fragole e sangue regia di Stuart Hagman USA 1970
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fragole e sangue (1970)

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locandina del film FRAGOLE E SANGUE

Titolo Originale: THE STRAWBERRY STATEMENT 

RegiaStuart Hagman

InterpretiMurray McLeod, Bud Cort, Kim Darby, Bruce Davison

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 1970
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1970

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Trama del film Fragole e sangue

Un campo da gioco di un'università americana viene destinato all'addestramento dei soldati in partenza per il Vietnam e nel campus scoppia la rivolta. Simon guarda le cose con un certo distacco, poi conosce Linda e grazie a lei capisce che c'è molto di più nei motivi della contestazione. Alla fine, quando arriva la polizia a sgomberarli con la forza, Simon saprà da che parte stare.

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Voto Visitatori:   6,75 / 10 (8 voti)6,75Grafico
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Voti e commenti su Fragole e sangue, 8 opinioni inserite

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Goldust  @  18/11/2013 21:50:45
   6 / 10
Uno dei più importanti film di denuncia degli anni sessanta, uno spaccato di vita studentesca americana raccontato a metà strada tra l'impegnato ed il grottesco. Bravo il protagonista ma il film è così così, minato nel ritmo da una quantità inusitata di canzoni dell'epoca. E le botte della tanto incensata scena finale sono poco realistiche.

DogDayAfternoon  @  26/10/2013 20:18:22
   6 / 10
L'aspetto che più mi è piaciuto di questo film è la regia, abbastanza originale e personale. Per il resto direi un film piuttosto piatto, con uno scenario che di per sé sarebbe interessante ma che viene affrontato troppo superficialmente e senza un minimo di coinvolgimento. Gli attori se la cavano senza eccellere, bella la colonna sonora dove Crosby Stills Nash & Young la fanno da padrone.

Film che si guarda facilmente ma altrettanto facilmente si dimentica.

Il protagonista, non so perché, in alcune espressioni mi ha ricordato Mc Dowell in Arancia meccanica.

uzzyubis  @  16/04/2012 10:45:10
   7½ / 10
Fragole e sangue descrive uno spaccato della San francisco a cavollo tra gli anni '60 e gli anni '70, uno spaccato che oltre alla realtà americana ha attraversato anche quella europea (il maggio francese) ed anche quella italiana naturalmente.
Si parla di contestazioni, di lotta al potere, di difesa dei diritti, tutti igredienti che hanno fatto di quegl'anni un simbolo da alcune parti disprezzato e da altre preso ad esempio.
La storia è quella di un ragazzo che si avvicina ai movimenti studenteschi; da prima per spirito partecipativo, forse per far parte di qualcosa di grande, qualcosa, che in quegl'anni è in fermento, successimìvamente entrando sempre più partecipativamente in quel marasma di prese di posizione ideologi e di scontri cruenti.
Il film risente dei 40 anni di longevità, anche se personalemente, non mi dispiacciono le zoomate repentine o la patina che si è depositata su quelle immagini, da al tutto un sapore di autenticità.
Come dicevo, 40 anni sono passati ma la violenza brutale con cui si chiude il film (l'evacuazione forzata della scuola) ci riporta alla Diaz e a Genova come per ricordarci che i metodi, certe volte, sono sempre gli stessi.
Una menzione particolare va fatta alla colonna sonora ricca di grandi classici americani che contribuiscono alla storicizzazione della pellicola.
Un film da vedere per capire un pò di più quegl'anni ma anche, e questa è un'amara constatazione, per capire eventi più recenti e probabilmete futuri.

Lory_noir  @  07/11/2008 11:20:26
   7 / 10
Visto a scuola!
Vale sicuramente la pena di vederlo!

