gardenia blu regia di Fritz Lang USA 1953
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gardenia blu (1953)

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locandina del film GARDENIA BLU

Titolo Originale: THE BLUE GARDENIA

RegiaFritz Lang

InterpretiAnne Baxter, Raymond Burr, Richard Conte, Ann Sothern

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 1953
Generenoir
Al cinema nel Settembre 1953

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Trama del film Gardenia blu

Nora, giovane telefonista di Los Angeles, abbandonata dal fidanzato, accetta l'invito a cena di uno stilista. Nel corso della serata beve qualche bicchierino di troppo, perde conoscenza e al suo risveglio si trova in casa dell'artista. Qui subisce un tentativo di stupro e sviene. Tornata in sé vede steso a terra il corpo esanime dell'uomo. La polizia segue la pista più ovvia, ma un cronista intraprendente comincia a intuire la verità.

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Voto Visitatori:   7,43 / 10 (15 voti)7,43Grafico
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Voti e commenti su Gardenia blu, 15 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  29/03/2020 14:11:20
   6½ / 10
Impossibile negare il talento visivo del regista, messinscena elegante, immancabili chiaroscuri e onirismo sono gli elementi che maggiormente rappresentano l'aspetto tecnico di questa pellicola.
La storia però è scialba e sopratutto nel finale presenta alcune falle logiche,piuttosto lento nella seconda parte.
Brava la Baxter, meno convincente invece Burr.
Tecnicamente ineccepibile, ma come contenuto si poteva fare di gran lunga di meglio, preferisco di gran lunga altri lavori di Lang nonostante il suo talento si veda anche in opere minori come questa.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/05/2015 21:11:17
   7 / 10
Non certo una vetta della filmografia di Lang, comunque un buon film.
Alcune stranezze nella trama sono abbastanza improbabili, tipo la domestica che ripulisce il luogo del reato prima di chiamare la polizia.
Più che come noir, può essere interessante se visto come riflessione sui media.

baskettaro00  @  13/08/2012 10:30:39
   7½ / 10
pecca in atmosfere,e poi se l'intento del regista era quello di farci creder

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERnon c'è riuscito.
ho visto di meglio di lang,ma anche questo non è male,burr leggermente fuori luogo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  13/10/2011 21:21:39
   6½ / 10
"Gardenia blu" è un buon film, garantito dalla solidità del suo impianto classico e dalla grande professionalità della messa in scena filmica. In qualche maniera i suoi pregi finiscono però per essere i suoi difetti. In questo film degli anni '50 si comincia a sentire il ripetersi e il fossilizzarsi di schemi e forme. La grande stagione creativa noir era ormai finita, Hitchcock aveva già stabilito i canoni del genere giallo. La tendenza era quella di riusare, ripetere e sfruttare gli schemi consolidati e di sicuro successo. Con la caccia alle streghe era stato dato un brusco colpo di freno all'indipendenza e alla creatività degli sceneggiatori e dei registi. Adesso erano i produttori che facevano il bello e il cattivo tempo e loro puntavano esclusivamente sul sicuro, sul guadagno garantito.
Ecco quindi che in "Gardenia Blu" si ripete il solito tema della persona perbene che in un momento di perdita di controllo commette (o pensa di avere commesso) un delitto. Segue poi il tentativo di occultare la responsabilità, senza però sfuggire ai sensi di colpa. Il travaglio si arricchisce di ironie e coincidenze ad hoc (varianti sul collaudato canovaccio hitchockiano). Non manca poi l'amore che sboccia in maniera automatica e quasi scontata, con tanto di tira e molla fra i protagonisti. Alla fine il classico accomodamento e l'immancabile lieto fine.
In "Gardenia blu" purtroppo questo senso di visto, di artefatto, di schematico e di abilmente guidato si fa fin troppo evidente. Il film però si salva grazie alla splendida resa tecnica (recitazione impeccabile, scenografie molto accurate, abile gioco di primi piani e campo-controcampo, ombre e luci che drammatizzano). E' il grande mestiere di Lang che alla fine fa dimenticare tutti gli schemi e gli stereotipi e rende piacevole e divertente la visione.

