enter the void regia di Gaspar Noč Francia, Germania, Italia 2009
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enter the void (2009)

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locandina del film ENTER THE VOID

Titolo Originale: ENTER THE VOID

RegiaGaspar Noč

InterpretiNathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril Roy, Emily Alyn Lind, Jesse Kuhn, Masato Tanno, Olly Alexander, Sara Stockbridge, Philippe Nahon

Durata: h 2.34
NazionalitàFrancia, Germania, Italia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2011

•  Altri film di Gaspar Noč

Trama del film Enter the void

Il ventenne Oscar e la sorella minore Linda arrivano a Tokyo. Oscar vende droga per vivere, mentre la diciottenne Linda lavora come spogliarellista in un nightclub. Una notte Oscar si reca in un locale per concludere un affare, ma gli agenti di polizia lo stanno aspettando per arrestarlo e nella colluttazione che ne segue parte accidentalmente un colpo. Oscar muore ma riemergono le memorie del passato, tra queste spiccano la morte dei genitori avvenuta in un incidente d'auto quando aveva solo cinque anni e la promessa fatta alla sorella di non abbandonarla mai.

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Voto Visitatori:   7,51 / 10 (66 voti)7,51Grafico
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Voti e commenti su Enter the void, 66 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/10/2020 16:32:56
   8 / 10
Trip psichedelico che è visione/riflessione sulla vita/morte. Gaspar Noè si conferma un regista geniale e originale, in grado di realizzare opere allucinatorie e significative.

Jokerizzo  @  25/03/2020 07:05:55
   10 / 10
Junipher  @  09/07/2018 10:47:35
   7½ / 10
Rilettura moderna e in acido del Libro Tibetano Dei Morti.
Tutto molto cupo e disperato, sfido chiunque dopo un'ora e mezza di svolazzi sui tetri cieli di Tokyo a non sbadigliare... comunque, tra un difetto e l'altro, Enter The Void è un film piuttosto coraggioso e singolare...


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Jolly Roger  @  08/06/2016 11:15:28
   8½ / 10
Film davvero originale.
Gaspar Noè è geniale, il suo modo di dirigere (per chi poi conosce anche Irreversible) è frenetico, ubriacante, psichedelico. E' il caso di dire che è da sballo, anche grazie ad un uso perfetto della soggettiva: siamo dentro il protagonista, vediamo le sue palpebre che sbattono fuori da noi, agiamo con lui. Viviamo il suo torpore, subiamo lo stesso annebbiamento dei pensieri che lui prova per effetto delle droghe, le sue allucinazioni, arranchiamo con lui, riprendiamo il controllo. Diveniamo la coscienza stessa del protagonista, viviamo i sui ricordi, pensiamo addirittura come lui, diventiamo eterei: come un'anima che volteggia sopra la città, vediamo ogni cosa, il passato ed il presente.
Io credo che Enter The Void sia un'esperienza filmica "ultraterrena"!

Il film purtroppo cala molto nella parte finale, l'ultima mezz'ora non passa più. Ma è sicuramente un film che rimane impresso, anche se non credo si presti a visioni plurime.

marcogiannelli  @  01/02/2016 12:24:52
   8 / 10
condivido con voi la recensione di un amico che condivido in toto e che rispecchia il mio pensiero:
"per un'ora ho creduto di avere davanti il più bel film che abbia mai visto. Tecnicamente, narrativamente e visivamente un tutt'uno, un'esperienza che nessun'altra pellicola mi aveva regalato prima.
L'uso di tutti i tipi di soggettiva esistenti, quella classica dei primi minuti e di tutti i viaggi "post mortem", la falsa soggettiva che ci strania più di una volta e poi la pseudo soggettiva dei ricordi, quella con la quale ripercorre tutta la sua vita, fino a un bar, fino a un bagno, fino ad uno sparo.
Addirittura abbiamo la soggettiva della pseudo soggettiva perchè mentre viene usata quest'ultima le palpebre continuano a sbattere. Una cosa mai vista.
Lui che scende le scalette esterne con l'amico.
E il piano sequenza di lei che scopa col giapponese con quel volo sopra tutta Tokyo che va a cercare l'amico che la chiama per poi tornare su di lei che non risponde, mamma mia, dio mio. La prima ora di Enter the void è il più importante tentativo recente che il Cinema ha fatto di mostrarsi onnipotente. tecnicamente forse la più grande opera moderna. Una fotografia pazzesca giocata sulla psichedelia, sui neon, sulle distorsioni. E quell'uso del montaggio poi, sempre per analogia, dei seni, delle lapidi, delle frasi che tornano, è un montaggio che pare freddo quando freddo non è perchè è il montaggio dell'anima, del cuore, un montaggio emotivo che lega indissolubilmente diversi momenti della propria vita.
Poi il film si perde.
E per un'ora buona elimina Oscar che diventa solo un occhio che segue la sorella, gli amici, le paure e i dolori che la sua morte ha scatenato. Diventa un thriller come tanti, solo visto da una prospettiva originalissima. Ma il gochino inizia a stancare, le riprese aeree si fanno troppo ripetute, la magia di quel montaggio emotivo della prima ora si perde del tutto.
Noè non ha avuto il senso della misura, ha creato un capolavoro che poi non è rimasto tale perchè ha aggiunto cose per esserlo ancora di più.
Meno male che nell'ultima mezz'ora il livello torna ad altitudini pazzesche.
Uno di quei film che se esistesse una sindrome di Stendhal cinematografica te la farebbe provare più volte.
Sembra di leggere Burroughs, di vedere Lynch, di aver preso noi stessi qualche sostanza.
E tutto fa da tramite tra un ricordo e un altro, tra un luogo ed un altro. Ogni buco, ogni oggetto, ogni piccola cosa diventa portale"

william sczrbia  @  02/03/2015 11:13:15
   7 / 10
originale,visionario,forse un troppo lungo del dovuto

Oskarsson88  @  01/03/2015 15:12:57
   7½ / 10
Sicuramente originalissimo nella sua idea ed esecuzione. Sono d'accordo con chi si mette nel mezzo vedendo sia i pregi e i difetti del film. Perchè la durata un po' pesa e a volte è un po' ripetitivo, ma l'originalità e anche il montaggio della pellicola sono da premiare. Un regista fuori dal comune..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  01/10/2014 11:27:13
   7 / 10
Questo "trip movie" è fra i più tosti che ho visto, un'opera fatta di luci, soluzioni visive grafiche e carrellate dall'alto di una perfezione assoluta, bisogna dire che il lavoro dietro la regia è stato proprio non facile e dal risultato eccezionale. Diciamo che Gaspar Noè ha deciso di dare importanza allo sfoggio artistico ed emozionale piuttosto che alla storia, ed il risultato è spesso eccessivo e noioso, tante lungaggini e ripetizioni. Avrei tranquillamente tagliato, perché se l'impatto visivo è notevole ciò non significa che ci si può prendere la libertà di esagerare.

obiwankenobi  @  11/02/2014 03:53:12
   9 / 10
Viaggio lisergico tra le mille luci e i mille colori di una Tokio raccontata con attenzione maniacale nei particolari. Gaspar Noè conosce perfettamente il linguaggio cinematografico e mette in mostra tutta la sua bravura in questo piccolo gioiello. E' un peccato che non sia conosciuto dal grande pubblico perchè a mio modo di vedere è un piccolo capolavoro. Parte molto leggero e frivolo, via via diventa sempre più intenso e colmo di significato. Il libro dei morti ci dice che nessuna droga conosciuta all'essere umano potrà anche solo pensare di avvicinarsi al trip più intenso e affascinante di tutti: quello della morte. Questo viaggio ci viene mostrato dall'abilità magistrale di un regista che meriterebbe più riconoscimento internazionale, attraverso la coscienza del protagonista che, ormai svincolata dal corpo, compie il suo trapasso. Da vedere assolutamente, ma solo se si ci ritiene in grado di aprire il proprio essere a stati di coscienza alterati che via via ricomporranno il puzzle dell'esistenza fino all'estasi conclusiva.

