dunkirk regia di Christopher Nolan USA, Gran Bretagna, Francia 2017
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dunkirk (2017)

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locandina del film DUNKIRK

Titolo Originale: DUNKIRK

RegiaChristopher Nolan

InterpretiFionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, James D'Arcy, Barry Keoghan, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy, Michael Caine, Billy Howle, Bobby Lockwood, Miranda Nolan, Kevin Guthrie, Brian Vernel, Elliott Tittensor, Matthew Marsh, Jochum ten Haaf, Damien Bonnard, Adam Long, Michael Fox, Will Attenborough, James Bloor, Paul Riley Fox, Richard Sanderson, Valiant Michael, Piers Stubbs, Johnny Otto, Jan-Michael Rosner, Brandon Duracher

Durata: h 1.47
NazionalitàUSA, Gran Bretagna, Francia 2017
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2017

•  Altri film di Christopher Nolan

Trama del film Dunkirk

Dunkirk si apre con centinaia di migliaia di truppe Inglesi e Alleate circondate dalle forze nemiche. Intrappolate sulla spiaggia, con alle spalle il mare, si trovano ad affrontare una situazione impossibile con il nemico che incalza.

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Voto Visitatori:   7,01 / 10 (133 voti)7,01Grafico
Miglior montaggio (Lee Smith)Miglior sonoro (Mark Weingarten, Gregg Landaker, Gary A. Rizzo)Miglior montaggio sonoro (Richard King, Alex Gibson)
VINCITORE DI 3 PREMI OSCAR:
Miglior montaggio (Lee Smith), Miglior sonoro (Mark Weingarten, Gregg Landaker, Gary A. Rizzo), Miglior montaggio sonoro (Richard King, Alex Gibson)
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Dunkirk, 133 opinioni inserite

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Commenti negativiStai visualizzando solo i commenti negativi

JohnRambo  @  02/09/2023 12:55:47
   4 / 10
Una specie di docufilm dove è assolutamente necessario conoscere in anticipo la materia di cui si parla per seguire tutto ciò che (non) succede.
Molto lento, pochi dialoghi inutili ai fini della trama, nessun attore in grado di guidare l'andamento della storia.
Un peccato per un momento della Seconda Guerra Mondiale ad altissimo contenuto drammatico per gl'inglesi: la guerra era quasi persa, si era al collasso, l'esercito francese in rotta e i nazisti trionfavano in Europa. Nulla di tutto ciò viene fatto percepire nel film.
Ci sono attori validi, come Kenneth Branagh, ma non vengono per nulla utilizzati come si deve.
Per fare un paragone, "Niente di nuovo sul fronte occidentale" fa capire molto meglio e assai più chiaramente la questione, arrivando perfino ad accennare alla famosa "pugnalata alle spalle" parte della retorica dei militari tedeschi che avrebbe ben presto precipitato il popolo tedesco nelle mani dei movimenti nazionalisti più spietati di sempre. "Dunkirk" non fa capire nulla del genere, non si fa seguire con facilità, non riesce a far percepire la minaccia incombente nemmeno quando appaiono gli Stuka a bombardare occasionalmente la spiaggia.
Per me un fallimento su tutta la linea, ed uno dei peggiori film di guerra che abbia visto.

Dominus360  @  21/03/2023 21:29:55
   2½ / 10
Monotono,vado a dormire

Niko.g  @  28/06/2020 14:45:36
   5½ / 10
Oscar al miglior montaggio. Strano... visto che, generalmente, il montaggio è un elemento chiave nel determinare coinvolgimento. Invece "Dunkirk" suscita l'empatia del tappuccio di una bic e stupisce per quanto poco riesca a comunicare. Al solito, Nolan la sceneggiatura se la scrive da sé, facendo emergere tutti i limiti in materia. In particolare i dialoghi sono di una povertà sorprendente e, al solito, il film è spezzato in varie parti, rimontate e rimescolate senza un perché. Il perché lo sa soltanto Nolan. L'unica certezza è che "Dunkirk", se si esclude la qualità delle riprese, fa di tutto per farsi dimenticare e, complice anche un cast moscio all'ennesima potenza, pare riuscirci benissimo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 23/01/2024 22.08.21
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zerimor  @  23/10/2019 04:13:15
   4 / 10
Il peggior Nolan, per quanto mi riguarda. Dal 'naufragio' salvo solo la colonna sonora (Zimmer efficace come di consueto) e la scenografia che offre davvero un notevole impatto visivo. Buon film tecnicamente, ma non mi ha coinvolto minimamente.

