Un a donna rimane intrappolata nella casa di un avvocato e della sua famiglia a causa di un'improvvisa e inspiegabile rivolta di migliaia di uccelli, che attaccano gli abitanti del paese.
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Mi dispiace, ma stavolta il buon Alfred ha toppato. Non si può fare un film di 2 ore e raccontare così poco.
Non bastano una regia mastodontica ed effetti speciali epr l'epoca incredibili, a salvare la baracca e se c'è un qualche significato simbolico o filosofico, è pure pressochè impossibile capirlo.
La prima ora è estenuante, molto pesante e col senno di poi abbastanza inutile (o comunque di molto compattabile) per i risvolti successivi. Poi finalmente arrivano gli uccelli, e la tensione inizia gradatamente a salire anche se per arrivare a livelli degni del "maestro del brivido" bisogna aspettare i minuti finali. E per inciso opinione personale, eccezion fatta per Psycho, tutto questo brivido nei film di Hitchcock io non l'ho mai visto, potrà essere stato un maestro nella regia ma in quanto a brivido..
Altra cosa che non riesco proprio a condividere con la maggior parte del pubblico è il giudizio sugli effetti speciali: gli attacchi degli uccelli (soprattutto i primi, l'invasione finale è già più curata) sono troppo palesemente finti anche per l'epoca, stiamo parlando di un film del '63 non del '33.
Pur avendolo visto più di una volta e a distanza di anni, non sono mai riuscito a trovarmi d'accordo con la fama che si porta appresso, o quanto meno non totalmente, ma in fondo la penso così per buona parte della filmografia di Hitchcock. La tensione si riduce ad una manciata di minuti, giusto un paio di scene quelle sì degne della loro fama: troppo poco per considerarlo un capolavoro.
Brividi. Terrore. Ansia. Queste le principali sensazioni che attraversano il mio corpo e il mio cervello ogni volta che mi accingo a rivedere questo capolavoro, inamovibile sul podio dei migliori film del maestro britannico. Lo considero anche l'ultimo grande capolavoro di Hitchcock nonostante i due film successivi siano comunque due buonissimi lavori. Qui siamo all'apice del periodo più pessimista e oscuro del regista (per me il periodo migliore, quello che raccoglie gli altri due capolavori assoluti Vertigo e Psycho), dove addirittura assistiamo ad una virata dal Thriller (di cui appunto Psycho è forse il vertice assoluto) verso lidi più Horror. E come considero il capolavoro del 1960 il miglior Thriller di sempre, mi spingo a ritenere "Gli uccelli" il miglior film Horror di tutti i tempi al pari de "L'Ora del Lupo" di Ingmar Bergman (anche se entrambi vanno ben oltre il normale concetto di film horror), più di Shining, Alien, Rosemary's Baby, Texas Chainsaw Massacre, Vampyre, i Nosferatu di Murnau ed Herzog, La Cosa; tutti grandissimi film che non raggiungono però i livelli di perfezione quasi totale di cotanto monolito. Questo capolavoro non lascia scampo ne ai protagonisti ne agli spettatori, se già in Vertigo e in Psycho Hitchcock si era divertito a mandarci fuori strada, ingannarci e lasciarci all'oscuro per molto tempo (cosa da lui mai fatta prima), almeno nel finale o comunque nella seconda parte del film (Vertigo) ci veniva svelata la verità o la vera strada del film. Qui no, non sappiamo nulla all'inizio e durante la prima parte del film (prima che, anche qui, si scateni l'inferno quando fino a quel momento non si capiva bene dove la storia sarebbe andata a parare) e non sappiamo nulla nemmeno quando scorrono i titoli di coda, ed è spiazzante. Hitchcock non da spiegazioni all'assalto degli uccelli, non c'è motivo, la natura si ribella e basta. E vince, l'uomo alla fine è sconfitto, in fuga, nella totale incertezza del proprio destino. Straordinario il finale sospeso (anzi, praticamente non c'è) con
i protagonisti che si allontanano in macchina, migliaia di uccelli a sorvegliarli da ogni dove, fermi, immobili, silenti, vincitori. E tutto finisce nell'inconsapevolezza di ciò che è stato e ciò che sarà, con la tensione e l'inquietudine che ha ormai raggiunto nello spettatore livelli limite.
