foglie d'autunno regia di Robert Aldrich USA 1956
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foglie d'autunno (1956)

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locandina del film FOGLIE D'AUTUNNO

Titolo Originale: AUTUMN LEAVES

RegiaRobert Aldrich

InterpretiLorne Greene, Vera Miles, Cliff Robertson, Joan Crawford

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 1956
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1956

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Trama del film Foglie d'autunno

Milly (Crawford) è una donna di mezza età ancora molto bella. Milly si innamora, ricambiata, di Burt (Robertson), un uomo molto più giovane di lei. In breve i due decidono di sposarsi. Lui è un giovanotto gentile e simpatico che però, dopo le nozze, si rivela psichicamente malato. Alla radice della sua depressione c'è il tradimento della sua prima moglie consumato con il padre dello stesso Burt. Milly si impegna per tentare di farlo guarire.

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Voto Visitatori:   7,10 / 10 (5 voti)7,10Grafico
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Voti e commenti su Foglie d'autunno, 5 opinioni inserite

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Goldust  @  11/11/2015 12:02:15
   6½ / 10
Aldrich esce dal seminato del suo cinema e si cimenta in un turgido melodrammone da pubblico femminile, collaborando per la prima volta con Joan Crawford qualche anno prima dell'indimenticabile Baby Jane. Sono due mondi diversi che si incontrano e che trovano una strada comune, più vicina per la verità all'esaltazione di quella figura di donna forte e determinata tanto cara all'attrice piuttosto che al cinema crudo e deciso a cui ci aveva abituato il regista. Il risultato d'insieme si lascia comunque guardare nonostante all'interno del plot sia presente una svolta psico-drammatica non completamente riuscita, più che altro per colpa di un Cliff Robertson non sufficientemente maturo per la parte. Un vero peccato poi non avere approfondito i veri motivi del "contendere", o meglio della crisi, e cioè i personaggi di Mr. Hanson e dell'ex moglie Virginia, che appaiono e scompaiono troppo fugacemente per lasciare sul racconto una traccia davvero indelebile; nella pur breve visita a casa dell'altra moglie, Vera Miles riesce comunque a lasciare il segno come una vera femme fatale.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  06/07/2011 00:23:14
   8 / 10
Opera anomala nella filmografia di Aldrich, qui alle prese con un ritratto femminile di grande intensità psicologica.
Generalmente poco apprezzato, è in realtà un melodramma straordinario, tutto giocato sull'alternanza di toni delicati e violenti, pieno di dettagli (il continuo cigolare della porta, il telefono in primo piano, la macchina da scrivere...) e di momenti di incredibile pathos (la scena in albergo è da antologia) e dominato da una Joan Crawford magistrale in una performance trattenuta e sofferta, fatta di sguardi accennati, di tocchi ansiosi, di sorrisi indecisi, di slanci frenati.
Una storia d'amore commovente unita ad un dramma psichiatrico più facilotto e stereotipato (e ne risente la prova del pur bravo Robertson), filtrato comunque da Aldrich con raffinatezze visive di assoluta persuasività (sia lodato quel divino bianco e nero!) e trainato da un tema musicale divenuto indimenticabile, "Autumn leaves" cantata da da Nat King Cole.
Ho sempre amato questo film, certe scene sono impossibili da dimenticare.

MexicoCityBluEs  @  12/07/2009 10:31:11
   7 / 10
Incastonato tra il bianco e il nero di una fotografia straordinariamente elegante, palpita un melodramma fiero e debordante.
Discreta la riflessione sul presunto destino misantropico patito da Milly, con una Crawford deliziosa nel plasmare il decadimento dell'austera riservatezza di una coscienza troppo malinconica, obnubilata dal sentore di una spietata inadeguatezza emozionale - segretamente autodistruttiva. Una coscienza in attesa di una domanda, di una spirale in cui saltare e perdersi per rimembrare la passione troppo a lungo repressa nei meandri delle più cieche razionalizzazioni e del più ingrato passato.
Meno riuscita la parabola schizofrenica destinata a Robertson, in parte proprio per l'interpretazione eccessiva dell'attore, ma in definitiva a causa di una scrittura poco convinta e credibile per un tema di enorme complessità.

Forse il film pecca in pretenziosità nel voler lavorare su più piani dialettici senza averne una chiara e coesa visione d'insieme, ma Aldrich non si smentisce, regalandoci alcune sequenze preziose per la loro capacità di dare forma alle emozioni, aggredendoci con i volti tipici della sua arte, volti carichi di espressività, eccessivi, che svelano la dimensione cinematografica restandone comunque liberi, conservando la propria credibilità.

Dick  @  20/08/2007 20:31:20
   7 / 10
Melodramma curioso sorretto dalla Crawford.
Insolito ruolo da p...anazza per la deliziosa Vera Miles.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/08/2007 20.32.42
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  29/06/2007 21:34:36
   7 / 10
Un melodramma sopra le righe, decisamente inusuale per Aldrich, anche se il tema della schizofrenia nella sua carriera è stato più volte rappresentato.
Me lo ricordo ancora, come se fosse oggi, questo film: visto in tv da bambino, in quel caro vecchio b/n d'annata, con il titolone in bella vista e una musica struggente, indimenticabile.
Effettivamente il tutto può apparire superato: la performance da "invasato2 di Robertson è francamente eccessiva, però la Crawford è semplicemente meravigliosa: la sua dedizione, la sua pazienza, l'amarezza per un amore tanto singolare e "ad alto rischio". Memorabile e agghiacciante quando Robertson colpisce la mano della sua amante, e tempo dopo la prende dolcemente con sè, ricordando forse dopo tanto tempo il male che le ha fatto.
Non è forse il miglior Aldrich, ma è un drammone confezionato benissimo

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/08/2007 23.30.51
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