happiness regia di Todd Solondz USA 1998
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happiness (1998)

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locandina del film HAPPINESS

Titolo Originale: HAPPINESS

RegiaTodd Solondz

InterpretiBen Gazzara, Lara Flynn Boyle, Jared Harris, Dylan Baker, Jane Adams, Philip Seymour Hoffman

Durata: h 2.20
NazionalitàUSA 1998
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1998

•  Altri film di Todd Solondz

Trama del film Happiness

L'ordinaria follia di un gruppo di borghese del New Jersey: Joy, aspirante cantante e vittima di maschi mascalzoni; Helen, scrittrice famosa ma insoddisfatta; Bill, psicologo e pedofilo non pentito; Allen, molestatore telefonico e Kristina cicciona omicida.

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Voto Visitatori:   7,57 / 10 (56 voti)7,57Grafico
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Voti e commenti su Happiness, 56 opinioni inserite

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dagon  @  17/06/2020 12:59:59
   7 / 10
Una umanità ributtante e tormentata, alla ricerca di una "felicità" chimerica ma costretta, invece, a fare i conti con la propria miseria, nascondendola sotto una coltre di apparente felicità/perfezione da esternare socialmente o isolandosi. Ogni tanto la misantropia di fondo del film sembra un po' di maniera, ma di spunti di riflessione ce ne sono parecchi.

VincVega  @  26/05/2020 17:53:51
   8 / 10
Dopo "America Oggi" di Altman, prima di "American Beauty" e "Magnolia", cronologicamente c'è stato "Happiness" di Todd Solonz, spietato ritratto del perbenismo e dell'ipocrisia nella società americana. Il regista scava in profondità tra le pieghe della perversione e della solitudine, dirigendo tematiche non facili con equilibrio.
Grande cast corale fatto di attori che solitamente si ritrovavano in parti di caratteristi, qui hanno potuto dare ancor più complessità ai loro personaggi.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/05/2019 21:47:55
   7½ / 10
Tremendo ritratto sociale ben inscenato da Solondz. Diversi protagonisti attraverso cui si traccia un quadro desolante. Se alla fine c'è una sorta di happy ending per i protagonisti, al contrario, allo spettatore rimane il disagio derivante dall'aver sbirciato oltre il velo delle apparenze perbeniste.

Attila 2  @  26/03/2019 19:09:10
   6 / 10
Un film sulla "Felicita'",Happiness appunto....di facciata.Quella felicita' che ci propone il prototipo della famiglia perfetta,con il padre con un buon lavoro,la madre che che cresce i figli dove sembra tutto bello e felice e invece e' tutto solo e semplicemente una facciata.La facciata della borghesia Americana dove tutti appaiono normali e felici ,o cercano almeno di apparirlo,ma nascondono , invece,nessuno escluso,una parte "malata" e della quale si vergognano,e queste parti "malate" vengono raccontate in maniera cosi' fredda,distaccata e grottesca da essere fastidiose come gli argomenti trattati.Ci si trova quasi a voler interrompere la visione del film ma e' proprio questo quello che vuole Solondz , trasmettere fastidio , angoscia,se non addirittura schifo.Lo schifo nascosto dalla facciata perbenista dell'America.I personaggi descritti sono cosi' raggelanti che trasmettono una forma d'inquetudine e di "depressione" in cui si viene avvolti durante tutta la visione del film.Il dialogo finale,ma non solo quello,anche gli altri tra il bambino e il padre sono cosi' assurdi che lasciano senza parole.L'annuncio trionfale del bambino nella scena finale del film di essere riuscito a "venire" cosa che inseguiva dall'inizio ,e' un po' lo stato di liberazione che prova lo spettatore nel vedere che questo film e' finito,Da questo dovrebbe uscirne un votaccio,ma l'ho trovato talmente strambo,sia negli argomenti trattati ma soprattutto nel modo in cui il regista ha trattato questi argomenti che alla fine e' un film che lascia un segno.Per concludere anche il fatto che.....

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER rende il tutto ancora piu' surreale