Uno dei capolavori del maestro Hitchcock è questo horror metafisico, dove la paura viene dal cielo, da uccelli neri e assassini. Soprattutto sadici senza una ragione apparente. Ed è questa non spiegazione la vera forza eversiva di un film in netto anticipo sui tempi, ancora oggi angosciante e godibile.
L'orrore si materializza in un placido paesino fuori San Francisco, dove ad uccidere potrebbe essere la noia non certo la rivolta della natura. Ma Hitchock non si limita a sfiorare il tema ecologista, va ben oltre. Tra madri castratrici (il fantasma di Psycho aleggia per tutta la prima parte), profezie bibliche e paure ancestrali, lo spettatore viene trascinato in un vortice di scene forti (addirittura splatter per l'epoca) dopo la consueta prima parte preparatoria (sceneggiata in modo impeccabile).
Scambiata per l'impiegata di un negozio, la ricca e stravagante Melanie Daniels porta una coppia di pappagallini inseparabili all'avvocato Mitch Bennerche vive nell'isolato paesino di Bodega Bay e qui resterà intrappolata con la di lui famiglia nell'apocalittica rivolta degli uccelli che a migliaia assalgono la popolazione.
splendido thriller-horror del maestro del brivido, uno dei miei preferiti di Hitchcock nonostante le sua particolarità, la sua stranezza, l'impossibilità di dare una spiegazione precisa e univoca su ciò che succede, ma questo è proprio il motivo per cui mi piace così tanto. a chi mai sarebbe venuto in mente di elaborare un thriller che narra le "gesta" dei solitamente innocui uccellini, che da un giorno all'altro decidono di ribellarsi contro l'uomo senza nessuna valida ragione apparente?? beh solo al regista in questione è una risposta semplice; mi piacerebbe capire come diavolo gli sai venuta in mente un'idea simile ma rimarrà un mistero...la ragioni che portano gli uccelli a compiere tali aggressioni gratuite non le sapremo mai, potrebbero essere molteplici, un avvertimento da parte della natura per via dello scempio che l'uomo negli ultimi due secoli ha compiuto contro di essa, una punizione imposta "dall'alto" di cui gli uccelli si fanno portavoce; non so potrebbe essere qualsiasi cosa, fatto sta che quella che di per sé sembrerebbe una improbabile storia di terrore riesce a diventarlo in pieno grazie alla maestria di un uomo che ha saputo davvero rivoluzionare il modo di fare cinema e di concepire il genere thriller, sopratutto quello legato al mistero. alcune scene hanno fatto la storia, l'inizio non è molto entusiasmante ma già si avverte un'inquietante presagio nell'aria, gli attacchi non sono facilmente prevedibili ad una prima visione e più si va avanti, più la tensione cresce finchè nel finale esplode e diventa pura adrenalina, un crescendo continuo insomma. Certo oggi potrà sembrare che non faccia più lo stesso effetto di 50 anni fa anche per via di effetti speciali non più moderni, ma questo film era avanti anni luce per l'epoca ed è stato cmq realizzato in modo straordinario. Per chi è ancora capace di emozionarsi con una pellicola datata riuscirà ancora nel proprio intento di inquietare.
GLI UCCELLI costituisce per molte ragioni un'anomalia nella produzione del regista. É infatti l'horror più convenzionale tra quelli girati dal maestro e forse il più enigmatico. La pellicola si presta a interpretazioni diverse, ma Hitchcock fornisce pochi indizi. Se il film ha un significato simbolico preciso, il regista lo ha voluto dissimulare abilmente con il fascino del terrore. Il tema del film rimane brillantemente indefinito, con Hitchcock che enfatizza l'atmosfera di terrore e gli spaventosi effetti. GLI UCCELLI comprende un uso pioneristico del mascherino: in combinazione con alcuni uccelli meccanici e parecchi esemplari veri, ogni attacco dei volatili é reso in modo molto efficace. La tensione sale ancora grazie all'innovativa colonna sonora in parte elettronica, una miscela di suoni indecifrabili e sinistri che spesso copre i versi degli uccelli e il battito minaccioso delle loro ali.