Goldust  @  11/08/2011 11:17:39
   7 / 10
Credo si possa considerare Gardenia Blu un Lang minore, basato su di una sceneggiatura poco avvincente e avvolto da atmosfere non sempre coinvolgenti. Il tocco inconfondibile del regista lo salva dall'essere catalogato come un noir convenzionale, grazie al sapiente utilizzo del bianco e del nero ed a qualche azzeccata reminescenza espressionista.
Evidente la critica al cinismo dei mass-media, che verrà ripresa in film successivi come ad esempio nel bellissimo"l'alibi era perfetto".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/03/2011 20:09:03
   7 / 10
Più vicina al giallo classico nella trama, anche se tuttavia l'elemento noir è presente più dal punto di vista prettamente visivo. Non tra i miei preferiti del regista tedesco, nonostante sia nobilitato dalla presenza della Baxter e dalla perfetta caratterizzazione di Raymond Burr, viso da orco ben poco rassicurante.

godfa982  @  10/08/2009 15:38:31
   7½ / 10
Trasmesso un paio di giorni fa da un emittente locale, è stata una sorpresa molto gradita, sia perche è un film di Lang ma soprattutto perche non l avevo ancora visto.
Un bel noir ma siamo lontani dai livelli a cui Lang ci ha abituato. Un po di intreccio in più forse non sarebbe guastato, la storia tutto sommato si risolve in modo abbastanza semplice e frettoloso.

La Baxter è divina...bellissima...oltre ad essere una grande attrice! anche se è in All about Eve che dà il meglio di se.

p.s. sorpresa ancor piu gradita per la presenza di Nat king Cole.

...da vedere!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  04/07/2008 12:55:20
   10 / 10
Io l'ho trovato un capolavoro invece. C'è da riconoscere all'espressionismo tedesco la specifica proprietà di dare al cinefilo la capacità di idividuare subito i connotati della pellicola. L'uso della luce e delle ombre è caratterizzante dell'ambiguità del destino dei protagonisti, a volte un confine poco chiaro, altre, addirittura invece già prestabilito. Nel linguaggio Barocco, che comprende senz'altro l'espressionismo, se Welles era un maestro nella caratterizzazione ambigua del personaggio, prevalentemente con le focali e spesso però destinata ad un unico individuo quasi sempre cucito su di lui, Fritz Lang è stato invece un maestro indiscusso nel proiettare queste caratteristiche nel sociale. Una società incongruente, destinata al declino. Con "Metropolis" basta pensare all'illusorietà data dal metodo fotografico Schuffton, o con "M" all'inedentificabilità del male rappresentato dall'ombra.
In questo noir, estremamente attuale nelle tematiche, tre sono i punti chiave: la serata al locale, il lavoro come centralinista di Nora, ed i contatti con il giornalista; quanto basta al regista per dipingere una gardenia blu, simbolo fragile di una società narcotizzata sempre più bisognosa di comunicare e di fiducia. Una sceneggiatura tutt'altro che stereotipata a mio parere, anzi, dai clichè di genere completamente ribaltati perchè la persona distrutta e tradita assume la figura femminile; a tradire non sarà più la dark lady, bensì un uomo doppiogiochista. Una narrazione poliziesca senza sbavature e grandissima, per finire, la regia. Incredibile la macchina da presa che scopre, insegue, accompagna costantemente gli attori in scena, strordinariamente illuminati -come in tutti i film di questo regista- ma qui ancor più in maniera funzionale alla storia. L'ho preferito a "Il grande caldo", nonostante il finale.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  11/02/2008 23:32:43
   7½ / 10
Pellicola minore di Lang per atmosfere e coinvolgimento: il tema portante della morbosità del giornalismo, peraltro sempre attualissimo, verrà sviscerato meglio ne "Quando la città dorme", rimanendo in Gardenia Blu accennato con poca determinazione.
Rimane comunque la bellezza della Baxter, l'intramontabile colonna sonora di Nat King Cole e l'eccellente scena dell'attizzatoio: abbastanza per un buon film, troppo poco per un capolavoro, soprattutto se si parla di Lang.
Certo che il monolitico - e bravissimo - Raymond "Perry Mason" Burr non è che avesse propriamente il phisique du role del playboy...

