Don't Look Up racconta la storia di due umili astronomi che partono per un enorme tour mediatico con l'obiettivo di avvisare l'umanità dell'avvicinamento di una cometa destinata a distruggere la Terra.
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Brillante film di Adam McKay che sceglie di trattare un evento apocalittico destinato a distruggere l'umanità con un taglio non catastrofico, non da disaster moovie nè tanto meno da film stile "Armageddon", bensì sceglie di calarlo nella nostra dimensione reale, per mostrarci quali e quanti errori la nostra società correrebbe di fronte ad una tale notizia.
L'idea è di mostrare la moltitudine di errori e deviazioni che rischieremmo di compiere che ci allontanerebbero dall'obiettivo comune di salvarci. Il film è un'enorme satira a un'infinita lista di temi caldi dei nostri tempi: la comunicazione in senso ampio (social media, gironalisti, televisione), la politica (corruzione ed egoismo e ambizione personali, incapacità di progettare a lungo raggio ma desiderio di raccogliere consenso elettorale subito), scienza (spettacolarizzazione, scienziati che si improvvisano influencer, maschilismo e nonnismo), guru della silicon valley (eccessiva e ingiustificata fiducia in essi, eccesso di potere, uso ambiguo dei dati personali).
Le critiche sono talmente ampie e ad ampio raggio che alla fine il film vira sui toni del surreale, i personaggi diventano macchiette, il tutto diventa commedia, pur partendo da un tono quasi da reportage realistico. Il tutto quindi diventa un grande gioco, con un cast stellare, un buon ritmo e il sapore di critica ai nostri tempi, che però poi alla fine risulta lieve su tutti i fronti e non colpisce bene nulla.
Forse la satira vera e propria è a noi consumatori finali, che siamo in grado di farci prendere in giro da così tante fonti diverse senza neanche rendercene conto.