kafka62  @  10/03/2018 20:19:00
   6½ / 10
Viscidi pedofili che si nascondono dietro il paravento della rispettabilità borghese, donne stuprate che uccidono il loro violentatore e lo conservano in frigorifero tagliato a pezzettini, altre donne che invece avrebbero voluto essere stuprate da ragazzine per potere, da grandi, scrivere con maggiore autenticità romanzi pornografici, e poi ancora coppie sessantacinquenni che divorziano, sorelle che si distruggono vicendevolmente con il sorriso tra le labbra, maniaci telefonici, ecc. Quanto è brutto il mondo di Todd Solondz! Al confronto, il "Viaggio al termine della notte" di Céline ti riconcilia con la vita. Solondz dimostra di avere, come autore, delle buone doti, come appare dalle sequenze che aprono e chiudono il film, pervase da un crudele sarcasmo (un amante abbandonato che si vendica facendo vedere, toccare e desiderare alla ragazza, per poi toglierglielo di colpo, il prezioso regalo che aveva intenzione di donarle quella sera) o da un geniale cattivo gusto (la riunione familiare, in cui figlie e madre si scambiano voracemente i nomi di possibili amanti, mentre il nipote undicenne, che si appresta ad entrare con voluttà nel mostruoso mondo degli adulti, dichiara di avere appena avuto una eiaculazione).
Nonostante ciò, "Happiness" non mi sembra un grande film. Per quasi tutto il tempo, le perversioni e le nefandezze si susseguono e si accumulano con un ritmo tale da colmare presto ogni misura, e per giunta senza quella ironia o quel gusto del grottesco che sarebbero stati necessari. La sgradevolezza e il disgusto hanno quasi sempre il sopravvento sulla volontà di rappresentare criticamente o satiricamente la società borghese, mentre lo stile iterativo da telenovela dell'orrido prevale su un'estetica originale che invece, per fare un paragone, avevano avuto, affrontando tematiche simili, Vinterberg e Von Trier. Ma la cosa che forse più infastidisce è l'assenza da parte del regista di un vero e proprio sguardo morale nei confronti dei suoi personaggi, quell'ostinata indifferenza che, rifiutando qualsiasi forma di condanna, di pietà o di partecipazione emotiva, riduce la vita a null'altro che un putrescente calderone di istinti depravati e morbosi, nel quale però, paradossalmente, risulta essere assente proprio la via d'uscita più logica e conseguente, quella che ci si aspetterebbe in un film del genere: il suicidio.

clint 85  @  23/01/2017 00:06:57
   7 / 10
Simpatico, Cinico, malato! 135 minuti di film che scorrono piuttosto piacevolmente.
Mi ha ricordato "American Beauty".

tenson95  @  11/08/2016 16:42:31
   7½ / 10
"È da Happiness di Todd Solondz che non vedo una famiglia normale descritta per quello che è: un'istigazione a delinquere"[cit].

Sbagliata è l'intenzione di chi vuole far credere che "Happiness" sia una critica nei confronti della medio borghesia occidentale; una visione troppo ottimistica per un film del genere.

Una narrazione talmente cruda e grottesca da avere la patina dello shock-movie e dei dialoghi privi di ogni filtro, che trascendono ogni conversazione convenzionale e consuetudinale...questa non è una critica verso di noi, questi siamo noi rappresentati nella nostra essenza più intrinseca, quella che sfugge anche ai nostri occhi.
Per quanto riguarda i personaggi, di cui va evidenziata la circolarità nei rapporti,c'è di tutto....un'autentica vetrina di tipi umani : -l'ipersensibilita di Joy, oggetto di affettuosa derisione da parte delle due sorelle "realizzate", -un padre omofobo che colpevolizza il figlio di essersi fatto violentare, -un uomo privo di capacità relazionale che vive ai margini della società, sessualmente represso e ossessionato dall'affascinante vicina di casa, -una cicciona sessuofoba e omicida, e chi più ne ha più ne metta.

La felicità è un bambino che eiacula per la prima volta...brindiamo tutti alla felicità.

Nic90  @  13/07/2016 00:44:40
   7½ / 10
CONTIENE SPOILER
Un mattone niente male...
Il titolo parla di felicita' in modo paradossale forse visto che in questo caso non verra' raggiunta da nessuno se non in minima parte dal ragazzino.
Film molto strano all'inizio,un misto tra dramma commedia e grottesco ben miscelato che non annoia mai e convince man mano che avanza.
Personaggi strambi e recitazione ottima (in particolar modo Hoffman e Baker).
Promosso.

GianniArshavin  @  16/01/2015 02:08:41
   8 / 10
Un ritratto beffardo ,ironico e sincero di un'umanità contemporanea oberata dall'infelicità ,il tutto nascosto sotto una facciata di rispettabilità e soddisfazione.
Si potrebbe descrivere cosi,in maniera parecchio sintetica,questo grande film di Solondz,autore coraggioso e dal grande talento sperimentale che riesce con questa commedia nera a trattare temi importanti fra delicatezza e eccessi.

Il regista da vita ad una storia intrecciata che a tratti fra ridere e a tratti schiocca per gli spinosi temi affrontati,i personaggi sono scritti benissimo e tutti (escludendo forse i due genitori) hanno il giusto spazio e alla fine risulteranno alquanto riconoscibili e familiari allo spettatore.
Solondz oltre a saper scrivere e dirigere dimostra di saper anche scegliere l'accompagnamento musicale,qui assolutamente perfetto,e di esser esperto anche nel gestire gli attori,che fanno a gara per superarsi in bravura recitativa.

è giusto ricordare come "Happiness" nel tempo sia diventato un piccolo cult non solo per gli innegabili pregi ma anche per le tante sequenze provocatorie presenti;se in alcuni frangenti il cineasta americano forse calca troppo la mano in altre la sua vena dissacrante è assolutamente necessaria e adeguata per trasmettere con efficacia il messaggio voluto.

Dunque un'opera da recuperare e apprezzare,un piatto di gran classe condito da ingredienti forse insipidi per qualcuno ma che saprà deliziare lo spettatore dal palato più fine. A mio parere uno dei migliori film sulla società contemporanea americana,più bello e onesto del ben più famoso e premiato "American Beauty".

