george washington (2000)

Vecchi stabilimenti in rovina, ferrovie abbandonate. Nel primo lungometraggio di Gordon Green questi esempi di architettura industriale decadente predomina il paesaggio. Tra macerie di un'economia collassata e famiglie sull'orlo della soglia di sopravvivenza, questi ragazzini appena conoscono il concetto di infanzia. Ma non solo, di fronte alla morte accidentale di un loro amico dovranno effettuare un prematuro balzo in avanti verso scelte molto più adulte.
Parzialmente influenzato da Mallick attraverso di questi mologhi interiori che rivelano la natura debole ed esposta di questi ragazzini, Gordon Green in questo suo esordio ci fa osservare uno spaccato incisivo, realistico e poetico di un'infanzia incompiuta. Il regista ha indubbiamente talento, peccato che questo suo film, la sua opera prima, sia anche quello più compiuto a mio parere. Le sue opere successive secondo me non raggiungono questo livello.