Signor Wolf  @  16/10/2019 22:39:15
   4 / 10
classica americanata melensa, banale nell'idea e sopratutto nello svolgimento: collezione di situazioni standardizzate e prevedibili con parecchi minuti di anticipo si alternano ad inquadrature degne di un forced drama.
Questo film fa sembrare a confronto Pourl Harbor un capolavoro.
Si salva solo la colonna sonora.

Mauro@Lanari  @  06/10/2019 17:44:36
   4½ / 10
Nolan senior ricicl'il tema barocco del "memento mori" e della "vanitas", l'esser'umano in mezz'al teschio della mortalità da un lato e alla sabbia della clessidra con l'inesorabile fluire del tempo dall'altro. Il nemico è invisibil'e innominato poiché onnipervasivo, ubiquitario, famigerato, antichissimo: oltre 300mila soldati s'una spiaggia fra la sabbia sott'i piedi e la sabbia di Kronos nell'attes'afona e inerme di venir'imbarcati mentr'il bombardamento aereo li falcidia. L'esercito anglofrancese è inquadrato di schiena, artificio per estender'il significato dal caso particolare alla condizion'universale dell'"ecce homo". Foss'un dipinto, non ci sarebbe nulla d'aggiungere dopo tal'incipit che trasla dalla 1a alla 2a GM il pensiero ungarettiano: "si sta come di primavera 1940 sul bagnasciug'a Dunquerque". Non granché innovativo. Però Nolan è un regista che si cimenta con l'immagine-movimento e colma 106 minuti di filosofemi bislacchi. 3 spazi e 3 tempi: i 4 elementi presocratici sono trattati contro la tradizione biblica (qui è il fuoco ch'assume il ruolo di 4° elemento e un ruolo di distruzione, mentr'in Elia 1Re 19, 11-12 il 4° elemento è per esclusione l'acqua), e i 3 tempi indicano non la gabbia oggettiva delle 3 estensioni cronologiche, bensì un diverso livello di scala per quella bergsoniana percezione soggettiva che caratterizza buona parte della sua filmografia (Adriano Sofri: "I decenni volano, sono certi pomeriggi che non passano mai"). È una peculiarità del nichilismo postmoderno: si viv'il "carpe diem" immanentista ch'annienta svalutandoli tant'il futuro quant'il passato mentre risparmia col suo "presentismo" solo l'"hic et nunc" in cui si colloca l'attuale soggettività. Lo stratagemma delle riprese di spalle è ripetuto coi volti d'alcuni protagonisti nascosti dalla maschera o dal gasolio, il ticchettio dell'orologio è esteso all'intera colonna sonora, ulteriore lampo d'originalità da bergmaniano rubinetto gocciolante. L'illusori'armonia infinita della scala di Shepard è paccottiglia che si sperava caduta nell'oblio dopo la sbornia con l'Hofstadter di "G.E.B." (1979). "Dunkirk" si propone com'un "survival movie" già dalla tagline: ulterior'elemento dell'epoc'a odierna, quello di declassare il desiderio di vivere alla sopravvivenza fin'a se stessa. Transeat sulla madornale contraddizione ch'i 140mila francesi furono subito rimpatriati e moriron'o vennero catturati e deportati tutti di lì a poche settimane. Il budget della pellicola è da blockbuster, 100 milioni di dollari, megl'assicurarsi un epilogo ch'abbandoni le pretese d'autorialità per un diverso tipo di retorica: lo sciovinismo. Dalla denuncia della Grande Mietitrice al manicheo "buoni vs. cattivi".

