grazie padre pio regia di Amedeo Gianfrotta Italia 2001
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grazie padre pio (2001)

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locandina del film GRAZIE PADRE PIO

Titolo Originale: GRAZIE PADRE PIO

RegiaAmedeo Gianfrotta

InterpretiGigione, Jo Donatello, Antonio Allocca, Mariano di Martino

Durata: h 0.43
NazionalitàItalia 2001
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2001

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Trama del film Grazie padre pio

Gigione va in tournee e Jo Donatello, che vorrebbe andare con il padre, è costretto a rimanere a casa. Passeggiando per la città incontra un amico con due giovini pulzelle, di cui una ovviamente deve toccare a Donatello, che la incanta con la più pallosa e retorica canzone d'amore smielata. La ragazza però è in pena per "tutte quelle persone che combattono per la libbbertà", perciò Donatello si offre di fare il pilota in una serie di corse clandestine che non abbiamo il piacere di vedere. Su tutta l'operazione vigila Don Franco, sinistro uomo dal fare camorrista che prende il giovane innamorato sotto la sua protezione. Di ritorno dalla trionfale serie di concerti Gigione scopre che Donatello è invischiato in un brutto giro, e dopo un inconcludente confronto con Don Franco, pensa bene di andare in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo per chiedere la grazia a Padre Pio. La grazia viene ottenuta immediatamente, visto che Donatello, vincendo TUTTE le corse, raggranella i soldi che servono appunto per "le persone che combattono per la libbbertà": la ragazza può così partire, dopo una sveltina con Don Franco, e Donatello può andare addirittura ad incontrare il padre sotto la statua del Santo di Pietrelcina.

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Voti e commenti su Grazie padre pio, 119 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI julian  @  19/01/2010 03:35:31
   2 / 10
Grazie Padre Pi... ehm volevo dire Ciaby, per avermi fatto scoprire questa perla che, puoi starne certo, non verrà dimenticata, almeno nel mio capoluogo.
Gigione e Jo Donatello: solo la punta dell'iceberg di quel triste fenomeno che è la neomelodica napoletana, un letale mix di testi smielati e retorici all'inverosimile e pessima musica melodica che rasenta il grottesco.
I due canta(utori ahah!), padre e figlio, sono già un monumento trash nel loro (???) campo, fortunati e molto conosciuti dal Molise in giù (come testimonia anche la villa di inizio film che quasi certamente è la loro...), figurarsi in un film cos'hanno potuto combinare...
Una volta mi è capitato di trovarli dal vivo in un paesino campano, insieme alla figlia/sorella Menayt che ballava sul palco, e non potete immaginare quanta gente portano con le loro musichette da fiera popolare.
Tornando al "film": esso inizia nella villa sopracitata con Gigione che chiama il figlio "Donatelloooooooooo, Donatellooooooo", segue breve discussione in cui Donatello, che sfoggia un impeccabile capello lungo riccio e unto, fa capire di voler andare in tournee con lui (chissà che mega tappe erano previste...); poi Gigione dichiara, da vero fiero napoletano, che manterrà la promessa di cantare insieme al figlio, tanto un mese passa subito per chi è giovane (mica lo sapevo questo) e conclude: "mi raccomando, pensa a studiare", tralasciando però il fatto che probabilmente il figlio ha abbandonato la scuola 25 anni prima, forse anche prima di lui (SPOILER: in seguito par di capire che Donatello frequenti una non meglio specificata università).
Tutto poi si svolge velocemente e confusamente: Donatello incontra un amico di vecchia data con due donzelle al fianco, una delle quali, la bionda, calda calda per lui. Jò la seduce con il suo capello metallaro, la colpisce con la camminata impacciata, la tramortisce con la voce calda da cantante melodico e la schianta definitivamente in riva al mare con una canzone di una profondità disarmante che recita, in breve, "i t'vogl bene, tantu bene, io ti amo tanto amore sai, io ti voglio questa sera dai, tutta per me" cantata in un malriuscito playback.
Alla fine della canzone c'è la perla di saggezza giustamente già evidenziata da tutti: "scusa Donatello è solo che..." "non ti è piaciuta la canzone ?" dice lui con uno sguardo serio da dietro i ridicoli occhialetti da sole tondi, "no anzi, mi è piaciuta tantissimo, è che penso a tutta quella gente che soffre e combatte quotidianamente per la libertà". Ora, o la tipa fa un riferimento bollente alle false democrazie del nostro mondo, o è rimasta tragicamente indietro al 1848.
A qualsiasi cosa si riferisse, Donatello concorda con aria mesta.
Improvvisamente Jo si butta nel brutto giro di Don Franco, un improbabile camorrista che ha addirittura il potere decisionale su cosa prendere al bar.
A seguire noiose scene d'amore tipo filmino amatoriale e poi un'altra perla:
"sai, sei un uomo che fa eccezione: sai correre, sai cantare, sai fare bene l'amore (da notare la priorità al correre) ....... non deludermi Donatello, avrai l'amore: il mio, e i soldi: quelli delle corse".
Finalmente arrivano ste benedette corse cladestine: un'Alfa Romeo e una Bmw che si sfidano a folle velocità per le strade di campagna con musica da giostra come accompagnamento.
Ritorna Gigione che scopre il losco giro in cui si è cacciato il figlio e va a sfidare faccia a faccia il temibile Don Franco: "portaci due caffè" fa Don Franco che ancora una volta decide per gli altri, "io il caffè lo prendo solo con gli amici" "prego, accomodatevi" "io mi siedo solo con i miei amici" "allora siete destinato a bere pochissimi caffè e a stare quasi sempre in piedi". Azz...
Saltiamo direttamente a quando Jo scopre il tradimento della bionda che lotta per la libbertà, che se la faceva con Don Franco e nel frattempo si fott.eva i soldi delle mitiche corse per aiutare la gente non libera: ma non è come penzava Donatello.... tutto si risolve con una tristissima lotta greco-romana sulla sabbia che vorrebbe sembrare una scena d'amore.
Nel frattempo Gigione sta andando a San Giovanni Rotondo e, dopo una curva terribilmente difficile dell'autobus che dura ben 25 secondi, inizia il viaggio, durante il quale il cantante napoletano avrà modo di interrompere un noioso rosario in luogo di una più appropriata canzoncina inneggiante a Padre Pio (da notare, nell'incursione nella casa di Padre Pio, il cameraman perfettamente visibile sui due riflessi del vetro di fronte a lui).
Dopo il miracolo del santo che riconcilia padre e figlio, dove non manca la redenzione di Jo che pure ammette di non aver trovato in fondo brutte persone, c'è l'atteso happy ending con i due che si ritrovano finalmente a cantare insieme una commovente composizione per la madre.
Che dire ? Quasi inimitabile questo film che apre una nuova frontiera del trash.
2 perchè alla fine son due tragici personaggi che ispirano simpatia.

5 risposte al commento
Ultima risposta 05/07/2010 18.10.33
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