempre riesce ad intrattenere, e che sa molto di già visto.
Così come la trama, anche i personaggi non sono particolarmente caratterizzati, anzi, sono tutti leggermente stereotipati: si va dall'ormai abusatissima figura dell'orfano alla bimba avventurosa, al cattivone imbranato che poi dimostra di avere un lato buono, all'uomo che ha problemi con il proprio passato. E chi più ne ha, più ne metta.
Per fortuna, gli attori se la cavano.

Poi, vabbè, se si giudica il film da un punto di vista estetico, allora è da premiare. La fotografia è pulitissima, curata, con dei colori stupendi. Martin Scorsese inoltre si dimostra abile nell'uso del 3D, fatto molto bene. Valida anche la colonna sonora.

Il voto è un 5.90, ma lo arrotondo a 6 per due motivi. Il primo è il lato tecnico del film, assolutamente straordinario, che eleva il film a 5 / 5½. A far raggiungere la sufficienza a Hugo è la storia di Méliès, dalla quale traspare l'amore per il cinema di Scorsese (a questo proposito, però, ho preferito di gran lunga The Artist).
Insomma, sufficienza regalatissima per Hugo Cabret, un film che vuole essere un grandissimo omaggio al cinema e alla sua storia: purtroppo, riesce poco nel suo obbiettivo.

Esageratissime le 11 candidature, segno che quest'anno quelli degli Oscar non sapevano proprio che film scegliere.

ScemoChiLegge  @  24/02/2012 21:47:17
   8 / 10
Attraverso un automa che sembra avere un'anima, Scorsese richiama la nostra attenzione verso un personaggio che non deve essere dimenticato: il secondo papà del cinema e grande illusionista George Melies.
E' fontamentale capire che il vero protagonista del film è lui, insieme alle sue magiche e indispensabili opere, tutt'ora in grado di stupirci e strapparci un sorriso di fanciullesca ammirazione.
Il piccolo orologiaio ha il compito di rappresentarci: nella sala, al buio, immersi in quell'atmosfera sospesa dalla realtà che il cinema ha il potere di creare, siamo tanti Hugo Cabret del XXI secolo che si lasciano incantare dai razzi, dai mostri e dai fantastici esseri creati da un vecchio giocattolaio che la nostra curiosità di bambini svelerà per quel che è stato e può ancora essere se riportato con amore e fatica davanti agli occhi del mondo, che spesso dimentica con facilità.

Scorsese, con questo godibilissimo film, ci ha presentato George Melies, lo ha strappato dalle mani dei soli cinefili e lo ha offerto a coloro ai quali il brillante illusionista aveva dedicato i suoi lavori: il rumoroso e meravigliato pubblico dei primi cinematografi.




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kako  @  24/02/2012 20:43:49
   7½ / 10
ancora più di the artist questa pellicola è un atto di amore verso il cinema, l'ho trovata sognante e dolce. La regia di Scorsese è al solito perfetta e tutto il film è tecnicamente ottimo, dalle stupende scenografie, alla fotografia, al sonoro. La cosa più debole è la sceneggiatura, un po' superficiale e semplicistica, il che fa calare il voto, non sarà il capolavoro del Maestro ma sicuramente si tratta comunque di una grande prova cinematografica. Il 3d è ben curato e meno inutile del solito.

viagem  @  24/02/2012 15:40:14
   6½ / 10
FIlm interessante per l'ambientazione, il tema e perchè la storia di George Mèliès è effettivamente straordinaria. Ma la sua lentezza e una trama che tutto sommato non regge, specie nel finale lasciano l'amaro in bocca. Film abbondantemente sufficiente per la parte sognatrice che è in noi, ma l'altra è ancora lì a recriminare...

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  22/02/2012 23:32:15
   4 / 10
Potrebbe essere un ottimo film di Natale, uno di quelli per cui tra gli auguri ai nonni, e una fetta di panettone, si tiene accesa la televisione il 25, prima di pranzo.
Un film pseudo- fantasy che prende spunto da un Oliver Twist ,ma anche da un dolce Remi. Una regia noiosa porta lo spettatore lentamente, molto lentamente all'ultima mezz'ora ,unici 30 minuti interessanti . Ma il sonno oramai è troppo ed è ora di chiudere gli occhi ed andare a letto.

PATRICK KENZIE  @  22/02/2012 23:16:36
   8½ / 10
Un omaggio d'amore al cinema da uno dei mostri sacri del cinema. Semplicemente stupendo.

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Ultima risposta 25/02/2012 16.30.22
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Dante12  @  22/02/2012 18:45:15
   8 / 10
Non sono amante del 3D, ma le scene nell'orologio devo ammettere che erano veramente affascinanti. Comunque bel film, che dona emozioni senza usare i soliti temi.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  21/02/2012 12:51:32
   6 / 10
Premesso che il libro non l'ho letto, dirò quello che penso.

Lo scrittore senz'altro ci ha messo dentro molti riferimenti al verismo di Dickens e un po' di letteratura francese. Personalmente ho colto qualche vago riferimento a Notre Dame de Paris e a Oliver Twist.

Questo non è necessariamente un difetto.

quello che mi fa storcere il naso è proprio la regia stavolta.
Il ver protagonista alla fine non è neanche il bambino, ma certi begli sguardi languidi tipici del gatto con gli stivali di Shreck fanno solo intendere quanto sia ruffiano l'intento.

Quanti primi piani a questo dolce passerotto indifeso, solo e maltrattato!!

Per iln resto la storia non è nulla di che.
Pochissimi sono i momenti in cui si percepisce un climax che svanisce nel nulla in men che non si dica.
Film didascalico, ricco di lungaggini inutili e che offre ben poco a livello artistico.

Ulteriore nota di demertio un 3D davvero brutto e inutile per il 90% della pellicola.

Note positive?
Buona fotografia e bravo come sempre Ben Kingsley che alza la media di questo film a 6.

