end of justice: nessuno è innocente (2017)

Film anomalo con 2 parti ben distinte che non soddisferà nè chi cerca un drammatico nè chi una commedia leggera.. Ma Denzel mette su un personaggio così bislacco goffo maldestro ma sempre carismatico che merita una visione comunque !
A me è piaciuto perchè con attori così e una comunque ottima presentazione si va sul sicuro :)

Il classico film che lascia l'amaro in bocca: Gilroy (anche sceneggiatore) ci propone un avvocato attivista sui generis e un po' strambo e per ritmo, sviluppo e capacità di usare i dialoghi come "azione" cinematografica i primi 40 minuti sono estremamente interessanti e riusciti: la svolta di metà film spiazza per la semplicità con cui si demolisce il personaggio creato fino a quel momento e il film non riesce più a riconnettere i fili: tutto il potenziale politico insito nel racconto della Los Angeles piena di gru, in mutamento, tutta la forza sotterranea contenuta nella denundia di un mondo degli avvocati ormai intenti quasi solamente a vendersi e a vendere il loro prodotto viene purtroppo messo da parte dalla decisione di puntare su un risvolto retorico già visto e sentito, masticato e rimasticato.

Il film è un po' lento ma Denzel è Colin mi son piaciuti e meritano 1/2 punto in più...

Un vero peccato. Un avvocato idealista che per 36 anni ha considerato la legge nella sua versione più pura (quindi difficilmente applicabile), grazie ad un piccolo sgarro alle regole, ha finalmente tre settimane di vita vera...



SPOILER

Film un pò pesante , oltre a trattare l'argomento giuridico ,già noioso di suo,aggiunge tanti momenti di inutili tecnicismi del caso che certo non fluidificano la storia .
Sceneggiatura non troppo originale , ma un'ottima prova di Washington e tutto sommato anche di Farrel tengono in piedi la struttura del film.
Bella la fotografia di una città anonima e che comunque e sempre non guarda in faccia a nessuno

Film interessante. Denzel Washington come al solito grandioso

Roman J. Israel è un concentrato di idealismo delle lotte civili di decenni addietro. Pettinatura afro magari fuori moda, però inquadra benissimo un personaggio inadeguato rispetto ai tempi che sono cambiati. Il suo status è di un individuo ancorato alla teoria di una legge che fornisca giustizia, ma con pochi riscontri pratici, considerando il suo approccio disastroso nei confronti di clienti, colleghi o giudici. Tempi che cambiano e dove lui stesso si corrompe per conformarsi. Gilroy prosegue in maniera coerente il suo discorso sull'etica già iniziato con Nightcrawler. Se il precedente lavoro poneva al centro il giornalismo, in questo caso è la legge e la professione dell'avvocato gli argomenti affrontati. Bravo Washinghton in un ruolo non certo facile perchè il suo personaggio è a forte rischio macchietta, tuttavia nel complesso è un lavoro meno riuscito del precedente film perchè l'uso di molti gerghi tecnici della professioni non aiutano di certo la narrazione ad essere fluida ed in un film dalla durata considerevole è un peso non da poco.