BrundleFly  @  07/02/2014 13:00:23
   6½ / 10
Un film sicuramente innovativo e girato maledettamente bene, peccato che a mio avviso la storia non renda al meglio le potenzialità tecniche del film: le 2 ore e passa si sentono parecchio.
Di Gaspar Noè ho decisamente preferito di più "Irreversible".

Lore.84  @  28/11/2013 16:38:13
   8½ / 10
Gaspar Noè, che a tratti rievoca gli incubi lynchiani più neri, ci accompagna oltre l'insondabile umano varcando le barriere della vita e trapassando uno spazio metafisico oltre il quale non siamo in grado di vedere: il mistero di una realtà ulteriore dopo la morte. Questo è il terribile viaggio di cui parla il libro Tibetano dei Morti, un viaggio sconvolgente che spetta ad ogni anima.
Dopo la sua morte l'anima? lo spirito? la coscienza? la mente? di Oscar compie un distacco extracorporeo dove riaffiorano tutti i tremendi ricordi della sua vita passata e futura. Come la morte dei genitori in un terribile incidente automobilistico, una promessa non mantenuta, quella di non abbandonare mai la sorella minore: "E se poi muori?, "Ritornerò!". Oscar dopo la morte cerca un possibile inizio, una nuova vita: fluttua libero su una Tokyo tetra e spettrale, si muove in uno spazio-tempo indefinito, attraversa fonti di energia, entra nei corpi fino a reincarnarsi per tornare, forse, un giorno affianco a sua sorella.

Il film è indiscutibilmente da 9! ma lo svelare già da subito dell'intera dinamica, da parte di Alex che fa un breve racconto del libro Tibetano, toglie quel qualcosa!

Spera  @  09/10/2013 12:31:53
   6½ / 10
Visto ieri.
Sono rimasto colpito dalla regia, innovativa, sublime nei suoi lunghi piani sequenza(dei quali molti finti ovviamente,tagliati e cuciti sapientemente in modo da far sembrare lunghe riprese ininterrotte. In alcuni momenti però si percepiscono i tagli stando attenti), spietata nel mostrare la sua realtà.
L'occhio della telecamera è l'occhio del protagonista che ci mostra dal suo punto di vista una tokyo tanto incandescente di luci quanto tetra e buia di vite umane allo sbando. Decadente e senza speranza.
La prima mezz'ora pensavo di assistere a un nuovo capolavoro.
Poi sono cominciati i problemi.
Quando il film si ricongiunge con la morte di Oscar l'attenzione comincia a calare e la trama perde il poco mordente e coinvolgimento che stava raggiungendo. Intendiamoci, non c'è una gran trama e il coinvolgimento fin dall'inizio non è altissimo. Ma lo stile e i punti macchina insoliti mi hanno convinto fino a circa 2 ore di film quando ormai la noia delle scene di sesso e dei voli da una parte all'altra della città ha preso il sopravvento.
Ho davvero apprezzato le riprese a plongèe con cui gran parte del film si esprime: l'umanità sporca, triste e marcia e vista dall'alto e schiacciata come se fosse ***** nella piccolezza delle sue azioni e nell'utilità della propria vita.
Raramente però mi è capitato di pensare che più di mezz'ora di film fosse totalmente inutile.
Noè la tira veramente troppo per le lunghe e la durata di questo film è davvero eccessiva per quello che ci sta dicendo.
Fosse durato 40 minuti di meno con un finale diverso forse lo avrei apprezzato in tutto e per tutto.
Per quanto riguarda la psichedelia di questo trip, in partenza ero quasi decollato ma le luci, i flash e i viaggi sono diretti in modo fastidioso, lento e ripetitivo...peccato per l'atterraggio finale su un inutile inquadratura di pene in primo piano.
Colonna sonora buona.
Peccato davvero.

Tanner  @  11/09/2013 01:21:26
   9 / 10
Innovativo, sconvolgente, angosciante..
Un trip totale..

Un film horror o un thriller gli fanno una pippa in quanto a inquietudine e angoscia...

E' un esperienza cinematografica totale, ma non per tutti..

Tuonato  @  17/08/2013 23:50:25
   6½ / 10
<<Dicono che voli quando muori>>

Viaggio psichedelico a volo d'uccello.
Gaspar Noé è senza dubbio uno di questi registi che percorre altre strade provocando, spesso con originalità, continuamente lo spettatore.
Montaggio e tecnica spettacolari, colpiscono le mille luci di Tokyo.

benzo24  @  13/07/2013 17:38:33
   8 / 10
Non è un film, è un trip.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  09/07/2013 18:47:50
   6 / 10
Difficilissimo commentare Noè, poeta e filosofo lisergico nelle intenzioni, molto meno nei risultati.
Certo, c'è da dire che le ambizioni sono sempre alte: questa volta prova a capire cosa c'è dentro il vuoto e ancora una volta lo fa usando una camera che, prima, è racchiusa in una testa e poi si libera alla sua morte (come fosse un'anima per l'appunto), cominciando a librare per Tokyo, trapassando pareti, solai, corpi, menti. La telecamera di Noè, ancora una volta incurante dello spettatore, è più che un occhio, è un pensiero, un flusso di coscienza che mischia reale e ricordo e li filtra con gli effetti allucinatori che subisce, in un'unica esperienza sensoriale.
Come in Irreversible, Noè prova a parlare di qualcosa di serio, della reincarnazione o di quant'altro succede dopo la morte, fortemente influenzato dal pensiero buddhista, ma il risultato più evidente rimane quello visivo.
Non riesco ad indicare un preciso motivo per il quale non mi ha convinto, penso solo che dall'idea di base - e dall'inizio girato in prima persona - mi aspettavo molto di più e davvero si poteva tirar fuori un capolavoro.
Invece sembra che da Irreversible le cose siano rimaste sostanzialmente invariate, e difatti non mi riesco a spiegare la divergenza di giudizi che i due film hanno suscitato.
Regista da tenere d'occhio comunque, uno stile personalissimo e originale, idee da raffinare. Un capolavoro in carriera è quotato basso.

