Un timido impiegato, Paul Hackett, trascorre una notte di terrore e mistero tra le strade più malfamate del quartiere newyorkese Soho, passando attraverso omicidi, suicidi e personaggi grotteschi…
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Il neonoir si basa su due aspetti correlati e fondamentali: l'impossibilità di domare gli eventi e l'impossibilità di domare sé stessi. Il primo aspetto pone radici narrative su questioni filosofiche ed umanistiche secolari e oggi, cinematograficamente, è messo in luce da questo sottogenere che quasi sempre indossa la maschera del gangster movie, in un filo logico con il cinema classico. Prima ancora di assistere a questa trasformazione però viene sintetizzato un concentrato puro di questa formula di incubo kafkiano contemporaneo: AFTER HOURS è un esempio straordinario, eccellente per quanto semplice, di surreale fuga dal nulla, un labirinto pieno di vicoli ciechi e percorsi che complicano l'arrivo a destinazione, sbarrato da imprevisti che portano a coincidenze che portano ad un numero sempre crescente di problematiche da affrontare. Il tono noir è l'unico che poteva coinvolgere una serie di fatti e stranezze che esistono contro ogni pronostico, grottesche realtà che la notte indica nelle ultime luci rimaste accese. Martin Scorsese era l'unico che poteva raccontarci tutto questo attraverso una storia che sembra non fermarsi mai e che vorrebbe essere vista all'infinito. Martin Scorsese era l'unico che poteva dirigere questa pellicola, uno dei capolavori del neonoir e del cinema contemporaneo, perché primo inventore del neonoir e principale co-fondatore del cinema contemporaneo.