garage regia di Lenny Abrahamson Irlanda 2007
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garage (2007)

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locandina del film GARAGE

Titolo Originale: GARAGE

RegiaLenny Abrahamson

InterpretiPat Shortt, Conor Ryan, Anne-Marie Duff, Don Wycherley, Andrew Bennet

Durata: h 1.25
NazionalitàIrlanda 2007
Generecommedia drammatica
Al cinema nel Giugno 2009

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Trama del film Garage

Josie ha passato tutta la sua vita da adulto a gestire una stazione di servizio alla periferia di una piccola città dell'Irlanda. Considerato dai suoi vicini come un tipo solitario, ma ottimista, Josie dovrà affrontare degli avvenimenti che gli cambieranno completamente la vita.

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Voto Visitatori:   6,57 / 10 (27 voti)6,57Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Garage, 27 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/02/2016 21:48:47
   7 / 10
La cosa che ho apprezzato di più in questo film è la cattiveria di una comunità nei confronti di un individuo trattato come lo scemo del villaggio con finta benevolenza. Una cattiveria mai veramente palese, ma profondamente disturbante che si esprime nel monotono quotidiano di un piccolo paese irlandese. Un bigottismo ipocrita che colpisce Josie colpevole probabilmente di vedere le cose sempre con l'ottica del bicchiere mezzo pieno nonostante lo squallore che lo circonda e che gli farà pagare a caro prezzo tale visione. Un film dalle cadenze molto lente ma che descrivono bene il singolo individuo emerginato in un contesto che diventerà ostile nei suoi confronti. Il doppiaggio in italiano francamente è una ciofeca.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  19/02/2015 19:30:03
   6 / 10
Drammone irlandese sulla vita di un uomo con problemi mentali che lavora in una pompa di benzina,
è noto che queste persone con queste problematiche una volta costruita un corazza fatta di certezze una volta che le vedono cadere vanno in panico pieno..
Detto ciò il film è facilmente intuibile e veramente lento al limite del noioso..
la retorica della crudeltà e dell'indefferenza degli altri cittadini è un clichè già visto mille volte così come il finale abbastanza scontato..
Un pregio invece è l'ottima interpretazione dello sconosciuto (almeno da noi) protagonista e la fotografia di un splendida Irlanda.

marfsime  @  02/01/2015 19:34:33
   7 / 10
La vita semplice di una persona semplice e con un leggero ritardo mentale che vive nel suo micro cosmo fatto del lavoro alla pompa di benzina..dalle bevute al bar e dalle sue quotidiane compere al negozio gestito dalla ragazza che ama ma che non potrà mai avere. Un film toccante ma durissimo allo stesso tempo che descrive la vita semplice e povera di una persona che si accontenta di quel poco che ha e che vive le giornate in modo solitario in una routine deprimente..anche se a lui tutto ciò basta. La svolta drammatica della sua vita arriverà quasi per caso

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Un film particolare molto lento e forse ai più poco digeribile..ma se preso dal verso giusto farà anche molto riflettere.

topsecret  @  01/11/2014 22:36:35
   6½ / 10
Vita grigia e un po' squallida di una provincia irlandese in cui si muovono personaggi monotoni, grigi e un po' squallidi. Tra di loro un uomo ingenuo, sempliciotto, solo e con una vita semplice e senza sussulti che sembra comunque non sentirne il peso. Un film dal ritmo volutamente lento, quasi riflessivo, dove tutto appare ripetitivo e senza colori e dove il personaggio principale lascia alcuni dubbi sul suo essere innocente e positivo come forse il regista intende presentarlo. A questo proposito discreta la prova di Pat Shortt, davvero credibile e partecipe, che conferisce più spessore al film di Abrahamson, alla sua seconda regia.
Un film particolare, anche se lineare e moderatamente semplice, che però, in tutta sincerità, non sembra poter invogliare ad una seconda visione.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  11/06/2014 21:20:48
   7½ / 10
presenti spoiler