MonkeyIsland  @  28/06/2013 03:45:50
   7½ / 10
Sorpresona a suo tempo visto che Irréversible sempre di Noè con la Bellucci lo trovai brutto (una sorta di pugnet.ta d'autore) e su questo film era partito molto prevenuto.
Qui nonostante le inquadrature alla lunga possano dare veramente fastidio l'esperienza che proverà lo spettatore sarà quasi unica.
Recitato molto bene e abbastanza erotico, trama buona ma non eccelsa.
Un bel trip.

ferzbox  @  12/03/2013 14:12:50
   9 / 10
SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-SPOILER-

Questo film è una autentica esperienza,un viaggio visionario,spirituale e allucinante..una regia ed una tecnica di inquadrature a dir poco geniale,il miglior modo per immedesimare lo spettatore in quello che si vuole raccontare...Oscar,un ragazzo che vive solo con la sorella più piccola nella grande ed immensa Tokyo,senza genitori,morti in un incidente quando erano piccoli... lui è un tossico,vive per la droga e grazie alla droga...un esistenza di puro sballo che coinvolge inevitabilmente anche la sorella...tutto si vive dalla soggettiva di Oscar,ogni singolo momento si ha l'impressione di essere lui...lui e la sua vita fott.uta...le sue esperienze visive,i suoi viaggi personali e gli eventi che accadono sono tutti vissuti con gli occhi di Oscar,viviamo la sua condizione da "sconvolto" grazie alla pensata originale del regista ..viviamo il suo mondo come lo vive lui...fino al momento fatidico,fino a quando, per colpa di una infamata, viene ucciso dentro un bagno puzzolente del "Void",un locale di fumati e bruciati...e lì accade il tutto,li può vivere l'esperienza che gli raccontava il suo amico Alex...quell'esperienza che era raccontata dentro il libro stesso che Alex gli aveva prestato...il libro della vita dopo la morte..il libro che parlava del viaggio che aspetta ad ogni anima...fino a quando non si decide di elevarsi ad un piano più alto o si decide di restare nel nostro mondo reincarnandosi....il viaggio più sconvolgente in assoluto,il viaggio che nessun trip,nessun acido,nessuna pasticca può farti vivere...il viaggio del trapasso...
A quel punto il film decolla,l'anima di Oscar continua ad esistere,ad assistere a tutto quello che accade dopo la sua morte...e lo spettatore evolve il suo viaggio,come Oscar..tutto rimane in soggettiva ma con il potere che solo un'anima si può immaginare possegga..quello di potersi muovere come si vuole,a qualunque velocita,sfruttando qualunque forma di energia per spostarsi da un luogo ad un altro...continuiamo a vedere gli eventi di quel mondo tramite l'anima del protagonista...un anima che può provare anche le sensazioni degli altri immergendosi all'interno del corpo desiderato..un anima che può viaggiare nel tempo..che può rivivere eventi del passato appartenenti alla vita perduta..come la morte dei genitori in quel terribile incidente automobilistico,la promessa fatta a sua sorella,la promessa che non l'avrebbe mai abbandonata..che se sarebbe morto sarebbe tornato...
Un viaggio spettacolare ed estremamente realistico e crudo.....fino al momento finale dove l'anima di Oscar farà la sua scelta......
Spettacolare,la regia ed il concept del film sono stupefacenti(in tutti i sensi)...
Sono rimasto affascinato e non poco....
Ho visto il film insieme ad un amico e alla fine abbiamo pensato che tutto quello che avevamo visto era solo l'effetto dell'acido che si era fatto Oscar all'inizio della storia.....invece no....
...forse...

addicted  @  03/02/2013 22:14:10
   9 / 10
Congratulazioni a Noè, che è riuscito nell'impresa titanica e temeraria di realizzare questo film. L'idea di base è brillante e originale, ma essere capaci di tirarne fuori un'opera cinematografica è una vera e propria follia. Lui c'è riuscito.
In oltre due ore riesce a far compiere allo spettatore una autentica esperienza sensoriale.
Ad una visione superficiale si sarebbe tentati di parlare di psicologia, misticismo, reincarnazione... ma la grandezza di questo film non è tanto nei temi che affronta, quanto nell'utilizzo del mezzo cinematografico. Mai la soggettiva era stata utilizzata in un modo così radicale. In tutti i film l'autore ci costringe a vedere una realtà da un punto di vista, ma in questo caso Noè ha spinto il concetto ai limiti estremi: l'occhio della cinepresa è esattamente l'occhio del protagonista e nello stesso tempo è anche il nostro occhio. Siamo proiettati in un'anima, è percepiamo dal suo interno, costretti a condividere le pieghe più profonde di una coscienza.
Originalissimo, creativo, ipnotico. Un film splendido.
Una menzione speciale agli strepitosi titoli di testa, che da soli sono un'opera d'arte.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/02/2013 08.07.13
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The BluBus  @  02/02/2013 13:31:36
   8 / 10
Originalissimo, cose buone e cose meno buone, globalmente da vedere, ma non per tutti.

Badu D. Lynch  @  01/02/2013 21:26:55
   9½ / 10
Enter the Void è un film in cui viene affrontato il tema della morte/reincarnazione in maniera sublime, originale, controversa, provocatoria e psichedelica!! Un'opera che ti lascia senza parole per via delle sensazioni che ti trasmette.

1 risposta al commento
Ultima risposta 25/03/2013 23.08.44
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Orikum  @  01/02/2013 15:59:16
   9 / 10
Su questa pellicola enorme di Noè potrei parlare per molto tempo, solo la regia meriterebbe un lungo commento tecnico e ammirevole. Il film è senza dubbio perfetto sotto ogni punto di vista ,dalla trama alla fotografia,montaggio,suono, ecc, e indubbiamente uno dei film che mi sia capitato di vedere più innovativo che mai, solo il modo in cui sono presentate certe scene sono da pelle d'oca. La telecamera si muove in una maniera fluida e dinamica , e poi tutto il resto e da scrutare attentamente . Elogio a Gaspar Noè per questo sfolgorante capolavoro.

