Un timido impiegato, Paul Hackett, trascorre una notte di terrore e mistero tra le strade più malfamate del quartiere newyorkese Soho, passando attraverso omicidi, suicidi e personaggi grotteschi…
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"Fuori orario" è un anomalo prodotto cinematografico del 1985 di Martin Scorsese, la pellicola nel corso degli anni è diventata una piccola "gemma" della Cinematografia del regista in considerazione anche se Personalmente giudico negativamente "Fuori orario", per Me resta un prodotto assolutamente non sufficiente con una serie (per carità) di importanti, interessanti pregi ma, allo stesso tempo, con una valanga di irritanti, clamorosi difetti.
"Fuori orario" innanzitutto presenta una trama inconsistente, insomma non esiste la storia, la regia propone al pubblico solo uno squallido intreccio di episodi modesti sorretti da una sceneggiatura colma di forzature e paradossi. Dunque il vero problema nasce proprio dalla narrazione, o meglio dalla "non narrazione". Il film non è un prodotto di genere drammatico e non può essere nemmeno catalogato nel genere Commedia, tale pellicola (con grosse dose di etica) può essere etichettata come film d'autore; in pratica film "particolare" che non rispetta (pregio o difetto? Opto per la seconda scelta) alcuni parametri e si butta nel grottesco presentando spesse volte picchi quasi apocalittici di banalità intrisi in dialoghi e personaggi fuori dal comune e quindi improbabili e soprattutto poco credibili. La pellicola dura poco (quasi un'ora e mezzo) ma nonostante la "succinta" durata lo spettatore facilmente cadrà nella noia, insomma da annoverare pochissime scene, inoltre la parte finale è davvero poco entusiasmante e soprattutto lentissima. Come pregio da segnalare la prova degli attori (buona prova ma non eccezionale) le musiche (specialmente quelle classiche che rievocano un "certo" film) e le ambientazioni molto "graziose" e soprattutto molto curate.
"Fuori orario" è dunque in conclusione un film caratteristico ma temporaneamente abbastanza deludente, poca suspence; la pellicola comunque (pregio più importante) riesce a creare una sorta di alone di magia, di "distacco", insomma la notte è chimerica e giocoforza si differenzia nettamente dal giorno regalando emozioni che sfociano, in modo consequenziale nell'amarezza e/o nel compiacimento… In pratica spaccato di una New York "double face", il giorno la formalità, il lavoro la notte la "carta", la "chiave" ipotetica di tanti sogni… (a volte a sfondo drammatico/nero…)