furia selvaggia regia di Arthur Penn USA 1958
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furia selvaggia (1958)

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locandina del film FURIA SELVAGGIA

Titolo Originale: THE LEFT-HANDED GUN

RegiaArthur Penn

InterpretiLita Milan, Paul Newman

Durata: h 1.42
NazionalitàUSA 1958
Generewestern
Al cinema nel Dicembre 1958

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Trama del film Furia selvaggia

William Bonney è un cowboy senz'arte né parte. Quando il suo amico e protettore Tunstall viene ucciso da quattro uomini, tra cui uno sceriffo, per ragioni venali, con un paio di soci dà la caccia agli assassini. Ne liquida due, ma è ferito e deve fuggire...

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Voto Visitatori:   7,25 / 10 (8 voti)7,25Grafico
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Voti e commenti su Furia selvaggia, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  04/07/2018 14:30:06
   6½ / 10
C'è qualcosa nella sceneggiatura che mi convince poco, qualcosa che ha a che fare con la caratterizzazione di alcuni personaggi e la messa in scena di qualche situazione che appare forzata, quasi da b-movie.
Penn firma il suo film d'esordio con una certa disinvoltura dietro la macchina da presa, potendo contare anche su un cast valido e su una storia dal sapore classico, che mette in risalto la psicologia di un Billy the Kid decisamente problematico, risultando al tempo stesso originale.
Oltre a qualche forzatura nella sceneggiatura, FURIA SELVAGGIA, a mio avviso, difetta un po' anche nel ritmo, proponendo accelerazioni e brusche frenate che a volte risultano pesanti da gestire.
Nonostante tutto, un western quasi discreto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/06/2016 20:21:45
   7½ / 10
Evidente nelle sue venature edipiche fra due figure simili, quasi un'evoluzione dell'altro, l'eroe ha un carattere meno cristallino e segnato dalla immaturità. Costantemente in bilico tra Bene e Male trova nella vendetta lo scopo principe a cui dedicarsi ossessivamente fino all'autodistruzione. L'esordio di Penn offre un western dai toni più crepuscolari ed antieroici, Newman un'interpretazione eccellente.

Thorondir  @  25/01/2016 23:24:33
   6½ / 10
L'esordio di Penn alla regia è un film epico ma allo stesso tempo "minimale" nella messa in scena. Una scenggiatura che forza alcuni sviluppi della storia ma che regge un film che sa fondere insieme dramma e azione. Personalmente l'ho trovato un po' datato nella messa in scena e nella fotografia e montaggio, ma è comunque un western interessante, sopratutto per le molteplicità psicologiche che mette in campo. Già da quì Penn inizia il suo discorso sulla de-strutturazione dei generi che sarà uno dei leit-motiv tematici della sua filmografia. Una storia sulla bassezza morale della vendetta e sulla coesistenza con il senso di colpa.