Neurotico  @  07/01/2013 12:14:45
   10 / 10
Oscar, un giovane straniero a Tokyo si mantiene spacciando droga (perché dice che "un lavoro serio è da schiavi"), riceve una chiamata da un amico che l'ha venduto alla polizia. Gli dice di andare al locale chiamato Void perché vuole comprare la "roba". Poco prima Oscar si era fatto un trip con una droga psichedelica. Al Void ci va con un altro amico che nel tragitto gli parla del libro tibetano dei morti, in base al quale con la morte lo spirito fuoriesce dal corpo e si reincarna in un altro corpo. La morte è ciò che attenderà Oscar nel bagno del Void. Come descritto nel libro, il suo spirito esce dal corpo (che vede esanime ed accasciato a terra) e poi, fluttuando, inizia a volare fuori dal locale, in una Tokyo mai così colorata e psichedelica, per assistere alla reazione degli amici e di sua sorella Linda alla sua morte. Oscar e Linda sono orfani da bambini di entrambi i genitori persi in un incidente stradale. Se lui è nel traffico illegale di sostanze, lei lavora come spogliarellista in un night club.
Enter The Void è un'esperienza psichedelica più unica che rara. La camera in soggettiva di Noè è estraniante, alienante, non conosce limiti. I muri vengono abbattuti, si inscena la massima libertà dello Spirito che si libra e va ovunque, ma non può comunicare, imprigionato dentro sé stesso. Il locale Void è una metafora che si riferisce a ciò che letteralmente significa: il vuoto. Tale perché manca di qualcosa che dovrebbe esserci. E' il vuoto di Oscar e Linda per la perdita dei genitori. E' il vuoto di Linda per la perdita del fratello, l'unica persona che ama davvero e per sempre, anche dopo la morte (in un flashback si vede Oscar e Linda che da bambini fano un patto di sangue giurandosi amore eterno, convinti che non moriranno mai). Enter The Void è questo: un viaggio allucinato e lisergico nel vuoto di due fratelli segnati da una perdita indelebile. Un film di pura regia e di pure visioni. Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  07/01/2013 00:37:38
   6½ / 10
Devo dire che non ho idea di che voto mettere ad una pellicola del genere, così spiazzante e controversa, creata ad arte per mettere alla prova lo spettatore e dividere la critica, come d'altronde la maggior parte delle opere della New French Extremity.
"Enter The Void" è sicuramente innovativo e molto affascinante, e connette in maniera intelligente il tema della morte ed il mito della reincarnazione nella fede buddhista con il mondo delle droghe allucinogene e delle out-of-body experiences.
Noé gioca gran parte delle sue carte sull'impatto visivo: molte scene (soprattutto i devastanti titoli di testa, il trip di dimetiltriptamina iniziale e lo sfolgorante viaggio finale) sono straordinarie nella loro "violenza", la fotografia e le scenografie sono estreme nel loro intermittente sfavillare di luci al neon, e l'iperrealismo delle riprese in POV (con tanto di battiti di ciglia) è una trovata audace quanto efficace.
Ma alla lunga l'insistente estetismo delle scene stanca non poco, e la durata a parer mio eccessiva (140 minuti) non aiuta, rendendo il film più volte arrancante e noioso, oltre che farraginoso nello sviluppo.
La sottotrama drammatica non possiede la potenza che ci si aspetta (la matrice edipica e le allusioni incestuose, secondo me, lasciano il tempo che trovano) e sembra che tutto sia solo un pretesto utile a Noé per far vagare senza pace la sua macchina da presa sopra i luminosi palazzi di Tokyo.
E' di sicuro un film molto sentito, un progetto lungamente atteso dal regista, che ebbe modo di provare i più svariati tipi di allucinogeni in gioventù (per sviluppare il concept del film andò persino in Perù a provare l'ayahuasca) e che si sente molto vicino alle delicate e difficili tematiche che il film affronta.
E' una pellicola che lascia però interdetti. A visione ultimata rimane una sgradevole impressione di un fuoco di paglia, di un puro esercizio di stile che nasconde poca profondità di contenuti ma si sbraccia come a dire "Guardatemi, sono una rivelazione!": eppure è un film che non si riesce a dimenticare e che sicuramente non invecchierà con facilità.
Non posso negare che si sia ben impresso nella mia mente e che sia stata una visione soddisfacente, per cui non posso far altro che mettere un voto positivo

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  24/10/2012 18:24:46
   8 / 10
Prima parte folgorante davvero. La seconda l'ho trovata un po' fastidiosa. Comunque è un trip assurdo, vale la pena vederlo. Visivamente sconvolgente...questo è (era) un film da vedere al cinema se possibile!

lukef  @  05/06/2012 00:39:51
   7 / 10
Film così assurdo da rendere il mio voto quasi casuale, proprio per la mancanza di un metro di paragone. Resta il fatto che ci si ritrova di fronte ad uno spettacolo visivo/sensoriale che ha dell'incredibile, "un vero e proprio trip" come citava il trailer. I contenuti, come la fotografia, disturbano e stupiscono, ma non sono solo vuoti esperimenti, c'è un senso nella loro stravaganza. Alla fine, in questo decadente percorso, dove la luce del sole si vede sempre più da lontano, ci si trova quasi alienati.
Sconcertante, innovativo, geniale, noioso... molti e contrastanti sono gli aggettivi che gli si potrebbero assegnare, e certo a molti questo film non piacerà affatto ma penso che sia comunque un'opera più unica che rara e come tale meritevole.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/05/2012 18:23:54
   6 / 10
Metto 6 perché per la prima volta non so che mìnchia di voto devo dare!
(e questo si candida come l'incipit più bello di tutti i miei commenti, a proposito)

La prima mezz'ora è stata un'esperienza audiovisiva di coinvolgimento unica: sentirsi il protagonista del film, vivere le sue sensazioni e i suoi deliri in maniera esagerata. Merito dello stile di riprese in soggettiva perfetto. Poi... poi il film cambia: ci sono flashback repentini, ammiccamenti al complesso edipico e una riflessione continuata sulla morte e il dolore, sesso (tanto sesso), la pornografia della realtà con lo sfondo di una Tokyo psichedelica e straniante. Da giramento di testa la telecamera che si insinua dappertutto, in ogni minimo anfratto, perfino nelle vagine; da vomito la schiettezza spiattellata con violenza da Noé in primo piano di un feto abortito, dei gridi di una bambina che osserva il capo spiaccicato dei suoi genitori; da epilessia i colori che non stanno mai fermi in una girandola da LSD.
Poi c'è un finale lento, ridondante, ripetitivo e francamente scadente. E pure telefonato.

Cosa resta alla fine di Enter The Void? La sensazione mentre ci ripenso tende al negativo anche se questo è un esperimento destinato a colpire e a far parlare di sé, inevitabilmente.
Noé ha girato una pellicola dei suoi sogni che urla in continuazione "guardatemi, sono unica nel mio genere"; una scatola purtroppo piena di spunti abortiti o sviluppati con banalità: non ci si faccia ingannare dal delirio visivo da giramento di testa, Enter the Void non è un capolavoro (ma capisco che per molti possa esserlo) ma nasconde benissimo una filosofia del dolore che altri autori meno appariscenti hanno analizzato meglio. Perfino Von Trier, che di certo non è uno che realizza pellicole modeste o non ambiziose, nei suoi lavori peggiori o più controversi (ma quale non è controverso) ha dato più interesse al contenuto che alla scatola. Con Noé la sensazione è contraria.
Se la prima ora e mezza basta e avanza per fare di Enter the Void un'opera altanelante ma senza dubbio piena di interesse, poi il film si specchia in sé stesso, diventa ancora più artificioso di quanto già è di suo: interminabili panoramiche che un paio di volte sono fantastiche, certo, nell'illustrare come la macchina da presa si insinui in ogni luogo e faccia le veci di Dìo, ma poi stancano. E stanca il sesso, stanca una trama principale che al di là del rapporto edipico (irrisolto) è banale, e pure quella incompleta e piena di buchi se ci si fa caso.
Con meno soldi, Irreversibile è addirittura superiore e più coeso. Noé certo è un regista interessante ed è impossibile non notarlo, ma si compiace troppo di sé e la sua voglia di mostrare il pene davanti le telecamere è deleteria. Non sa farlo bene, duole dirlo. De gustibus... a me è piaciuto poco e son pieno di dubbi.

