europa regia di Lars Von Trier Danimarca, Francia, Germania, Svezia 1991
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europa (1991)

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locandina del film EUROPA

Titolo Originale: EUROPA

RegiaLars Von Trier

InterpretiEddie Constantine, Udo Kier, Barbara Sukowa, Jean-Marc Barr

Durata: h 1.54
NazionalitàDanimarca, Francia, Germania, Svezia 1991
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1991

•  Altri film di Lars Von Trier

Trama del film Europa

Germania, 1945. Leopold Kessler torna dagli Stati Uniti alla fine della guerra e lo zio lo colloca come apprendista conduttore di vagoni letto nella compagnia ferroviaria di Max Hartmann. La pace è solo apparente: gli americani combattono i ""lupi mannari"" e Hartmann è preso in mezzo.

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Voti e commenti su Europa, 22 opinioni inserite

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Sepuldeath  @  05/06/2020 20:39:28
   10 / 10
Filmone del maestro Von Trier

7219415  @  22/03/2017 09:54:12
   7 / 10
Molto particolare

Oskarsson88  @  19/03/2017 13:46:35
   8½ / 10
Film francamente poco conosciuto ma di qualità pazzesca. Il regista danese è veramente geniale, e ogni film che produce ha le sue particolarità. Qua siamo, con una cupissima fotografia, in una Germania post-guerra. Atmosfere grigie con sprazzi di colore, e una storia per niente banale che Lars ci invita a vivere da protagonisti stessi. Tanto di cappello...

Filman  @  31/12/2014 15:28:23
   8½ / 10
Il segno del cinema europeo postmoderno lasciato in eredità da Lars Von Trier trova giuste considerazioni e prime impressioni artistiche in EUROPA, coraggioso e visionario contenitore di metodologie nuove e varie soluzioni agli antipodi del tradizionalismo cinematografico, espressionistiche nella forma e nella tecnica, centro di sovrapposizioni d'immagini e contrapposizioni di colori che creano una quasi unica calligrafia registica, utilizzata per raccontare una storia non altrettanto unica.
Sull'onda di una positiva evoluzione stilistica, il regista danese confeziona il terzo episodio di una eventuale trilogia incentrata non solo sul continente europeo, storicamente vittima di violenza ed esempio perfetto per la considerazione caotica e malsana che Von Trier ha per il genere umano e il mondo in generale, ma anche su uno stile fresco, poco correlato al contesto ma tuttavia innovativo e ipnotico, pronto a catapultare all'interno di questo ottimo affresco filmico.

Signor K.  @  04/12/2014 21:51:17
   8 / 10
Dramma kafkiano nella Germania sconfitta e devastata del 1945.
Il film narra le vicende di Leopold Kessler, un giovane americano d'origine tedesca che torna a Francoforte nell'ottobre '45 per lavorare presso la "Zentropa", una grande azienda ferroviaria locale dalla quale viene assunto grazie alle referenze di un suo zio.
Kessler si definirà un'idealista deciso a lavorare sodo per la ricostruzione del paese ("è venuto il tempo che qualcuno si mostri gentile con i tedeschi"), ma ben presto finirà risucchiato nelle vicende che ancora vedono contrapposte la resistenza nazionalsocialista e le forze alleate.
Gran parte del film, soprattutto le parti più significative, si svolgono nei sovraffollati scompartimenti dei treni sui quali Kessler si troverà a lavorare come cuccettista. Veramente notevole la sensazione d'angoscia trasmessa dalla condizione di quest'uomo venuto da uno dei paesi dell'alleanza antinazista e costretto a sgobbare nei penosi scompartimenti straboccanti di quell'umanità imbruttita e probabilmente non pentita.
È uno dei miei film preferiti dagli anni '90 in poi.
Ho notato che l'attuale media voto non è di certo incoraggiante, ma voi non fermatevi a queste piccolezze e dedicategli due ore.

"Vuoi svegliarti, liberarti dell'immagine dell'Europa. Ma non è possibile."

