greed - rapacita' regia di Erich Von Stroheim USA 1924
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greed - rapacita' (1924)

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locandina del film GREED - RAPACITA'

Titolo Originale: GREED

RegiaErich Von Stroheim

InterpretiZasu Pitts, Gibson Gowland, Jean Hersholt, Chester Conklyn

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 1924
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1924

•  Altri film di Erich Von Stroheim

Trama del film Greed - rapacita'

Un sedicente medici e sua moglie vincono una grossa somma alla lotteria. Tanto basta per rovinare quel poco che resta del loro matrimonio. La donna, pur di non intaccare il gruzzolo, preferisce continuare a vivere in miseria e finisce così a essere uccisa dal marito il quale a sua volta...

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Voti e commenti su Greed - rapacita', 19 opinioni inserite

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DarkRareMirko  @  02/09/2009 23:51:28
   10 / 10
Tra le vette più alte del muto in assoluto, nonchè il miglior film di Von Stroheim.

L'avarizia è una brutta cosa, ma proprio brutta brutta brutta, e questo film, tramite sequenze solo apparentemente retoriche e banali (tipo le continue scene con le mani - cadaveriche mi pare - nel denaro sempre pronte a crogiolarcisi sopra), nonchè con interpretazioni magistrali, ne dà un'ottima rappresentazione.

Da evitare assolutamente la versione tagliata a 135 minuti; solo quella rivisitata e semicolorizzata, da 4 ore (che non sono affatto pesanti, anzi, ma interessanti e ben montate), si avvicina più agli intenti dle grande regista (un pò com'è successo col Caligola di Brass).

Questo è cinema; il denaro non fà la felicità, ma proprio no, soprattutto se molto e soprattutto se è in mano ad un certo tipo di persone.

7 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2009 23.35.55
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Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 20:35:07
   9½ / 10
Quasi quasi, nella foga di commentare capolavori su capolavori, mi dimenticavo del film muto forse etichettabile come l'opera più colossale del cinema, storpiata e falciata da tagli che hanno il sapore della bestemmia. Per ulteriori approfondimenti su questa magnificente quanto metaforica opera ricca di simbolismi rimando all'eccellente commento di Ultraviolence78 (complimenti, veramente un piacere leggere un commento simile).

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/07/2009 20.38.13
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  22/02/2009 21:33:28
   10 / 10
Opera colossale di Eric Von Stroheim, di cui è stato fatto scempio: la produzione dell’epoca ridusse il film, a seguito di tagli –per usare un eufemismo- drastici, dalle 9 ore totali iniziali a meno di un terzo della sua durata, eliminando gran parte delle scene fondamentali ed indi snaturando il prodotto finale del regista (nelle cui intenzioni vi era quella di trasporre pedissequamente e meticolosissimamente il romanzo di Frank Norris “McTeague”), che nonostante tutto è riuscito ugualmente a imporsi come imprescindibile pietra miliare della cinematografia. Solo molti anni più tardi è stato effettuato un restauro della pellicola, attraverso il recupero di vari fotogrammi che sono stati assemblati a guisa di “collage”, da cui è conseguita una estensione della medesima fino a circa 4 ore (la versione più lunga tuttora in circolazione).
In “Greed” Von Stroheim coniuga un realismo durissimo a un ricco simbolismo, disseminato nei vari momenti della storia e spesso legato ad una superlativa vena visionaria, dalla quale originano intere scene. Il fine del regista è quello di mettere in scena un’umanità totalmente inaridita e abbruttita dalla avidità oggettivata, oltre che dal comportamento stesso dei vari personaggi, altresì da disparati simboli, allegorie e metafore; tra i tanti: la scena del banchetto di nozze in cui tutti i convitati sono immersi nella crapula, quella del gatto che guarda cupidamente e rapacemente gli uccellini in gabbia, o ancora quella superba delle braccia scheletriche che giocano con le monete d’oro. La cupidigia sfrenata conduce i tre protagonisti della vicenda ad annientersi vicendevolmente in una climax di ferocia, che culmina nei tre minuti finali del lungometraggio, nei quali si condensano alcuni dei momenti più potenti della storia del cinema (a cui probabilmente si è ispirato Gus Van Sant in “Gerry”). L’animo umano che si specchia nella natura circostante: un deserto sconfinato (quello imponente della “Death Valley”) teatro di morte di due uomini, a cui non rimane più niente, se non proprio quelle dannate monete d’oro che, nell’immagine di esse sparse al suolo desertico, vengono restituite alla loro dimensione originaria: l’inutilità o -“rectius”- perniciosità, in quanto mezzi che favoriscono il degrado dell’individuo fino all’estremo inaridimento.
Un capolavoro assoluto ma allo stesso tempo maledetto, perché sciaguratamente depredato di sequenze importanti (come quella del sogno di Trina) nonché di due intere sezioni (relative alle altre coppie di personaggi della storia). Probabilmente, senza questi tagli, l’opera di Von Stroheim avrebbe assunto una portata diversa, e magari con uno spunto più conciliante (così come sembrano palesare i fotogrammi afferenti alla vicenda dei due vecchietti).

