holy motors regia di Leos Carax Francia 2012
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holy motors (2012)

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locandina del film HOLY MOTORS

Titolo Originale: HOLY MOTORS

RegiaLeos Carax

InterpretiDenis Lavant, Edith Scob, Eva Mendes, Kylie Minogue, Michel Piccoli, Elise Lhomeau

Durata: h 1.50
NazionalitàFrancia 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2013

•  Altri film di Leos Carax

Trama del film Holy motors

Dall'alba alla notte, alcune ore della vita di Mr. Oscar, un essere che viaggia passando da una vita all'altra. Grande imprenditore, assassino, mendicante, creatura mostruosa, padre di famiglia... Oscar sembra interpretare dei ruoli, immergendosi completamente in ognuno di loro - ma dove sono le cineprese? E' solo, accompagnato unicamente da Céline, una donna alta e bionda alla guida della gigantesca macchina che lo trasporta attraverso Parigi e i dintorni. Ma dove sono la sua casa, la sua famiglia, il suo riposo?

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Voto Visitatori:   6,79 / 10 (70 voti)6,79Grafico
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Voti e commenti su Holy motors, 70 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Scuderia2  @  16/04/2020 14:52:15
   1 / 10
Holy Motors forse è cinema.
Di sicuro non è un film.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/04/2020 17.47.55
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Rollo Tommasi  @  26/08/2016 22:13:54
   6 / 10
I critici vedono nell'opera citazionista di Carax la summa dell'arte cinematografica, che sa essere camaleontica, spregiudicata, straziante e melodrammatica, surreale e metafisica, pulp e banale.
"Holy Motors" è probabilmente spazzatura filosofica, paccottiglia da esposizione museale di Arte Moderna, come il "barattolo dei fagioli" o la" ruota della bicicletta", un delirio mistico travestito da "sacro fuoco dell'ispirazione".
Ci si sente alienati da se stessi ed in balia dell'istrionico protagonista Oscar (interpretato da un poliedrico Denis Lavant), nella perenne attesa di un finale esplicativo che riporti ordine nel caos.
Accostato a David Lynch non casualmente (il Lynch sofisticato di Inland Empire), Leos Carax si diverte ad irretire con il suo linguaggio metafilmico una serie di personaggi non-sense e di omaggi a grandi registi per lui fonte di ispirazione in un collage vorticoso (l'austera Celine si congeda con la maschera di "Eyes Wide Shut" di Kubrick indossata da una donna che pare proprio la protagonista di "Complotto di Famiglia" di Hitchcock; l'uomo che convive con le scimmie può essere letto come un richiamo a "Viale del Tramonto" di Billy Wilder o a "2001:Odissea nello Spazio"; la limousine che affonda nella notte riedita l'inizio di "Mulholland Drive" di Lynch).
Nella folle composizione, si respirano, qua e là, folate di cinema nella splendida cornice della Sua città natale, Parigi.
Votato come uno dei migliori film del secolo dalla BBC (n. 16), forse per l'originalità, "Holy Motors" ha, purtroppo, un'accessibilità molto ridotta, e, forse, per questo motivo, perchè tradisce lo spirito del cinema che non è mai elogio autoreferziale, merita uno striminzito 6.
La scena finale spero non sia una citazione di "Cars"... impallidisco all'idea...

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Ultima risposta 26/08/2016 22.18.06
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Lucignolo90  @  28/06/2014 15:50:37
   8½ / 10
Nessun commento?

La digitalizzazione del mondo e la morte del cinema secondo Carax.
Notare come si possa facilmente accostare il film in questione a Cosmopolis di Cronenberg: entrambi i protagonisti vagano per la città a bordo di una limousine, restando confinati in uno spazio full-optional che ha tutto ma in realtá non ha niente nel caso di Cronny; avente la funzione di camerino/carro funebre in questo. Un camerino che da vita ai disparati personaggi interpretati da Lavant, un'imporonta metacinenatografica evidente che tocca i vari generi e si palesa nuovamente a fine film (la maschera che indossa Celine che rimanda a un classico del cinena francese). Un carro funebre che fa da presagio alla fine dei motori, delle macchine visibili, delle telecamere via via più piccole, che col passare del tempo non si vedranno neanche più.