Goldust  @  25/02/2014 17:37:07
   7 / 10
Un ritratto di famiglia a tinte forti con uno sguardo, impietoso, sulla società civile contemporanea. Lo stile filmico non è nuovo e pesca a piene mani nella tradizione dei film corali di Altman; quello che Solondz aggiunge sono un cinismo ed un sarcasmo di fondo che vanno a braccetto molto più spesso di quanto ci si aspetti. Ma soprattutto fa passare un messaggio, di quieta e terribile rassegnazione, che va segno nonostante qualche lungaggine di troppo e qualche disgustosa parentesi evitabile ( lo sperma sempre in evidenza ), come a dire " hey, la famiglia è un istituto che fa schifo ma i colleghi, gli amanti, i vicini di casa e gli amici non è che sono meglio..".
Cast semplicemente super.

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lukef  @  08/02/2014 11:45:58
   8½ / 10
Premesso che non conosco i lavori precedenti di Solondz e basandomi su quanto visto finora, ho trovato questa commedia estremamente originale.
Forte, cinica, terribilmente scorretta e di pessimo gusto in alcune parti.
Attori bravissimi, che si prestano a ruoli a dir poco sconvenienti; plauso particolare a P.S. Hoffman, recentemente scomparso.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  29/12/2013 14:27:43
   6 / 10
Solondz è il migliore allievo di Altman, su questo non si discute. Ma dubito riuscirà, nella strada che ha intrapreso, a svincolarsi dal peso gigantesco del suo maestro putativo. "Happiness" è un film carino, ma che sa di già visto. Il paragone con American Beauty è calzante, ma francamente non ci ho trovato molto di più. Anzi, qui si perde tutto ciò che di buono c'era in Welcome to the dollhouse. L'opera prima di Solondz pare anche la migliore. Sembra che gli anni '90 abbiamo segnato una regressione rispetto ai '70, di sicuro l'annata migliore del cinema di sempre. Da una parte c'è il cinema citazionista di Tarantino, dall'altro i registi à la Fincher, dall'altra gli autori raffinati come Solondz, a corto di idee. Nella sua carrellata di personaggi non ne ho trovato uno interessante. Avere una manciata di attori ispirati (straordinario il dialogo tra padre e figlio sulla pedofilia) non cela la poca originalità di questa sceneggiatura. Forse l'unico aspetto che vale la pena salvare, come barlume di originalità e sensibilità, è proprio il personaggio del pedofilo, tematica quasi universalmente taciuta dall'arte, e affrontata qui in un'ottica demistificatoria e nuova, potente, frastornante; il dialogo è assolutamente commovente e indimenticabile, e Solondz dimostra un tatto incredibile nel gestire l'intero spunto narrativo. Ma più in generale, i personaggi non sono ingolfati nella loro banale umanità, bensì nello stereotipo letterario di un certo tipo di cinema che ha da sempre preso di mira con sarcasmo e compiaciuta volontà distruttrice il sogno americano. E che palle, però. Basta leggere un qualsiasi romanzo americano contemporaneo per avere personaggi molto più concreti e ben fatti. Solondz è un orologio fermo agli anni '70, e francamente quel filo di sperma finale l'ho trovato disgustoso, non poetico.

DogDayAfternoon  @  19/10/2013 20:24:53
   5 / 10
Sarebbe un film tutto sommato discreto con dei bravi attori, ma alcuni temi trattati sono veramente irritanti: personalmente, dopo un po' che sento parlare di piselli di bambini e padri pedofili mi infastidisco. Anche perché la storia è tutta lì, una serie di personaggi depravati sessualmente che sono in qualche modo legati tra loro. Per i temi trattati non può essere vista come una commedia, ma per come si pone non è nemmeno un film drammatico o di denuncia, direi che può essere classificato tra le schifezze (anche se resta comunque tecnicamente ben fatto).

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Ultima risposta 08/02/2014 12.48.45
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  29/08/2013 12:21:50
   8 / 10
Satira e sarcasmo a volontà, cattiveria sottile, e i dialoghi più fuori dal mondo che abbia mai sentito.

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Straordinarie alcune idee, Solondz sa esattamente come prendere per i fondelli, e alla fine questo film è più serio di quanto si pensi.
Gioiello.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  04/04/2013 21:44:52
   7½ / 10
Molto divertente e leggero!

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  06/02/2013 11:39:57
   8½ / 10
Spietato ritratto di una media borghesia alla deriva, frustrata nelle pulsioni sessuali prima ancora che nei sogni di carriera. Il matrimonio più che una gabbia è una somma di solitudini e, paradossalmente, il divorzio non è una soluzione.

Solondtz ha uno sguardo sgradevole che non arretra davanti a nulla, non ci fa amare nessuno dei suoi personaggi, scivola nel volerli descrivere tutti (ma proprio tutti) nella loro meschinità, ma il ritratto è potente, triste ma realistico.

Uno dei migliori film degli anni 90.

