hinokio: inter galactic love (2005)

'Hinokio', Pinocchio moderno di titanio con gli arti inferiori di legno di cipresso Hinoki.
Favoletta per adolescenti, è vero che fa venire i nervi nelle parti eccessivamente smielate.
Peccato, perché il CGI era buono, così come è interessante la dipendenza tra un videogame ed i ragazzini (un paio d'anni prima del folgorante 'Ben X'). Occasione sprecata.

Interminabile epopea che miscela in due ore abbondanti bullismo, amicizia, innamoramenti, rapporto padre-figlio, sentimentalismi, desiderio di vita e morte, realizzato ad hoc per le famiglie. Parte come una divertente commedia dal gusto un po' surreale e prosegue sfasando e perdendosi in un labirinto di lacrime e di situazioni impossibili. Per non parlare delle musiche sviolinanti, da film melò americano e del fatto che sia un film dai tremila finali incastonati l'uno nell'altro.

L'idea è sicuramente simpatica e originale, ma il fatto che sia stata sviluppata come un melò che non sa che pesci pigliare nè che direzione prendere, fa cadere veramente le braccia, soprattutto quando ci si avvicina verso il labile confine della fantascienza, con scenari in CGI abbastanza indecenti e malrealizzati.
Regia pulita, bella la fotografia, bellissimo il robot ottimamente realizzato e verosimile, ma per il resto bruttino, a partire dalle dimenticabili performance degli attori.

Il regista è, irriconoscibile, quello dell'episodio giapponese del trittico "Black Night", che era un bel corto (molto bello), in grado di carambolare perfettamente horror, grottesco, thriller psicologico e surreale. Ma, evidentemente, doveva pagarsi il mutuo.