Per il resto è uin film dimenticabile, e anche in fretta.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  21/02/2012 00:30:34
   6 / 10
Applausi a scena aperta per il film più spudoratamente ruffiano del 2012, se ci fosse un oscar alla paraculaggine Martin Scorsese l'avrebbe vinto di diritto con questo fastidiosissimo Hugo Cabret.
Un inno al cinema delle origini costruito su una megaproduzione hollywoodiana in 3D, un delirio narcisistico messo in scena con grandissima maestria .
Costruito per raccogliere consensi, il film cerca di accontentare tutti: cinefili incalliti, bambini orfani di Harry Potter e maniaci degli occhialini in sala.
Scorsese vaga senza una direzione precisa, prima pensa a un kolossal fantasy ben presto vira al mistery per bambini fino a proporre un fastidiosissimo documentario sulla storia del cinema.
Un mix di generi che non solo non riesce ma che non sposa nessuna direzione e ben presto finisce nel nulla.
Purtroppo anche il soggetto non aiuta e il proverbiale stile di Scorsese lo rende lungo fino all'inverosimile, diluendo una storia che sarebbe potuta essere contenuta abbondantemente entro l'ora e mezza!
Certo la grandiosità della messa in scena è da togliere il fiato , le scenografie di Dante Ferretti e consorte sono monumentali, nulla da dire sul 3D veramente ben fatto cosi come in generale la scelta del cast risulta essere piacevolerestituendoci attori che raramente partecipano a grandi produzioni.
Ma non sempre ottimi ingredienti danno grandi risultati e alla fine Hugo Cabret si rivela essere un polpettone di una noia immensa ma innegabilmente splendido.

Un omaggio al cinema delle origini costato 170 milioni di euro se li avesse dovuti mettere Scorsese di tasca sua, scommetto che avrebbe fatto qualcosa di diverso!

P.s. Hugo Cabret è allo stato attuale il più grande fiasco al botteghino della carriera di Scorsese nonchè della stagione 2011/2012.

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/02/2012 12.54.54
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g.marco  @  21/02/2012 00:16:40
   5 / 10
Ok, chi si aspetta lo Scorsese di Goodfellas, Shine a Light o Mean Streets, può anche risparmiarsi i 10 Euro e rimanere a casa.
Premesso questo posso solo dire che dal punto di vista tecnico l'opera è ineccepibile (3D a parte). Come contenuti, la pellicola lascia più di qualche dubbio.

Ultima cosa, visto che in sala, durante la proiezione, mi è capitato di sentire più volte questa frase "Ma sarà un personaggio realmente esistito questo Georges Melies?"; se vi state facendo la stessa domanda, un consiglio: andate a vedere un altro film.

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Ultima risposta 22/02/2012 01.42.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR faith81  @  20/02/2012 18:40:08
   5 / 10
Visto ieri ma non mi ha entusiasmato, inoltre 11 nomination sono fuori luogo e imbarazzanti. Una storia con chiari citazioni a Dickens e Hugo ma sviluppata troppo superficialmente e trita di insignificanti pesonaggi.

REGIA - 6 (noiosa)
SCENOGRAFIA - 7
SCENEGGIATURA - 4 (pessime battute o pessimo doppiaggio,non saprei..)
MONTAGGIO - 6
USO DEL 3D - INUTILE (22 euro buttati. Non ha alcun senso vedere questa pellicola in 3d solo per gli ingranaggi...)

Unica nota positiva
COLONNA SONORA 10 ( Howard Shore è sempre Howard Shore)

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Ultima risposta 21/02/2012 21.21.32
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TheLegend  @  19/02/2012 21:58:13
   6 / 10
Film dall'impianto classico,scontato e poco originale.
Pregevoli le parti che omaggiano il cinema muto ma non è abbastanza.

the Good  @  19/02/2012 17:44:05
   6 / 10
Scorsese è uno di quei pochi registi che ha scritto la storia del cinema, con un'originalità tutta sua mettendo sempre davanti tematiche reali, concrete con sfumature geniali....purtoppo non ci vedo nulla di straordinario in questo film.

Se vedevo il film senza sapere chi fosse il regista non avrei di certo detto il maestro.

Edredone  @  19/02/2012 10:06:25
   7½ / 10
Film tecnicamente ineccepibile non è però una storia per bambini.....merita la visione senza dubbio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  @  19/02/2012 03:37:49
   9½ / 10
Dopo essermi goduto con lo spirito di un ragazzino questa delizia firmata da un Martin Scorsese in stato di grazia, la mente non ha potuto non rilevare una curiosa coincidenza: quest'anno la settima arte celebra le proprie origini con due magnifici prodotti perfettamente speculari in tutto e per tutto tra di loro, "The Artist" e questo "Hugo Cabret". Il primo è l'opera terza di un giovane e talentuoso regista francese innamorato degli Stati Uniti, il secondo è l'ultimo di una lunga serie di film firmati da un anziano e talentuosissimo regista statunitense innamorato dell'Europa, e in particolare della Francia e dell'Italia. Il primo celebra il cinema degli studios statunitensi agli esordi; il secondo celebra il cinema artigianale francese dei fratelli Lumière e soprattutto di Georges Méliès. Il primo ricorre al bianco e nero e al muto per narrare della più grande innovazione tecnologica nella produzione cinematografica: l'introduzione del sonoro; il secondo usa (in modo davvero splendido) l'ultima innovazione tecnologica (il 3D digitale) per narrare il cinema degli esordi che colorava a mano, fotogramma per fotogramma, la pellicola girata per rendere il sogno più realistico. Il primo è girato "artigianalmente" per narrare la storia di un'industria, il secondo viene dalla grande produzione (comunque indipendente: tra i finanziatori del progetto c'è anche Johnny Depp) e narra la storia di uno (o al più due, anzi tre) artigiani.

Chi ha avuto la fortuna di vedere il "Viaggio nel cinema italiano" di Scorsese (al momento ne è disponibile una stupenda versione francese in DVD editata dall'emittente culturale arte), avrà ben capito quale approccio ha avuto il Maestro nell'innamorarsi della settima arte e del perché è voluto passare dietro la macchina da presa. Soprattutto ne conosce le pulsioni emotive, cosa lo ha emozionato di più. Bene, tutto questo viene riversato in "Hugo Cabret" senza moderazione alcuna, con l'animo del bambino affascinato irrimediabilmente dall'avventura del cinema come suprema arte della rappresentazione dei sogni.

I riferimenti -espliciti e meno espliciti- al cinema degli esordi sono evidentissimi: dall'automa che ricorda "Metropolis" agli sketch con Buster Keaton, per finire alla citatissima scena del treno che oggi ci avvince e ci fa sobbalzare sulle poltrone delle nostre sale grazie al 3D esattamente come accadde nel lontano 1895 quando dietro al primo proiettore c'erano proprio i fratelli Lumière. Ma interessante è anche la contrapposizione (adulta) cinema vs. lettura che ci viene rappresentata, mentre i bambini assimilano senza troppi problemi entrambe le espressioni artistiche, fondendole anzi tra loro! E meritorio è il riferimento a tutta la produzione saggistica dei primi anni '10 e '20 dello scorso secolo dove venne codificata criticamente ogni tecnica di ripresa e di montaggio.