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  04/04/2014 16:26:39
   7½ / 10
Ci sono registi che nascono già con tutto preparato vicino, la produzione, la troupe, i soldi, le tecniche
imparate magari in una brevissima gavetta.
Ci sono registi che già al primo film fanno qualcosa di importante, di "solido", qualcosa che nasce già riuscito, sicuro, nessun rischio.
Ce ne sono tantissimi, specie se vengono già dallo stesso mondo, ex attori etc...
E' come se un bambino nascesse con tutto già apparecchiato per lui, una stabilità, un futuro, una programmazione, le giuste persone intorno.
E poi ci sono registi che nascono da soli, dal nulla, da una passione, da un esperimento, da un tentativo.
Come bambini nati in una catapecchia che poi piano piano, vivendo, riusciranno a sostituire quella catapecchia con altro.
Lars Von Trier è della seconda schiera, di quelli nati da soli, senza dottori super specialisti vicino e senza una villa ad attenderlo. E quando nasci da solo di casini ne fai tanti.
I primi tre film di Trier, la mitica trilogia "E" sull'Europa (L'elemento del crimine, Epidemic, Europa) non sono grandi film, anzi, si va dal pessimo, Epidemic al migliore, questo, comunque molto lontano da quello che verrà poi.
Ma così è bello nascere, dal nulla, sperimentando, imparando, provando, costruendoti.
Nascere dentro Hollywood non serve, c'è gente che lo fa benissimo, vedi Ben Affleck, ma ti mancherà sempre qualcosa, ti mancheranno gli errori degli esordi, ti mancherà la voglia di divertirsi e di rischiare, ti mancherà l'ebrezza del migliorare e raggiungere la vetta partendo dalla valle.
Trier parte da una valle che più personale non si può, una valle di pazzia e artigianalità, una valle che comunque porterà metaforicamente con lui in vetta perchè quella pazzia primordiale, quella tecnica primordiale e personale in qualche modo sempre sarà.
Europa è così, è un esperimento visivo, è quello che in nuce Von Trier sarà poi.
La storia poco varrà, è vero, ma ritrovarsi in questo universo magico che contrappone il bianco e nero a rare stille di colore, e che lo stesso bianco e nero lo tratta ogni volta in maniera differente, con una grana sempre diversa che ci sembra di passare di continuo dal cinema anni 20 a quello anni 60, passando per i 40 e per gli 80, un film che ha tutte le epoche dentro, che usa fondali da paleocinema e scenografie da espressionismo tedesco. E giochi visivi, e immagini che si sovrappongono in campi diversi (ad esempio visi in primo piano con sullo sfondo visi giganteschi), colonna sonora che passa dal disturbante (magnifica quella del prologo sulle rotaie) a musichette hollywoodiane anni 50. E che pur nella serietà dell'argomento può prendersi in giro con un esame di verifica sul treno proprio nel momento più drammatico, con lui con delle mutande in testa proprio quando la tensione è al massimo.
E tutto questo si può fare quando non sei nessuno o quando sei "troppo" qualcuno.
E la storia poco varrà nell'intreccio ma analizzare questa Germania appena uscita con le ossa rotte dalla seconda guerra, questa Germania scossa, in parte vogliosa di mantenere una propria identità, in parte ubbidiente suddito degli americani, questa Germania attanagliata dal senso di colpa per cui l'imprenditore dopo l'abbraccio finto e organizzato con l'ebreo non può che suicidarsi (e che bellezza quello spruzzo di sangue nella vasca in bianco e nero) , uno stato che non c'è più e i cui abitanti non sanno nè da dove vengono nè dove andranno, questa miseria, questa distruzione, ma anche questa rassegnazione per cui va bene festeggiare il Natale in una chiesa in cui piove neve dentro, la Germania dell'appena dopo, quella della balia di qualcosa, quella che ancora i Lupi Mannari pensano di essere in guerra, ma per quanto poi?
E l'ipnosi che sta alla base del film cos'è?
E' l'immergersi in una memoria personale e collettiva, è l'immergersi per capire in profondità quello che è successo e quello che accadrà, è l'immergersi per poi morire nei ricordi e nel futuro troppo legato ai ricordi, in un vagone pieno d'acqua da cui non puoi uscire, se sei tedesco non puoi uscire, questa è la Germania, questa è l'Europa del 1945, un vagone deragliato pieno d'acqua in cui morire.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  23/12/2011 01:34:29
   6 / 10
Von Trier è sempre un Autore coi contro, ma la sua prima produzione non mi è certo rimasta nel cuore (tranne quel capolavoro che è Medea). "Europa" è un film difficilissimo sia da visionare che da giudicare (e quindi commentare). Per certi aspetti lo considero un capolavoro…mancato. Tecnicamente è impeccabile, ma come già osservato a livello di script è pietoso. In "Epidemic" (orribile, ma imprescindibile se si vuole capire come lavora questo regista) si dimostra che a Lars della sceneggiatura frega meno di zero. Però questo menefreghismo invade la godibilità di questo film. Un film scritto male non sarà mai bello da vedere. Poi io salvo quest'opera in particolare perché visivamente l'ho trovata pazzesca, però mi sono triturato i cogli.oni non poco. E questo è male. Più avanti il cineasta danese dimostrerà una più adeguata attenzione al copione, ma la trilogia europea ne è uscita con le ossa rotte. Per il resto ammetto che questo è un film molto affascinante, complesso e articolato, un Kafka che si avvicina al noir-storico. Non sono riuscito ad apprezzare però la prova attoriale del protagonista, il quale mi sembrava il primo pisquano preso dalla strada.