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Ultima risposta 28/06/2014 16.39.19
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camifilm  @  01/05/2014 21:19:35
   1 / 10
Un film che dovrebbe mostrare molteplici messaggi. Probabilmente li ha, ma viene elaborato in una maniera alquanto noiosa da seguire.

E' UNA NOIA DALL'INIZIO ALLA FINE, SI GUARDA SOLO PER VEDERE CHE CAVOLO DI FILM SIA E CHE FINALE ABBIA.

Non perdete tempo. Non ha trama. Non ha finale. Non ha nulla. Il peggior film che abbia mai visto.

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/05/2014 20.07.56
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Fumoffu  @  05/07/2013 02:22:09
   4 / 10
La versione "d'autore" di Quella casa nel bosco, alla fine non lascia molto, se non un senso di "guardate che classe" ripetuto ad ogni scena dal regista, e siccome è una cosa che d'impatto mi dà fastidio (questo è un effetto soggettivo), mi sento di non premiarlo soprattutto per questo, anche se porta avanti un'idea semplice e con ottime possibilità di sviluppo, in parte (di più) sprecate, in parte (meno) azzeccate. E l'aggravante è proprio che con infinite strade percorribili, si scelgono le soluzioni più sicure, più semplici, senza mai neppure osare, sempre però ammirando dal basso l'altezza di chi te le sta mostrando.
E tocca pure coprire Eva Mendes perché non è giusto che venga fotografata, la bellezza è meglio tutta coperta.
La scena migliore rimane lo stacco musicale, assieme al dialogo più incisivo tra il padre e la figlia che non è abbastanza disinibita.

A me personalmente avrebbe colpito molto di più se alla fine...

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Ultima risposta 14/01/2017 22.48.16
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benzo24  @  24/06/2013 17:49:01
   10 / 10
Capolavoro assoluto. Lavant è di una bravura mostruosa!

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Ultima risposta 24/06/2013 19.16.33
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  19/06/2013 01:26:50
   9 / 10
Sempre meno mi trovo ad avere a che fare, nella vita di tutti i giorni, con strutture e congiunture. Le strutture inquadrano la realtà che invece è sottoposta alle congiunture. Le congiunture sono ciò che rendono sapido il piatto dell'esistenza, le strutture ce lo ancorano al reale, ossia alla nostra capacità di comprenderlo.
Precipitati in una dimensione terza, di cui ancora non comprendiamo nulla, il cinema sembra esserne il migliore interprete. La stessa letteratura a volte sembra incapace di giocare lo stesso ruolo, poiché indissolubilmente legata alle parole. Le immagini hanno molto più potere di quello che avevano una volta le parole. Ce lo insegnano da piccoli, o perlomeno siamo noi che impariamo prima a disegnare che a scrivere. Formuliamo parole, ma le ancoriamo a immagini-tipo, le scene della nostra vita, le scene che abbiamo impresse e che non ci dimentichiamo più. Lentamente costruiamo il film della nostra vita di cui, ovviamente, siamo interpreti. Ci sono cose che non amiamo, tutto ciò che evoca la morte, e cose che amiamo, come la foresta, un oggetto mitico e medievale, un'antica dominazione del mondo. Ciò che ci rimane addosso, forse autenticamente, è l'atto del fumare e del bere, qualcosa di gestuale, di istintivo come le immagini. Svuotiamo le strutture e ogni tanto la congiuntura continua a farsi sentire, attraverso un piccione, una donna di nome Elize, un vecchio amore di cui abbiamo deciso di vedere la morte. E' la nostra immagine del mondo che ci assicura una vita di tutti i giorni, ci offre le immagini su cui sovrapporre le nostre azioni. Immagini splendide di suonatori di fisarmonica in una chiesa. Immagini spietate di una maschera avvolta nel filo spinato. In mezzo ci stanno le costruzioni reali del mondo, le macchine. Ma Holy Motors non riesce a parlare di loro, quindi le fa parlare. Holy Motors è disperatamente umano, nonostante le scimmie. Credo che al di là di Carax, il cinema stesso stia affinando così tanto il suo modo di mostrare il mondo che è l'unica "forma artistica" di cui mi domando seriamente come si svilupperà. Staremo a vedere, ma non ad occhi chiusi.