Noodles_  @  28/03/2012 14:19:07
   8 / 10
Leggermente troppo lungo e con qualche carrellata dall'alto di troppo, ma sicuramente un film originale e coraggioso (che non consiglierei a chiunque...).
Un'esperienza che Noè fa praticamente vivere in prima persona allo spettatore, con un altissimo tasso di coinvolgimento, grazie anche ad una regia superlativa (molto ben fatte le scene di sesso, e decisamente potenti sia la scena nel bagno del Void che quella dell'incidente in macchina).
Sicuramente uno schermo come si deve, una giusta predisposizione di spirito (eheheh), e magari anche uno stato mentale leggermente "alterato", aiutano non poco la degustazione.
Molto sensuale (e tremendamente sexy) la sorellina.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  01/02/2012 19:44:47
   8 / 10
La forma cambia radicalmente rispetto a pellicole come Seul contre tous, rimangono costanti tuttavia le tematiche del regista franco-argentino. In queste due ore e mezza di trip psichedelico post mortem, si evidenzia ancora l'estremo nichilismo di Noè, l'annichilimento stesso dell'anima dopo quello del corpo. Il distacco dalle cose materiali diventa impossibile perchè impossibile è spezzare radicalmente quei legami costruiti durante la vita. L'esperienza della vita, i traumi e le questioni irrisolte ci impediscono di trascendere ad un livello superiore, ammesso sempre che esista un livello superiore. Una condanna perpetua alla reincarnazione, una condanna al vuoto.
Non è un film di facile da seguire ma ha la capacità di affascinare come poche pellicole sono in grado di fare, specialmente la prima mezzora è straordinaria, ma tende purtroppo ad essere leggermente ripetitivo nell'ultima parte quando il gioco degli "sprofondamenti" dell'anima del protagonista diventa monocorde nonostante l'indubbia ricchezza visiva della pellicola.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  20/01/2012 13:13:14
   8½ / 10
Avevo lasciato Noè con la Bellucci violentata in una stazione della metro per ben 17 minuti. Un film incredibilmente brutto che dietro lo scandalo di una sequenza così forzata, nascondeva un vuoto senza precedenti nella storia del cinema.
Passano 7 anni e il regista argentino sfiora il capolavoro con una pellicola talmente coraggiosa e all'avanguardia da lasciare senza fiato. Un'esperienza cinematografica rara, un viaggio visionario che ricorda gli incubi Lynchiani di Inland Empire, un prodotto esteticamente potentissimo capace di mettere in campo una regia pazzesca giustificata da un espediente narrativo sfruttato come nessun altro aveva mai osato. E'questo il grande pregio di Enter The Void: Noè gira qualcosa di davvero originale trasportando lo spettatore dentro la dimensione temporale del protagonista, un viaggio oltre la vita che conduce in un abisso contorto nel quale si può solo entrare e perdersi al suo sconfinato interno. Un ingresso nel vuoto, appunto.
Da Irreversible Noè trae cmq moltissimo, riciclando inquadrature e amplificando effetti, questa volta impreziositi da una location immensa come quella offerta dalla città di Tokyo. Anche lo spiegone iniziale nei primi 10 minuti è una caratteristica nel cinema di Noè: come nella precedente pellicola tutto quello che accadrà successivamente ci viene raccontato attraverso un lungo monologo messo lì proprio per introdurre i temi importanti del film. Magari una sforbiciatina in più e l'effetto sarebbe stato ugualmente potentissimo, grazie soprattutto a un finale straordinario in cui lo spettatore tocca davvero con mano il nucleo nichilista e disperato che Noè sembra suggerirci fin dai titoli di testa.

9 risposte al commento
Ultima risposta 02/02/2012 23.11.41
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willard  @  18/01/2012 17:52:30
   7½ / 10
Che trip 'sto film! Il regista Gaspar Noé ci porta in un viaggio extra-corporeo del protagonista per oltre 2 ore e mezza.

Già l'innesco della storia, girato in un'esasperata soggettiva di un trip da ecstasy vero e proprio, ci fa capire che avremo a che fare con qualcosa di molto particolare.

Successivamente la vicenda prenderà una svolta che ci farà letteralmente fluttuare nell'aria per quasi due ore.

Non voglio svelare troppo, ma preparatevi ad un'esperienza sperimentale che mi ha ricordato un po' le visioni estatiche alla David Lynch (specie di "Inland Empire" (2006) che a me ha annoiato parecchio) e i mostri interiori di Cronenberg, anche se, personalmente, ho capito abbastanza presto dove la storia sarebbe andata a parare, ma questa consapevolezza era probabilmente insita nell'incipit stesso della storia.

Potete decidere di andare preparati a questa proiezione in due modi: o riforniti di una bella dose di caffeina per tenere alta l'attenzione per tutta la durata del film o rilassati per farvi trascinare senza far resistenza per 160 minuti di trip allucinogeno.

Buon viaggio!

TimBart  @  17/01/2012 12:12:03
   6 / 10
Quando la sceneggiatura è confusa e scritta male ma il film è visivamente potente si grida al capolavoro troppo facilmente. Noè ha sicuramente delle grandi idee visive ma è estremamente manieristico e calcato. Sgargiante fino allo sfinimento, mi sembra solamente un abbozzo di idea per giustificare i suoi virtuosismi. Mi piacerebbe vedere un film di Noè con una sceneggiatura corposo e ben scritta, perché stilisticamente ha molto più da dire di molti registi osannati e pluripremiati. Insopportabili i titoli di testa.
7 a Noè, 5 al resto.

8 risposte al commento
Ultima risposta 17/01/2012 16.07.56
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aldo palmisano  @  15/01/2012 04:03:01
   8 / 10
comunicare con immagini e suoni qualcosa altrimenti impossibile da trasmettere.
innovativo, sarà capito da pochi e non riceverà la giusta accoglienza nella distribuzione. questo è uno di quei film che segnano alcuni paletti fra ciò che è stato prima e ciò che ci sarà in futuro. solo alcuni momenti di eccessiva lentezza lo esimono dalla totale perfezione

gandyovo  @  12/01/2012 17:30:59
   8 / 10
enter the trip! (a good one)

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  03/01/2012 13:22:18
   8 / 10
Di Noè avevo visto (e nemmeno tutto...non ce l'ho fatta) solo quella porcheria inutile e speculativa di Irreversible con la pseudo attrice Bellucci. Detto ciò adesso trovo un film con la F maiuscola. Ha ragione chi dice che non si era mai visto nente del genere. Probabilmente è vero. Un film che narra la vita. La carnalità. Psiche e soma. Della filogenesi e dell'ontogenesi. Della storia e dell'inconscio passando per l'allucinazione delle droghe. Ambientato in una (finta?) Tokio, psichedelica più che mai. Personaggi emarginati e persi. Ognuno smarrito dentro il macrocosmo. C'è la droga, per vivere, e per sopravvivere. E poi c'è il sesso. Fiumi di sesso. Per procreare, per non annoiarsi, per trasgredire e per fare soldi. E c'è il passato. che torna sempre e comunque. C'è tutto questo nel film di Noè. Tutto così fottutamente inutile. Tutto talmente necessario!