Io mi creo da solo delle personali trilogie...
E così dopo la terribile ma magnifica Trilogia Greca del Padre (Dogtooth, Attenberg, Miss Violence) mi si è "formata" spontaneamente senza che lo volessi la Trilogia Britannica dei Piccoli Uomini.
Sì, lo so che tecnicamente l'Irlanda è fuori dal Regno Unito e che la l'Irlanda del Nord è fuori dalla Gran Bretagna ma facciamo a capirsi no?
Tutto è partito dallo splendido Still Life, film italo-inglese che ha conquistato il cuore di chiunque l'abbia visto.
Poi solo due giorni fa arriva il nordirlandese Il Libraio di Belfast e adesso, per caso, mi ritrovo davanti questo film irlandese che più va avanti più mi rimandava con la testa agli altri due.
Ma allora ci deve essere una poetica comune, mi dico, in queste produzioni britanniche.
Oppure sono state semplici coincidenze.
Resta il fatto che tutti e tre i film narrano le "banali" e comuni esistenze di 3 piccoli grandi uomini.
John May e le sua anime da accompagnare nell'ultimo viaggio.
John Clancy e i suoi libri.
Josie e la sua pompa di benzina
Tutti e 3 i personaggi sono accomunati da almeno due caratteristiche.
La prima è l'assoluta bontà dei loro animi, la loro umiltà, il loro star defilati, la loro solitudine "sporcata" da brevi squarci di vita comune, la dignità e il poco rumore con i quali portano avanti le loro vite.
La seconda è l'attaccamento assoluto al proprio lavoro, la passione e la dignità che ci mettono dentro.
John con quella gente da cercare.
John con i suoi libri da vendere e prestare.
Josie con la sua pompa di benzina.
Ecco, però Josie ha molti più problemi, Josie ha un ritardo e un handicap sia fisico che mentale, Josie non è come i due John.
Josie è la purezza fatta persona, un uomo che non riuscirebbe a far male nemmeno a una mosca, un uomo che ti dà sempre ragione, qualsiasi cosa tu gli dica, perchè lui si fida sempre del prossimo e non decide mai niente da solo, o se lo fa, ti chiede il permesso 10 volte.
Probabilmente questo film è un filino inferiore agli altri due, ha i suoi momenti di stanca e un doppiaggio italiano terribile, o almeno quello del protagonista.
Ma ci sono piccole cose davvero straordinarie dentro, e una caratterizzazione psicologica del personaggio principale davvero impressionante.
E così mettere semplicemente delle lattine d'olio fuori dal garage è una piccola grande soddisfazione, anche se quelle lattine non le comprerà nessuno. E insegnare il lavoro al giovane ragazzo, anch'esso disadattato, renderà orgoglioso Josie, anche se quel lavoro in realtà nemmeno esiste, perchè fare benzina o portare delle latte fuori possono farlo tutti e non ha bisogno di insegnamenti.
Josie che assiste alla terribile scena dell'uomo che uccide i cuccioli ma fa finta che sia giusto così, perchè quell'uomo gli ha detto che è giusto e non può essere altrimenti.
Josie con le sue passeggiate, le sue piccole bevute al bar, le sue chiacchierate.
Sì perchè in realtà a Josie piace vivere, è timido e disarmante nella sua purezza sì, ma non vuole nascondersi dal mondo.
Io ho trovato commovente vederlo ogni volta fare lavori inutili, come spostare un tubo di plastica, aprire e chiudere un libro, spostare una serranda, solo per far vedere a sè e agli altri quanto lavoro c'è da fare, quanto lui lo faccia volentieri, quanto quel garage e quella pompa siano tutto quello che ha.
Ci sono persone come Josie che ti fanno vergognare di appartenere allo stesso genere.
Lo vedi e sembra felice perchè lui vuole sempre farsi vedere felice, lui con la sua pompa, con il suo nuovo amico, con la ragazza dei tabacchi e con il bar ha il suo paradiso. E sta bene così.
Ma basta un abbraccio troppo vero e troppo forte per perdere lei.
E basta una vhs avuta per caso per perdere lui.
E basta il progresso e il nuovo mondo per perdere la pompa.
Basta poco per perdere tutto.
E piano piano ci rendiamo conto che in realtà più il film andava avanti più Josie acquisiva consapevolezza.
Perchè la solitudine e il rendersi contro della propria condizione sono mostri che stanno sempre là, pronti a uscire dal buio per quanta luce provi a mettere nella stanza.
E andiamo allora a vedere cosa hanno provato quei cuccioli.
Ma prima liberiamo quel cavallo.
Bravo cavallo, bravo.