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  04/06/2008 18:04:20
   7 / 10
Un film che a suo modo diventò un culto per una generazione, raccontando i fatti accaduti all'università di San Francisco nel '68, in piena contestazione giovanile. Il tema è ancora attuale dopo quarant'anni, soprattutto oggi che la rivoluzione sessantottina viene messa in discussione anche da chi vi partecipò. E' chiaro che la strumentalizzazione di ideali e contestazione fu reale e marcata, ma non si dovrebbe dimenticare che "la fantasia al potere" è uno slogan che ha cambiato davvero il mondo e la testa di una buona fetta del mondo occidentale.
Visto sotto questa ottica, "Fragole e sangue" è un film importante, che racconta sia pur con una certa superficialità le sommosse giovanili americane, ma visto nella sua dimensione cinematografica dimostra tutti i suoi trentotto anni e non regge alla prova del tempo: scene e montaggio "psichedelici", dialoghi a volte sconclusionati, grande frammentazione narrativa non lo rendono certo un'opera eterna.
Da vedere, con tutti i suoi limiti.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  11/04/2008 22:29:53
   7 / 10
Vale la pena guardare ancora oggi questo film per rendersi conto di come pensava, cosa sperava, in che cosa credeva, una certa parte di gioventù americana (e non) a cavallo fra anni ’60 e ’70. Si tratta quindi di un film “datato”, adatto più che altro a conoscere il passato. Questo però per i 4/5 del film, perché il finale fa fare un balzo alla qualità del film e fa sì che alla fine si rimanga molto colpiti e impressionati. Tra l’altro non si può fare a meno di rivedersi passare davanti immagini viste anche molto di recente, come ad esempio alla scuola Diaz di Genova nel 2001. Grazie al finale “a sorpresa”, Fragole e Sangue riesce perciò a diventare il simbolo del tentativo dei giovani di “cambiare il mondo” o almeno di pensare di poterlo fare. Anche se velleitario e utopico è un tentativo che dava e dà fastidio, vista la durezza con la quale in genere viene represso.
La storia narra delle vicende un po’ sconclusionate di un giovane studente amante del canotaggio, il quale si trova coinvolto nell’occupazione della propria università. Lì conosce diverse persone, tra cui una ragazza bella, dolce e intelligente di cui s’innamora. L’atmosfera infervorata dell’occupazione penetra nel suo animo e lo fa esaltare idealmente. L’avventura tutto sommato pacifica e idealistica finisce però nella violenza. E’ il duro scontro con la realtà che giunge improvviso e inaspettato, nelle forme di un duro attacco di polizia. Evidentemente anche se si tratta di una “moda”, le ribellioni e le parole d’ordine infiammate (sciopero gridato ai 4 venti) non possono venire tollerate né permesse, neanche se per diversivo o quasi per gioco.
Il regista cerca di penetrare nella psiche e nell’animo dei giovani contestatori, ma rimane comunque distaccato rispetto ad essi. Intanto li descrive un po’ come una curiosità, un fenomeno e usa una rappresentazione tutto sommato superficiale. Tipizza e idealizza un po’ troppo. Certe vicende sono poi un po’ forzate. Il tono sembra quello della commedia. Manca approfondimento sulle ragioni effettive e personali della scelta di ribellarsi. Il regista fa apparire il tutto quasi come una moda, un qualcosa che usava fare e forse non aveva tutti i torti. Allora comunque si credeva, si sperava, c’era ottimismo. Ecco allora che la maggior parte del film diventa una rappresentazione pittorica di questo nuovo mondo giovanile che rompe con gli schemi del passato. Il finale giunge quindi come una “mazzata”.
Anche il regista cerca di adeguarsi al “nuovo”. Intanto rompe diversi schemi stilistici. Il protagonista non è un “belloccio”, ma un ragazzo tutto sommato normale (antidivismo). La mdp è molto più sciolta e libera. Più che narrare o seguire la vicenda, ci fa “vedere” o traduce stati d’animo. Il montaggio poi è quasi svincolato dall’unità d’azione e segue la logica intimistica tipica della nouvelle vague (sono le emozioni e i sentimenti i motori narrativi). Come Harold e Maude sembrava un film inglese, questo sembra a tutti gli effetti stilistici un film francese.
Sono caratteristiche tutto sommato estranee alla tradizione americana e infatti non durarono a lungo. Ci penserà Coppola a rinverdire e a restaurare la grande tecnica hollywoodiana. Qualcosa però è rimasto. Per tutto il film risuonano grandissime e bellissime canzoni (hanno un ruolo importante quasi quanto i personaggi umani; a volte il film rappresenta la musica). Bene, i cineasti americani dimenticheranno le musiche paludate e drammatiche degli anni precendenti al ’70 e useranno come colonna sonora l’immenso e ricco patrimonio musicale popolare americano.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/05/2007 12:55:19
   7 / 10
Più di una generazione ha dovuto fare i conti con questo film: è stato amato, odiato, è diventato oggetto di culto, è stato un'indispensabile documento del cinema della contestazione giovanile a cavallo tra gli anni 60" e 70". Oggi che quel tipo di cinema cercano invano di riscoprirlo (v. il controverso ma non disprezzabile "Salvador - 26 anni contro" o il recentissimo "Cronaca di una fuga") si può rivedere "Fragole e sangue" con l'affetto incondizionato che un pò tutti gli abbiamo sempre reso.
Peccato che a distanza di anni le ingenuità ideologiche, il compromesso tra spirito giovanilista e messaggio politico, attivismo e spensieratezza, anche nei momenti più violenti (come nel drammatico, implosivo e ambiguamente incompiuto finale) mostrino tutti gli anni del film (apprezzabile comunque la performance del bravissimo Bud Cort).
"Fragole e sangue" appartiene alla storia del cinema, ma la ruggine che lo devasta è il segno che qualcosa è cambiato, purtroppo o per fortuna, nel nostro dannatissimo idealismo

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  11/05/2007 20:58:26
   6½ / 10
Il più anni 70 dei film americani, il più hippie ma anche uno dei meno riusciti, certamente molto al di sotto di Easy Ryder o Hair o Jesus Christ. Ma è cmq un film importante storicamente perchè mostra una fase della recente storia che dall'America si trasferi a Parigi, quella della contestazione studentesca che qui ha come causa scatenante la mai tanto aborrita guerra in Vietnam e racconta di come un ragazzo all'inizio indifferente alla politica e all'impegno civile per amore cambia idea e con lo sgombero del campus occupato che avviene colla forza da parte della polizia si unirà nella lotta agli altri studenti. I limiti di questo film sono soprattutto nella sua sin troppo facile collocazione in una nicchia politicizzata (premetto che sono anche io di sinistra) dove è facile capire le ragioni di una parte mentre l'altra viene ampiamente demonizzata a priori, e nella sostanziale debolezza della storia. Ma ripeto, rimane un documento importante del cinema hippie.

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