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"House of Gucci" è un film che si avvale di una grande spinta artistica, ben al di là del contenuto e dei personaggi del celebre marchio italiano, c'è una firma alla regia non banale, nello specifico, parliamo di un regista che ha fatto la storia come Scott. Da parte dello spettatore, insomma, le aspettative, sono abbastanza alte e con un cast notevole parte l'operazione cinematografica nel nome di un interesse iniziale evidente.
"House of Gucci" nel suo ha tanti pregi, sostanzialmente è un film che riesce ad attrarre attraverso un lavoro registico importante, su tutte le sequenze, da ricordare quella del matrimonio, in risalto l'estro di una regia attenta ai dettagli, convince anche il montaggio. Se sul fronte tecnico il film riesce a destreggiarsi molto bene, allo stesso tempo, sul piano della trama e della sceneggiatura non è impossibile notare alcuni punti morti. Segnaliamo una durata sesquipedale che inoltre non aiuta a mettere in chiaro alcuni passaggi della storia della famiglia; manca qualcosa, alcune dinamiche vengono liquidate con madornale fretta e alcune situazioni, quindi, non sembrano proprio chiare. Con le quasi tre ore di proiezione, Scott poteva muoversi molto meglio. Il ritmo, a questo punto, a volte ne risente e si arriva faticando un po' verso il finale.
L'analisi critica circa "House of Gucci" va fatta su due binari differenti, sul tecnicismo, ad esempio, appuriamo l'esattezza del disegno. La presenza di Al Pacino (in un ruolo ideale per lui) e quella di Lady Gaga danno valore oggettivo al prodotto. Sul versante contenutistico, invece, non è difficile denotare imperfezioni e momenti fin troppo ripetitivi e vaghi.
Interessante trasposizione holliwodiana degli eventi storici, cast di grido anche se alcune figure sono state interpretate troppo da macchietta. Sufficiente.
Adattando con molta libertà il romanzo di Sara Gray Forden "House of Gucci.Una storia vera di moda,avidità,crimine",Scott realizza un progetto covato dal 2006 che nella sua volontaria inverosimiglianza ha destato molto clamore e suscitato parecchia ilarità in Italia.Bollato da parecchi come un'audace trashata,il film si rivela più acuto e profondo di quanto appaia.Sotto la superficie da operetta melodrammatica si cela il ritratto impietoso non tanto di una dinastia nostrana quanto dell'universo di cui è parte integrante,dove il vuoto edonismo capitalista e l'ipocrisia regnano e schiacciano tanto chi vi appartiene(inizialmente a disagio e infine incapace di esserne all'altezza) come Maurizio quanto chi vuole entrarci a tutti i costi come Patrizia.Nel susseguirsi fluido e vertiginoso degli eventi scanditi da musiche a tema(come nei gangster movies di Scorsese ma con la violenza limitata all'omicidio finale) i rapporti tra parenti(padri e figli in primis) e colleghi sono motivati esclusivamente da interessi personali e rancori malcelati se non totalmente ostentati.E alla fine la famiglia Gucci stessa troverà la disfatta finendo esclusa dal suo stesso marchio,come indica una didascalia.I difetti non mancano di certo a cominciare dal cast all stars hollywoodiano che parla con accento italiano(cosa che ricorda "Il siciliano") che a tratti sembra più russo:se Driver è efficacemente misurato e spalleggiato da una bravissima Lady Gaga,l'irriconoscibile Leto parla come Super Mario e scade nella macchietta.E il film manca comunque di omogeneità perdendosi in eccessi kitsch(la scena di sesso,l'uso di musiche come "La Traviata","Sono bugiarda"Baby I Can Hold You Tonight").Tutto sommato un buon successo di pubblico e critica(anche se i Gucci non hanno approvato il progetto).Milano è stata ricreata a Roma.
Mi accodo alla maggior parte dei giudizi, anche io ho trovato questo "House of Gucci" un film abbastanza mediocre nel complesso e un po' deludente. E' confezionato bene, con un grande cast che però più di tanto non brilla, imprigionato anche da una sceneggiatura e dei dialoghi non sempre soddisfacenti.
