fuocoammare regia di Gianfranco Rosi Italia, Francia 2016
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fuocoammare (2016)

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locandina del film FUOCOAMMARE

Titolo Originale: FUOCOAMMARE

RegiaGianfranco Rosi

Interpreti: -

Durata: h 1.54
NazionalitàItalia, Francia 2016
Generedocumentario
Al cinema nel Febbraio 2016

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Trama del film Fuocoammare

Il film porterà nel cuore dell'Europa immagini e sentimenti utili ad arricchire la riflessione sui nuovi fenomeni migratori, temi su cui tutte le politiche nazionali europee in questo momento si interrogano.

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Voto Visitatori:   6,03 / 10 (16 voti)6,03Grafico
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Voti e commenti su Fuocoammare, 16 opinioni inserite

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Oskarsson88  @  09/02/2018 12:20:48
   6 / 10
Mi sarebbe piaciuto avere più informazioni e immagini sulla situazione dei migranti, invece più di metà del film mostra la vita delle persone di Lampedusa. Non è fatto male, ma è anche parecchio lento e non del tutto digeribile. Non lo boccio, ma avrei preferito qualcosa di diverso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/03/2017 12:18:43
   6½ / 10
Come scorre la vita degli abitanti di Lampedusa abituati ormai da anni a fare da piazzale di arrivo di centinai di migliaia di migranti.
La storia piu' interessante è quella del piccolo Samuele e di come vive la sua infanzia. Meno interessanti le vicende del dottore. Il momento dell'ecografia è uno dei piu' inutili della storia del cinema.
Tolta qualche eccessiva perdita di tempo il film fa riflettere ed emoziona sperando possa servire ad aprire le menti dei politici di tutta Europa su di un fenomeno che ci sta letteralmente sommergendo.

TheLegend  @  17/01/2017 15:41:44
   6½ / 10
L'impressione che mi ha dato è di un'occasione persa,importante più per il tema trattato che per i contenuti effettivi.
Non è comunque tutto da buttare.

polbot  @  14/01/2017 19:22:16
   6 / 10
Dopo Sacro Gra Rosi si lancia su Lampedusa e l'attualità dei disperati flussi migratori. Al solito non è un film, non è un doc. Il regista mostra immagini della lenta vita di un ragazzino dell'isola, alternate da altre dell'arrivo dei migranti... senza mai incrociarsi. Interessante e d'impatto dal punto di vista visivo, personalmente non ho colto il nesso delle 2 "storie".. ma forse nemmeno c'è.. Inspiegabile averlo presentato per gli Oscar anche come film

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/10/2016 23:49:36
   7 / 10
Lampedusa è un piccolo lembo di terra in mezzo al mare. Rosi offre uno sguardo sul quotidiano scisso in due parti ben distinte. Una vita che scorre normalmente nei suoi riti consolidati ed dall'altra parte il dramma di un'isola simbolo, approdo per navi cariche disperazione. E' un contesto che vive di due "normalità", dove la seconda esula dal contesto stesso, ma come fa notare il medico Bartolo, ma è diventata una prassi abitudinaria di sbarchi, identificazioni ed invio al centro di accoglienza e purtroppo morti a cui non ci si farà mai l'abitudine. E' questo uno dei momenti migliori del film di Rosi, l'umanità di un dottore che non sarà mai avvezzo ad una tragedia quotidiana che coinvolge l'isola. Il merito di Rosi sicuramente è quello di rendere le immagini stranianti nella loro apparente neutralità dello sguardo. Non c'è né retorica, tantomento sentimentalismo. Quei cadaveri dentro i sacchi e stipati all'interno della stiva sono senza dubbio immagini forti che riescono però a dare il significato vero ai freddi numeri delle notizie di un telegiornale qualsiasi. Ed è probabilmente questo il motivo dietro le parole del dottore: non ti puoi mai abituare quando le tragedie le tocchi con mano.

Light-Alex  @  12/10/2016 16:43:02
   6 / 10
Il film si gioca sull'alternanza della narrazione di alcune vite-tipo lampedusana (la famiglia col padre pescatore, la nonna matriarca che cucina, il figliolo che va a scuola e vagabondeggia per l'isola, il conduttore della piccola emittente radiofonica…) e dall'altro lato le missioni dei recuperi dei migranti nel Mediterraneo intorno a Lampedusa.
I due racconti sono lontani ma il linguaggio è lo stesso: un racconto diretto e coerente, tal volta anche allungato in maniera ripetitiva e cinematograficamente poco accattivante, ma funzionale ad un modo di raccontare che definirei Verista.
Tanto che la parte della vita dei Lampedusani sembra quasi un documentario di qualche decennio fa sul sud Italia e sulle sue sacche di povertà, analfabetismo, il dialetto che sostituisce la lingua, arretratezza rispetto allo stile di vita diffuso nel resto della penisola. Dall'altra parte sembra un documentario-accusa verso il mondo Occidentale, per far aprire gli occhi verso il dramma silenzioso e tristemente ordinario che avviene cadenzato nel tempo in quella terra.

Un plauso alla fotografia, di cui si occupa allo stesso modo il regista Rosi. Tuttavia riconosco che il film non mi ha mostrato né un taglio del racconto, né un'immagine che già non conoscessi o immaginassi del dramma migranti. In certi momenti mi è risultato quasi più convincente e più originale il racconto sui lampedusani.
In chiave internazionale doveva essere la parte sui migranti quella più d'impatto, invece qui è dispersa e poco incisiva.