Mauro Lanari

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Ultima risposta 15/10/2019 18.29.58
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kastaldi  @  16/06/2019 22:41:19
   5½ / 10
Non ho letto le recensioni per non farmi influenzare ma dopo mezz'ora avevo già capito che non mi sarebbe piaciuto. Lentissimo, noioso, personaggi anonimi, cast sprecato... Ho visto tutti i film di Nolan ad eccezione di Doodlebug e Following, e questo è l'unico che non ho apprezzato, anzi non mi sembrava neanche suo. Credo di aver trovato più coinvolgente Il Deserto Dei Tartari.

alesfaer  @  19/12/2017 20:19:38
   4 / 10
visto con aspettative altissime. che dire...boh , il film è lento noioso e senza empatia.
mi sono piu' volte chiesto nelle quasi 2 ore di film se potesse essere possibile che nolan avesse girato questa pellicola.
dopo interstellar (Che cmq a confronto è 1 piccolo gioiello) è il secondo fallimento consecutivo . nolan dove 6?

jason13  @  16/12/2017 11:00:00
   5 / 10
Sinceramente non ho provato nulla di nulla, nessuna emozione e coinvolgimento. Freddo e un po' noioso. Restano le spettacolari immagini ma non basta...

VincVega  @  09/12/2017 13:54:15
   5½ / 10
Tecnicamente superlativo, ma assenza quasi totale di pathos ed emozioni, cosa non buona per un film di guerra. Per carità, belle immagini, qualche buona scena, le diverse inquadrature delle stesse sequenze, gli effetti sonori spaventosi, ma non basta. La noia fa capolino più volte. I personaggi non hanno un minimo di spessore, stessa cosa i dialoghi. Sarà anche colpa della durata, 1 ora e 40 minuti per un film del genere è troppo poco. Nolan ha voluto fare un film per tutti, facendo accorrere gente in massa nei cinema. In questo ci è riuscito dato il successo del film ai botteghini. Merito dei fan innamoratosi di lui dopo i film di Batman, altrimenti non avrebbe avuto questa risonanza.
"Dunkirk" è un progetto ambizioso ma non riuscito e senz'anima, a mio avviso. Mancano diverse componenti, in primi il coraggio da parte di Nolan. Si è mai visto un film di guerra senza sangue? Io non impazzisco per Spielberg, ma solo la prima parte di "Salvate il Soldato Ryan" distrugge "Dunkirk". Dov'è la crudeltà della guerra?

Nolan si conferma uno dei registi più sopravvalutati degli ultimi anni, non a caso idolatrato dai bimbominkia. I tempi di "Memento" sono lontani.