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/06/2013 23.36.27
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Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  24/05/2013 00:03:12
   10 / 10
Mi trovo in estrema difficolta' a esporre un qualsiasi tipo di commento, sto HOLY MOTORS è con ogni probabilita' il film + strano, malato e inquietante che mi sia mai capitato di vedere !
Prendete la fotografia e la perfezione stilistica di enter the void,l'incomprensibilita' e l'inquietudine di inland empire, il minimalismo straniante di sombre e la vie nouvelle, i silenzi,le atmosfere,i simbolismi e le musiche psicologicamente alienanti di drawing restraint 9 , mischiate il tutto con un po' di nonsense e ironia alla gozu e forse sarete vicini a capire cosa vi aspetta se deciderete di vedere questo MASTERPIECE di Carax.
SOrretto da un Denis lavant MONUMENTALE il film è un susseguirsi di azioni apparentemente senza senso perpetrate dal misterioso e fottutamente inquietante signor Oscar , un pazzo trasformista che difficilmente puo' essere inquadrato univocamente come un attore o come un sociopatico , d'altronte il confine tra realta' e finzione in quest opera è talmente labile che mettera' come non mai in subbuglio la vostra mente e il vostro subconscio.
NOn ci ho capito praticamente NIENTE eppure in piu' scene ho provato una sensazione di terrore veramente forte, per tutto il film si respira un atmosfera malata e deprimente che mi ha veramente ribaltato, su tutte la scena dell'ultimo appuntamento...

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NOn cercate di dare un senso a quello che state guardando perchè questo è prima di tutto un film sensoriale, è qualcosa che si insinua dentro di voi come una malattia ....un film che non si guarda, si subisce.

19 risposte al commento
Ultima risposta 29/08/2013 16.14.06
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  23/12/2012 19:27:30
   9½ / 10
Magnifica riflessione sulla vacuità del nostro mondo, dove le persone sono ormai incapaci di identificarsi in sè stesse e distinguersi l'una dall'altra, dove la recitazione è più importante della coscienza, e dove l'unico appiglio prima della morte è un amorevole ricordo oramai troppo lontano.

"Holy Motors" è qualcosa di estremamente originale e riflessivo che ognuno dovrebbe conoscere per fare mea culpa: è arte al servizio dell'uomo e del suo miglioramento.

4 risposte al commento
Ultima risposta 02/01/2013 21.02.20
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Invia una mail all'autore del commento Bathory  @  06/12/2012 01:52:19
   10 / 10
Un folle, grottesco e iperbolico viaggio nella mente visionaria di un pazzo.

A oltre 10 anni di distanza, il cinema confuso e frammentario di Leos Carax ritorna a livelli clamorosi, impensabili.
Inutile stare a discutere su trama, senso del film...in Holy Motors bisogna farsi trascinare da una Parigi mai "violentata" cosi tanto da un punto di vista estetico, da un'atmosfera di perenne inquietudine e da un senso di rarefatta malinconia che traspare in ogni personaggio interpretato da un infinito Denis Levant, in un'interpretazione attoriale che vale da sola una carriera.

Splendidi i camei di una divina Eva Mendes e un'inquietante (e bravissima) Kylie Minogue.


Non solo il film dell'anno, ma uno dei più incredibili che mi sia mai capitato di vedere.

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Ultima risposta 25/06/2013 10.36.13
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