Kesson  @  28/12/2011 07:53:07
   10 / 10
L'essenza della vita, intesa come concetto che ingloba il tutto, racchiusa in 2 ore e 34 minuti, in un "viaggio" che rimarra' scolpito a lungo nella mente dello spettatore.
Una regia incredibile, mai vista prima e probabilmente irripetibile, una trama lineare ma allo stesso tempo unica, interpretazioni vive e reali, una Tokyo luminescente ed allucinata, rendono questo film un Capolavoro.

Un'opera decisamente non per tutti, ma un'oprea d'arte a tutti gli effetti, un unicum cinematografico, decisamente non classificabile.

Semplicemente "Enter The Void".

suspirio  @  18/12/2011 11:13:15
   8 / 10
Film commuovente, oltre le righe a tratti grottesco. Guardato al cinema pochi giorni fà, direi che nonostante alcuni difetti (a causa dei quali non lo definisco un capolavoro) è molto coinvolgente e innovativo sia tecnologicamente, che stilisticamente. Sicuramente non è un film per tutti! Direi che in alcuni frangenti il regista è stato eccessivo e troppo oltre le righe :-). Avvisati.
Ho trovato stucchevole e inutlie l'utilizzo degli effetti grafici (che neanche mi piacevano molto) per descrivere gli effetti allucinatori.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  14/12/2011 18:55:59
   8 / 10
In sala eravamo in quattro. Nessuna maleducazione, come di consueto avviene nei cinema di Milano. Sì, perché nei cinema di Milano la gente solitamente si permette di fare di tutto. Questo perché il Cinema è tutt'oggi (specialmente oggi) considerato una forma come tante di intrattenimento. Che brutta parola. Sì, perché io reputo 'intrattenimento' una partita a bowling con gli amici, una soap in tv, una partita a calcetto. Non considero il Cinema intrattenimento.
E oggi, quando a vedere il film che sto commentando eravamo in quattro, quando il film in questione viene proiettato in un'unica sala in tutta la sterminata provincia di Milano, quando il film in questione viene distribuito con quasi quattro anni di ritardo, finalmente sono riuscito a fruire di questa straordinaria esperienza visiva come dio comanda. Sì, perché quando ti ritrovi insieme ad altri tre sconosciuti, durante una proiezione pomeridiana di un giorno feriale, a vedere un film, e ripeto 4 persone sul milione e passa di gente che vive nel capoluogo lombardo, ma soprattutto a vedere l'ultimo allucinato capolavoro di Gaspar Noè, ti senti parte di qualcosa di grande.

Il Cinema è grande.

Per me si va ne la città dolente
Per me si va ne l'etterno dolore
Per me si va tra la perduta gente

Impossibile e superfluo ci è parso di rievocare la terribile terzina dantesca, scolpita a nere lettere sulla Porta dell'Inferno, scardinata dal Cristo trionfante pochi minuti dopo la sua dipartita dal nostro mondo. Scardinata dalla potenza del Redentore per riportare nella Luce di Di0 gli Spiriti Magni.

In una Tokyo che sembra l'Inferno di Dante, Noé ambienta la sua storia allucinata di morte e di vita. Ambienta una storia fatta di pochi concetti, ma di tantissima Luce. Luce di ogni tipo, luce che si incarna in qualsiasi oggetto, che sia vivo o morto. Luce generatrice, ma anche luce impazzita di realtà perverse e demoniache. Impossibile rimanere impassibili, impossibile non rimanere affascinati dalla spirale di violenza (la scena dell'aborto è pesantissima) e perdizione che avvolge silenziosa e infida i protagonisti di questa vicenda. Una vicenda lineare e piuttosto breve da un punto di vista temporale, ma che si dilata enormemente per via della Forma scelta da Noé per girarla. "Il DMT dura solo 6 minuti, ma sembra che duri un'eternità". Ecco il film è il contrario.
Bisogna vedere questi film per interrogarsi sulle potenzialità di un Cinema che va oltre il concetto classico che ne abbiamo. Noé racconta una storia, è vero, ma è il come la racconta che è importante, poiché di per sé la trama è scontata e prevedibile, infarcita di cliché e concetti base del pensiero Occidentale (vedi il Complesso di Edipo), uscita dalla penna di un Irvine Welsh piuttosto a corto di idee (parlando ipoteticamente). Non è questo l'importante. L'importante è vedersi due ore e mezza di un trip assurdo, dove la ripetitività di alcune scene fa parte del loop, dove l'intermittenza della mdp è l'aprire e chiudersi delle palpebre, dove Noi facciamo il film, poiché Noi siamo nel trip offertoci dal regista.

Non mi spingo oltre nel voto perché anche io (leggendo qua e là i commenti) l'ho trovato un po' lunghetto, avrei tagliato tranquillamente e sono sicuro che l'effetto sarebbe stato lo stesso. Un film da vedere ovviamente al cinema, per assaporare la visionarietà delle luci di Tokyo. Un film da inserire nello studio di un Cinema che è espressione del Post-Moderno.

Ah, i titoli di testa sono quanto di più bello abbia mai visto in vita mia, altro che Tarantino.

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Ultima risposta 20/12/2011 12.00.48
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vendetta  @  14/12/2011 14:55:47
   6½ / 10
Sono stato attirato dalla media alta del film senza sapere però che tipo di film fosse.Adesso che me ne sono fatto un'idea posso dire senz'altro che non è propio il mio genere.
Non boccio il film perchè è girato davvero bene con tecniche sicuramente innovative e realizzato egregiamente, però quelle continue riprese dall'alto mi hanno fatto girare la testa un pò troppo per i miei gusti, va bene usare tecniche nuove e sicuramente molto interessanti, ma è meglio evitare di abusarne.
Tutto sommato comunque sono rimasto contento di aver visto un film fuori dai canoni tradizionali, anche se gia dall'inizio sapevo come sarebbe andato a finire e quali risvolti avrebbe preso,un po' troppo prevedibile.

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Ultima risposta 14/12/2011 21.07.19
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tnx_hitman  @  10/12/2011 11:32:44
   9 / 10
Come da voto,un film eccellente bisogna vederlo.
Non si puň di certo dire 4 parole riguardo questo film.
Bisogna un attimo spiegare il perchč di tale voto.Allora prima di vedere Enter The Void sono rimasto veramente sorpreso dalla media voto qui su Film Scoop..ma andando a vedere qualche recensione non entusiasta del film allora mi sono detto"va beh ora tocca a me giudicarlo".

Allora per come č strutturata la trama e da che punto di vista la si analizza,beh posso solamente dire che prima di tutto la durata di 2 ore e mezza non si č sentita affatto.Una regia cosě sinuosa e malleabile non l'ho mai vista(i mockumentary in una sola ripresa devono ancora imparare a questo punto).Gaspar Noč l'ho odiato in Irreversible perchč sfruttare una delle coppiette piů famose d'Europa in un film cosě misero e superficiale mi ha demoralizzato al punto da allontanarmi dal regista.Ho sbagliato clamorosamente.Qui c'e pane per i miei denti(io che sto iniziando ad apprezzare i piani sequenza che č la tecnica che mette alla prova qualsiasi regista in circolazione per far capire di che pasta č fatto agli spettatori).Difatti abbiamo piani sequenza e visuali in prima(ad ogni sbattere delle palpebre del protagonista non ci potevo credere a che punto siamo arrivati con le tecniche cinematografiche)e terza persona tipica degli action shooter dei videogiochi mai utilizzati cosě bene.