Ottima idea, di difficile realizzazione. Lui c'è riuscito con ottimi risultati, per gli anni 60. In alcune scene si notano delle profondità sbagliate in qualche uccello, ma sono talmente tanti che va bene così, meglio non si poteva. Penso sia stato un film di difficile realizzazione. La protagonista sembra sia stata 1 settimana in cura per stress. Il film parte lento? Non è vero, forse troppo, ma credo era intenzione di mostrare tutto tranquillo e poi l'esplosione del fatto! Da vedere, piacevoli i dialoghi, ci sono anche morti, sangue nei limiti. Oggi forse con computer, esaltazione d'azione, sangue e maniaci, sarebbe da subito più d'impatto... Ma più bello non so proprio. Ottimo. Dovete provare a vederlo. Io l'ho visto su iris.
Difficile valutare un film come questo. Un tempo poteva essere una perla Hitchcockiana...oggi,è un film piuttosto piatto e banale. La tensione c'é in alcuni punti ma altri sono inutili,ripetitivi,insulsi e sembra che la trama di base non parta mai. È utile (nonché realistica) la scelta di mettere la parte "rosa" con l'incontro dei due,la madre che non approva e così via. Purtroppo oggi è un cliché banalissimo questo. Alcune scene sono memorabili,ben dirette e sapientemente recitate ma altre (e parlo della maggioranza delle scene del film) sentono il peso degli anni.
L'idea era interessante ma il film procede molto lento... Ok che era un'altra epoca, pero' per i primi 3/4 non succede NULLA! Poi la fine... Secondo me almeno una parvenza di spiegazione bisognava darla... Lasciare qualcosa aperto va bene... ma non tutto!
Nel suo mestiere di creatore per il cinema di opere che esplorassero le insicurezze e le fobie umane, il grande Hitchcock è arrivato alla fine anche a toccare il tema del sovvertimento del rapporto uomo-natura, con la seconda che prende il sopravvento sul primo. Come suo solito lo fa in modo misurato, attento a mescolare l’insolito e l’inquietante con la rassicurante normalità. In tutti i suoi film l’elemento perturbatore in genere alla fine viene neutralizzato o sconfitto, anche se lascia i suoi strascichi. Anche qui si tenta questa tattica anche se in maniera imperfetta. Il fattore che scatena il “disordine” è infatti qualcosa di esterno al mondo sociale umano e perciò stride un po’ con il contesto del film e con i personaggi. Il mondo del normale e dell’anormale non riescono a unirsi fra di loro e a interagire in maniera dialettica, come succedeva nei grandi film degli anni 50. Hitchcock introduce quindi un elemento un po’ estraneo al mondo dei suoi film. Si tratta comunque di una felice intuizione che verrà poi enormemente approfondita dagli anni ’70 in poi, quando non sarà un elemento di suspence e paura per un ristretto gruppo di persone, ma la degenerazione di una società vista come in palese decadenza o diretta all’autodistruzione. Questi temi vengono semplicemente accennati in questo film, ma quanto basta per inquietare e angosciare in una maniera che non era mai riuscita a Hitchcock prima di ora. La prima parte del film verte sul personaggio misterioso di Mitch, un uomo elegante, affabile e virile allo stesso tempo. La bella e raffinata Melanie ne rimane affascinata e insieme a lei cerchiamo di scoprire chi sia in realtà questo Mitch. Il dubbio e la suspence riguardano quindi la natura di quest’uomo. Veniamo allora a conoscere la sua ex, sua madre, sua sorellina, il paesino in cui vivono. Il film sembra avviato sui binari di una vicenda a sfondo sociale-sentimentale, quando comincia in pratica un secondo film, quasi completamente diverso dal primo. L’attenzione si sposta a questo punto sull’inspiegabile e sempre più pericoloso comportamento degli animali. Entrano quindi in gioco temi completamente diversi; perché questo comportamento strano? cosa significa? è normale? In brevi scene suggestive si misura un po’ il polso della reazione collettiva a fatti così sconvolgenti e inspiegabili. C’è chi si ostina a non credere o minimizza, chi invece esagera e la butta sull’apocalittico. La tenuta sociale viene messa a dura prova. Si tratta però di brevi scene anche se di fortissimo