Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. L'anno è il 1943 e, nel pieno del conflitto, la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I quattro giovani sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, "a piede libero" in una città in guerra.
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A me è parso un film che voleva essere troppe cose, con dentro una storia a volte adattata alle citazione che si volevano fare (e quindi, sicuramente, girato come un grande omaggio al cinema amato da Mainetti). L'inizio mi è piaciuto molto e alcune idee sono davvero originali, altre lo sono meno e l'interminabile parte finale pare Dark Phoenix (il peggior film della saga X-Men). Finalmente un cattivo memorabile, uno che la Marvel se lo sogna, nonostante, alla fine, si può dire che questo sia un film di supereroi (e, incredibilmente il budget c'è e si vede). Considerato che è italiano direi che si può guardare.