Il film racconta l'ascesa criminale del boss italo-americano John Gotti, il mafioso, scomparso 16 anni fa per un cancro alla gola, che fu a capo della famiglia Gambino di New York City. Il film racconta l'uomo che fu a capo della criminalità durante gli anni ’80, divenendo praticamente una celebrità, sfoggiando vestiti eleganti e dando l'impressione di essere intoccabile di fronte alla legge.
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L'interpretazione i significati sempre attuali di quando una persona è costretta a farsi giustizia da solo a causa di una società completamente corrotta. Non ci saranno le moine siciliane del genere, ma il senso crudo del genere padrino poi è questo. Per la maggior parte delle persone poi questa persona veniva ricordata bene e da solo faceva funzionare meglio le cose.... c'è molto da riflettere su questa cosa...
Non merita stroncature, è un mafia movie nella media ben sorretto da Travolta; scorre via bene, risulta non chiarissimo in alcuni passaggi ma le battute di Travolta son simpatiche ed il film un minimo di stile ce l'ha.
L'ho trovato forse un po' ingarbugliato soprattutto all'inizio. Per il resto il bravo travolta da il meglio e sostiene la pellicola interessante praticamente da solo. Forse lento ma è un focus su un personaggio particolare. Sufficiente.
Gotti non è così orribile come la critica dice essere: certo, ha i suoi difetti, SPECIALMENTE a livello di sceneggiatura e di caratterizzazione dei personaggi che ruotano intorno al protagonista, ma nel complesso è un thriller godibile che non tocca assolutamente livelli di B-movie.
Prima di descrivere il film una citazione a John Travolta: ma quanto è bravo? E' uno degli attori più versatili e capaci di Hollywood, ci ha regalato grandi emozioni in tutti i personaggi che ha interpretato; non per ultimo questo Gotti in cui ha dato veramente il massimo in un ruolo molto difficile e delicato considerando i "mostri sacri" che in passato hanno fatto il bello ed il cattivo tempo nei film di mafia. Il film è abbastanza lineare, ma per chi non conoscesse la storia (come il sottoscritto) è un'ottima opportunità di imparare qualcosa sulla malavita dell'epoca.
Gotti , gangster di origini italiane, fu un nome altisonante di Cosa Nostra, parliamo di un personaggio impelagato nei giri illeciti degli anni 80/90, prima la gloria poi l'inesorabile declino in un mondo fatto di circuiti chiusi e spietati.
"Gotti - A Real American Godfather" è il titolo originale di questa produzione americana di Kevin Connolly. Il film incuriosisce gli amanti del genere, la storia su un italo americano, può sempre risultare "seducente" per chi è conoscitore di film come "Il padrino" e "C'era una volta in America". I temi e le dinamiche della mafia siciliana sono da tempo immemore un tassello della cinematografia. La produzione di Connolly risulta essere di ottima fattura , al di la di un buonissimo e carismatico John Travolta, il film poggia su un architettura registica di non poco conto. Alcune sequenze sono create su giochi tecnici non indifferenti, le musiche poi sono un altro grande pilastro del gioco. Non da trascurare poi le ambientazioni di una vecchia e fumosa America e i costumi degli affiliati gangster. Cappotti , giacche , cappelli.
"Gotti, Un vero padrino americano", visto in una ottica squisitamente tecnica, gareggerebbe con le migliori produzioni del genere, senza alcun dubbio. Il problema, o limite, è rappresentato da una storia non perfetta. Insomma manca una totale scannerizzazione "professionale" di Gotti, la regia si focalizza più sul rapporto con la famiglia che sulle vicende malavitose. La cosa potrebbe essere anche un ottimo diversivo , però, si rischia di mandare lo spettatore su Wikipedia a fine visione. Praticamente col film di Connolly possiamo carpire il carattere e la filosofia del personaggio, possiamo conoscere figli e amici, ma il contesto malavitoso non è elaborato fino in fondo. Manca qualcosa. La sceneggiatura dunque entra, consequenzialmente, nel discorso. Le nostre restano comunque riflessioni soggettive.
La visione è consigliata, nonostante i temi "duri" e malavitosi, il film può esser visto anche da un pubblico più vario, non si eccede quasi mai nella superflua violenza, la pellicola ha un suo specifico senso dell'equilibrio.
Un punticino in più perchè la pellicola prova a narrare una storia vera (sempre ben accetta), e un altro punticino ad un Travolta che ce la mette tutta per calarsi nei panni del protagonista e salvare il film, pur se con scarsa riuscita (a mio avviso scopiazza orribilmente il Vito Corleone di Brando). La regia è davvero pessima, soprattutto per la scelta della narrazione, approssimativa e confusa. Mediocri gli interpreti (a tratti inguardabili).