4 risposte al commento
Ultima risposta 03/09/2009 00.09.22
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Duca di Blangis  @  28/03/2006 20:48:16
   10 / 10
Greed è il film più mutilato di tutta la storia del cinema, quando era finito era di circa 10 ore!!! poi è stato ridotto a 4...io ho visto la versione da 2 ore e mezza. Non ci sono parole per descrivere questo film, a mio avviso il MIGLIORE film muto mai fatto...OGNI scena è coinvolgente(NON eisiste un film dove TUTTE le scene sono AVVINCENTI...tutte le scene...tutte tutte!), grottesca, cinica, sadica(il film è un climax di crudeltà ed arriva al punto dove mcTeague morde la mano alla moglie per farsi dare i soldi)...`questi aggettivi portano ad un aggettivo di sintesi finale: realistico!
Von Stroheim, ovvero" l'uomo che amereste odiare" è uno dei più grandi psicologi della storia del cinema; riesce ad ottenere quello che vuole dai personaggi...trattandoli male, infatti trattandoli come cani gli attori vogliono andarsene e proprio allora Stroheim fa il film. Ricordo che un attore alla fine delle riprese nel deserto è stato ricoverato.
Tutto il film è legato alla metafora dei due uccellini in gabbia...la moglie guarda gli uccelli in gabbia, poi con aria triste guarda il suo nuovo marito...
Memorabile la sequenza finale nella valle della morte, dove fino alla fine i 2 personaggi lottano per il denaro...ma poi è troppo tardi...uno muore....la borraccia bucata da un colpo di pistola....il cavallo morto....McTeague(ammanettato al nemico morto) si siede...prende l'uccellino, lo bacia come aveva fatto all'inizio del film e lo lancia via verso la libertà...questo cade morto e metaforicamente si capisce cosa succederà al nostro eroe, vittima del denaro e carnefice dei sentimenti.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/09/2009 22.54.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  15/04/2005 19:25:07
   10 / 10
Sarò molto sincero. Tra tutti i film del periodo muto del cinema "Greed" è sicuramente quello che mi ha trasmesso di più. Direi che in quell'epoca è il mio preferito.

Stroheim fa un film universale che non è solo un saggio indimenticabile sull'avarizia, ma un'opera visionaria e mastodontica praticamente impossibile per l'epoca, sulla triste realtà degli uomini e dell'umanità.

Strhoeim è forse una delle vittime più illustri dei rapporti difficili tra le produzioni e i cineasti genialoidi. Tant'è che alla fine dopo qualche film si dedicò esclusivamente al mestiere di attore, fino alla sua magistrale interpretazione in "viale del tramonto", dove il regista Billy Wilder scelse per lui non a caso, la parte del maggiordomo ex cineasta che aveva lavorato in passato con la Swanson (cosa vera tra l'altro, in "queen kelly"). In sostanza una dedica a un cineasta di cui avremmo potuto vedere veramente tanti capolavori.

"Greed" all'inizio durava 4 ore, poi accorciato a 3. Alla fine la produzione lo tagliò fino all'attuale durata. 6 mesi di riprese, un budget mastodontico per l'epoca.
Nonostante i tagli, e nonostante il regista disse che alla fine non rimaneva molto di quello che lui originariamente voleva, "Greed" rimane uno di quei film di cui non si può fare assolutamente a meno.
E come dicevo all'inizio, rimane uno di quei film muti che mettono i brividi anche oggi che sono passati 80 anni.
Penso che l'epilogo amaro ambientato e girato nella Death Valley in Nevada, non lo dimenticherò mai.

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Ultima risposta 03/09/2009 20.41.26
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