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"Et Cetera" è il figlio "ribelle" della geniale regia di Svankmajer, insomma il corto in questione del lontanissimo 1966 ha alcune caratteristiche non usuali, non c'è quell'uso inconfondibile della stop motion. Con "Et Cetera" ci sono vere e proprie animazioni, ovviamente sempre lontane dal comune, grande pregio!
Svankmajer propone qui un grandissimo sonoro ed è già questo il primo punto fenomenale del cortometraggio. Sul lato del contenuto si annovera una "storia" terribilmente ermetica che sembra gironzolare, più o meno, sulle psicologie umane. Dall'evidente sogno di volare (e sovrastare) al megalomane sogno di espansione; la casa disegnata dall'omino, ad esempio, potrebbe alludere alla non trovata "dimensione" dell'uomo nel mondo. Questo ultimo si affanna continuamente, inutilmente. Osservando la primissima parte del prodotto "Svankmajerano" si ha la fragorosa sensazione di trovarsi dinanzi a scene che emulano situazioni di gioco virtuale, in pratica sembra di vedere una sequenza di un videogioco, o perlomeno, di un curiosissimo e misterioso gioco da tavola. Ricordiamo che siamo solo nel 1966… Svankmajer profeta?
Strano rispetto alla solita produzione di Svankmajer. Lo trovato abbastanza angosciante come corto, nonostante la colonna sonora sperimentale che dava un tocco ancor più particolare alla pellicola.
Svankmajer gioca con linee e spazi,in maniera infantile ma forse abbastanza irritante a lungo andare. Non mi è piaciuto molto,questa volta. 6 di stima,ma c'è da calcolare anche l'anno e mi sembra sia anche uno dei lavori più acerbi del regista ceco.