SIamo nei panni dell'anima del protagonista che scompare improvvisamente ai nostri occhi dopo pochi minuti di film.Quest'anima vaga puň fluttuare di casa in casa,puň entrare in fonti di luce per teletrasportarsi nel passato(ottima scusa per un bellissimo flashback del protagonista,da vivere nella prima ora di film)o in un punto del presente che a lui puňinteressare.Puň seguire le vicende di tutti i protagonisti coinvolti nel triste episodio di Oscar e di sua sorella minore Linda(bravissima l'attrice che interpreta lei,affascinante anche se non čcosě tanto bella come si sperava).Una promessa non mantenuta č il punto piů importante della pellicola,il punto che piů commuove lo spettatore che non puň fare altro che arrivare alla fine perchč ormai troppo concentrato sul"che cosa farŕ Linda dopo che ha perso il fratello?".

Linda čpersa in un oceano di luci e ombre,č circondata da persone malvagie e inaffidabili.Il Lato Oscuro di Tokyo dietro ad insegne al neon superlativi potrei dire.L'anima di Oscar ci accompagna non solo nei dettagli di una trama potente,ma anche nei posti piů luridi e incredibili della cittŕ,facendo strabuzzare gli occhi a chi credeva che la capitale del Giappone fosse composta e ordinata,senza sbavature.

Se nella prima ora ho giŕ accennato che si fa un tuffo nel passato di Oscar,nella seconda parte di film la situazione č insostenibile,la moralitŕ va a farsi benedire e tutto il marcio che ha lasciato il"lavoro"che faceva Oscar viene a galla.Linda sempre piů disperata perchč ormai si sente sola in un'ambiente a lei ostile e noi non possiamo fare altro che assecondarla.Ma per fortuna si riesce a capire come va a finire la storia negli ultimi minuti di film.

E il finale č geniale,accattivante,ben architettato ed emozionante.Posso solo dire che si tira un sospiro di sollievo.Gaspar Noč mi ha letteralmente rapito e sconvolto per poi farmi staccare gli occhi dallo schermo soddisfatto del prodotto finale.

Enter The Void con una fotografia e ambientazione straordinaria,colonna sonora esile ma essenziale,regia rivoluzionaria,personaggi affascinanti,per non dimenticare dei titoli di testa clamorosi e sconsigliati a chi soffre di epilessia...č un'esperienza da vivere intensamente.

Ritagliatevi 2 ore e mezza di giornata e dedicatevi a questo film,non ve ne pentirete.

8 risposte al commento
Ultima risposta 17/12/2011 00.09.07
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gantz88  @  09/12/2011 08:09:44
   8 / 10
il regista è un genio o un folle? questo è quello ke vi chiederete a fine film io sono sul folle... qualcuno lo considera genio ma questo film fà veramente SCHIFO nessuna conclusione devi essere tu ad interpretare il film e alla fine dopo 2ore e mezza di ipnosi tra luci, inquadrature e flash .pensi ke abbia capito tutto della vita!







ecco come rimani il vuoto

Lauretta81  @  25/11/2011 10:50:55
   8 / 10
Già dal trailer Gaspar Noè non delude: la camera da presa fluttuante e i lunghi piani sequenza rispecchiano il suo stile surrealista e visionario. Per fortuna ho saputo che oltre al cinema sarà distribuito in video on demand su http://www.ownair.it e si potrà scaricare in lingua originale e soprattutto senza alcun taglio! Questa si che è un'occasione da non perdere per gli appassionati del genere.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/12/2011 15.02.06
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Gabo Viola  @  08/11/2011 13:15:40
   9½ / 10
Dopo seul contre tous e carne, già dei capolavori, Noè ritorna con un film che rappresenta un punto importante e con il quale, nel bene e nel male, dovranno confrontarsi i nuovi cineasti. Lo dico perchè l' immedesimazione raggiunta tra protagonista e spettatore non ha eguali. Siamo lontani anche dal capolavoro in prima persona de "La fuga" di Delmer Davis con Bogart. Noè fa scuola del cinema con la sua macchina da presa aerea, molle come il burro che si scioglie in padella. Per me è uno dei più belli esperimenti visivi, di gran lunga superiore a Sokurov e al suo unico piano sequenza in "Il sole". Da guardare, forse è il futuro o inventa un nuovo genere.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  20/09/2011 12:55:15
   10 / 10
Ancora Gaspar Noč, ancora capolavoro !
DOpo il pessimo ''irreversiblč' ,necessario perň per racimolare i soldi necessari a finanziare il progetto dei suoi sogni ( questo appunto), noč torna sugli altissimi livelli degli esordi regalandoci una gemma di rarissima intensitŕ visiva : solitamente odio quando la gente definisce un film ''un trip'' perchč spesso e volentieri č un vocabolo usato a sproposito, ma questa volta il termine TRIP non solo calza a pennello ma č l'unico termine utilizzabile x definire quest'opera mastodontica.
Non vorrei esagerare ma era dai tempi di 2001 odissea nello spazio che non si vedeva niente del genere,e a mio avviso questo gli č addirittura superiore ( visivamenrte parlando) !! Per il resto difficile dire qualcosa che non sia giŕ stato detto nei commenti precedenti e comunque č un qualcosa di indescrivibile, va visto e vissuto sulla propria pelle....

Vi lascio con 2 consigli :

1- non partite prevenuti, non lasciatevi ingannare nčdalla durata ne dal fatto che possa sembrare un'opera cervellotica e spocchiosa alla Drawing restraint 9, perchč non č assolutamente cosi

2- vedetelo ASSOLUTAMENTE IN DVD BLU RAY , qualsiasi altro formato video č UN DELITTO

15 risposte al commento
Ultima risposta 23/02/2012 01.40.04
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TheLegend  @  31/05/2011 15:21:37
   8 / 10
Gaspar Noè firma un altro ottimo lavoro.
Un trip visivo che difficilmente vi lascerà indifferenti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  22/05/2011 09:59:11
   8½ / 10
L’ennesimo digitale d’amore di Noé.

gianfry  @  20/05/2011 16:55:07
   9 / 10
ENTER THE VOID è l'ultimo vorticoso e psichedelico viaggio della mente devastata dalle droge di un giovane spacciatore. Il regista aveva pensato a questo film, ancora prima di girare IRREVERSIBILE, e nel quale aveva già sperimentato i suoi allucinanti virtuosismi di ripresa ormai diventati il suo marchio di fabbrica e che in ENTER THE VOID raggiungono l'apoteosi. Due ore e mezza di autentico "Roller Coaster" da capogiro per una storia che, se osservata attentamente, può essere molto meno banale di quella che sembra. Anche se Gaspar Noè ha dichiarato che tutto quello che vediamo nel film è solo il frutto delle allucinazioni che ha il protagonista sotto l'effetto del suo ultimo "bad trip", a mio parere ENTER THE VOID può essere visto prima di tutto come un racconto circolare su morte e rinascita, la possibilità di una seconda vita migliore a quella appena trascorsa. E secondo questa chiave di lettura, il finale del film risulterebbe positivo. Noè invece preferisce pensare che dopo la morte non ci sia più nulla, e lascia scivolare il protagonista in un lungo tunnel, che anche se estremamente colorato e illuminato, non potrebbe essere più nero e profondo! In ogni caso, penso che nessun regista sia riuscito finora a rendere così credibile e palpabile come in questo film, l'idea del momento che noi tutti penso (o quasi) temiamo di più: quello del trapasso e relativa separazione dell'anima dal corpo (fantastica ed esemplare la sequenza nel bagno), con lo fluttuare al di sopra della passata vita terrena, per l'eternità....sempre....sempre! Film quasi perfetto, se non fosse per la sua durata un pò troppo eccessiva, soprattutto nella seconda parte. Il capolavoro di Noè, a mio avviso resta sempre SEUL CONTRE TOUS. Da 10 comunque i folgoranti titoli di testa!

sweetyy  @  02/05/2011 17:45:56
   8 / 10
Psichedelico film girato quasi tutto in prima persona...mi sarebbe piaciuto tantissimo vederlo al cinema data la sua particolarità e la presenza costante di luci. Una vera opera d'arte.