Paolo70  @  06/10/2016 20:10:31
   6½ / 10
Documentario che parla in parte dei flussi migratori, descrivendo anche le condizioni dei migranti che si trovano a Lampedusa e di uno spaccato di vita degli abitanti del posto ed in particolare di un bambino (dialoghi in dialetto siciliano con sottotitoli). Film quasi discreto ma non eccezionale.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  04/10/2016 11:03:06
   7 / 10
Buon documentario, bravo Rosi, alcune sequenze sono davvero riuscite.
Personaggio centrale è il piccolo Samuele, che conduce un'ordinaria vita da preadolescente. Come scrive Giancarlo Zappoli: "Grazie a lui e al suo 'occhio pigro', che ha bisogno di rieducazione per prendere a vedere sfruttando tutte le sue potenzialità, ci viene ricordato di quante poche diottrie sia dotato lo sguardo di un'Europa incapace di rivolgersi al fenomeno della migrazione..."

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  03/10/2016 21:00:06
   7 / 10
Rosi, sempre restando al di sopra delle parti, ci racconta un scorcio della vita a Lampedusa; senza fronzoli e senza intenzione di causare nessuna lacrima facile.
Il regista non si schiera mai ma il messaggio c'è, il problema è che rimane troppo tra le righe e a recepirlo sarà solo coloro a cui già appartiene, i chiusi di mentalità (ogni riferimento a salviniani e meloniani NON è puramente casuale) non saranno certo smossi da una pellicola così.

antoeboli  @  26/09/2016 16:12:09
   6 / 10
Un orso d oro a Berlino e poi il nulla cosmico se guardiamo i premi seri.
Anche con diverse candidature agli italianissimi David , il documentario di Rosi non ha vinto un Ciufolo . Ma oggi 26 Settembre Fuocoammare sarà analizzato dai sapientoni dell Academy per entrare in lizza per la statuetta.
Qui la regia è tipo quasi assente , visto che tra l altro gli attori sono stati messi li per recitare come se fossero loro stessi .
Il film è uno spaccato dei giorni nostri , un normale giorno a Lampedusa , dove ci sono le storie di vari personaggi che mai si intrecciano , e poi ci sta il dramma dei migranti che viene mostrato secondo me senza la dovuta cattiveria .Senza essere troppo tragici , il che è un difetto per un film internazionale che punta in alto .
Alla fine tutte le storie di vita degli altri personaggi , sono un contorno per un film che si ved una volta sola ep oi basta , dove capita anche che lo spettatore non gliene freghi nulla del bimbo mezzo orbo , o del radiofonista rimasto al 1950,sem pre chiuso nel suo stanzino .
Per quel poco che si vede di regia , spesso i ritmi sono lentissimi , e almeno una prima buona mezz ora i dialoghi lasciano spazio alle immagini . Dialoghi che sono in dialetto tipicamente siciliano , il che ricorda molto il documentario stile Gomorra di Garrone , che manco quello nonostante sponsorizzazioni potenti (vedi Scorsese) non arrivò neanche alla finale.

freddy71  @  23/07/2016 23:04:21
   7½ / 10
un film molto triste....purtroppo è la realtà....a tratti un po lento...ma con degli spunti di riflessione molto intensi.

andreapau  @  15/03/2016 10:18:37
   6 / 10
Quando la realtà, sbattuta in faccia quotidianamente supera l'immaginazione, è necessario che la fiction imbocchi strade più convincenti se vuole emozionare e comunicare.
Niente o poco di tutto questo si trova in Fuocoammare, premiato per motivi inspiegabili

2 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2017 22.49.30
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/03/2016 22:49:18
   7 / 10
"Qualsiasi essere umano che sia deve aiutare questa gente", e credo che a sentire questa frase molti si strapperanno le fatidiche vesti. Nemmeno io mi sento coinvolto come dovrei, del resto l'immigrazione e' un'emergenza seria e a volte potrei prendere per oro colato le proteste del popolino, visto che come appurato dai giornali nella grande massa umana che arriva in Italia esistono - inutile negarlo - anche invasati, delinquenti, elementi da mandare letteralmente a casa con il foglio di Via, e per sempre. Rosi evita il discorso ideologico, ma forse meglio dire che si/ci vuole persuadere di questo. Il suo film avra' sempre ampio spazio sulle pagine culturali di Repubblica o del Manifesto. Gira sempre un efficace ibrido tra fiction e documentario, e spesso sembra piu' convincente proprio quando dirige La gente nel suo percorso quotidiano. Film interessante, "Fuocoammare" rischia di deludere o entusiasmare per le stesse o diverse ragioni. Ci sono, certo, lungaggini contemplative (da documentario si) di cui si poteva fare benissimo a meno. Poi noi geograficamente vediamo il Mondo secondo Lampedusa molto arcaico e fatalmente inaccettabile, cfr. Il destino segnato fin dalla nascita di dover diventare ad ogni costo pescatori cfr. O mangi questa minestra o salti dalla finestra, i racconti sul nonno, come pure il mal di mare che onestamente ci coglie in qualche immagine del film. Il Mare, trionfo di bellezza e dolore, e' quello che porta con se' i ricordi di guerra (il fuoco) ma anche la Pesca miracolosa. E quell'immagine di uomini alla deriva strappati dalle barche, esanimi oppure gia' morti, e' l'amarissima pesca del Nostro Presente. Un mondo dove si strappano vite di prima o terza classe, a seconda della disponibilita' di denaro. Trancima il film tutto questo, mentre una micidiale emittente radiofonica continua a inviare notizie di morti dispersi o sopravvissuti tra una canzone popolare tradizionale e l'altra. Ripeto, il film ha immagini splendide ma e' -come dire - un poco chiuso in se stesso. Manca di certo ll'eccentrica binario stilistico di Sacro Gra. Ma ha la grazia e la forza di raccontare, e questo non e' poco

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