impatto. Hitchcock stavolta ci va giù in maniera decisa con scene che colpiscono anche oggi, con bambini che vengono assaliti impietosamente e persone morte in maniera atroce. Segno che il gusto stava cambiando e che non si aveva più timore di mostrare anche le cose più spiacevoli. Il finale sembra in apparenza lieto, ma in realtà i problemi non si sciolgono e lo spettatore non ottiene soddisfazione. Non si dà volutamente nessuna risposta o spiegazione e rimane addosso intatta tutta l’inquietudine e lo shock nel vedere come è facile vedersi rovesciare addosso le proprie sicurezze. Pur nella sua imperfezione formale rimane comunque uno dei primi film che aprono uno squarcio sulla sicurezza nella tenuta del nostro mondo moderno razionale e tecnologico. Da ora in poi se ne vedranno delle belle sullo schermo cinematrografico …
Premetto che la pecca del film sono i primi quaranta minuti, piuttosto banali e noiosetti (comunque necessari per tutto il film). Detto questo, il film è un crescendo di tensione e ansia. Come al solito Hitch giganteggia alla regia, la fotografia e il gracchiare dei corvi fanno il resto. La colonna sonora di Herrmann è senza musiche, si sentono solo i rumori deformati degli uccelli. Film inquietante e apocalittico assolutamente non datato ma, anzi, affascinante e da vedere ancora oggi. Alcune sequenze sono indimenticabili. Tante le metafore nel film, che il regista lascia all'interpretazione dello spettatore. Insieme a Psyco e intrigo internazionale, il miglior Hitchcock.
Consiglio: se proprio dovete vedervi un film sul tema dell'assedio, lasciate perdere i vari The Mist, Signs, e tutte quelle porcherie varie. Piuttosto recuperate questo gioiello. Nel 2009 uscirà un remake del film, con protagonista Naomi Watts.
Sconcerto alla fine, non mi ha colpito come avrebbe dovuto, da Alfred mi aspettavo di più! Scenografia ai limiti dell'inguardabile, sceneggiatura accettabile ma ci ha abituati a qualcosa di più, montaggio non perfetto e trama ABBASTANZA buona! Il film scorre bene ma non crea la tensione che uno si aspetta poi il finale è confuso ma la cosa che mi è piaciuta di più, quell'alone di mistero sulla conclusione della vicenda! 6/5.
Gli uccelli di Hitchcock io non lo vedo così tutto questo capolavoro, certamente e un buon film, ma per i primi 50 minuti non c'è praticamente nulla, poi piano piano comincia a crescere diventando sempre più acceso e vibrante, infatti il finale e stato veramente magnifico e penetrante, ma più di sei e mezzo non mi sento di darlo. Insomma certamente andro contro corrente, però i gusti sono gusti, dopo vabbè certamente non lo sottovaluto, perchè le scene crude e cruente ci sono, ma qualcosina in più me l'aspettavo.
Pellicola ermetica e di difficile interpretazione, che inaugura
un nuovo sottogenere dell'horror psicologico. "Gli uccelli"
NON è un film datato, in quanto ancora oggi valido nell'offrire allo
spettatore nuove ed interessanti chiavi interpretative. Il maestro,
unico nella sua abilità di "trastullarsi" con le ansie e le
paure tipiche della razza umana, possiede quella singolare capacità
di trasfigurare persino un drappello di salamandre impaurite in
abominevoli mostri succhiasangue. Capolavoro
immortale!
Decontestualizzando e conformando l'opera di Hitchcock
ad un contesto più moderno, offro qui la mia breve e personalissima
"parafrasi".
Il mondo degli animali non è altro che
una proiezione dell' universo umano. I due "Inseparabili" in
gabbia rappresentano i due protagonisti e, più in generale, gli
abitanti del paese, vittime inconsapevoli di un disegno più grande.
All'esterno gli "altri" uccelli, quelli "cattivi",
assediano gli uomini. Ma chi sono costoro? E perchè agiscono in tal
maniera? Se è vera l'ipotesi del parallelismo, esistono le loro
controparti umane? La natura si "ribella" (se di ribellione
si può parlare...) all'uomo perchè "stanca" del suo
agire sconsiderato e della sua irrilevante attenzione nei confronti del
grave ed attuale problema ambientale. La figura degli "uccelli
impazziti" ha, metaforicamente parlando, una valenza assai rilevante.