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  08/01/2013 14:03:45
   8 / 10
Solondz alza il tiro, commedia dal sarcasmo veritiero. Da vedere.

paride_86  @  01/11/2012 04:16:55
   6½ / 10
Commeda nerissima che si propone di scorticare la società americana e i suoi stereotipi.
Brillante nella regia e nello svolgimento, come pure per gli attori; un po' meno per il pessimismo a senso unico che non riguarda unicamente i personaggi, ma tutto il genere umano.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  14/09/2012 10:44:18
   7½ / 10
Caustica devastazione del sogno americano, in un film popolato da soggetti ipocriti e disturbati, intenti a ricercare una felicità agognata ma chimerica. L'operazione nel complesso è tagliente ed incisiva, anche se qualcosina non funziona come dovrebbe (lo sfogo di Helen rimane un po' buttato lì).
Strepitoso il cast e bellissima Lara Flynn Boyle.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  29/08/2012 01:21:01
   9 / 10
"Happiness" è una magistrale presa per i fondelli, una serie di dimostrazioni per assurdo. E' tutto sbagliato, fuori posto e spurio, a partire dal titolo. Ogni elemento è inopportuno, per quanto assolutamente pertinente: gaie note musicali accompagnano scene raccapriccianti , dialoghi farseschi raccontano le più atroci miserie umane. E' attuando una falsificazione eccessiva che Todd Solondz arriva a tastare il reale. Appare un processo artistico illogico, eppure è senza dubbio efficace, perché simile alla metodica delle favole. La semplificazione è estrema, i personaggi sono parossistici, ingabbiati nei propri ruoli. Non c'è evoluzione, quindi non c'è speranza. L'unica figura che sfugge a questa immobilità è Billy.
"Sono venuto". Titoli di coda.

Ciaby  @  16/06/2012 15:43:04
   10 / 10
Di film che esplorano il lato oscuro del sogno americano sono fin troppi, ma nessuno di questi ha la stessa potenza di "Happiness". Solondz racconta personaggi enigmatici e irresistibili, anche nella loro immoralità, prendendoli quasi in giro, ma senza prendere mai posizione: non cade nella bassa retorica, non ha intenzioni voyeuristiche, non eccede oltre il dovuto e non si limita.
"Happiness" è un grande film, di quelli che non si scordano: caustico e illusorio, divertentissimo e lirico, trasognato e disperato.

é una tragedia praticamente, ma raccontata con garbo e grande ironia, con dei dialoghi eccezionali. Incredibile è la capacità di Solondz di far ridere lo spettatore davanti al degrado umano (sì, ho riso più volte): inorridisce, commuove, diverte, stupra.

Cinema con la C maiuscola, in grado di sferrare un violentissimo calcio con un finale assolutamente straordinario.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  15/09/2011 16:35:23
   8½ / 10
Mi avvicino per la prima volta al cinema di Solondz.
Il soggetto del film e la presenza si Seymour Hoffman mi facevano decisamente ben sperare ma Happiness è andato ben oltre le più rosee aspettative.
Il titolo è volutamente ironico, non c'è nessuna felicità, se non quella apparente, negli straordinari personaggi del film. Usando un piccolo gioco di parole avremmo potuto tranquillamente intitolarlo Happiless.
Film difficile perchè intelligente, colto, capace di scandagliare il lato oscuro dei propri personaggi, la loro vera natura -in alcuni casi davvero terribile- nascosta dietro la maschera di ipocrisia e di apparente felicità che spesso molti di noi sono costretti a portare.
Happiness racconta in maniera molto frammentaria -quasi ogni scena slegata all'altra- le vicende dei componenti della famiglia Jordan, dagli anziani genitori decisi a separarsi fino alle 3 figlie: Helen una bellissima scrittrice che dietro una vita di successo nasconde una profonda depressione; Trish che sembra avere una famiglia modello ma in realtà è sposata con un pedofilo e Joy, una ragazza bruttina e timida a cui va tutto tremendamente storto (lavoro, relazioni, rapporti interfamiliari), così tanto da arrivare quasi a livelli fantozziani. E l'attrice che la interpreta, Jane Adams, se la lotta con Hoffmann e Baker come MVP della pellicola.
Solondz mescola insieme il tragico, il comico, il surreale, il drammatico e il trash ( ad esempio nei dettagli "eiaculativi" ) in maniera splendida, regalandoci alcune scene davvero leggendarie. Penso ad esempio al dialogo nel call center, alla speciale "colla" per cartoline di Allen o alla telefonata con scongelamento di bistecca. Non con tutti i personaggi però si permette di utilizzare gli stessi registri. Tutte le scene riguardanti Billy ad esempio (il marito pedofilo di Trish) non hanno alcunchè di comico o ironico ma sono al contrario tremendamente drammatiche ( serata dei sonniferi ) se non addirittura devastanti come quella della confessione finale al figlio, una sequenza davvero raggelante resa in maniera strepitosa da Dylan Baker (Bill) e dal piccolo Rufus Read, capace non solo qua, ma in generale, di offrire un'interpretazione strepitosa nei panni di un bimbo che alle prese con i primi istinti sessuali scopre di avere come padre un adulto che va con i suoi coetanei. E' lui a mio parere il personaggio più tragico, la vera e propria vittima del film.
Già... il sesso. Quasi tutti i personaggi di Happiness hanno un difficile rapporto con esso. Esempio lampante quello di Allen, il vicino di casa di Helen, un sex addicted incapace di intraprendere il benchè minimo rapporto con il genere femminile, se non attraverso telefonate spinte. E' un personaggio che fisicamente non ce la fa proprio a tener dentro le proprie voglie e in questo la recitazione di Seymour Hoffmann, sempre affannata come se avesse corso una maratona, è assolutamente sublime (film da vedere tassativamente con la lingua originale perchè gli attori sono tutti meravigliosi).
Un difetto di Happiness è quello di avere una parte centrale un pò stanca, di essere leggermente ripetitivo e un pò "lungo". Alcune scene, tanto per citarne una quella di Ben Gazzara con l'amante, potevano esser tranquillamente eliminate.
Per il resto è talmente alta la qualità della sceneggiatura, dei dialoghi, degli attori (praticamente tutti poi scomparsi, incredibile) e così caustica e sferzante la capacità che ha Solondz di raccontare le propri vicende, da rendere Happiness forse addirittura superiore al film che in qualche modo più gli si può avvicinare, lo splendido American Beauty, uscito, è bene ricordarlo, 1 anno DOPO il film di Solondz. Happiness va molto più a fondo, e malgrado si differenzi dal film di Mendes per la sua vena ironica, è molto più cattivo.
Ho rivisto anche un pò di Bunuel-quello del fascino discreto- in tutte queste tavolate (almeno 3 in ristoranti e 3 private) nelle quali alla fine i personaggi pon mangiano mai -o lo hanno già fatto o lo stanno per fare-. Potrebbe essere anche una semplice coincidenza però.
E proprio una tavolata, quella finale, servirà per riunire per la prima volta tutti i membri della famiglia fino ad allora mostratici sempre in solitaria o al massimo in coppia. E' una tavolata di losers, di persone che in un modo o nell'altro, per colpa propria o di altri, nella vita hanno fallito.
E forse soltanto nella sequenza finale del film (strepitosa) vediamo per la prima volta un personaggio felice, una Happiness genuina e non apparente.
" I came" dice Billy a tutta la famiglia.
Te la meriti Billy.
Una piccola grande felicità che ti meriti tutta