Strepitosa la carrellata iniziale che ricorda (o forse cita proprio?) quella di apertura di "Sweeney Todd" di Tim Burton (là c'era una Londra ricostruita minuziosamente dal maceratese Dante Ferretti, qua una Parigi ricostruita altrettanto minuziosamente dallo stesso Ferretti col concorso della moglie, Francesca Lo Schiavo), ma in generale stupisce con quanta voglia di sperimentare Scorsese abbia utilizzato questa tecnica: dopo "Avatar" (ho letto da qualche parte che Scorsese avrebbe chiesto "lumi" proprio a Peter Jackson per girare questo film, non so se la notizia è vera) e "Pina 3D", anche questa pellicola dimostra cosa significa usare in modo creativo una tecnica altrimenti relegata all'effettaccio da horror o all'intrattenimento animato.

Altra nota di merito per il sonoro, davvero pregevole e avvolgente con le musiche di un certo Howard Shore e l'inserzione nel finale delle più note e struggenti "Gnossiennes" di Eric Satie (vere e proprie ciliegine su una torta già super succulenta di suo).

Lo script è volutamente infantile e segue quasi pedissequamente i canoni della favola realistica, con personaggi fortemente caratterizzati, intrecci avvincenti, colpi di scena e siparietti divertenti. Attori divertiti e in stato di grazia (Sacha Baron Cohen meraviglioso, ma che dire di Christopher Lee, di Ben Kingsley, di Helen McCroy e dei due ragazzi protagonisti?), il cane Maximilian semplicemente detestabile (altro aspetto speculare con "The Artist" dove, invece, c'era il cane più simpatico della storia del cinema!). Se proprio devo trovare dei difetti a questo film posso dire di aver rilevato alcune lungaggini sulla sceneggiatura, forse dovute all'urgenza di Scorsese di mostrare tutto il suo talento nell'uso del 3D e dei suoi proverbiali movimenti di camera (al limite del virtuosismo la fotografia di Robert Richardson), e qualche stereotipizzazione di troppo, che comunque "ci sta" in un prodotto del genere.

Se l'avvento del sonoro ha caratterizzato la trasformazione più radicale del modo di far cinema nel secolo scorso, così l'abbandono via via sempre più definitivo della "camera fissa" ha rivoluzionato il nostro modo di far cinema e quindi di raccontare storie più o meno fantastiche: Scorsese ci dimostra proprio cosa vuol dire quest'ultima innovazione...

Sarebbe bello se l'Oscar se lo beccassero entrambi i protagonisti di queste amarcord niente affatto didascaliche o scontate: quando spettacolo e intelligenza sanno unirsi, il risultato è comunque il divertimento del pubblico. Senza disconnettere mai cervello e cuore, però.