Essa, infatti, già espressione del citato "disagio",
rappresenta, inoltre, quella delirante umanità avviata verso un
progresso che la porterà al disastro. Le conseguenze di tale
catastrofe ricadranno sull'intero pianeta e di conseguenza anche sugli
incolpevoli (gli "inseparabili"). La natura è quindi
vittima dell'uomo e simultaneamente carnefice della stessa umanità
(effetto boomerang). Un chiaro riferimento, questo, alla questione
ambientale e, più in generale, all'indole "devastatrice"
di noi "animali".
Orde di uccelli famelici, ammassati sui tralicci della corrente ,appollaiati minacciosamente come non lo sono mai stati, visivamente straordinario .....
un film che parte come una tranquilla commedia piacevole, per poi mutare assumendo toni inaspettatamente inquietanti.
I pennuti aggrediscono l'uomo senza un'apparente motivazione, costringendolo a scappare e barricarsi nelle case per sfuggire al massacro,come del resto in gabbia i 2 pappagallini scontano una pena, incolpevoli di alcun chè.
Finale aperto , Bodegabay è solo l'inizio di una ribellione della natura , o è un monito , un'esempio da tener bene a mente? oppure niente di tutto questo? Solo Hitch può saperlo , a noi non resta che immaginarlo!
Il film girato nel 1963 rispecchia alcune paure che prendevano corpo dal pericolo di un nuovo conflitto mondiale tra le due super potenze: USA e Unione sovietica.
L'attacco degli uccelli potrebbe rappresentare l'apocalisse che viene dal cielo, come la bomba atomica.
Tutto è metaforico o simbolico in questo film, l'orrore dei suoi contenuti è l'orrore per i nostri simili sempre potenziali nemici, le tregue agli attacchi che danno gli uccelli nel film rappresentano la pace effimera di ogni guerra.
L'impotenza di fronte all'attacco degli uccelli richiama quella dell'uomo comune nelle decisioni politiche bellicose.
Grande regia ma il film è terribilmente datato, oggi le paure sono altre: lo scioglimento dei ghiacci, il terrorismo, l'effetto serra, le immigrazioni clandestine, dal cielo non può che accadere qualcosa di estremamente grave e irreversibile come la perdita di ossigeno e dei raggi di luce solare.
la lentezza del film non mi ha disturbato per niente! un'opera che ti trascina dall'inizio alla fine senza momenti di suspance esagerati e senza incutere terrore nello spettatore, ma solamente mostrando il comportamento degli esseri umani di fronte alla rivolta degli uccelli, animali a dir poco docili e pacifici! mi sono piaciuti tantissimo tutti i personaggi, a livello di caratterizzazione sono pochi i film con dei protagonisti così ben sviluppati (anche la vecchina scettica, si riesce ad odiarla nonostante stia per lo schermo per non più di 5 minuti)! peccato che hitchcock non sia stato immortale ( ma non ti preoccupare alfred, ora c'è d.j. caruso, e tutti siamo felici e contenti...mppfffffff)
film a mio avviso molto sopravvalutato.... ok va bene era anche il 1963... ma tensione , suspance , veramente zero...... belli in parte solo i dialoghi ma poi niente di che... ad esempio la finestra sul cortile è un vero thriller, nonostante sia stato girato 10 anni prima. finale orrendo...
In merito a questo film bisogna fare una doppia valutazione:
1) Guardato con gli occhi di uno spettatore del 1963 rappresenta un''innovazione, un film con ottimi dialoghi ed assemblato magistralmente da hitchcock, nonostante i ristretti mezzi tecnologici dell''epoca; e questo nonostante non mi abbia dato quella sensazione di continua tensione che una pellicola del genere dovrebbe fornire. Voto: 8
2) Guardandolo con gli occhi di uno spettatore del 2007, escludendo la bellezza dei dialoghi (la cosa che apprezzo di più del film), non posso salvare proprio nulla! La bruttezza delle immagini e dei fotomontaggi nelle scene in movimento (sia chiaro, non è una colpa del regista, ma è dovuto alla pochezza dei mezzi tecnologici di quei tempi) mi devono far bocciare clamorosamente il film. In aggiunta, non fa mai paura e non provoca neanche un minimo effetto di tensione nello spettatore. Sarà la lentezza, ma scade alla lunga nel soporifero.... Voto: 3
La media verrebbe 5,5 ma siccome il giudizio odierno è, per me, più importante, una più ragionevole media pesata mi porta ad un voto minore.