P.S. Ultimo appunto. Ma la critica è impazzita? Su Rotten Tomatoes 93% e media dell 8,6. Mi vien da pensare che molti sono stati pagati. Poi leggo adesso che "Dunkirk" e "Wonder Woman" sono tra i film migliori del 2017 secondo l'American Film Institute, "Blade Runner 2019" invece escluso. Siamo alla frutta.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  14/10/2017 13:14:41
   5½ / 10
Nolan è un esperto orologiaio, i suoi film più celebri (Memento, The Prestige, Inception) sono meccanismi che si innescano al momento giusto e suonano un'armonia complessa e funzionante in ogni sua parte.
Le cronologie delle sue storie, subendo lo stesso trattamento, si frantumano in molte parti e si ricompongono, lasciando alfine lo spettatore con un'impressione di compattezza, di una struttura sinfonica, orchestrale.
Con Il ritorno del cavaliere oscuro i meccanismi hanno cominciato a incagliarsi, a girare a vuoto, mentre la pecca più evidente di Interstellar appare quella di aver osato troppo, perdendo di credibilità e unità.
Tutti ci stavamo chiedendo, con trepidazione, come il regista che ha portato i paradossi di Escher su pellicola avrebbe affrontato la guerra.
Dunkirk ci fornisce una risposta ovvia, ma non così tanto: è un ingranaggio bello grosso anche questo, che scorre su tre tempi diversi, un vero e proprio countdown verso la salvezza (e del resto è un'evacuazione) suggerito dal ticchettìo costante del tema in sottofondo.
La colonna sonora di Zimmer, gigantesca e invasiva, è la vera colonna vertebrale di un film sostanzialmente muto: è essa stessa a plasmare le immagini, a muovere le forze, a raccogliere tutto il rumore residuo – bombe, proiettili, navi che affondano – e a farlo suo, inglobandolo nella composizione.
Alla lunga però la musica si scopre ripetitiva e irrisolta, non senza una certa programmazione e quel (bel) po' di autocompiacimento.
Non sarà che Nolan, ora che non è più un pivello che deve farsi conoscere, ma ha metà mondo che gli pende dalle labbra, abbia cominciato ad abbozzare i discorsi, perché tanto sa che qualcuno li completerà per lui ?
L'impressione è che stia andando esattamente così e che la pratica onanistica dei Nolan sia ormai irreversibilmente fuori controllo.
In Dunkirk c'è di più della delusione di un Cavaliere Oscuro 2 che carica carica il colpo e poi sbaglia a colpire;
la vicenda storica è quella della resa degli alleati che nel 1940, accerchiati dai tedeschi, evacuarono il continente e Nolan mette in scena una resa narrativa figurata, un'anti-spettacolarizzazione del racconto di guerra dopo averne fatto assaggiare potenzialità altissime, una rinuncia quasi, un progressivo ritiro nella tranquillità, incarnata dalla Patria Inghilterra, dopo aver fatto rombare la macchina più e più volte, con l'incessante colonna sonora e con immagini che raccontano di un climax verso un punto convergente che non c'è.
Dunkirk in pratica è il più grosso inganno di Nolan; è dal 2006 che il cineasta britannico ci sta avvertendo, quando si autodichiarava come prestigiatore, come un ricercatore del trucco che tenesse impegnato e coinvolto lo spettatore, nient'altro.
La Guerra di Nolan è asfittica, lenta e lascia senza punti di riferimento, è più uno stato mentale creato che una cosa mostrata: l'impressione di trovarsi sempre sotto tiro, come preannuncia la scena iniziale dove vengono freddati tutti meno che Tommy, uno dei "protagonisti", l'angoscia costante dei colpi di mortaio che cadono lì accanto a te nel cinema, le soggettive limitate dei protagonisti e non l'onniscienza di uno spettatore che si gusta la guerra dall'alto.
Nolan ha cercato di aderire alla realtà oltre ogni soglia di sopportazione, addirittura de-spettacolarizzandola: che ne è delle 400000 unità evacuate ? Se ne vede una piccolissima parte sulla spiaggia; ancora meno si vede in mare (furono migliaia le imbarcazioni private che partirono dall'Inghilterra) e in cielo, dove Tom Hardy intraprende un volo eroico guerreggiando con le nuvole e con qualche bombardiere tedesco che appare ogni tanto.
Insomma non succede nulla. Nulla di tutto quello che vi aspettereste da un film di guerra, almeno.
La scarsità di mezzi non può essere la giustificazione, il minimalismo è ricercato e voluto.
Che Nolan abbia voluto dirci proprio questo ? La realtà è più povera di quanto non vogliano far passare le cronache ? (l'episodio del giovane George, morto per un incidente banale e celebrato da eroe, ne è testimonianza). Che la guerra non è il luogo delle gesta eroiche, non è il massiccio attacco di Pearl Harbor con commovente risposta di Ben Affleck e Josh Hartnett, ma una lenta attesa nell'agonia e nella confusione, una serie di piccole azioni che diventano piccole vittorie emotive di fronte alla disperazione generale ("forse si è rifugiato qui per fuggire, come tutti noi").
A livello concettuale, l'idea di rigettare il modo Hollywoodiano di fare la guerra è ottima, così com'è ottima la scelta di fare il minor uso possibile del digitale, di far percepire il nemico solo attraverso i colpi sparati e di provare a dare nuova forma cinematografica al genere bellico: Dunkirk possiede senza dubbio alcune delle sequenze più spettacolari che il genere ricordi, il sonoro è probabilmente ai massimi storici e il comparto tecnico in generale non è da meno. I primi venti minuti fanno pregustare qualcosa di grosso e di diverso.
Rimane però una promessa procrastinata, un bluff bello e buono perché prima ti faccio vedere cosa posso fare e poi non lo faccio, un niente di fatto, un nulla di successo.
Tutti questi voli pindarici post visione decretano comunque il successo del prodotto, ma non possono staccargli di dosso l'impressione che si tratti di una presa in giro consapevole che porta a un punto critico il patto con lo spettatore.
Si può lasciarsi violentare da quest'ego sadico del regista, che vuole vedere fino a dove siamo disposti a spingerci per seguirlo. O si può gridare all'abuso, appellandoci al fatto che un film, in fin dei conti, è pur sempre una selezione, di cosa mostrare e cosa no, e dovrebbe tendere all'azione (specie se si tratta di un film di guerra !), non sparare cartucce a salve, dovrebbe essere una battaglia combattuta, non una resa, un lento ritiro.