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Ultima risposta 19/02/2012 18.18.47
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Invia una mail all'autore del commento lorenzo971  @  16/02/2012 23:59:27
   9 / 10
Accade talvolta che un regista riesca ad imprimere così bene la propria esperienza, il proprio pensiero, l'essenza delle proprie idee in una pellicola, che assistendo alle immagini proiettate sul telo cinematografico si riesca ad intravederne il volto. Concentrandosi per bene e sforzandosi un pò si potrebbe addirittura scorgere tra le file delle poltrone una figura vestita di scuro, occhi di un nero intenso contornati da enormi occhiali, che fissa, attento, ogni fotogramma, perso nei suoi pensieri, mentre cerca di capire come modificare le scene, come sistemare il set, come affrontare la prossima inquadratura da registrare, per far si che il pubblico apprezzi il suo lavoro. Che il pubblico capisca, senta, avverta i suoi pensieri, le sue parole dipinte sulla pellicola.
Con Hugo Cabret, Scorsese vuole lasciare un'impronta di se stesso, e lo fa girando un film insolito, distante dai lavori precedenti, congedando la violenza zampillante propria dei sui vecchi successi e narrandoci la storia di un bambino. Partendo dal romanzo per ragazzi di Brian Selznick, il regista plasma una Parigi da sogno, ricca di luci sfavillanti, che nasconde al suo interno bui vicoli ghiacciati, cosparsi di figure tetre, statue grottesche avvolte nei mantelli, rifugio perfetto per i segreti di un passato misterioso, caduto in un oblio forzato. Hugo, il piccolo orologiaio orfano che si nasconde tra i fumi dei cunicoli dimenticati della Gare de Lyon, la celebre stazione francese, vuole a tutti i costi scoprire l'ultimo messaggio lasciatogli dal padre: per farlo dovrà riparare un automa meccanico, un complicatissimo carillon dalle sembianze umane, in grado di scrivere. Inseguendo l'enigma si imbatterà in personaggi singolari, ci svelerà le loro storie fatte di sogni infranti e speranze smarrite, e incrocerà il proprio destino con i loro, danzando tra le onde di eventi lontani, accompagnato da inquiete note nostalgiche.
E' proprio tramite i colori della nostalgia che Scorsese tratteggia un grandioso tributo al cinema delle origini e ai suoi ideatori, gli "inventori di sogni". Rievoca le prime opere, fenomeni culturali ed illusioni, frutto di immensa meraviglia e figlie di quell'innovativo, stravagante e travolgente (vedi il treno dei Lumière) mezzo di espressione. Racconta di quei maghi-scienziati che per primi credettero nella settima arte, investirono i propri sogni nelle "lanterne magiche", i proiettori dell'epoca, sperimentarono gli archetipi dei moderni "effetti speciali" utilizzando bambole di cartone, manichini meccanici, marionette, con le tinte stravaganti e kitch dei fotogrammi colorati a mano (uno per uno). Ombre bizzarre e ridicole, ma dall'enorme potenza evocatrice, rese autentiche dalla fantasia creatrice dello spettatore, vero regista, la cui mente usciva arricchita dai cinema, rinvigorita nella propria capacità di immaginare.
La critica inevitabile al cinema odierno che sposa tecnica e pixel dando le spalle all'originalità è scontata e banale, e può essere omessa.
La nostalgia del passato è infatti ovvia e legittima, (basti pensare al successo di "The Artist" che simula riprese di cinquanta anni fa), ma più che rimpiangerlo, come dimostrerà il vecchio Georges alias Scorsese nel film, è bene onorarlo e celebrarlo, come spunto per le invenzioni future, che sono motore del progresso ma anche nuove possibilità di espressione, una forma d'arte generata dall'arte stessa.
C'è poi la Realtà, che in questa nebulosa di emozioni e vaghe reminescenze cola da tutte le parti, gelida, squarciando l'intreccio. La realtà della solitudine, della miseria, della morte e dell'assenza, che annienta l'illusione ammorbando ogni speranza. ll mondo e i suoi abitanti si scoprono ingranaggio (vedi l'incubo del ragazzo), burattini tristi assillati dalla mancanza di normalità, tormentati da deformità e da difetti che gli impediscono di vivere con gli altri, assediati da domande esistenziali e dallo stomaco che domanda cibo. Uno sconfinato senso di abbandono sembra intrinseco ad ognuno, che si scopre debole, vuoto, ombra rigonfia di lagrime. Rotto, in una sola parola, come il misterioso automa meccanico al centro del racconto, vera chiave di volta per la comprensione del film e sostegno del suo impianto filosofico. L'automa messaggero del futuro, testimone del passato, padre, figlio, umanità. L'automa rotto che va riparato. Ed è sulla dicotomia tra guasto e riparazione che il regista vuole farci riflettere: la tenacia nel voler rimediare e la possibilità di aggiustare costituiscono le uniche componenti della luce positiva che affiora da uno sfondo tetro, quelle che appaiono come l'unica facoltà dell'uomo. Nel cataclisma della tempesta più nera egli non può far altro che cercare nelle tasche un cacciavite e pregare di trovarlo e di saperlo usare, per far si di raggiungere l'obbiettivo fondamentale per ritrovare la pace: scoprire il suo scopo. E se non c'è, inventarlo magari, con le rotelle di scarto di qualche sogno arrugginito. A questo punto diventa inutile chiederci se siamo congegno oppure umani, la domanda centrale diventa: cosa facciamo? Per cosa siamo progettati? Perchè secondo il protagonista le macchine nascono con una certa funzione, e la svolgono, molto bene, sempre che non si danneggino.
Se la fantasia offre una via di evasione, una deformazione positiva del reale che irrompe nel dominio dell'inesistente, costruire, ma soprattutto ricostruire consente invece di modificare la realtà nella sua concretezza. Anche se non è facile, anche se il fallimento è dietro ogni angolo, anche se dovesse portare altro dolore, è l'unico modo di farlo: riedificare dalle macerie, che provengano da una guerra o che siano i frammenti di una famiglia.
Accade spesso che la delusione prenda il sopravvento. Ci si stanca, spossati dalla fatica, di riunire i pezzi, di opporsi alla decadenza, e allora ogni grandiosa aprirazione finisce, liquefatta, sotto le suole delle scarpe. La disfatta sembra dunque certa, come afferma l'anziano costruttore di giocattoli della stazione: "Se c'è una cosa che ho imparato è che i finali lieti esistono solo nei film". Vero. Ma allora la soluzione è unica. Cercare di amalgamare vita e film, permettendo alla proiezione di sovrapporsi alla nostra storia. Mescolando finzione e realtà, permettendo al fantastico di permeare il tessuto spazio-tempo di tutti i giorni, togliersi gli occhialetti di cartone e continuare a vedere in tre dimensioni. Questa è la via di uscita che imbocca anche il film: i racconti riemergono dal silenzio dei ricordi confusi e si scoprono concreti, i sogni imbrattano la realtà e l'avventura dei protagonisti diventa romanzo. Si rivela dunque un ponte sopra l'abisso.
A volte. Ma più spesso di quanto sembrerebbe.
Non è facile determinare se il messaggio del film sia positivo o negativo. Lungi dal negare il male dilagante in un mondo illuminato da luci artificiali in cui alberga la disperazione, lo evidenzia in tutta la sua tragicità. I rimedi, per quanto potenti, sono tutt'altro che infallibili, basti pensare alle storie tristi di cui è costellata la filmografia di Scorsese.
Quello che il regista offre questa volta però, ciò che vuole lasciarci, è l'evidenza di una possibilità. L'opportunità di inseguire un'alternativa al reale che delude. Afferrabile, materiale, tangibile. Montabile.

Tambo90  @  16/02/2012 14:40:32
   3½ / 10
Una vera delusione per un fan di Scorsese, un omaggio al cinema degli albori ridotto ad una piatta carrellata di cortometraggi che non trasmettono emozioni solo la noia, la colonna sonora contribuisce al sonno, un film senza anima con una trama inconsistente, da rivedere sperando di poterlo rivalutare.

piripippi  @  16/02/2012 01:25:05
   6 / 10
se siete amanti di martin scorsese rimarrete un po delusi, non è il classico filmone a 5 stelle del grande regista, ma una favola ben fatta nulla di più. a tratti mi ha ricordato nuovo cinema paradiso a tratti l'uomo delle stelle. la favola scorre bene in una parigi che davvero si vede poco se non in maniera fantasiosa. effetti discreti ma attori bravi. diciamo che se questo film deve vincere un po di oscar c'è da riflettere sulla qualità attuale del cinema americano.

Sbrillo  @  16/02/2012 00:51:54
   7 / 10
triste e sconvolto dopo la visione del film.... cioè, da Woody Allen "il bidone" con Midnight in Paris me lo sarei anche potuto aspettare, ma che me lo facesse Scorsese, proprio no!!!!
questo film è un esercizio di stile... candidato a tanti premi Oscar, sicuramente vincerà quelli "tecnici"...(la scenografia di Ferretti strameritevole di statuetta..)
ma a parte la gioia per gli occhi, questo film non mi ha preso...non mi ha entusiasmato per niente...di una noia mortale!!! non vedevo l'ora che finisse....
è un omaggio alla storia del cinema... citazione per i fratelli Lumierè e poi non è altro che la storia di George Meliès.... bah...
in conclusione diciamo:
TECNICA 9
FILM 5
la media è 7! nien'altro da aggiungere....