Insieme a Psycho, Nodo alla Gola, La Finestra sul Cortile il migliore di Hitch. Gli Uccelli è il film perfetto. ogni singolo dialogo, ogni singola inquadratura, ogni singolo particolare è funzionale alla Perfezione del film. qui si parla di Pefezione, Magnificenza non bravura... perchè gli uccelli si ribellano? perchè Hitch nel finale non c'è "The End" che starebbe a dire "è finito, ragazzi, non preoccupatevi, era solo un film", ma "A Universal Relase" che può significare invece tante cose? non è il solito regista Hitchcock, ironico, simpatico, goviale come in tanti altri suoi film, bensì un insolito uomo insofferente verso quella spocchia di Melanie che da brava *******tta si prende su, va a prendere i suoi pappagallini del ***** per una bambina che manco conosce, in un paesino di ***** e racconta un sacco di storie ammettendo alla fine di voler fare il bagno nuda nelle fontane senza rispetto per gli altri e per la Natura. Hitch è insofferente verso quella spocchia di Mitch sempre in cerca di gente da sbattere dietro le sbarre, sempre a fare il ******** con le donne e non rispettarle, sempre a scherzare su tragedie come quella del marito che spara sei colpi in testa alla moglie perchè ha cambiato canale. Hitch è insofferente verso quella spocchia della signora ornitologa rompi******** che sa tutto lei, che se una ragazza ha appena assistito a un tentativo di omicidio, continua a smentire dicendo "ma i corvi e i gabbiani non girano insieme!", che quando non riesce a spiegarsi il fenomeno da la colpa a un innocente. ecco perchè la Natura si ribella, perchè vantiamo una sicurezza che non dovremmo avere e con la mancanza di musiche, con quei colori slavati e bruttini, con quella lentezza permeante tutto il film Hitchocock sembra quasi dirci: "accadrà...arriveranno gli uccelli...arriveranno". notare come quando gli Uccelli attaccano, la vecchia dia la colpa a Melanie: si ripete quel processo che accade ne I Promessi Sposi con il delirio degli untori, ovvero che quando un fenomeno naturale non è capito, l'Uomo tende a colpevolizzare i propri simili e spesso sono gli stessi che prima avevano tentato di razionalizzare l'evento, che troveranno la soluzione più fantasiosa.
film che delude profondamente, irrisolto se si considera un thriller, irrisolvibile se si vogliono dare interpretazioni pseudonaturalistiche ad un finale che lascia davvero l'amaro in bocca.
Il film più misterioso che sia mai stato fatto. Sarebbe banalizzarlo troppo, dire che si tratti di un messaggio a favore della natura, che la natura si ribella all'uomo. E' un film che si presta ad infinite interpretazioni. Melanie è la bionda e conturbante protagonista, dedita alla bella vita e abituata ad avere facilmente ciò che le pare. Per rincorrere un uomo che osa prenderla in tono diretto, si ritrova alle prese con la furia improvvisa di uccelli, decisi improvvisamente a prendersela con gli esseri umani. Accanto alla protagonista è Annie, una ex del belloccio Mitch, che in maniera patetica ha deciso di stare accanto a lui pur sapendo di non avere speranze, e la madre di lui, eterno "leit motiv" dei film Hitchcockiani, interpretata dalla intensa Jessica Tandy. Il mistero e il fascino che aleggiano intorno a 'Tippi' Hedren sono notevoli, nonostante la stessa abbia lasciato ben poco di sé al cinema, eccetto "Marnie" - altro capolavoro - e il "Grande ruggito" molto più recente. La stessa figliola di 'Tippi', Melanie Griffith, non ha lo stesso fascino della madre, pur essendo maggiormente nota al pubblico. Ed è proprio il misterioso fascino della bionda, ad essere da traino al mistero e all'atmosfera di suspence che colora tutta la pellicola: con chi ce l'hanno gli uccelli? Con lei? E' lei a causare il tutto? E' lei che vogliono? E perché? Forse per il suo interesse agli uccelli in gabbia (come si nota all'inizio del film)? Forse gli uccelli vogliono insegnare che lo stile di vita di Melanie non paga? Davvero domande alle quali non vi sono risposte. Una cosa è certa: pur essendovi alcuni dialoghi lunghi, il film non è mai noioso; anche durante la cantilena cantata dai bambini alla scuola, la stessa non fa altro che accrescere il pathos per ciò che accadrà dopo. Un film che merita di essere visto e rivisto, anche in lingua originale apprezzando la "intonation" legata agli stati d'animo degli interpreti.
