Guy (Ryan Reynolds), un impiegato di banca, scopre di essere un personaggio all'interno di un videogame. Dopo aver realizzato che non è una persona reale, l'uomo intraprende una crociata contro i creatori del gioco, intenzionati a chiudere baracca.
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"Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale? Dove non si soffriva, e dove erano felici tutti quanti, e contenti. Fu un disastro. Nessuno si adattò a quel programma, andarono perduti interi raccolti. Tra noi ci fu chi pensò a... ad errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza. Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava, di liberarsi. Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così." Una volta enunciato questo discorso dall'agente Smith, viene meno il senso dell'eroismo di Neo e dell'intera saga, però non è facile accorgersene, anche dopo anni: il problema non risiederebbe nei vincoli esterni a noi, bensì in quell'interni. La filmografia sullo sviluppo dell'IA patisce una contraddizione analoga: divenuta indistinguibile dalla nostr'esistenza, cos'avrebbe di meglio? "Free" guy: davvero? "Ma questo... Tutto questo è accademia" (cit.).