7HateHeaven  @  03/01/2011 12:49:19
   5 / 10
Non mi è piaciuto per niente. Non cerco nessuna morale in un film, ma a mio modo di vedere tutte queste perversioni appartengono ad un mondo elitario, che non mi appartiene, nè mi interessa. Per questo motivo trovo noiose e spesso irritanti certe scene. Riconosco che c'è un gran lavoro per riuscire a dare un organicità a tutte le vicende, ma aldilà di questo non trovo molti altri aspetti positivi.

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Ultima risposta 27/01/2011 11.48.56
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Lory_noir  @  24/11/2010 23:56:59
   7½ / 10
Davvero un'ironica tragica molto tagliente e soddisfacente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  19/11/2010 15:14:51
   8 / 10
Arrivati al termine di film di questo tipo, ci si chiede sempre "dove vogliano arrivare". Il punto è che non esiste una morale della favola. Non ci sono intenti didascalici né critici. L'atteggiamento dello spettatore dev'essere come quello di chi osserva un affresco: coglierne le luci, i giochi d'ombra, gli aspetti cromatici, le posizioni, le espressioni, gli elementi in primo piano, quelli sullo sfondo. Happiness è così: un ritratto. Impietoso e quanto mai grottesco, che oscilla continuamente tra commedia e dramma, uno spaccato multicolore di una certa società americana media di oggi, una società periferica, nascosta e silenziosa, così come il New Jersey è rispetto al tumulto di New York.
Una vicenda assurda e a tratti surreale che indaga i meccanismi della ricerca della felicità da parte di un ensemble di casi umani tormentati dalle incertezze, dai dolori, dalle insoddisfazioni, dai sensi di colpa, dai problemi più disparati. Un puro esempio di cinema corale, che riporta alla mente l'America Oggi di Altman così come ricorda le vicissitudini dei personaggi di Magnolia di Anderson: storie complesse, anche estremamente diverse, ma pur sempre collegate anche solo da un minimo punto in comune, a sottolineare quella sorta di universalità di emozioni e pensieri che sulla pellicola coinvolgono solo i personaggi, ma alla fine riguardano tutto e tutti; è l'affresco di una società intera, non solo di una "famiglia", dipinto attraverso un campione di essa. E che campione: onanisti telefonici, obese sessuofobe omicide, psichiatri pedofili, padri fissati col machismo e con la paura di avere figli gay, undicenni con l'ossessione della maturità sessuale, tassisti russi ladri ed incantatori, donne di mondo che scoprono la propria nullità, e donnine trentenni insicure ed impacciate. Persone sbattute a destra e a manca dalla bufera delle relazioni interpersonali che rincorrono in continuazione la felicità con la speranza di trovarla.
Lo stile di Solondz è fantasioso e delicato, originale, e fugge dagli schemi dei film di genere: c'è commedia, c'è dramma, ci sono particolari che vanno dal volgare, all'osceno, al grottesco, al macabro, eppure non è commedia drammatica, né dramma, nè commedia nera: è un nuovo tratto stilistico, originale autoriale ed unico, dove storie di disperazione, ossessione, vuoto esistenziale possono essere affrontate col sorriso o con la risata, ma anche con delicatezza.
Ben scritta la sceneggiatura, che riesce ad incastrare alla perfezione le varie storie e a non annoiare mai in due ore e venti di film.
Gli attori sono tutti fantastici e molto nella parte: da Philip Seymour Hoffman sempre sudato ed agitato, a Ben Gazzara, Dylan Baker, Lara Flynn Boyle, Jane Adams, Camryn Manheim. Straordinaria la prova di Rufus Read, il figlio dello psichiatra.
Un piccolo gioiellino da non perdere