Onestamente non mi ha colpito Lady Gaga, anzi dal punto di vista della recitazione e del personaggio l'ho trovata forse l'anello debole del film, anche perché dovrebbe girare tutto intorno a lei. Anche gli avvenimenti mi sono sembrati un po' troppo banalizzati, ma si lascia comunque seguire anche se non credo verrà ricordato a lungo.
Mi aspettavo di meglio. Non ho gradito la rappresentazione quasi caricaturale degli italiani - che ogni 2 minuti bevono un caffè... Buone interpretazioni ma eccessivamente lungo e noioso.
Un filmone. Nulla da dire. 158 minuti senza togliere lo sguardo dallo schermo. Bravissima sempre di piu' l'ormai Attrice con la A maiuscola Lady Gaga. Ma un applauso pure a J.Leto e A.Driver. Cinema di vecchio stampo, di quelli che raramente ormai si vedono nello schermo.
Una sufficienza strappata solo per la cura tecnica e l'interesse nello scoprire storie di cronaca reali (per quanto romanzate da quel che ho capito)...altrimenti, vista la noia di certe parti, non sarei nemmeno arrivato a finire di visionare la pellicola! Ritmo altalenante ed alcune prove attoriali troppo sopra le riga (pessimo Jared Leto)...è brava invece Lady Gaga come pure è gradevole la colonna sonora scelta. Evitabilissimo biopic da vedersi per curiosità e riporre in un cassetto.
Davvero difficile dare un voto più basso per un film capace di tenerti incollato alla sedia per due ore e quaranta. Basterebbe questo per capire come Ridley Scott nonostante mai stato un grande autore cinematografico si dimostra uno straordinario mestierante di livello altissimo. La faccenda grottesca del doppiaggio non la conosco, rimane il giudizio di un grande romanzo nero raccontato con toni sopra le righe. Un film che dell'.aderenza storica interessa poco e poi che Gucci sia stato ucciso a Milano e non a Roma ad un Americano non fa differenza. In realtà nemmeno a noi.
Trovo unico il cast, letteralmente straordinari.
Cinema vero, di intrattenimento, in realtà senza nessuna pretesa se non quella che gli danni gli altri.
Avevo approfondito la storia di Maurizio Gucci da un paio di mesi quando mi ritrovo a vedere la nuova creazione di Ridley Scott, un film bizzarro e fuori canone che però ha dei punti di forza. Partiamo da uno dei difetti però: la durata. Ma non perché 2 ore e 40 passino lentamente, anzi, il racconto è fresco. E' la gestione di quei minuti, a me sembra che sia ben curata la parte iniziale e poco definita la seconda. Il film vuole essere pop a tutti i costi e si nota dal fatto che a tratti potrebbe sembrare "Natale con i Gucci" da quanto diventa sopra le righe. Per dire, il personaggio di Paolo Gucci, interpretato da Jared Leto non era minimamente così e tanto meno aveva senso rappresentarlo così. Più che un dramma familiare siamo di fronte, a tratti, ad una soap rendendo ridicoli e caricaturali i personaggi. Fortuna vuole che Ridley sappia girare, che i due protagonisti riescano a impersonificare personaggi così difficili. Cosa che non riesce però al cast di contorno: ho parlato di Leto, ma anche la Hayek nel ruolo di Pina ha poco senso. Così come Al Pacino diventa lo zio super caricato. C'è l'aria degli anni '80, sia visivamente che con un mix di canzoni che hanno fatto la storia dei tempi. La storia è fin troppo affascinante perché il film non interessi e non prenda. Però devo dire che la realizzazione dell'84enne regista mi ha decisamente lasciato perplesso. N.B.: basta con i cambiamenti rispetto alle reali storie. La gente è informata e se ne accorge, soprattutto se queste servono solo per romanzare ulteriormente una trama già fitta.
Da un cast stellare difficile venga fuori robina mediocre... il film scivola bene nei suoi quasi 200 minuti, anche se a volte e credo involontariamente vengono fiori registri da trash o quasi comici nella recitazione di Lady Gaga. Sontuosissima la ricostruzione dell'extra lusso sobriamente di classe dei Gucci.
