Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. L'anno è il 1943 e, nel pieno del conflitto, la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I quattro giovani sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, "a piede libero" in una città in guerra.
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Se non si rappresenta l'umanità in chiave circense (Ophüls, Fellini, Wenders) oppure l'umanità dei freak circensi (Browning), s'adotta il registro del realismo magico, la cui lunga storia è stata aggiornata nel 3° millennio soprattutto d'autori come del Toro e Singer, non di rado con riferimenti al(l'anti)nazismo. Mainetti ce ne fornisce i loro più celebri personaggi (fonti d'ispirazione? derivativamente? citazionisticamente?) nel format nostrano, opulento e melò: "Inglourious Basterds"? "JoJo Rabbit"? No: una sbobba da far rimpiangere il Ferreri de "La donna scimmia" (1964). Costato circa 13 milioni di euro, ha incassato 3,28 milioni di dollari (https://www.boxofficemojo.com/title/tt7270808/): qualcuno si ponga delle domande. Ps: prosegue la fissa per i Radiohead, da "Creep" suonat'al piano da un esadattilo alla scena della persona con le branchie che ripesca il video di "No Surprises". https://www.cineforum.it/voti/film/Freaks_Out
Con gran rammarico: operazione, ahimè, non riuscita. Freaks out supera tutti i difetti tecnici del precedente Jeeg con una fotografia, un montaggio e soprattutto un comparto vfx degni delle più grandi produzioni Hollywoodiane... ...ma fallisce in tutto ciò che di riuscitissimo c'era nell'esordio di Mainetti. Non c'è traccia dei personaggi monumentali del primo film (e mi riferisco sia ai tre meravigliosi protagonisti, sia alle memorabili figure di contorno tipo Marcellone la transessuale o Nunzia la camorrista), non c'è traccia di empatia, non c'è traccia di coinvolgimento né del tifo sfegatato che facevo per i protagonisti in sala, guardando Jeeg. Non c'è traccia, infine, nemmeno del contesto storico: dove stanno i fascisti? E perché in Italia ci sono tutti sti nazisti (uomini e donne)? E perché stanno tutti rinchiusi in quel tendone a guardare gli spettacolini del circo? Tante imprecisioni, tanta azione, forse troppa, tanti personaggi, forse troppi, e in due ore e passa non c'è il tempo di appassionarsi a nulla. Bocciato ma spero con tutto il cuore che il duo Mainetti Guaglianone ci riprovi con progetti ancora più ambiziosi ma più liberi e sentiti di questo Freaks out.
Nota di merito per l'antagonista riuscitissimo e il partigiano gobbo, macchietta sì ma almeno divertente.