david briar  @  14/10/2017 10:20:31
   5 / 10
C'è riuscito. Nolan c'è riuscito di nuovo. Ma a fare che?
E' riuscito a fare un blockbuster d'autore, capace d'intrattenere un pubblico di massa, che mettesse al centro, un'altra volta, il suo modo di fare cinema, di strutturare il racconto, che fosse in grado di essere un film che rispecchi il suo autore nonostante un budget piuttosto elevato che solitamente porta a dei compromessi. A fare un film soddisfacente, capace di rimanere emotivamente nella memoria, invece , purtroppo stavolta non c'è riuscito.
Il problema in "Dunkirk" non sta tanto nell'assenza di un personaggio con cui empatizzare, cosa che invece in Nolan è sempre stata molto forte, tutti i suoi film hanno almeno un personaggio con una psicologia abbastanza complessa, che è il perno emotivo a cui ruota tutta la struttura, soprattutto da un punto di vista temporale. Se Nolan ha scelto di fare qualcosa di diverso, ben venga, perchè di sicuro in questo senso Dunkirk aggiunge qualcosa alla sua filmografia.
Il concetto che sta alla base di quello che succede è la relatività dell'eroe in un contesto di sopravvivenza come la guerra. Perchè questo non è un film di guerra, ma piuttosto un film di sopravvivenza: il termine di paragone non può essere nè Kubrick nè Spielberg, e nemmeno Malick, seppur la sequenza iniziale possa ricordarlo. Il vero riferimento che mi è venuto in mente guardando il film è "United 93" di Greengrass. Nolan da quel film stupendo prende diversi elementi importanti relativi all'eroismo degli anonimi, della massa, ma anche un'idea di montaggio capace di produrre la tentazione di un climax "continuamente rimandato", in loop continuo. Sarebbe interessante discuterne con chi ha visto il film di Greengass, e chiaramente questo tema torna forte in Nolan dopo la trilogia di Batman: "chiunque può essere un eroe".
Per quel che riguarda la tecnica, è inutile continuare ad elogiarla: dico solo che avendolo visto in uno schermo normale di un Uci Cinemas ho avuto l'impressione di perdere tanto da un punto di vista del realismo estetico e da un punto di vista cromatico. In generale, le sequenze aeree e un annegamento sono decisamente la cosa migliore del film, anche se ho notato una certa piattezza nella composizione delle inquadrature, soprattutto quelle in barca.
Tutto il resto, purtroppo, non va: la struttura basata sull'idea di tre linee temporali con durata diversa viene comunicata dalle didascalie, ma non credo che effettivamente questo si avverta, a meno che uno non si metta ad analizzare il film inquadratura per inquadratura. Penso che la maggior parte degli spettatori comuni avverta il tutto come in simultanea, ed effettivamente sembra proprio così: ci sono alcuni elementi che tentano di provocare uno scarto temporale, come la luce e una nave che affonda da 3 punti di vista diversi in parti diverse del film, anche se nel tempo della storia il momento è esattamente lo stesso.
Questi elementi non solo non bastano e rischiano di sfuggire nel flusso continuo che risulta essere Dunkirk, ma inoltre la struttura narrativa non è veramente giustificata da un fine specifico, senza quelle didascalie per la maggior parte degli spettatori siamo sicuri che cambierebbe qualcosa? Il problema di Dunkirk, sorprendentemente, sta nell'ossessione del suo grande creatore: il tempo. Il tempo è gestito male, non riesce a comunicare nè tensione per quel che sta succedendo, se non in qualche punto isolato, nè ha un senso preciso per questo specifico evento, che poteva essere raccontato allo stesso modo in simultanea sempre con un montaggio simile, se quello era lo scopo. Mi sembra sia stato più un vezzo autoriale che altro, e la cosidetta grande colonna sonora di Hans Zimmer, sulla base di cui il film sarebbe costruito come una partitura musicale, è uno dei suoi lavori più dimenticabili, tanto che mi è venuto da pensare che se Nolan avesse messo parti strumentali di qualche canzone dei Pink Floyd, tipo "Time" o "Echoes", che evocano un effetto simile a quello che cercava, forse il film sarebbe stato più memorabile e più emozionante.