Horrorfan1  @  07/02/2014 14:27:43
   8½ / 10
Film che consiglio di vedere un po' a tutti: c'è la crudeltà umana, la stupidità umana e, infine, anche l'indifferenza umana...

Bravissimo Pat Shortt con il suo sorriso e la sua camminata ondeggiante!

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  18/09/2011 20:07:06
   8 / 10
Film estremamente triste e commovente che nella sua minimalita' racchiude la semplicita' di josie ,ritardato del posto emarginato in quanto diverso, ma l'unica diversita' realte che ha è quella di essere un puro in un mondo di gente marcia.

L'inquadratura finale è fra le piu' inquietanti e disturbanti mai viste

MidnightMikko  @  25/06/2011 16:02:29
   6 / 10
Bah, sarà che questi film "alternative", "underground", "d'essai" o come cavolo volete chiamarli spesso, giustamente o ingiustamente, vengono accolti come oro colati da molti critici e cinefili, accecati dalla sensazione de "l'erba del vicino è sempre più verde". Trovo questo interessante "Garage" esageratamente sopravvalutato. La regia è talmente minimalista da risultare anonima, la sceneggiatura è troppo rarefatta, incosistente, insulsa e ridicola. Allora perchè questo film è pregevole? Beh, non lasciano indifferenti gli attori perfetti per i ruoli che interpretano, anche se caratterizzati molto approssimativamente e la splendida fotografia. Alla fine la trama non è nulla di originale: in un sacco di film abbiamo assistito all'amara tragedia dell'"uomo ridicolo", quello preso in giro dall'intero paese, incompreso, che continua ad andare avanti con un amarissimo sorriso amaro, a dentri stretti, come quello del protagonista. Quante volte abbiamo assistito alla sua disfatta per colpa dei "cattivi" che si sentono superiori, che lo condannano per dei peccati che in fondo non ha commesso? Tantissime volte. Penso al letterario Frankestein, penso a "The Elephant Man". Sì, forse Josie è il diverso umano, non il diverso fisico, ma alla fine siamo lì, un tipetto tarchiotto che si trascina le gambe, ripudiato anche fisicamente. Il tema fa sempre effetto e la lacrimuccia scappa sempre, ma qui di originale non c'è nulla. Godibile ma niente di eccezionale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  04/05/2011 14:43:19
   8 / 10
Lenny Abrahamson dirige con eleganza minimalista e incredibile maestria la storia di Josie.
Un eterno fanciullo, un uomo semplice, puro, genuino, incosapevole del senso del peccato. Dal carttere docile e gioviale, oltre il peccato, Josie vive in una piccola comunità in cui tutti si conoscono; già questa situazione ristretta fa emergere un forte senso di opprimenza nello spettatore. Inoltre è ancora più evidente quanto sia facile soffrire la solitudine in un simile contesto.
Una storia di vita, di solitudine inerente al concetto di normalità.
Ottima fotografia, ottima prova del protagonista e squisita regia.
Consigliato.

alastar  @  12/01/2010 19:21:44
   6 / 10
Irlanda,ne sono appassionato e cerco di vedere tutti i film ambientati nella terra dello smeraldo.Ne ho visti molti,storici e di commedia,e pochi mi hanno deluso.Uno di questi purtroppo è stato Garage.Non me la sento di dare l'insufficienza perchè come detto da alcuni il personaggio interpretato da Pat Shortt è davvero ben studiato e ben curato e merita senz'altro una citazione positiva,ma per il resto il film poteva forse essere sviluppato in maniera migliore.Sono d'accordo con chi dice che esistono film più lenti,ma devo dire che alla fine dei conti l'unico momento-sprazzo di colpo di scena accade verso la fine del film e direi che mi sembra un pò pochino così come il finale della storia che lascia un pò perplessi.Per il resto,bellissima ambientazione e ottime riprese,tipiche di un film irlandese con inquadrature di primi piani che ti fanno "entrare" all'interno della storia come se fossi lì davanti ai protagonisti.