ZanoDenis  @  22/03/2015 15:01:41
   6 / 10
Western classico molto nella norma, comunque un discreto esordio di Penn, alla fine la morale é quella a cui si assiste in molti film, anche se comunque nel 1958 poteva anche essere interessante, l'inutilitá della vendetta e la violenza che genera violenza. Non ho trovato particolari picchi, oltre a qualche scena interessante e comunque una sceneggiatura molto attiva e dinamica, Newman fa il suo ruolo, ma niente di epico, si rifará decisamente in futuro.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/11/2010 22:09:42
   6½ / 10
Non sono rimasto molto entusiasta da questo film. Il fatto è che invece di mostrare i pregi dello stile classico western, ne mostra piuttosto i difetti. Manca la concentrazione etica, la chiarezza o l'approfondimento interiori di tanti capolavori di John Ford e di altri grandi registi dell'epoca classica di Hollywood.
Il fatto è che Arthur Penn cerca di inserire dentro lo schema classico del genere un contenuto diverso e originale, ma non riesce a creare un'opera coerente e forte. Ci sono troppe incertezze, troppe ambiguità. I caratteri sono a volte incomprensibili nelle loro azioni e nelle loro scelte. Pesano poi le convenzioni dell'epoca (tutto appare misurato, controllato, perbene, edulcorato), di cui ancora Penn non è riuscito a disfarsi e che gli pesano molto.
Il "contenuto diverso" che Penn vuole inserire è una nuova visione etica e cinematografica del "delinquente", visto come un persona fondamentalmente buona, portata dalle circostanze e dalla sete di riscatto e giustizia a "delinquere". E' dunque il meccanismo sociale che spinge a essere "delinquente" e non esiste perciò una natura "delinquenziale" diversa da quella "normale".
La storia narrata di Billy The Kid segue più o meno quella realmente accaduta, senonché vengono idealizzate troppe figure. I padroni del ranch in cui Billy trova lavoro sono ritratti come onesti brav'uomini, timorosi di Dio e della Legge (mentre non erano altro che proprietari come tanti altri). La loro uccisione a tradimento da parte di proprietari terrieri rivali (addirittura con la partecipazione di uno sceriffo) e l'impotenza della legge a rendere giustizia, forniscono la giustificazione alla vendetta di Billy. Il tutto è riportato in maniera semplificata e sommaria, per nulla approfondita o ben rappresentata. Questo è uno dei tanti difetti di sceneggiatura di cui soffre purtroppo questo film.
La questione della "vendetta" e delle scelte seguenti di Billy non sono per nulla rese chiare e convincenti. Altrettanto improvvise, strane e inspiegabili appaiono anche le decisioni di Pat Garrett. Sfugge comunque la psicologia di quasi tutti i personaggi.
Il film comunque ci fa capire l'intenzione di Arthur Penn di assolvere e quasi "celebrare" Billy, proprio perché nell'animo è fondamentalmente buono e onesto. Viene fatto diventare in pratica un martire di un mondo incerto e senza regole. Nel film c'è anche un personaggio un po' avulso dalla storia che fa un po' da spettatore alle imprese di Billy e che prova verso di lui simpatia e compassione. Lui simboleggia un po' il tono che si vuole dare alla storia e l'atteggiamento che si vuole ispirare nei confronti di Billy (questo personaggio è stato ripreso da Peckinkpah nel suo film su Billy the Kid, dove era interpretato da Bob Dylan).
Paul Newman fa del suo meglio per dare sentimento e umanità a Billy ma finisce che lo rende forse fin troppo dolce e perbenino. La regia segue binari standard e si mantiene in una dignitosa media.
C'è però una scena bellissima che riscatta il film ed è guarda caso l'unica scena che Peckinpah ha ripreso nella sua versione della storia di Billy the Kid. E' quella in cui Billy si libera dalle manette e uccide l'odioso sceriffo. La scena parte in soggettiva dallo sceriffo che vede sfuocato Billy su di un terrazzo. Mette a fuoco e vede un fucile che spara (quindi verso lo spettatore). Lo sceriffo sa che sta per morire, si accascia a terra al ralenty e un bambino si avvicina come per gioco verso il cadavere, subito sgridato dalla madre. E' una scena splendida che contiene in nuce tutte le caratteristiche che faranno grande il cinema di Peckinpah, il quale ha omaggiato Penn proprio citando questa scena nel suo film, molto più realistico e "vero" rispetto a questo.
Penn comunque ha fatto capire in questo film di parteggiare per i "cattivi", di voler riconsiderare la loro posizione nell'immaginario collettivo cinematografico. Porterà a compimento il suo disegno con Gangster Story.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  13/08/2009 10:54:22
   9 / 10
Non ne basterebbe uno di trattati di psicologia per questo esordio di Arthur Penn. Forti emozioni per questo western psicologico e crepuscolare, emozioni virili perché è un film di uomini fatto per gli uomini; ispiratore di Peckinpah in lungo e in largo (il suo "Pat Garrett.." inizia praticamente a mezzora dalla fine di questo) anche per la regia, qui veramente incredibile, dove se c' è un primo piano alla Leone - e uno, per un momento c' è - non è puro esercizio di stile, ma un primo piano (su Paul Newman) funzionalissimo alla drammaturgia del film. La leggenda di William Bonney, una interpretazione magistrale di Newman per uno dei temi cari del regista: "l' outsider alienato costretto a confrontarsi con una società ostile". Eccellenti anche tutte le altre interpretazioni e molto bello il B/N nettamente in contrasto con le incredibili fotografie a colori di Lucien Ballard per lo zio Sam.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  04/07/2009 13:04:55
   7½ / 10
La storia di una vita disperata...la vendetta che acceca il protagonista a tal punto da non accorgersi che quelli che gli stanno accanto stanno morendo...quando se ne rendera' conto sara' troppo tardi per la sua coscenza distrutta dal rimorso!
Non penso che Newman sia stato perfetto nella parte pur ammettendo che si tratta di un ruolo davvero difficile!
bel film

Dick  @  04/01/2007 19:37:52
   8½ / 10
Coinvolgente film sulla vita di Billy the Kid rappresentato come un ragazzo incapace di fuggire dai guai e dalla violenza.

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