Visto e rivisto.. che dire.. mi è piaciuto.. lei bravissima davvero come attrice e poi Al Pacino semplicemente un mostro sacro.. la storia la conoscevo non cosi specifica ma bene.. alcune cose non mi sono piaciute come la scelta musicale in alcuni momenti.. non mi e piaciuto molto anche il fatto che a tratti è un pelo lento e potevano tagliare un po di piu delle cose ma nel complesso lo consiglio.. sicuramente un film da vedere e visto il periodo storico nel quale ci troviamo difficile pretendere di meglio..
Viste le copiose critiche ricevute da questo film, avevo aspettative parecchio basse. Forse mi ha aiutato averlo visto doppiato in italiano, per lo meno ho evitato di sentire il famigerato accento italo-americano con sentori russi, anche se non posso dire di aver visto l'opera originale.
Ho trovato fortunatamente un film con un gran ritmo, pur durando 2h e 40 non annoia, scorre bene. Merito di una trama, tratta dalla tragica vicenda vera, ricchissima di spunti e risvolti. L'attenzione è stata data sicuramente alla narrazione, semplificata al massimo così da renderlo estremamente fluido e pop, commerciale e piacione. Non c'è quasi per nulla traccia di introspezione o di esplorazione più profonda dei personaggi. Il tutto resta molto superficiale, semplice: i protagonisti stessi sono resi delle pure macchiete stereotipate, da Jared Letho, ad Al Pacino, passando per Lady Gaga e Salma Hayek.
Non mi dilungo sugli abbondanti cliché alla cultura italiana: dal calcio fiorentino alla lirica buttata in mezzo ogni tanto senza un grande senso, fino alla battuta di Jeremy Hirons che faceva tipo "Che cosa fanno questi Reggiani? Traporti? Immondizia? Camion? Mafia?"…. così per ricordare che siamo sempre in Italia. Non ci ho badato più di tanto. Va preso per quello che è: un film leggero, pop, un buon thriller noir che scorre facilmente dando un'infarinatura su una tragica vicenda italica, ma che resta fin troppo sempliciotto in tutte le sue parti, fin quasi ad essere un po' sciocco.
Per noi assolutamente da vedere, interessante ricostruzione di un pezzo di storia del marchio Gucci, ma soprattutto il racconto della triste fine di un marchio a conduzione familiare che viene trascinato nel fango dagli eredi e si deve arrendere agli ingressi di capitali dal medioriente. Tiene l'attenzione nonostante le due ore e mezza di durata, a volte c'è qualche scivolamento verso il pecoreccio, ma non l'abbiamo trovato grottesco. In fin dei conti sono le miserie umane narrate che ci ricordano quanto la sete di potere, carisma e soldi siano quasi sempre pagate ad un prezzo altissimo. Lady Gaga molto brava, la sua Reggiani è piena di sfumature, luci ed ombre di una donna innamorata e manipolatrice, che ha un preciso progetto per il futuro proprio e di coppia..