Invia una mail all'autore del commento abacab  @  15/02/2012 19:47:37
   9 / 10
Chi non ama o non riesce ad apprezzare questo film (così come "The artist"),
non ama il cinema,o non ne capisce l'Arte.
Meglio si dia alla televisione.Punto.

p.s Le scenografie di Dante Ferretti,una festa per gli occhi, sono da Oscar.

al_pacino  @  13/02/2012 11:53:42
   8 / 10
Film che racconta la storia dell'evoluzione del cinema dai fratelli Lumière ad oggi. Il 3D lo rivaluta molto.

Invia una mail all'autore del commento dr.slump  @  13/02/2012 10:42:26
   4 / 10
Riportiamo questo film dove gli compete, una serie di inutili lungaggini, trama inconsistente e finale scontato e banale.
Anche dal punto di vista tecnico ha moltissime pecche, continuano e si ostinano a propinare i film in 3d non applicando la focale su tutto il frame. Risultato dopo un'ora vedi a traveggole! Che tristezza!

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Ultima risposta 21/02/2012 22.40.49
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Lopan88  @  12/02/2012 18:20:46
   10 / 10
Stupendo!

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Ultima risposta 23/02/2012 18.40.17
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junior86  @  12/02/2012 16:27:04
   8 / 10
Mi è piaciuto un sacco, sono state due ore assolutamente coinvolgenti in cui mi sono completamente immerso all'interno delle atmosfere del film. Sono stato obbligato a vederlo in 3D, che odio, perché gli occhiali danno fastidio sopratutto a chi già porta gli occhiali da vista, e poi inscuriscono molto il film. Ma stavolta il 3D è fatto abbastanza bene.
Martin scorsese ha voluto fare un omaggio a chi ha inventato quello per cui lui lavora,ovvero il cinema, facendo conoscere a tutti,attraverso il suo film, in che modo è nata questa bellissima forma d'arte.
Purtroppo la storia del ragazzino e di suo padre diventa secondaria man mano che la trama del film si sviluppa. La ragazzina è un po' antipatica ma è lo stesso.
Colonna sonora meravigliosa, Howard Shore è una garanzia.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Caio  @  11/02/2012 19:55:01
   9 / 10
Io l'ho trovato incantevole sotto ogni punto di vista: visivamente meraviglioso, una vera poesia per gli occhi esaltata da un 3D che garantisce una buona immersione in una Parigi incredibile. Anche la storia l'ho trovata delicata e molto fantasiosa. Un sentito omagigo al cinema di Martin Scorsese che è riuscito davvero a farmi sognare.

marcodinamo  @  11/02/2012 11:00:52
   7½ / 10
Film delizioso. Un esercizio di stile meraviglioso, una storia decente(vero è che torna spesso alla mente Nuovo cinema paradiso) e un omaggio al cinema strepitoso.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  10/02/2012 21:00:37
   10 / 10
Tick, tock, tick, tock, tick, tock, tick, tock, tick, tock,….

Mentre sentiamo il tempo che scorre vediamo incastri e rottelline che girano, ci appare una grande confusione di ingranaggi che in realtà sono scanditi da una logica meccanica. L'inizio parte con la visione di un grande orologio a Parigi che tramite una via di passaggio con una dissolvenza incrociata diventa una rotonda dove la mdp si evolve compiendo una panoramica sulla città di notte per condurci nella stazione ferroviaria parigina, luogo che molto presto diventerà famigliare, dove avverranno parecchi cambi del plot, e vediamo come si passi da una ricostruzione digitale fatta con gli effetti speciali al pezzo girato, alla realtà della messinscena.
La folla e poi lui, il nostro piccolo Hugo, che vive nella torre del campanile della stazione e lo vediamo muoversi furtivo tra scale e ingranaggi, tramite abili movimenti della mdp e primissimi piani dei suoi occhi, con i quali scruta tutto il mondo che compone la stazione: le varie persone (papà Georges, il poliziotto con la gamba di legno, la fioraia, il vecchio pittore che fa la corte alla signora riccona, i passanti,..), i negozi e la moltitudine degli oggetti che sfuggono ai nostri occhi nella dettagliata composizione scenica.

Grazie ad una magnifica fotografia, con a volte una luce diffusa al tuxsteno che emana famigliarità e altre volte una luce dura blu che sottolinea la freddezza dell'ambiente, scenografie che si alternano tra reale e fantastico, una colonna sonora parigina e assoli di pianoforte, costumi e oggetti d'epoca in una quasi perfetta ricostruzione storica (le auto intorno alla rotonda all'inizio, alcuni fatti che non sono successi realmente a Méliès,..), che fa sia da sfondo che da cornice, il film, alternandosi fra scene drammatiche e comiche, non è una storia melodrammatica sul povero orfanello ma bensì un maestoso omaggio al grandissimo Méliès.
Quest'ultimo capolavoro di Scorsese è un film che fa veramente battere forte il cuore a chi ama veramente il cinema. SE UNO NON SA CHI E' MELIES E' BENE CHE NON VADA NEMMENO A VEDERLO PERCHE' SAREBBE INUTILE. E' un inno a quello che fu il cinema nei primi trent'anni della sua vita!

CALIGARIS, IL LADRO DI BAGDAD, INTOLERANCE, IL VASO DI PANDORA, COME VINSI LA GUERRA, LA GRANDE RAPINA AL TRENO, IL MONELLO, IL VIAGGIO SULLA LUNA,..! Uno dei montaggi video più belli che siano mai stati fatti. Quando Scorsese da omaggio a tutti questi primi grandi capolavori ogni cuore cinefilo si stringe in una forte commozione. Man mano che il film si scopre per quella che è, parte il gioco di indovinare le citazioni cinematografiche (aspetto interessante che va in un dolce contrasto con le molte citazioni letterarie presenti nel film) ed è semplicemente meraviglioso vedere la scena in cui la scatola segreta cade a terra e tutti i disegni di Méliès volano in tutta la stanza e la mDp ce li mostra: una carrellata in stile disegno che percorre in pochi attimi, che sembrano non svanire mai, l'intera filmografia dell'onnipotente artista.

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Ultima risposta 16/02/2012 16.40.11
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Matis  @  10/02/2012 12:42:15
   10 / 10
Meraviglioso!
Scorsese questa volta smette i panni del regista thriller-drammatico e si cimenta con un'opera diversa, per grandi e piccini (forse più per i grandi!). Un film pensato in 3D, con recitazioni impeccabili (soprattutto Kingsley e Baron-Cohen), scenografie maestose e italianissime, fiabesco, moderno, antico e cinematografico: la storia della settima arte attraverso un racconto fantasy-avventuroso.
Il regista si ispira al libro di Selznick e, copiandone perfettamente la storia, sforna un capolavoro.

