grazie a dio regia di François Ozon Francia 2018
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grazie a dio (2018)

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locandina del film GRAZIE A DIO

Titolo Originale: GRÂCE À DIEU

RegiaFrançois Ozon

InterpretiMelvil Poupaud, Denis Ménochet, Swann Arlaud, Éric Caravaca, François Marthouret, Bernard Verley, Josiane Balasko, Martine Erhel, Hélène Vincent, François Chattot, Frédéric Pierrot, Aurélia Petit, Julie Duclos, Jeanne Rosa, Amélie Daure, Nicolas Bridet, Pierre Lottin, Fejria Deliba, Baya Rehaz, Stéphane Brel, Pauline Ziade, Martine Schambacher, Serge Flamenbaum, Christian Sinniger, Bernadette Le Saché, Arnaud Viard, Xavier de Guillebon, Stanislas Stanic, Alexandre Steiger, Vincent Berger

Durata: h 2.17
NazionalitàFrancia 2018
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2019

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Trama del film Grazie a dio

Tratto da una storia vera il film vede come protagonisti Alexandre (Melvil Poupaud) e due suoi amici d'infanzia. Un giorno l'uomo scopre che padre Preynat (Bernard Verley), il prete che lo ha molestato durante l'infanzia, è tornato a dir messa nella regione di Lione. Oltre a essere una vittima, Alexandre è un padre e non accetta che il sacerdote possa avere ancora contatti con i bambini. Dato che la Chiesa si rifiuta di sanzionare Preynat, l'uomo è pronto di agire per conto suo e insieme ad alcuni amici di vecchia data ed ex vittime, François (Denis Ménochet) ed Emmanuel (Swann Arlaud), decide di continuare a lottare affinché il silenzio, sotto cui sono nascoste le orribili vicende, prenda voce. Iniziano una serie di denunce di eventi passati, mentre viene mostrato come il trauma si sia ripercosso sui protagonisti e le loro famiglie. Ma la battaglia all'omertà ecclesiastica provocherà conseguenze sulla vita di ognuno di loro.

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Voto Visitatori:   7,36 / 10 (11 voti)7,36Grafico
Migliore attore non protagonista (Swann Arlaud)
VINCITORE DI 1 PREMIO CÉSAR:
Migliore attore non protagonista (Swann Arlaud)
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Voti e commenti su Grazie a dio, 11 opinioni inserite

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Goldust  @  16/11/2023 16:57:50
   6 / 10
Tra i film più impegnati e lineari di Ozon, che ha voluto riprendere un fatto scandaloso legato alla pedofilia clericale francese per leggere un problema reale della nostra società troppo spesso passato sotto silenzio. Lo fa con una narrazione incrociata che abbraccia diversi punti di vista di partenza, da quello credente fino al laico, e senza mai giudicare i fatti dalla posizione privilegiata del regista. Ma se i toni sono indubbiamente rigorosi, e ci mancherebbe altro vista la materia trattata, da un autore spesso coraggioso come lui mi sarei aspettato un trasporto emotivo maggiore, se non addirittura qualche colpo ad effetto scompaginante come tipico del suo cinema. E si arriva alla fine un pò provati da una visione lunga che in qualche passaggio si fa anche prolissa.

TheLegend  @  24/02/2022 01:53:08
   6½ / 10
Film importante per quello che racconta.
Il risultato poteva essere migliore

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  02/10/2021 21:26:21
   8 / 10
Mi è piaciuto.
Intimo, intenso, empatico.
Ricorda il più noto Spotlight? Si, e anche quello mi è piaciuto, ma questo ha un taglio più intimista. Per me più interessante e consigliabile.
In mezzo a tanti film mediocri che mi sono capitati ultimamente mi sento di premiarlo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  18/03/2021 13:06:01
   7 / 10
Argomento molto delicato quello scelto da François Ozon all'ennesima buona prova di fila della sua carriera.
I gravi errori di un pedofilo travestito da prete che non nega mai le sue colpe perche è il sistema che lo potegge il vero colpevole di questa storia.
Ozon non generalizza ed è bravo a dividere la storia in 3 atti dove ognuno dei protagonisti vive a modo suo la fede, il fervente cattolico è la figura piu' combattuta e interessante ovviamente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  07/12/2020 17:37:51
   7½ / 10
La vera storia degli abusi sui minori di padre Preynat, finalmente incarcerato all'inizio del 2020.
Guardando il film viene alla mente "Il caso spotlight", l'altro film gemello per tema e forma, con l'unica differenza che se nel "Caso Spotlight" l'investigazione era più giornalistica, in questo "Grazie a Dio" i protagonisti non sono giornalisti di mestiere ma gente comune, con le ripercussioni sociali e familiari che devono affrontare dopo le loro denunce e il ritrovato coraggio.
F. Ozon come molte altre volte racconta temi scottanti (violenze familiari - "Ricky" -, transessualità - "une nouvelle amie" -, ora pedofilia nella chiesa...) e non perde mai la bravura nel creare film coinvolgenti senza essere pacchiani o politici. Racconta le situazioni cruciali delle persone normali, tre vittime definite benissimo anche grazie agli attori, e di questi registi ne avremo sempre bisogno.
Forse un po' di parte, perché la Chiesa appare completamente piena di interessi e ipocrita, ma in fondo non è spesso così la realtà?