willard  @  02/11/2010 12:07:42
   7½ / 10
Un viaggio allucinante nei meandri familiari di tre sorelle della media classe borghese americana sul finire degli anni '90.
Sin dall'incipit del film si capisce che i personaggi di questa storia non sono proprio quello che sembrano; dietro le apparenze di una vita pseudo-normale, tranquilla, traspariranno disturbi, psicosi e profondo disagio esistenziale.
Il pregio di Todd Solondz è nel riuscire a trattare con leggerezza (e assoluto cinismo) da commedia situazioni difficili da accettare dal lato umano più comune; nonostante le atmosfere lente e rarefatte il film riesce ad avvincere per oltre due ore senza bisogno di effetti speciali.

baghiero  @  04/10/2010 20:33:58
   6½ / 10
Bel film, guardabile e godibile.
Non lo considero un capolavoro ma sicuramente un film di tutto rispetto.
Bravi gli attori.

Invia una mail all'autore del commento bleck  @  02/09/2010 19:09:35
   8 / 10
Avevo sentito parlare del film ma non l'avevo mai visto...e cavolo che mi sono perso...un opera che è un vero capolavoro...dura molto ma vorresti non finisse mai...
questo è il cinema ragazzi...
ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE...

TheLegend  @  13/02/2010 01:50:14
   7 / 10
Commedia anomala perchè risulta molto seria e cinica.
Forse un pò troppo noiosa in alcuni punti mentre in altri molto divertente.

Invia una mail all'autore del commento baskettaro00  @  17/11/2009 16:43:57
   7 / 10
commedia intensa e drammatica diretta da todd solondz.
a tratti volgare,mai oscena.
buona regia e più che discreta la recitazione degli attori.
un film carino che affronta problemi riguardanti la sessualità.
consigliato.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/08/2010 10.08.52
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Bathory  @  31/10/2009 20:24:47
   7 / 10
Solondz cerca di delineare un ritratto dell'America moderna, con i suoi vizi, le due debolezze, le sue nefandezze..ma il risultato è un film a tratti eccessivo, con alcune scelte discutibili (anche se da alcuni ritenute coraggiose) e una narrazione a tratti farraginosa.
Feroce critica e ironia si fondono in un coacervo di azioni dove spesso è difficile distinguere il messaggio che il regista americano vuole dare.

Di sicuro non lo rivedrò mai più in vita mia...

USELESS  @  20/10/2009 03:32:40
   7½ / 10
C'è chi vole convincersi che va tutto bene, che tutto è apposto, ma siamo tutti degli psicopatici. E meno lo si ammette e più lo si è!

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Ultima risposta 20/10/2009 21.49.05
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  25/09/2009 01:27:42
   7 / 10
Pesantuccio e prolisso ritratto di un'America moderna, sbandata e arrivista.
I personaggi si barcamenano tra solitudine e senso di inadeguatezza, non riuscendo a trovare appoggio in nessuno, meno che mai nella famiglia, descritta come luogo di repressione e incomprensione.

Personalmente però trovo che il film sia scritto molto bene ma pecca nella regia che non trova la chiave narrativa giusta.
Siccome lo si paragona ad American Beauty, penso che Sam Mendes sia riuscito a cavalcare il grottesco in modo intelligente, qui invece non si capisce realmente dove inizi il drammatico, dove l'ironico e dove l'ironico involontario.

Insomma Happiness non trova in modo chiaro la linea del grottesco e a volte alcune trovate sono proprio di cattivo gusto.
Nel complesso resta comunque un buon film interpretato in maniera eccelsa ma American Beauty resta "la bella copia"

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  03/09/2009 13:12:52
   8 / 10
Pesante. Ma bello.

Molto più coraggioso di "American Beauty", la felicità di Solondz è raggiunta solo dopo un lunghissimo percorso di dolore e rassegnazione. Quattro storie intrecciate ci mostrano la tanto acclamata società americana alle prese con pedofilia, immigrazione, solitudine, insicurezza e accidia. Tutte le varie storie sono molto concrete e ben interpretate, e seppur durino poco più di mezzoretta ciascuna riescono a centrare il bersaglio.
Una volta c'era Altman, adesso c'è Solondz e Mendes, dai... non siamo messi così male.

McLovin  @  19/07/2009 16:49:03
   7 / 10
Cinica black comedy che riflette sui mali della società americana contemporanea. Le vita di tre individui si intrecciano secondo un sistema narrativo che ricorda molto i film di Altman (e anche il ben più ambizioso e celebrato Magnolia di Paul Thomas Anderson, uscito l'anno successivo). Colpisce come un pugno nello stomaco. Senza speranza, pessimista fino all'estremo. Con un Philip Seymour Hoffman da antologia

scabo  @  20/05/2009 23:39:05
   7½ / 10
Commedia scorrettissima di un regista senza dubbio fuori dagli schemi. A tratti irritante e squallidissimo, sicuramente non per tutti.