Sarà grande protagonista agli Oscar assieme a The Artist!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  10/02/2012 01:32:08
   8 / 10
Solitamente non mi piace pronunciarmi su utenti che esprimono un giudizio precedenti al mio ma questa volta devo ammetterlo (e mi perdonerà chi si sente chiamato in causa): alcuni commenti dei 33 fino ad ora inseriti sono indecenti.
Specie le bocciature irrimediabili e motivate con fiumi di parole oscene.
Ok, sfogo concluso. Era per dimostrare tutta la mia superiorità nei vostri confronti.
(Sono ironico, meglio specificarlo di questi tempi)


Bando alle ciance, veniamo al dunque.
Hugo Cabret è il miglior film in 3d che abbia mai visto fino ad oggi. Specifico: IN 3D. E questo poi darà adito a questioni che sento di dover approfondire successivamente.
Il film in sé è la storiella abbastanza telefonata ma sempre deliziosa di un orfanello dickensiano che nell'affascinante stazione di Parigi avrà a che fare con un'avventura molto particolare.
L'incipit è da togliere il fiato ma quando la trama comincia veramente a prenderti è nel momento in cui realizzi che Hugo Cabret è un attestato d'amore verso gli albori del cinema e di uno dei suoi maestri dimenticati, George Méliès.
Scorsese realizza quindi un film che sembra una fiaba attuale sulla mitica ossessione che lo ha animato per tutta una vita; da cinefilo qual'è, infarcisce il film di strizzate d'occhio e citazioni a tante pellicole antiche, non disdegnando trucchi di "quel" passato unendo quello odierno del 3d. E se le interpretazioni dei giovanissimi protagonisti troppe volte scadono nel macchinoso ci pensa lo stesso Scorsese e un Ben Kingsley signorile come suo solito a risollevare lo spirito di una pellicola che parla di una grande magia, forse perdendosi suo malgrado spesso nel "meccanismo" che la rende tale (spesso, non sempre).

Perché Scorsese vuole gettare luci su un cinema dimenticato e artisti dimenticati, Scorsese è Hugo Cabret (ammettiamolo dunque): un orfano che ha trovato nel cinema il meccanismo finale della sua vita. E questo può scacciarti, urlarti contro, deluderti, ferirti ma alla fine ogni sforzo viene premiato. O almeno, questo è quello che accade solo nei film...

Ora il vero dubbio che mi rimane è uno, ovvero Hugo Cabret funziona anche senza il 3d? Perché l'incipit è una meraviglia con questa tecnica, successivamente i dettagli sembra quasi di poterli afferrare con mano, addirittura in alcune scene ti pare di soffiare nuvolette di condensa con i protagonisti per il freddo. Ma in una visione "normale" questo dubito potrebbe accadere.
è tutto un trucco di Scorsese, un omaggio del nuovo verso il vecchio che è riuscito sotto (quasi) tutti i punti di vista. Un trucco che però senza 3d dubito possa reggere, e allora le etichette di "film svuotato d'emozioni" possono essere comprensibili.

Poi ci sta che 11 nomination agli Oscar possano sembrare troppe (dato che siamo in tema, non ritengo siano una buona pietra di paragone in questi anni), sono il primo ad ammettere che è esagerato. Probabilmente vogliono restituire allo zio Martin ciò che gli hanno tolto con i tanti capolavori del passato.
E inoltre aggiungo che preferisco Shutter Island a Hugo Cabret.

Ma mi piace pensare che questo sia un testamento spirituale (ma speriamo non l'ultimo, dìo non voglia) di questo grandissimo regista, un attestato d'amore sconfinato che in quest'anno prolifico sotto l'aspetto di amarcord sul cinema degli albori (The Artist docet) non dovrebbe passare inosservato o peggio essere snobbato come intellettualoide perché tale non è. C'è cuore dietro tutto il meccanismo, dentro l'automa che prende vita. Se qualcuno non è riuscito a vederlo, quello è il vero automa.

Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  09/02/2012 10:38:34
   5 / 10
Questa volta non ci siamo.. il film non mi è piaciuto anche se di Scorsese.
Decisamente le aspettative erano alte, lo Scorsese che cambia genere (dai gangster movie al thrillerone impegnativo apprezzatissimo Shutter Island per esempio) mi intriga alquanto.
Con Hugo Cabret no. Non sono riuscito a farmelo apprezzare pienamente e ovviamente il fatto di averlo visionato dopo che ha ricevuto 11 nomination agli Academy, beh che dire resta tanto amaro in bocca. "Ma se le merita veramente tutte queste nomination" mi continuavo a ripetere, invece che concentrarmi sul film, che punta sulla spettacolarità delle scenografie (per carità qui si che ci sta il premio), sulla lacrima facile verso il finale, e su un PREPARATISSIMO (sottolineato altre 1000 volte) omaggio agli albori del cinema che ha "svegliato" tutti quelli che erano stufi di sorbirsi i blockbuster, i cartoni e i cinepanettoni nel periodo di Natale.Basta citare Melies per poi così attirare la critica e il pubblico meno spensierato e fare incetta di premi?Nossignore.Mi è venuta la voglia di disprezzarlo Hugo,perchè già il genere non mi piace, fantasy con bambini umili che puntano all'emozione facilotta (ce ne sono stati hai voglia di film così, salvo solo l'interpretazione del poliziotto Sasha Baron Cohen, quindi è tutto dire), e poi ben speravo con la direzione del grandissimo Scorsese, sempre un grande è (The Departed è uno dei miei film preferiti in assoluto).. peró lo si perdona, i registi non possono essere sempre perfetti. A volte capita di sbagliare.

P.s: ringrazio anche James Cameron con il suo puntuale commento entusiasta "la miglior fotografia 3D fino ad ora".. un'ulteriore presa per i fondelli che mi fa abbassare ulteriormente il voto.

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Ultima risposta 29/12/2012 09.42.18
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eletar  @  09/02/2012 02:41:09
   3 / 10
Scorsese o meno, omaggio o meno...noiosissimooooooo piu..... sconsigliato, piatto, privo di emozioni....

franzcesco  @  09/02/2012 00:40:28
   7½ / 10
Troppo facile per Scorsese adagiarsi su un film del genere...
Mi spiace dirlo perchè il film non è male...ma Martin non osa più di tanto..
Speriamo non vinca l'Oscar...
Meglio The Help o The Artist...