1 risposta al commento
Ultima risposta 26/11/2011 12.22.51
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lupin 3  @  02/05/2011 17:23:02
   9 / 10
Eccellente...non perdetelo!

h.chinaski  @  29/04/2011 18:24:13
   8 / 10
Rivoluzionario e clamoroso.

voglio vivere,voglio morire

exit light, enter the void


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Invia una mail all'autore del commento Atmosferico  @  01/04/2011 22:00:51
   10 / 10
Questa è Arte!Senza parole...non bisognerebbe neanche commentarlo...ma solo viverlo!

Verot  @  30/03/2011 21:40:50
   9 / 10
Perchè ha dovuto morire così presto Oscar! Nella seconda metà mi è mancata la sua presenza.
Mi piacerebbe passare una serata con G.N., casso che tipo estremo.

Ciaby  @  17/02/2011 16:21:13
   10 / 10
Tokyo. Oscar, uno spacciatore americano strafatto viene ucciso da un colpo di pistola dalla polizia giapponese. La sorella Linda, spogliarellista di un locale notturno della città, non si dà pace. Dalla sua morte ha inizio un fluttuare disperato (forse del protagonista stesso) tra il passato e il presente, i traumi indimenticabili e le difficoltà di Linda nel presente.

Oh mio Dio. Gaspar Noé è un fottuto genio. Diluisce in quasi tre ore tutte le sue ossessioni e le sue più feroci inquietudini, dipingendo la capitale giapponese come una città che vive di luci al neon, sesso, droga e disperazione. I personaggi che sono solo vuoti involucri che cercano un'identità, dopo aver subito terribili sconvolgimenti nel passato. Ne è il fulcro Linda, interpretata ottimamente da un'attrice che per quanto abbastanza bruttina incarna un pathos e un sex appeal invidiabili, che è lei a scendere sempre più nella più completa desolazione, fino agli ultimi -straordinari- 20 minuti, che sono la discesa agli inferi di Noè, un continuo entrare e uscire da corpi, strisciare tra i palazzi e le luci, giocare con gli sguardi e le luci.

"Enter The Void" è il suo "Inland Empire": un film lento che è già testamento d'autore, che è un 'elogio alla propria straordinaria messa in scena, fatto di incantevoli movimenti di macchina, fluttuanti, che irrompono in cose e persone. Un film che racconta poco, ma che infligge ferite profondissime da riemarginare, sempre, durante la visione.

Veramente straordinarie certe scene (la telecamera che entra nel foro da proiettile sul corpo di Thomas ed esce dall' orecchio di Linda addormentata, il continuo entrare e uscire dai lavandini, la bellissima scena di Oscar e Linda sull'ottovolante che si va a schiantare come l'auto con i loro genitori).

Non è sicuramente per tutti, anzi, è uno di quei film che o si amano alla follia, o si odiano come la morte. Io già lo amo alla follia.

E mi sono sciolto quando, nei titoli di testa, è esploso il remix di "Hyperballad" della mia dea Bjork. Geniale quanto disturbante il finale.

DarkRareMirko  @  18/01/2011 07:42:47
   9 / 10
Dopo gli ottimi Carne, Seul contre tous e Irreversible, Noè torna con un altro grande film; questo Enter the void a quanto pare però spacca a metà il pubblico, con pochi giudizi discreti, alcuni ottimi e molti pessimi.

Probabilmente ciò è dovuto al fatto che si tratta di un film molto particolare, quasi tutto girato in soggettiva, fortemente erotico e riflessivo, a volte pure dedicato agli effetti che producono sulle eprsone certi tipi di droghe.

Alla fine non tutto della trama torna, complice anche ripetizioni, flashback, ecc., ma il film non stanca (seppur duri 150 minuti), prende ed interessa sino alla criptica fine.

Molto ben interpretato, molto ben diretto, a volte presenta qualche dialogo un pò banale ma comunque ci si può passare sopra.

Da vedere.

Cannibal Bunny  @  12/12/2010 14:49:04
   7 / 10
E' come prendere un acido (non troppo forte) e sentirlo sciogliersi nella lingua dividendosi in tante parole che mischiate (alcune a casaccio) tra loro creano una storia che ti si snoda e si ricompone nel cervello attraverso gli impulsi elettrici che fungono da filo conduttore, una storia narrata dal suono di sintetizzatori e vista con occhi dalle cornee fuse/stuprate dagli impulsi mandati dal cervello col la ferocia di un elettroshock.
La durata la si sente solamente nell'ultima parte, dato che fino a quasi due ore fila che è una meraviglia, poi si perde un po' in sequenze fin troppo allungate, molte delle quali a mio parere superflue (non essendo realmente strafatto e assuefatto), ma l'impressione finale è comunque buona.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  10/12/2010 18:50:35
   7½ / 10
Film davvero difficile da commentare: si potrebbe dire che è il classico film che o si ama o si odia, ma in realtà io voglio mettermi nel mezzo, perchè penso che abbia sia pregi che difetti. Innanzitutto la trama vede protagonista Oscar, un ragazzo occidentale che vive a Tokyo insieme alla sorella Linda. Egli ha un piccolo giro di spaccio ed è mezzo tossico, fino a quando un giorno viene incastrato dalla polizia e nel suo tentativo di fuggire viene ucciso a colpi di pistola. Da qui ha inizio il suo viaggio a ritroso nei ricordi del passato, per poi volare sotto forma di spirito e vedere cosa sta capitando a Tokyo dopo la sua morte. Partendo dai difetti, il film è troppo lungo e ridondante: circa 2 ore e mezza di proiezione in cui la macchina fa sempre gli stessi movimenti, vengono riproposte più volte le stesse scene e in alcuni momenti la stanchezza non può non prendere il sopravvento. I pregi, invece, sono che visivamente è splendido, è un film originale e coraggioso, l'interpretazione è molto buona e il finale l'ho trovato bellissimo. Un viaggio psichedelico ed erotico sicuramente probante, a partire dai titoli di testa più illeggibili e da epilessia che io ricordi, ma che a mio avviso vale ampiamente la pena di fare. Può rivelarsi un'esperienza fuori dal comune.

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