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  20/10/2008 00:29:23
   7½ / 10
Pellicola impietosa e soffocante. Solondz ricorre spesso all'ironia, sì da non appesantirne la visione, ma i sorrisi durano giusto il tempo di rendersi conto che è proprio quell'ironia, al solito, a scavare i solchi più neri di questa, come vogliamo chiamarla, commedia?

"Finché c'è vita c'è speranza ..(di morire)".

Impeccabili gli attori, tutti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  15/10/2008 20:02:44
   9½ / 10
Qui si fa a pezzi tutto: persone, comportamenti, bugie, stili di vita... alla fine non resta che un cumulo di macerie.
Caustico e senza alcuna possibilità di redenzione.
Sì, davvero spietato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/12/2007 01:22:17
   9 / 10
Solondz offre un ritratto lucido e spietato di un universo di solitudini, schiave dei propri egoismi e istinti repressi, generatori di frustrazioni e malesseri che li divoreranno dall'interno. Un cast assolutamente perfetto, diffcile scegliere chi sia il migliore. La scena della confessione del padre al proprio figlio è bellissima e spaventosa allo stesso tempo nella sua raggelante semplicità.

lupin 3  @  11/11/2007 03:41:47
   8 / 10
Abbastanza strano come film, quasi grottesco.
Mi ha ricordato un pò Visitor Q del grande Miike Takashi.

mainoz  @  19/10/2007 10:04:29
   5½ / 10
bellina la prima parte, mentre la seconda parte del film è molto più drammatica che comica..il finale è frettoloso, sbrigastivo e la storia del padre di famiglia è, a mio parere, trattata troppo marginalmente e in modo superficiale.. da promuovere due attori su tutti: la svampita e Seymour Hoffman

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  16/10/2007 13:46:07
   8 / 10
Finalmente un film che ritrae in maniera magari gelida ma molto incisiva la bella famiglia americana, la bella apparenza di un simpatico quartiere residenziale quale il New Jersey.
Ottimo Solondz, come al solito, che in maniera asciutta e quasi senza scampo ci racconta un pezzo di vita comune. Questo film ha quello che manca ad American Beauty ,(che come esordio alla regia ho molto apprezzato), il coraggio. Ottimi interpreti a partire dal grandioso P. Seymour Hoffman.

Dante V  @  03/06/2007 13:30:06
   9 / 10
Credo che tutti i registi italiani (e non solo) che vogliano cimentarsi nella commedia dovrebbero vedere questo film.

goophex  @  13/03/2007 12:41:35
   6 / 10
Il pregio di questo film sta sicuramente nel modo semplice in cui il regista racconta le vicende dei personaggi. Questi pero' seppur veritieri sono dipinti in modo un po' troppo irreale, spesso coinvolti in situazioni surreali. ( tranne per il padre pedofilo). Un film comunque vedibile ma che sicuramente non vi strappera' alcuna risata, tantomeno non va catalogato nel genere commedia bensi' drammatico.

benzo24  @  03/03/2007 18:24:41
   10 / 10
filmissimo, meglio di altman e del suo america oggi.

Oblivisca  @  02/02/2007 20:56:55
   7½ / 10
Grande mescolanza di sentimenti contrastanti che raggiungono la perversione. Commedia nera estrema, non fa piangere e non fa ridere.
Ottimo regista esordiente, bella la fotografia di Maryse Alberti.
Film lunghetto, ritratto al vetriolo della società americana ormai tema affrontato in tutti i modi. Forse il paragone non è perfetto, ma a mio parere supera in chiarezza ed espressività American beauty.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  01/02/2007 09:49:55
   8 / 10
Beh, tra tutti i film alla Carver (scrittore americano che ispirò America Oggi per i ritratti nichilisti dell'americano medio) questo è uno dei meglio riusciti. Non si prende dannatamente sul serio come Magnolia e altri, ma il messaggio è ancora più graffiante e senza speranza di redenzione. La noia è il minimo comun denominatore dei personaggi ritratti in questo film, condita dall'ipocrisia necessaria per mantenere un ruolo nella società. Cattivo.

sweetyy  @  30/12/2006 04:39:11
   8 / 10
Un film diverso dal solito...Le vite di questi personaggi caratterizzati da una qualche stranezza si intrecciano l'una con l'altra e ognuno cerca di raggiungere la felicità a modo suo.
Si avvicina molto al grottesco!