Danielsky  @  08/02/2012 20:56:17
   9 / 10
Un film splendido!!! Non ci sono altre parole per descriverlo, semplice ma complesso allo stesso tempo!

I personaggi sono ben delineati nel loro progredire e benchè all'inizio possano apparire semplici, perfino macchiettistici, come l'ispettore di polizia ferroviaria, in realtà, col passare dei minuti, acquisiscono corpo, spessore e umanità. Questo vale per tutti, specialmente per i due protagonisti Hugo e Isabelle (complimenti davvero ai due piccoli attori che riescono a rendere meravigliosamente le emozioni e il senso di meraviaglia dei loro personaggi) e per i due coprotagonosti, George e Jeanne (eccezionale Ben Kingsley, in ruolo davvero non facile). Splendido il cameo di Christopher Lee.

La sceneggiatura è davvero ottima e per nulla vaga, come può sembrare ad uno spettatore disattento. Quello che alcuni possono travisare è il fatto è che questo non è un film per bambini e che quindi è inutile portarceli perché non potranno mai cogliere quella miriade di riferimenti e citazioni che solo un occhio adulto e amante della settima arte può cogliere. Il definitiva il film è un grande omaggio al cinema, alla passione di chi fa cinema per divertirsi e per stupire, appassionare e trasmettere emozioni al pubblico. Da amante del cinema devo dire che sono stato davvero toccato dall'omaggio che Scorsese ha fatto con questa pellicola.

Ma il film non è solo questo...permette anche allo spettatore di riflettere sulla complessità dell'essere umano, sul suo bissogno di avere uno scopo, sulle sue debolezze, sui suoi piccoli limiti e le sue delusioni, nella vita di tutti i giorni.

Musiche ma soprattutto sceneggiature meravigliose, che caratterizzano ed esaltano ogni aspetto del film! Avendo visto il film in 2D non posso pronunciarmi sulla qualità della stereoscopia 3D.

Consiglio il film a tutti ma per apprezzarlo bisogna andarci col cuore di un bambino, pronti a sognare, e la mente di un adulto, pronta a far lavorare quegli ingranaggi che da tempo, forse, aspettavano solo un piccolo orologiaio per rimettersi in moto!

2 risposte al commento
Ultima risposta 09/02/2012 12.06.43
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BrundleFly  @  08/02/2012 14:56:13
   6 / 10
Sufficienza raggiunta grazie alla tecnica (Scorsese rimane un signor regista anche in un genere che non gli appartiene) e alla simpatia di Sacha Baron Cohen che strappa qualche risata in più di un'occasione. La storia invece l'ho trovata piuttosto noiosa e poco coinvolgente, nonostante abbia apprezzato l'omaggio a Méliès e al cinema degli albori.
11 candidature agli Oscar forse sono un po' eccessive.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2012 23.41.36
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Pablida  @  08/02/2012 12:35:25
   6 / 10
Descritto come fantastico e magico ma la fantasia e la magia non fanno parte del film, c'è solo l'idea.
Film un po' lento e noioso che ti lascia in attesa di grandi avventure che non arrivano.
In ogni caso fa anche sorridere ed è piacevole, non posso dargli più di 6.

ben4  @  08/02/2012 12:01:21
   5½ / 10
Il film purtroppo anche se realizzato molto bene dopo una buona partenza finisce con il cadere nella noia... l'omaggio al cinema di melies a mio avviso nella trama del film è troppo ingombrante...
la stessa voglia di avventura della nipote del giocattolaio (e anche dello spettatore) resta del tutto non appagata...
cito dagon per la frase piu azzeccata per commentare questo film "un film che parla molto di magia ma che ne ha poca, in sé."

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  08/02/2012 11:50:54
   6 / 10
Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  08/02/2012 11:40:14
   7 / 10
Ok, non male, ma nel candidarlo a tanti Oscar ce ne passa... Una pellicola d'amore sul cinema sicuramente suggestiva ma che non lascia poi queste emozioni. Verrà dimenticato presto, non è certo un cult!

CthulhuVive  @  07/02/2012 17:51:25
   7 / 10
Buon film d'omaggio al cinema in generale. Sono rimasto non esattamente colpito dalle sequenze iniziali, non proprio convincenti, molto mediocri ed il montaggio per nulla entusiasmante. Più di tutto le macchinose scene in £D mi stavano facendo saltare i nervi e avevo l'impressione che fossero la solita spacconata non necessaria. Più il film proseguiva più comprendevo i suoi veri intenti e così sono riuscito a fare pace con Scorsese.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER In generale, un film che forse pecca lievemente per scorrimento e montaggio ma dall'anima magica che ne rende un must per chiunque si ritenga un appassionato del cinema.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  07/02/2012 14:53:00
   6½ / 10
Niente di eccezionale. Un film banale

Invia una mail all'autore del commento eclissisilente  @  07/02/2012 02:18:48
   6½ / 10
Un film carente sotto diversi punti di vista, che tenta di reggersi in piedi su una sceneggiatura tutt'altro che solida puntando tutto sull'estetica e i manierismi, due cose in cui eccelle un maestro della regia quale è sicuramente Martin Scorsese.

Una sorta di documentario-tributo a George Méliès, uno dei padri del cinema, genio visionario, pioniere del montaggio e degli effetti speciali. Le 11 nomination all'Oscar potrebbero avere una valenza se interpretate come omaggio a Méliès, a 110 anni da Viaggio nella Luna: letto sotto questa chiave, il film potrebbe fare incetta di premi, se non altro per un fatto simbolico.

A dire il vero, non si capisce se il Mac Guffin nel film sia Hugo Cabret o l'automa. Mirabili alcune trovate: vedere il celebre quadro del razzo che si schianta nell'occhio della Luna, a colori e in 3D, è un'emozione non da poco per gli appassionati di cinema (c'è poco da essere ipocriti). Peccato che l'efetto 3D non sia molto curato nella luminosità.

Si prova qualche brivido, di tanto in tanto, ripercorrendo la storia di George Méliès (almeno per me così è stato). Il film è pieno zeppo di citazioni e celebrazioni, per questo non si capisce a quale tipo di pubblico sia rivolto e quale sia l'intento che si pone: una serie di fotogrammi del cinema d'epoca compaiono di tanto in tanto sullo schermo (Buster Keaton, Chaplin, ecc.) e l'automa scrittore di Jacquet-Droz viene inserito per qualche inspiegabile motivo in questo inspido mélange. Ecco, più che di Méliès bisognerebbe parlare di uno strano e più o meno riuscito mélange. Un bel colpo di scena sarebbe stato, nella scena di flashback nel flashback (anche quella un omaggio al noto Caligari) se Hugo Cabret avesse scoperto davvero...