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/08/2010 21.45.08
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Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  18/10/2007 22:10:19
   7½ / 10
Considerare "Gardenia blu" un capolavoro equivarrebbe inflazionare il termine, visto che al di là dell'indiscussa bravura del regista bisogna riconoscere che questo noir non eguaglia altri lavori di Lang che al contrario hanno meritato simile giudizio. Quindi , non è un capolavoro, ma un bellissimo film senza dubbio, la sceneggiatura solida e la magia della fotografia con i tipici chiaro-scuri Langhiani creano sempre quell'atmosfera che tanto piace agli appassionati del genere. Il vortice in cui cade l'affascinante Nora ( rappresentato magistralmente con la sovrapposizione del mulinello d'acqua sul corpo esanime della bella telefonista) è di quelli che sembrano senza uscita, Lang gioca molto bene con il sottile equilibrio dell'onirico che si mescola con la realtà, Quando la provocante Nora si trova a casa di un suo corteggiatore con in corpo un cocktail di troppo, le conseguenze della sbronza la portano a non ricordare ciò che è accaduto, ma a sapere benissimo, l'indomani al suo risveglio, quello che le sta per accadere.
Ad un primo tempo molto soft con musichette vagamente Hawaiiane che lasciano spazio anche ad un sipario del buon Nat King Cole che canta la canzone che da il titolo al film, fa seguito una seconda parte più coinvolgente ma che recupera soltanto parzialmente un ritmo che non incalza, il tentativo di sorprendere con il finale ad effetto riesce soltanto a metà. Un Fritz Lang distratto da noie con la commissione per le attività antiamericane per alcune vicende politiche che lo hanno costretto ad un lungo periodo di inattività ma che nonostante tutto ci regala una pellicola più che dignitosa.

3 risposte al commento
Ultima risposta 05/07/2008 14.38.51
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Dick  @  12/09/2007 14:35:55
   8 / 10
Un giallo che diventa anche una pungente critica dei mass media che mangiano fin troppo su questi fatti. A vederlo non si può non pensare a quello che è successo e succede oggi da noi con Cogne e altri.

5 risposte al commento
Ultima risposta 04/07/2008 19.42.40
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Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  19/04/2007 12:29:04
   7 / 10
“Scusi se l’ho fatta aspettare, ma se vuole la fotografia sul giornale vada ad uccidere qualcuno prima”.
Un Lang sarcastico e pungente che, però, non coinvolge in modo particolare. Unico difetto questo, ma fondamentale per il risultato solo parziale della pellicola.
Ottime sia le interpretazioni che le atmosfere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  17/02/2007 16:01:05
   8 / 10
Giallo d'atmosfera tipicamente Langiano.

Ben diretto e interpretato, è comunque un minore del grande regista, che proprio in quegli anni stava facendo dei lavori indimenticabili (quando la città dorme, rancho notorius, il grande caldo).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/09/2006 08:29:04
   8 / 10
Uno dei noir piu' affascinanti degli anni Cinquanta, con un'intensa e assai piacente Anne Baxter (fisico di appeal notevole).
La grandezza di Lang, ormai consolidato al genere, è la capacità di nobilitare lo script con l'atmosfera sinistra e glamour che riesce a creare.
Indimenticabile il tema musicale cantato splendidamente da Nat King Cole (presente in un gustoso cameo anche nel film)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/09/2006 17:22:10
   6½ / 10
non male come intreccio pero la trama scorre abbastanza lentamente...prevedibile il finale

2 risposte al commento
Ultima risposta 07/07/2008 11.36.42
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