Diames  @  29/08/2006 13:54:22
   8 / 10
Credo che il pregio più evidente di questa pellicola sia quello di riuscire ad inscenare un simile degrado (quello in cui viviamo) senza mai scadere nella pesantezza, nella seriosità, nell'esasperazione da melodramma ecc., che il tema trattato potrebbe suggerire (come spesso accade infatti). Ciò che destabilizza, probabilmente, è il contrasto tra le vicende narrate e lo stile "leggero" con il quale sono presentate. Inoltre riesce a fare dell'inconsistenza della trama (che in realtà non ha né capo né coda, ma si limita semplicemente a raccontare alcuni squarci di più vite legate "a forza" dal fatto di appartenere allo stesso "nucleo familiare") un pregio. Lo sguardo del regista è parecchio distaccato, non giudica, e anche questo aspetto giova alla pellicola, soprattutto in alcuni punti (particolare nota di merito alla parte dedicata al padre di famiglia che si scopre "malato"). La mancanza di taboo coniugata ad una sincera sobrietà, alla mancanza cioè del desiderio di voler shockare a tutti i costi lo spettatore. Un film che abbatte certe barriere senza erigerne altre (cioè quelle del sensazionalismo, della gratuità, della stupidità, della retorica... cosa che purtroppo spesso accade a chi si cimenta in argomenti scottanti). Da vedere.

mister_snifff  @  03/03/2006 02:00:00
   8 / 10
commedia nera inquietante e "disturbata"....Solondz è davvero un grande in questo genere di film

misachan  @  07/02/2006 21:32:11
   6½ / 10
Non è che l'ho capito molto @.@
Tra l'altro non ha un vero finale... per praticamente nessun personaggio si sa come va a finire... e non ho capito nemmeno la morale del film... se mai ve n'è una @.@
Qualcuno mi aiuti°° Cosa accidenti voleva dire il regista con questo film?
P.s: il mio voto è dato quasi completamente a caso°°

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/02/2006 17.33.00
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Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  06/02/2006 16:51:12
   7½ / 10
Un film molto premiato dalla critica e censurato sia nel suo Paese d'origine,e in parte anche in Italia dove la sua visione con il bollo del"vietato ai minori di 18 anni" è preclusa solo a fortunati nottambuli su rai 3 che per caso e con poco preavviso possono assistere a qusto lungometraggio.
Una famiglia del New Jersey viene analizzata per mostrare le nefandezze dell'animo umano che a fine millennio sono sulle cronache di tutti i giornali.Pedofilia,onanismo telefonico,depressioni da separazioni coniugali,incomunicabilità sessuale,omicidi casalinghi,il tutto viene vivisezionato dal regista in una pellicola scarna dove i primi piani ,i silenzi,e le espressioni del viso delgi attori creano un'atmosfera cruda ed eccessivamente realistica.
Atmosfera mai stemperata che nonostante la durata del film(bel oltre 2 ore)non stanca e forse gode di una visione ben precisa del mondo che il regista vuole comunicare allo spettatore:se consideriamo il volto di Todd Solondz come elemento paratestuale del suo film ci troviamo di fronte ad un'immagine inquietante nel panorama registico,ma anche se volessimo attenerci alle sole suggestioni di "happiness",assistiamo ad una pellicola indipendente da ogni genere cinematografico .
Le perversioni dei personaggi,tra cui spicca il padre pedofilo,vengono mostrate senza giudizio e alcuna critrica,non sono considerati nè colpevoli,nè tantomeno degni di riprovevoli considerazioni sociali,ma sono libere di consumarsi da sole ,cosi' come avviene nella maggior parte della casistica umana.
Personalmente avrei preferito un linguaggio meno crudo,e più cinematografico insenso classico,magari più simbolico .L'ossessivo richiamo allo sperma,alla masturbazione sono in effetti un po' pesanti dopo un po' e si potevano sottintendere molte scene,ma non posso che confinare questa mia considerazione alla fine di un commento decisamente positivo.

lapildo  @  27/12/2005 21:14:45
   9 / 10
L'ho visto per la prima volta una sera molto tardi circa alle 3 di mattina su rai 3, non dall'inizio, ma mi è subito piaciuto, mi ha incollato al televisore. Mi ha anche un po' turbato con la sua tristezza. Un film bellissimo. Anni dopo per caso ho scoperto che mio padre nel frattempo lo aveva comprato in DVD con non so quale rivista, e riguardandolo ho sentito una senzazione bellissima. Lo consiglio spassionatamente

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  18/05/2005 08:48:35
   7½ / 10
Eufemisticamente caustico, geniale in alcuni tratti, prolisso in altri, ritratto miserrimo di una società e di una famiglia affogata nelle sue manie, patologie e quotidianità.
Personaggi notevoli e ben caratterizzati nella loro pochezza, a metà tra un American Beauty al quadrato e un Bunuel d'annata, per un giovane autore che sicuramente farà strada.
Per chi l'avesse gradito particolarmente raccomando qualche lettura teatrale, Bernhardt in particolar modo ma anche Pinter e Jonesco.

Kr0nK  @  28/04/2005 13:49:55
   6 / 10
Sicuramente è un film fatto bene. Devo dire però che i personaggi proposti sono a dir poco disgustosi, rendendo così anche il film poco piacevole. Almeno per come sono fatto io, non ho alcun interesse a seguire uno squarcio di vita di un pedofilo o di un pervertito complessato o ancora di qualsiasi altro personaggio proposto.
Mah...

Gruppo REDAZIONE maremare  @  13/12/2004 23:13:09
   10 / 10
Bellissimo film.
Uno squarcio preciso, impietoso, sul degrado morale e la dissoluzione dei valori nelle società capitaliste.
Un film scritto perfettamente e recitato ancora meglio.
Un vero gioiello.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/02/2005 00.55.34
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