Nel cast figura anche una giovanissima Veronica Cartwright, vista in seguito al fianco di Siggy Weaver in "Alien" e successivamente ne "Le streghe di Eastwick".
Divertitevi a beccare Hitchcock nella sua tipica fugace apparizione....:-)
Capolavoro assoluto, capace di trasmettere una reale angoscia servendosi di poco o nulla, salvo che delle radici della paura insite nell'uomo. Anche un pellicano o una cocogna in mano ad Hitchcock diventano veicoli di terrore. Geniale il finale,
il film non mi èpiaciuto.sembra quasi che il sir abbia voluto fare un film sull'amore,mascherandolo con un pizzico di paura.tra l'altro paura falsa.cioè non si può fare un film horror sugli uccelli.perchè?ma perchè siamo così lontani dalla realtà che è impossibile farsi prendere.cioè una cosa è per esempio lo squalo,mangiatore di ogni creatura vivente,ed un'altra cosa è l'uccello,che mai ha attaccato l'uomo....nemmeno l'aquila attacca l'uomo....non mi ha entusiasmato.non ho temuto per i protagonisti....strano errore del sir
Barbosissimo e sopravvalutato pseudothriller descritto (da chi?) come "capolavoro assoluto" del maestro, due ore di noia assoluta e di insoddisfazione crescente in cui si ha alla fine la sensazione di aver perso del tempo.
Prima parte introduttiva davvero troppo lunga e logorante (meta' del film), trama ridotta ai minimi termini eppure ai limiti dell'assurdità, finale poco appagante e semplicistico con mistero irrisolto, che avrebbe avuto un senso solo se fosse seguito, a breve, un sequel dello stesso regista che avrebbe messo a posto le cose.
E dire che ieri ero stato sveglio fino all 3:30 per vederlo su Retequattro. qualcuno mi deve aver fatto da uccello del malaugurio.
Le ambientazioni non mi hanno convinto , e soprattutto , il film che dovrebbe essere un thriller ,è privo di vera tensione .L'idea non è male , ma non regge un catastrofe simile . Avrei dato meno , ma per rispetto non ho voluto essere del tutto obbiettivo con me stesso.
Non mi ha mai convinta e, coerente con me stessa, non dò il voto che mi sento dentro, ma un voto simbolico, giusto per non rovinare la media.
La natura che si ribella all'uomo. Incomincia con un gabbiano e termina con centinaia di corvi all'assalto. L'attrice principale, Tippi Hedren, non mi è mai piaciuta, la trovo banale e per niente espressiva. Non me ne vogliano gli estimatori di Hitch. Ho apprezzato di più altri suoi film.
A parte i manichini senza occhi, per niente realistici, ho trovato il film appassionante, ( la fine del mondo fa sempre senso), soltanto nell'ultima mezz'ora fremevo aspettando un attacco da parte dei "diabolici" pezzi di cartone mossi con dei fili ( presumibilmente uccelli).
10 per la fotografia 10 per l'atmosfera che monta fino ad arrivare al climax 10 per l'assenza di musica e per l'aver utilizzato il verso degli uccelli modulandoli come su uno spartito 10 per la scena di melanie in soffitta (anche se ha procurato a tippi hedren un bell'esaurimento nervoso) 10 per i corvi sui giochi della scuola 10 per l'averci lasciato senza uno straccio di spiegazione sul perchè gli uccelli impazziscono 10 per il montaggio della scena in cui guardano dalla finestra la pompa di benzina che salta in aria. questo film è assolutamente da top 25!