Insomma, per me, il vero problema di Dunkirk è che la struttura narrativa non funziona, nè se la pensiamo come partitura musicale, nè se la pensiamo come struttura di un qualunque film d'intrattenimento, nè se la pensiamo in funzione di tutta la filmografia precedente di Nolan, che stavolta per me semplicemente non è riuscito a creare il ritmo giusto, a trovare l'equilibrio nel montaggio. E' come se fosse tutto in un climax continuo che però non viene effettivamente creato, un climax incapace di avvolgere, che sembra essere invece continuamente rimandato, non è nè ascendente nè discendente, è come se fosse semplicemente bloccato in una stanza dove rimbalza. Magari, qualcuno dirà che è un effetto voluto, bene, per quanto mi riguarda è un effetto che non funziona, e Dunkirk è semplicemente un esperimento venuto male di uno degli autori più geniali del nuovo millennio, anche da un punto di vista commerciale. Questo film è come un ingranaggio che potrebbe essere interessante creare, vederlo mentre gira, ma non aziona assolutamente nessun interruttore, niente di niente.
Se sono d'accordo con chi dice che sarà un film dimenticato, credo che confermi ancora una volta che Nolan è il regista più equilibrato d'America, fra cinema d'autore e cinema commerciale, capace di autocitarsi in maniera anche abbastanza piacevole, soprattutto in due momenti che rimandano chiaramente a The Dark Knight(i soldati nella nave e la bugia detta a fin di bene).
Sul finale, invece, non c'è molto da dire, se non che il modo di rappresentare i nemici è sicuramente efficace, si avvertono molte forzature che sembrano voler far acquisire al film una complessità che invece non ha, mettendo in luce una contraddizione che attraversa Nolan in particolare dal terzo Batman: fare un film suo che sia anche in grado di mediare con gli spettatori che vogliono un'emozione un po' più semplice, un senso da dare ad una storia. un tema più semplice e riconoscibile. Per me Nolan non solo se ne sbatte altamente del patriottismo che invece ha dovuto inserire, se ne sbatte del senso di colpa dei sopravvissuti, tant'è che la scena è veramente debolissima, ma soprattutto sarebbe stato più coerente lasciar finire Dunkirk senza grandi discorsi, così com'era iniziato, così come aveva dimostrato di essere. Dei discorsi non c'era alcun bisogno: ribadisco che per me non ha funzionato innanzitutto per un altro motivo, ma questo è un ulteriore motivo che mostra una notevole contraddizione: non due poli registici fra cui è bloccato, ma semplicemente il compromesso che forse lui stesso sente facendo film così costosi, per cui forse viene, furbescamente, incontro alle esigenze di tutti. Rimanendo coerente con la sua cifra stilistica, si: ma è inutile dire che questa contraddizione rischia di far apparire i suoi film come animati da spinte contrapposte incapace di conciliarsi, che nemmeno lui riesce pienamente a comprendere.
Ancora una volta vediamo un'artista specificamente cinematografico che sfrutta le caratteristiche peculiari del mezzo per esprimere se stesso: ma quanto sono lontani i tempi in cui ci faceva emozionare con una civetta bianca che riappare o con uno smemorato che va a farsi un nuovo tatuaggio? Vedendo Dunkirk ritroviamo il giovanotto cervellotico di quei film, con qualche ruga in più che in questo caso sembra rifrangersi nel bisogno di ottenere un consenso il più possibile ampio. Ma dov'è quella purezza cinematografica, quella capacità di fare un prestigio semplicemente con la gestione temporale dell'intreccio? O anche, quella capacità di disinteressarsi se una trottola cada o meno, perchè quel che conta è un uomo che è convinto di tornare dai suoi figli, non conta che ci torni davvero. Ma dopotutto, forse tutto questo non conta, non importa, è solo un film: il cinema è un business. Dopotutto, è soltanto un trucco..