3 risposte al commento
Ultima risposta 10/12/2020 19.51.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  18/04/2020 20:59:29
   7½ / 10
«Grazie a Dio, i fatti a cui si fa riferimento sono tutti prescritti». Tragica e grottesca la pubblica dichiarazione di Barbarin riguardo i fatti di pedofilia tra le tonache della diocesi di Lione. Il film di Ozon prende sicuramente spunto da Spotlight, ma rimane complementare al suo omologo americano. Lo sguardo è più intimo nel raccontare tre tipologie di personaggi diversi per estrazione ed evoluzione culturale e sociale, ma accomunati dall'esperienza di un tradimento verso la propria fede e verso quell'istituzione che la rappresenta. Qualcosa che va oltre le molestie e gli stupri. Grazie a Dio racconta un presa di coscienza collettiva da parte di quelle vittime che hanno nascosto dentro la propria anima un segreto inconfessabile. Ozon descrive l'evoluzione psicologica dei personaggi. La parola liberata, nome dell'associazione, è un modo di cercare di confrontarsi verso un passato tragico rimasto impunito da un'istituzione perversamente attaccata al concetto di lavari i panni in casa, non ammettendo, nemmeno di fronte all'evidenza, di avere un problema grave. Molto più efficace la prima parte rispetto alla seconda, che soffre di qualche passaggio a vuoto, ma molto bello l'immagine finale con quella domanda rimasta sospesa: "Credi ancora in Dio?"

Jokerizzo  @  29/03/2020 14:34:59
   9½ / 10
Bellissimo film di denuncia! Provvedete immediatamente alla visione perché ne vale veramente la pena!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  29/03/2020 13:57:22
   7½ / 10
Forte denuncia sull'abuso dei minori all'interno della chiesa cattolica. Ben realizzato e recitato, non risulta mai pesante o retorico.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  07/03/2020 19:21:02
   7 / 10
buon film , molto crudo e diretto nei contenuti , alla fine provoca molta empatia per i protagonisti e credo che sia quello che voleva il regista .
c'e' un punto di partenza , una serie di testimonianze che portano alla conclusione finale . percorso logico ineccepibile . ben fatto .
non è un capolavoro per un certo ripetersi delle ituazioni nella parte centrale .

Lockjack  @  22/02/2020 01:03:10
   7 / 10
Mh, buon film. Mi piace ch'abbia un taglio che direi sufficientemente imparziale, non facendosi portabandiera di mutevoli teorismi clinico/diagnostici o modali (ch'è sostanziale sinonimo di "discrezionali", per gli effetti che produce) giudicàggini di mestiere.
Ché quelle son cose che cambiano. Molto, ma molto, ma molto più velocemente di quanto cambiano le specie biologiche come quella di voi sapiens. Sapiens ch'ora siete sani e magari pur meritevoli e poi, nel giro di qualche rivoluzione planetaria, potete divenire malati e abiettemente anormali.
Senza che nulla sia cambiato dei vostri pressoché immutevoli tratti personologici.

Io me lo ricordo. Poco più o meno di 25 anni fa non esisteva la pedofilia.
Giornaletti zozzi con bambini dentro li trovavi in edicola. Magari separati dall'Uomo Ragno soltanto da una fila di Settimana Enigmistica.
Oh... trovassi un mio coetaneo che se lo ricorda! :-(

Povero istituto clericale... coi suoi duemila anni di cambiamenti pesati col bilancino, cerca solo di mantenere un po' di coerenza all'interno d'una società ch'è volubile come le strobo in discoteca.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/12/2020 17.33.29
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  20/10/2019 03:48:52
   7½ / 10
Premetto che preferisco questo nuovo film di Ozon al tedioso e secondo me artificioso e stra-premiato "Il caso Spotlight" e comunque nella sua durezza narrativa "Grazie a Dio" è un'opera insolita, che mi ha ricordato "Polisse" di Maiwenne. Credo di poter dire tranquillamente che la necessità di farne un film inchiesta finisce per farlo arroverare su se stesso, rischiando di perdere in credibilita'. Tuttavia l'incipit che esprime con disagio i dogmi della chiesa ma soprattutto dei Vangeli sul "perdono e la redenzione" mi è piaciuto assai e lo trovo uno dei tanti temi da dibattere sull'argomento. Fin dall'inizio da spettatore non ho pensato esclusivamente a un film sulla pedofilia dei preti sui bambini, ma sulla negligenza sociale che espia ma spesso non condanna i reati, infatti si parla di uno stupro a una donna taciuto e mai denunciato per paura di ritorsioni familiari/sociali. Qui i nuclei familiari ora cattolici ora no (domanda può q. No credere ancora ai riti della Chiesa dopo quello che ha passato? È giusto mettere i propri figli in uno stato di ansia perenne per evitare che accada qualcosa a loro di simile? È facile lievitare un Clan di vittime quando sai che molte altre voci e altri soprusi non saranno mai evocati?) si trovano davanti a dimensioni quasi quasi popolari come la messa o la cena di Natale, ed è sconcertante che un regista poetico ma trasgressivo come Ozon sia stato in fondo così rigoroso ma anche rispettoso delle tradizioni. In realtà il film, che diventa una "rete" di destini (stile Micheal Haneke prima maniera) è coraggioso e resta insostenibile, sia per i dialoghi che per le prove maiuscole degli attori, in particolare delle attrici. Il tutto sembra/è piuttosto affettato ma ognuno esprime il Sé stesso come se avessero vissuto davvero quei drammi. Un film importante anche con il limite, appunto, di diventare troppo "rotocalco" di essere impostato troppo sulla sua sacrosanta condanna morale. Non il miglior Ozon in assoluto, ma di certo quello che ricorderemo di più in futuro

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