Qualcuno puo' aiutarmi...uno dei ricordi più agghiaccianti avuti da piccolo (ehm il liberismo dei miei che mi lasciavano vedere di tutto mi ha reso così psicolabile, oggi) fu un film di spionaggio, una cosa à la Chabrol, dove una civetta veniva ammaestrata per sbranare gli occhi di una povera ragazza. L'immaginario ehm ornitologico/teologico di Hitch è diventato talmente popolare cbe oggi diventa iconizzato. E' da antologia l'unica scena mai girata, il pacioso regista che tiene sulla spalla un corvo con buona pace (e armonia) dei custodi reali di Tower Palace. L'effetto emozionale non è per puro caso: anche se dicessi che - ad esempio nella famosa scena dell'aggressione nella scuola - tutti i ragazzini che corrono e rispettivi tutori scappano da qualcosa che non c'è - e che solo in un secondo tempo diventa implosione del terrore di rapaci e non veri o manipolati, noi siamo lì a spaventarci. E magari il gioco scoperto è proprio questo: dopo aver visto il film guardiamo gabbiani e volatili con un senso di imminente timore. Nel tentativo di celebrare lo stesso effetto della doccia dopo un'escamotage come Psycho. Il film è certo il più ambizioso di Hitch, ma a livello tematico non fa che riprodurre metaforicamente (cfr. la ribellione della natura dal dominio umano, la rivalsa dei dominati sui dominatori) le solite ossessioni del regista. Tutto è filtrato magnificamente, a cominciare dalle caratterizzazioni dei personaggi: non dimentichiamo che Mitch (l'austrialiano Rod Taylor) è un'avvocato che - a detta della stessa sorella minore - "conosce un sacco di delinquenti" Tutto si spiega, no? Il dado è tratto, l'equilibrio è ristabilito. Beh forse. Melanie (in omaggio al film la Hedren chiamo' così la figlia? Indaghero') è una ricca viziata e nullafacente che finge un'identità che non ha... vanta schermaglie da dolce vita romana, tuffi in piscina e playboys comprati e buttati via ... la tipica ragazza di città che la falsa morale della provincia vorrebbe indicare persino come la diretta responsabile della tragedia successiva - la madre di Mitch nel suo egoismo incapace di controllare la paura della perdita del figlio e della solitudine - o l'amicizia/rivalità con un'altra donna, la sensuale insegnante interpretata da Suzanne Pleshette, splendida. Ma c'è di più: Hitch ingloba metafisica e psicologia in una riflessione sull'angoscia che - come in altri casi - Rebecca, Il caso Paradine, Io confesso - diventa un giudizio universale che ribalta concetti e clichè della Creazione della Terra. In questo frangente, si rispecchiano - grazie anche al talento enorme dello staff tecnico - altri caratteri minori ma assai significativi: l'ornitologa un po' chiusa nel suo "covo" di passione, o un'uomo perennemente sbronzo che invoca l'apocalisse dei versetti biblici. Nello stesso istante, gli animali in gabbia tali rimangono (i pappagalli inermi) mentre il resto della specie gabbiani compresi vuole costringere l'uomo a una vera migrazione. Tra momenti puramente horror - gore (il ritrovamento del corpo di un uomo....privato dagli occhi) ed echi che anticipano purtroppo il filone catastrofico del decennio successivo (i tumulti e l'esplosione vicino alla pompa di benzina), è anche una sorta di demone purificatore della superficialità della protagonista, la cui superficialità mentitrice subisce via via molti coltraccolpi, fino a diventare l'erema perseguitata - non la sola, ma la più punita - di un mondo che mutando il suo corso, ristabilisce l'ultimo contatto di Hitchcock - almeno a livello popolare - con la follia perdurante della realtà. Ah, uno dei più grandi film di ogni tempo
per l'epoca decisamente un film ben realizzato. però la storia è elementare e la trama è tipica dei film catastrofici che sono poi venuti fuori come i funghi negli anni sucessivi.
Direi che questo è, secondo me, uno dei maggiori capolavori di Hitchcock. Da manuale la realizzazione, effetti speciali compresi (per l'epoca) e superba l'atmosfera che si respira per tutto il film. Bellissimo e ed elegantemente apocalittico il finale.