slint  @  06/01/2010 23:11:50
   8½ / 10
film,bellissimo..pultroppo realistica.

non è vero che è un film lento!ce ne sono di moltissimi tra i migliori moolto piu' lenti!

Bimbo84  @  27/12/2009 21:42:44
   6½ / 10
Film amore, impegnato per i temi trattati. Ha un significato profondo ma è troppo lento e noioso a tratti; molto bravo il protagonista....

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  23/12/2009 02:17:42
   8 / 10
Veramente un film notevole del tutto insaspettato.
La delicatezza con cui Lenny Abrahamson porta in scena la storia di Josie è da manuale, un minimalismo stilistico che riesce comunque a far trasparire grandi emozioni grazie a un protagonista che sa farsi ricordare.

Josie è quello che si definiva un tempo un sempliciotto dal cuore puro.
Il suo volto ingenuo riesce a sottolineare le piccole meschinità dell'uomo comune e della vita di provincia.
Lenny Abrahamson ha il merito di non enfatizzare mai, riesce ad evitare il solito manicheismo, non si presenta una società cattiva e crudele ma si sottolinea la superficialità come il vero male (COME DARGLI TORTO?).

La regia è attenta a non farlo durare più del necessario questo riesce nonostante la lentezza innegabile a renderlo comunque godibile.
Resta un film sicuramente molto duro e triste, non adatto a tutti ma comunque DA VEDERE.

Si può sopravvivere a tutto nella vita meno che alla solitudine.

favam  @  30/11/2009 18:31:57
   10 / 10
Forse il film più triste e crudele che mi sia mai capitato di vedere. Il benzinaio Josie, uno straordinario Pat Shortt è il personaggio dolce, ingenuo, romantico e disadattato alla fine schiantato dall'aridita del mondo che lo circonda. La fatalità di un regalo particolarefungerà da tramite per un serenità altrimenti irraggiungibile. Liberato lo splendido cavallo, libererà se stesso.
Fotografia prestigiosa. Probabilmente il più bel fim degli ultimi 10 anni.
Chapeau!!!

2 risposte al commento
Ultima risposta 09/01/2010 21.12.24
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TheLegend  @  11/11/2009 18:02:35
   6 / 10
Film semplice e profondo.
Niente di eccezzionale ma comunque piacevole.

Invia una mail all'autore del commento Aletheprince  @  13/09/2009 23:30:17
   7 / 10
Quest'opera di Lenny Abrahamson m'ha ricordato il "Bubble" di Sodenbergh.
Anche in questo film la solitudine, il monotono incedere dei giorni, la desolazione dell'uomo emarginato, emergono in tutta la loro drammaticità, tratteggiate come sono con tinte lenti di una quotidiana ripetitività.
Ed anche in questo caso il dramma finale non è altro che una denuncia per una condizione sociale da relitto, che nella sua silenziosa quanto ingenua e flebile esistenza, lancia un inascoltato appello d'aiuto verso i propri simili.

pardossi  @  19/08/2009 02:45:56
   8 / 10
Il protagonista del film pur avendo una notevole difficoltà socio-relazionale sa guadagnarsi attraverso la sua semplicità molta empatia da parte dello spettatore, un film semplice ma toccante, ottimamente interpretato.

