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Bhe che dire,Stroheim,fu considerato il regista più costoso del mondo,come possiamo notare ogni singola inquadratura è costituida da una miriade di elementi,sono stracolme,mai uno spazio vuoto,ricche ricchissime.E' duro seguire 2.40 di film muto peròè proprio per questo che prima l'hanno portato all'apice e poi abbattuto in un attimo,perchè era troppo esigente,però che risultati!
Che von Stroheim sia stato un grande regista non c'è dubbio. Non c'è dubbio però che non avesse il senso della misura, pare che questo film dovesse durare 6 ore. Già due ore e mezza possono essere un'eternità. Così, nonostante un talento limpidissimo, a causa delle sue manie di grandezza, fu allontanato da Hollywood. Femmine Folli deve essere stato abbastanza scandaloso all'epoca, ora non da più scandalo ma resta un'opera da apprezzare, se non altro come un vecchio pilastro del cinema muto.
Diciamolo, 2 ore e mezza di muto sono davvero una badilata sui maroni. Von Stroheim, a ritroso, è quasi certamente la prima mente folle della storia del cinema, ignoro completamente il suo, di cinema; fattore che unito alla lunghezza della pellicola non mi ha certo portato a capire dove volesse andare a parare con questa sua opera. Si tratta di un prodotto oggettivamente interessante per certi versi. Un prodotto virato a più colori, il giallo per gli esterni, il B/N per gli interni, il blu per le riprese notturne, il fucsia per l'alba, il rosso per il fuoco. Una narrazione dalle didascalie a volte contaminate da più dialettiche, quasi un anticipo di "Arancia meccanica", immagini forti, controverse per l'epoca: il tiro a bersaglio sulla sagoma di un suo superiore, il saluto negato ai militari disabili, qualche omicidio qua e là, e la storia di un donnaiolo blasfemo e senza scrupoli fanno di questo film, il presunto capolavoro del regista. Non per me, sette, è il massimo che riesco a dare.
Incredibile vedere quanto i contenuti dei film d'oltreoceano pre anni '30 fossero scabrosi per l'epoca cui appartenevano. Von Stroheim è sicuramente un regista fuori dal comune, perverso, sfrontato. Estetismo e perversione sono un connubio vincente in questo dramma che sa di malato.