Dopo the last duel Scott si cimenta con il drammone famigliare in salsa old fashion e senza gridare al miracolo porta a casa un film che ha un suo perchè. Intendiamoci rispetto all'inutile tutti i soldi del mondo dove la messa in scena non creava ne empatia con i personaggi ne alcuna interazione con la storia, qui si evince che Scott non è interessato alle fortune della famiglia Gucci o ai suoi fallimenti ma a ricreare una parabola del capitalismo della moda in cui i membri di ciò mostrano di essere persone meschine, stupide, arroganti e vendicative. Non c'è un solo personaggio positivo nella famiglia Gucci presentata nel film, alla fine l'outsider Patrizia Reggiani semplicemente si amalgama allo STILE della famiglia, diventando sempre peggiore, più possessiva, più arrogante e presuntuosa, ma è in buona compagnia. Scott lavora per sottrazione, grazie ad un cast che docilmente si presta a tutte le interazioni della soap-opera di una famiglia di arroganti, avidi, boriosi e insopportabili ricchi per ereditarietà dalla fortuna e laboriosità di un semplice bottegaio toscano che aveva intuito come guadagnare con il made in italy. Lady Gaga è una lady popolare e spigliata, che conquista il dinoccolato belloccio figlio di papà che vuole fare l'avvocato, un Adam Driver ingenuo( all'inizio) ma di belle speranze. Rinnegato dal padre anziano e snob, Jeremy Irons credibile, che vive nel passato glorioso solo per la sua immaginazione. Mentre il fratello Aldo, è un capitano d'industria loquace e falsamente cordiale che punta solo a brandizzare il marchio e fare soldi con la fama, ma poi non si interessa del mercato contraffatto, perchè lo giudica PUERILE. Aggiungendo anche il fatto che il figlio IDIOTA è semplicemente inutile, dato che non ha un briciolo di gusto e buon senso in fatto di allestimento e concezione per i vestiti, sia quelli che indossa che quelli che idea. Jared Leto è una macchietta patetica ma efficace, veramente sfigato, ma credibile. La durata del film non inficia lo svolgimento, anche se ci si chiede perchè il pubblico dovrebbe interessarsi di una storia che fa a pezzi la reputazione di casa Gucci in maniera metodica, esagerando e enfatizzando il tutto. Ma Scott con mestiere riesce a rendere credibili anche le situazioni più improbabili, riuscendo comunque a non sembrare scontato, oltretutto con una ricostruzione di ambienti, abiti e oggetti che non lascia mai perplessi ed un uso della fotografia e della luce congeniali alle immagini. E questo non è poco, nonostante la colonna sonora relativamente anonima, se non per i pezzi anni 80-90.
Gran bel film, narrazione asciutta e pulita, molto curata, interpreti di altissimo livello (al solito magistrali Irons e Pacino, ancora sorprendente Lady Gaga). Lunga durata ma mai noioso, anzi tiene sempre molto alta l'attenzione grazie ad un'ottima sceneggiatura. Consigliato.
E nella data corrente, House of Gucci arriva puntuale a soffiare a The Counselor il titolo di opera più estrema, obliqua e folle che Ridley Scott abbia mai diretto. È un film difficile da analizzare e da collocare nella filmografia del baronetto inglese, un esempio di camp dalla narrativa volutamente ondivaga (ma sorprendentemente coesa) dalla doppia anima: 1) quella dello sbrilluccicante blockbuster divistico utile all'incasso in vista di Kitbag; 2) quella più autoriale, a metà tra istrionismo da soap opera e tragicommedia depalmiana, che indaga i rapporti di potere e l'evoluzione capitalistica sul finire del Novecento. Tutto è studiato per indispettire e disorientare, dai faticosi accenti italo-cirillici all'uso stridente di una variegata colonna sonora, dalla presenza di un Jared Leto che pare una parodia di Fredo Corleone a una regia composita da telenovela (non manca qualche ripresa spericolata, come quella panoramica sulla fastosa dimora di Aldo Gucci, che ricorda Black Hawk Down), per arrivare a un montaggio serrato, che tutto frammenta e asciuga, impedendo ai tempi morti di trovare spazio. Il banchetto pantagruelico d'immagini leccate e smarmellate catturate da Scott (e dall'ormai fido Dariusz Wolski) è una vera delizia, ma nel marasma di smokey eyes appariscenti e outfit improbabili, giganteggia un cast di draghi alle prese con personaggi artefatti e moralmente imbalsamati, simili a zombie. Manco farlo a posta, Jeremy Irons e Al Pacino i migliori del lotto; Salma Hayek buca lo schermo, ma avrebbe meritato ben altro minutaggio.
molto criticato ma io l'ho trovato davvero bello, coinvolgente dall'inizio alla fine, regia e scenografie curatissime, si vede la mano di Scott. Le interpretazioni sono di alto livello, tutte, sorprendente Lady Gaga. Non conoscevo la storia dei Gucci e l'ho seguita con estremo interesse. Mancano i colpi ad effetto, le azioni, le scene di sesso sono velate, gli eccessi tipici del film americano sono assenti, ma in questa pellicola sobria e semplice , sebbene lunga, tutto scorre che è una meraviglia fino al tragico epilogo. Assolutamente consigliato!!!