paride_86  @  23/09/2011 02:01:58
   6½ / 10
Bel film di Lars Von Trier che, però, manca di tensione e suspense per essere davvero una spy story credibile e coinvolgente
Tuttavia la storia è intelligente e lo spettatore non può non notare la cura e l'attenzione dedicate ad una fotografia veramente originale.

guidox  @  18/10/2010 19:21:04
   6 / 10
alcune ottime idee, come la voce fuori campo che introduce al film come se fosse un'ipnosi e continua poi ad accompagnarci durante la storia, oppure la scelta del bianco e nero alternato al colore (molto bella la scena del sangue nel suicidio nella vasca), o ancora l'idea del plastico della ferrovia.
e interessante è anche lo spunto dell'immediato dopoguerra in Germania.
però mi duole dirlo, tutto il resto è piuttosto debole e prolisso, ci sono a più riprese momenti di stanca difficilmente digeribili e alla fine ne viene fuori un film piatto, dove le intenzioni superano di gran lunga la messa in scena.

Dosto  @  18/08/2010 01:05:48
   7 / 10
Non è il migliore di Lars ma si fa ricordare, più che per la storia o i contenuti, per alcune scene realizzate in modo superbo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  29/11/2009 00:57:51
   6 / 10
Il periodo iniziale di Von Trier non mi piace molto. Europa raggiunge una pienissima sufficienza grazie ad una regia interessante e ad un grande Ernst-Hugo Järegård. Comunque è un film troppo noioso e pesante in moltissimi punti. In altri incredibilmente riflessivo. Anche a me è piaciuto molto il finale,ispiratissimo.
La fotografia è particolare e "sporca",l'unico colore messo veramente in risalto è quello rosso del sangue.
Von Trier ha uno stile un pò diverso da quello successivo più movimentato con la macchina da presa e senza una colonna sonora predominante. In Europa le inquadrature sono classiche e la musica è presente in tantissime sequenze.
La storia latita in più punti. Con qualche accorgimento in più sarebbe stato molto più bello.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  30/07/2009 23:43:53
   6 / 10
Secondo film di Lars Von Trier che vedo, dopo il pazzo Antichrist, mi guardo Europa, e il risultato non è altissimo, la sufficienza arriva grazie ad un finale che mi piace un mondo, la rappresentazione vera e propria di una Germania distrutta dopo il conflitto mondiale, molto bello veramente. Il film si divide per la maggior parte del tempo in due elementi: uno positivo e l’altro negativo; quello positivo è che nel film si possono trovare dei momenti veramente interessanti e coinvolgenti (il finale soprattutto), l’elemento invece negativo purtroppo è che l’ho trovato molto noioso ad inizio film, subito pensavo di dare un 4 secco, però come ripetuto a qualche scena molto positiva e grazie al finale il 6 ci può stare. Insomma, sicuramente questo Von Trier non mi sta dando poi risultati altissimi, e sinceramente mi aspettavo molto di più da questo regista.

bulldog  @  16/07/2009 10:53:39
   8 / 10
Tra i più riusciti di Lars.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/09/2009 10.10.58
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  18/06/2009 19:01:11
   7 / 10
Altro film di Lars Von Trier che bisogna subire, più che assistere.
La sceneggiatura latita un poco però la messinscena è molto particolare; il Lars prima del dogma ha un altro stile, sempre riflessivo ma con una regia più accurata. Discreto, vale la pena vederlo, soprattutto per gli amanti di questo regista.

norfolkiano  @  25/06/2007 12:35:32
   6 / 10
regia di classe, atmosfere care all'espressionismo, grandi scene ( su tutte l'eccezionale finale ). ma trama e sceneggiatura sono debolissime. probabilmente il meno riuscito dei film di von trier.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  20/05/2007 16:01:27
   6 / 10
Troppo croptico il primo Von Trier pr piacermi. Lento, esasperante a tratti, è un film un pò inconcludente che però continene elementi di indubbio interesse che renderanno Von Tirer uno dei più importanti registi europei.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/05/2007 16.02.46
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benzo24  @  05/07/2005 19:50:21
   9 / 10
Un film espressionista, feroce e vigoroso, questo è cinema con la C maiuscola.

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