Vimark  @  13/08/2009 15:43:11
   6½ / 10
Sebbene me lo avessero sconsigliato ho deciso lo stesso di vederlo. E devo dire che nonostante il ritmo lentissimo il film non è così male.
Suscita delle riflessioni sul protagonista, su come una persona ingenuotta e troppo buona venga sottovalutata e messa ai margini della società.
Belli i paesaggi della verde Irlanda.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  21/07/2009 18:31:13
   8 / 10
Ringrazio tutti coloro che me lo avevano sconsigliato, posso solo dire che è tra i piu' belli della stagione, e uno dei piu' sensibili ritratti di "diversità" visti al cinema negli ultimi anni. Già premiato a Cannes nel 2007, è il parto di un ottimo regista irlandese innamorato del lasso temporale di Bresson e con un enorme talento nel raccontare (ripeto con sobria sensibilità) la vicenda di Josie, trait d'union tra Peter Pan e l'idiota di Dostoevskji.
Ma è anche la storia di un PURO (di cuore e spirito) esiliato da una comunità profana, incapace di credere alle debolezze in buona fede di chi non sa gestire adeguatamente le proprie azioni. Bello, bellissimo: non me ne importa niente se questo tipo di film non incontra i favori del pubblico, se gli spettatori non sanno pensare allo schermo come a un commiato non esattamente da favola elisiaca: Josie parla da solo Josie che vive nel suo mondo Josie che ha desideri da adulto in un cervello da bambino troppo cresciuto
Il film esprime un disagio interiore che percorre anche la monotonia cadenzata dei villaggi irlandesi ma il ritmo lento (plasmato da una superba fotografia) e i pochi mezzi a disposizione uumentano proprio la sensazione che questo mondo quotidiano possa tramutarsi in un dramma.
Un film sulla diversità e la solitudine, o dell'annientamento dell'isolamento urbano.
C'era forse una via di fuga davanti a un simile epilogo? Forse, ma non ne sarei così sicuro.
Un'amarezza profonda infonde un senso di vuoto di smarrimento una specie di colpevolezza per la nostra strana, malata "normalità"

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/07/2009 14:31:13
   7 / 10
Josey vive in una piccola cittadina irlandese,afflitto da un lieve handicap fisico e da un probabile ritardo mentale passa le sue giornate dividendosi tra l’impiego alla stazione di servizio ed il pub.
Di animo gentile ed accondiscendente vive in solitudine come un emarginato.In realtà abita serenamente un mondo tutto suo,rassicurato dai piccoli gesti quotidiani,dagli ambienti famigliari e da compaesani che tutto sommato lo lasciano in pace pur utilizzandolo spesso come valvola di sfogo per i loro piccoli e grandi drammi.L’arrivo di un aiutante,l’adolescente David,cambierà il monotono tran-tran dapprima in maniera piacevole,poi critica, a causa di alcuni atteggiamenti assolutamente innocenti da parte dell’ingenuo Josey,ma deprecabili agli occhi di una comunità abituata a vedere il marcio ovunque.
Leonard Abrahamson realizza un film semplice,forse in alcuni punti troppo timido un po’ come il suo protagonista,non riuscendo sempre a delineare con forza uno spaccato di vita ai margini.
Minimalista nella messa in scena ma pregno di significati si segnala in quella categoria di film che rifuggono le regole del classico intrattenimento puntando forte su silenzi,brevi dialoghi ed una staticità spesso ripetitiva.Il protagonista ,seppur doppiato malissimo, è molto bravo e si lascia apprezzare per la genuina spontaneità.
Un film che non sempre scorre con fluidità ma che riesce comunque nell’intento di tradurre in immagini il silenzioso dramma di una persona invisibile.

USELESS  @  18/06/2009 20:59:48
   7 / 10
Un “santo idioto” moderno...
Per chi diceva di non aver capito il messaggio del regista; forse potrebbe suonare così:
< Se sei un "idiota" e per di più buono, sei fuori posto in questo mondo!>

Devoras  @  07/06/2009 01:00:40
   7 / 10
Una storia semplice, recitata senza meriti nè colpe.. sullo sfondo di un'Irlanda verde, cupa e allo stesso tempo fuori dal tempo e dagli schemi a noi più consueti; un film che racconta di ciò che è possibile ogni giorno, silenziosamente, e, così, scivola via il film.. una testimonianza.. ben eseguita.

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