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Al termine di film un pò noioso, lineare, già visto, anticipato e scontato, l'immancabile sermone, roba da far cadere le braccia. Un bel colpo di scena finale sarebbe stato, sempre nell'ambito delle citazioni (il tableau extra-diegetico di The Great Train Robbery, quando il pistolero punta la pistola e fa fuoco verso la camera da presa), se...


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Belli i costumi, la fotografia, la scenografia, la regia. Pessima la sceneggiatura e, come si sa, i buoni film si reggono su quella. Cogliamo qualcosa di buono in questo strano viaggio nel cinema degli albori, tra le atmofere di una Parigi di fine anni '20, e affibbiamo alla maestria di Martin Scorsese un "più che sufficiente".

Il personaggio di Hugo Cabret non rimarrà impresso nella vostra mente più di quello di Sacha Baron Cohen, potete scommetterci.

Curiosità: il film è prodotto per qualche inspiegabile motivo da Johnny Depp.

ilcannibale  @  07/02/2012 00:50:58
   8 / 10
Veramente un gran bel film, un po' lento a lanciarsi ma poi molto gradevole e coinvolgente.

nunve91  @  06/02/2012 23:20:03
   7 / 10
matt®  @  06/02/2012 21:39:37
   3 / 10
Mi limito a sconsigliare questo film a chi si aspetta emozioni dalla sala. Sarà anche un ottimo esercizio di stile ma questo non salva i contenuti impalpabili. Noioso.

Una domanda che mi sono posto leggendo alcuni degli altri commenti, non mi spiego come mai a recensioni non particolarmente positive corrispondano voti che superano di gran lunga la sufficenza. Praticamente: "Il film non mi è piaciuto... ma è di Scorsese!"

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/02/2012 19:01:24
   7½ / 10
Liberamente aperti dibattiti e processi per i molti mesi a venire. E' facile dire che il film è visivamente un capolavoro di stupore visivo e tecnico, altrettanto ammettere che oltre a questo parecchi conti non tornano. Credo che Roberto Curti ("Blow Up" n. 165) abbia visto giusto: io stesso non ho potuto fare a meno di provare tutta l'irritazione davanti a quegli spettatori ammaliati dal 3-d (un salvagente per il pubblico di massa?). Perchè gli spettatori sono gli stessi che restano ammaliati da un circo - cfr. che non c'è ma è un'ASSENZA costante - che non sognano certo come me i soldatini di legno o i carillon ma la play station, che non sanno niente di Melies nè hanno alcuna intenzione di informarsi in merìto, perchè tutto è una favola e l'invenzione di un Sogno altrettanto. Un sogno che perdura fino ai giorni nostri, alla faccia dei 170 milioni di dollari per la realizzazione. La forza Dickensiana della vicenda (sempre sfruttatissimo al cinema ma mai come meriterebbe) della storia è solo un'espediente. In pratica Scorsese ci illumina sui Pionieri del Cinema ed è come se la storia fosse imbastita per il pubblico di Resident Evil non per noi che fortunatamente abbiamo visto qualche film "salvato" di Melies. Lo stupore è scardinato senza effetto (beh insomma) salvo nella sequenza dei fogli svolazzanti dall'armadio, dove Scorsese si maschera da Tim Burton. Per un film che sembra un'affresco à la Gilliam prodotto da Spielberg e sceneggiato da Zemeckis, niente male. Dunque Melies è un alibi, e lo sono anche i Lumiere Harold Lloyd Mack Sennett o il Judex di Feuillade. Non so perchè Scorsese ha voluto che ci fossi anch'io (...). E così imbastisce una storia classica per ragazzi in un bellissimo esercizio di marketing che tiene insieme sembra gli orfani di Harry Potter e i redivivi ammiratori di Metropolis.
Pertanto il perno del film è l'Automa, perfetto concentrato post-moderno di quel Sogno che guarda avanti e sa di poter poggiare su una nostalgia formidabile per un Passato che nessuno vuole piu' ritrovare (a parte quello sparuto numero di intenditori).
Siamo di fronte a uno dei più eccentrici e geniali film mai realizzati in questi anni, ma è l'operazione che lascia tante troppe perplessità. I tic esibiti dei personaggi minori - cfr. la gamba meccanica di Sacha Cohen, il cagnolino che morde il vecchio spasimante, lo sguardo luciferino di Christopher Lee che invita a "leggere libri" (e sembra suo malgrado proprio lo zio Cattivo di David Copperfield) sono abili clichè come lo strumento che viene fatto del 3-d o della Magia del Cinema quando il treno alla stazione passava sopra le nostre teste senza gli occhialini (ora lo sappiamo?!). E l'immagine della luna accecata di Melies è magnifica nel suo manierismo, ma resta un retaggio, anche se in sottofondo si fa apprezzare un brano di Erik Satie.
Il film gioca fra l'altro con una serie di straordinarie illusioni: l'essere Didattico verso quel mondo perduto e sapere che non c'è da insegnare niente a nessuno, perchè nessuno lo "vede".
E' un vero e proprio sogno che durerà a lungo nei nostri occhi: peccato che non riesca a dare grandi segnali... di vita

rospo10  @  06/02/2012 18:35:57
   5 / 10
Al calduccio del cinema ,in una giornata cosi' fredda , su quelle poltrone comode dei multisala , non dormire nella prima ora di questo film è davvero difficile!.
Dialoghi lentissimi!!! salvo solo la parte finale!, dal vecchio martin mi aspettavo di piu'!

stica  @  06/02/2012 17:47:42
   4 / 10
Oh certo, il film è eccellente nella forma, per quanto di maniera (fotografia, scenografia e post produzione), ma il contenuto proprio non c'è.
Non c'è una storia, la sceneggiatura è risibile.

Piacerà a chi piacciono le fiabe su grande schermo.

Lory_noir  @  06/02/2012 01:26:52
   7 / 10
L'ho apprezzato in quanto a grafica e per il tributo ai primi film, per il resto mi aspettavo da Scorsese una storia più ricca in quanto a contenuti.

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