Wark0  @  15/09/2017 16:44:23
   2 / 10
Mi ha urtato, non mi è piaciuto niente di questo film. Dopo 15 minuti volevo uscire dalla sala. Personaggi insipidi, storia inesistente, colonna sonora fastidiosa.
Sono andato al cinema per vedere un film di Nolan, che ho sempre adorato, ne sono uscito profondamente deluso.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/09/2017 19.59.08
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Tuco ElPuerco  @  14/09/2017 08:54:59
   5 / 10
Molto deluso da questo film, che ha un identità poco definita, secondo me. Si riesce ad intravedere il messaggio del regista ma è insolitamente espresso male .
Sul lato tecnico, a differenza di molti commenti qui sotto, ho largamente da ridire. La cosa peggiore del film è il montaggio, che spiazza e disorienta lo spettatore , gli effetti sonori sono preponderanti ed esagerati, a tratti. La colonna sonora è spesso buona ma assolutamente fastidiosa nei momenti di maggior tensione del film . L'unico comparto tecnico che si salva, a mio parere, è la fotografia .
La confusionalità del montaggio , oltre ad una sceneggiatura essenziale ma non definitiva , rendono i personaggi assolutamente insapori , inodori e trasparenti
Insipido

TheGame  @  09/09/2017 12:38:47
   4½ / 10
Lo spirito del formalismo di Sir Nolan per propaganda post-brexit punta all'eccitazione ludica da sbornia audiovisiva sua croce e delizia, un abbaglio che scuote lo spettatore, non fosse anche fatalmente asfissiante in un coinvolgimento troppo immediato che disorienta intellettualmente e ciò che ben presto rimane è un ampolloso quanto sterile esercizio di stile.

10 risposte al commento
Ultima risposta 14/09/2017 09.06.01
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Lucignolo90  @  31/08/2017 23:49:59
   5 / 10
Il peggior film di Christopher Nolan. Tecnicamente maestoso (e vorrei vedere con quel popò di budget e mezzi), ma di una vuotezza imbarazzante. Non vale manco un centesimo rispetto a capolavori del genere come La sottile linea rossa o Salvate il soldato Ryan (e a me sta pure antipatico Spielberg). Personaggi visti e rivisti per come sono stati rappresentati.

Forse se pensasse un po' di meno a girare film con sto utilizzo divenuto tedioso dell'IMAX, delle camere a 185 mln di pixel, delle solite musicone pompate all'infinito e tornasse a scrivere (lui, il fratello o chi vuole lui) film dalla trama solida con personaggi che fanno davvero provare emozioni allo spettatore, sarebbe decisamente meglio.

Mi dispiace Christopher ma stavolta hai toppato, anche se, come al solito, incasserai alla grande.

Truman84  @  31/08/2017 22:58:15
   5½ / 10
Amo Nolan e aspettavo questo film con tanta ansia. Durkirk però non mi ha convinto. Buono l'incipit, ma poi nessuna emozione e tanta confusione. Si parla di capolavoro ma Nolan ha fatto decisamente di meglio.

john doe83  @  31/08/2017 22:51:59
   5 / 10
Le uniche note positive di questo film sono la regia e Tom Hardy (l'unico personaggio un po' caratterizzato nel film).
Più che un film sembra un documentario, zero caratterizzazioni dei vari personaggi, musiche per nulla coinvolgenti e a tratti fastidiose, non si vede una goccia di sangue (cosa impensabile in un film di guerra, toglie molto della drammaticità che un conflitto dovrebbe avere).
Film sopravvalutato solo perché diretto da Nolan.

5 risposte al commento
Ultima risposta 02/09/2017 15.57.45
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