dolls regia di Takeshi Kitano Giappone 2002
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dolls (2002)

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locandina del film DOLLS

Titolo Originale: DOLLS

RegiaTakeshi Kitano

InterpretiMiho Kanno, Hidetoshi Nishijima, Tatsuya Mihashi, Chieko Matsubara, Kyoko Fukada, Tsutomu Takeshige

Durata: h 1.53
NazionalitàGiappone 2002
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2002

•  Altri film di Takeshi Kitano

Trama del film Dolls

Tre storie venate di malinconia nel Giappone contemporaneo: una coppia alle prese con le pressioni e le aspettative della famiglia, un boss Yakuza nostalgico della sua vita di contadino povero e innamorato, e una celeberrima pop star, un incidente le ha deturpato il volto e lei non fa che trascorrere ore a guardare il mare. Finchè un giorno le fa visita un suo grande ammiratore.

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Voto Visitatori:   8,69 / 10 (243 voti)8,69Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
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Voti e commenti su Dolls, 243 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Alebriso  @  11/12/2022 00:17:59
   10 / 10
Una storia meravigliosa per raccontare il dolore, la 'spaccatura profonda dell'animo', con quei fili conduttori che accomunano i film e i personaggi di Kitano: il silenzio, come contenitore in cui prende forma e movimento questo dolore, diventa letteralmente forza motrice; la dignità, di cui si scherma ognuno dei protagonisti; la simbologia, che prende vita spesso nella manifestazione delle forme d'arte (il teatro della bambole in Dolls, I dipinti in Hana bi, il decoro dei giochi in Kikujiro). La metafora è sempre lo strumento privilegiato per narrare, così come il peregrinare. Tutti questi personaggi letteralmente camminano, tantissimo, a lungo, viaggiano e questi viaggi (fisici e emotivi) vengono ripresi senza tagli, senza montaggi stringenti, perché seguono il tempo reale del sentire interiore, lento, a volte infinito. Ogni personaggio viaggia attraverso la sua sofferenza, la trasuda e lo spettatore la coglie e la assorbe empaticamente, non con l'uso delle parole, ma con il silenzio, le pause, gli sguardi, le azioni stringate.
Un viaggio visivo incantevole per lo stettatore, atmosfere sublimi e delicate.
Il filo rosso ne è il fulcro rappresentativo, ne rappresenta il destino, il legame indissolubile, il dolore, l'amore, anche quello disperato che ti accompagna fino alla fine e ti aiuta a morire.

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Ultima risposta 11/12/2022 00.37.45
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Biasx  @  24/03/2015 00:41:46
   1 / 10
NOIA. Basterebbe questa parola per descrivere questo film. Farei come fanno tutti quelli che hanno messo 10 commentando con una o al massimo due parole: "genio kitano", "sublime", "splendido", "unico" ... e mi danno tanto l'impressione di fake per alzare la media di questo super-polpettone, addirittura ce ne è un 'utente' che si chiama Dolls. Indovinate che voto ha messo... Ammetto di non essere un amante dei film orientali, per quanto apprezzi molto kim ki-duk e film come old boy, ma questo film è di una lentezza imbarazzante. Ma chi l'ha detto che lentezza equivale a poesia? Peraltro leggo repliche a commenti di gente che ha messo voti molto bassi, con frasi del tipo: "vai a vedere natale a miami". Scusate se siamo troppo ignoranti. Corro

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Ultima risposta 26/03/2015 13.29.52
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horror83  @  15/05/2014 19:53:59
   3 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Wow!!! Ho trovato un film giapponese, pari ad altri film occidentali considerati dei capolavori, che guarderò in caso di insonnia. Mi ha annoiata tantissimo, è lentissimo (so che i film orientali sono più lenti di quelli occidentali, e di solito non ho problemi, ma in questo caso è stato lentissimo), e poi con una trama che non mi è piaciuta per nulla, è vuota, non sa di niente, emozioni zero, attori espressivi come un pesce lesso, situazioni forzate (esempio l'ammiratore che si cava gli occhi per conoscere la popstar), i due innamorati che vanno in giro come degli zombi legati con una corda, l'altra che aspetta da anni il suo fidanzato al parco, per dargli la merendina…………..ma cos'è? Cioè il regista ha voluto dirci che l'amore può anche portare alla pazzia? Ma sinceramente penso che succeda in rari casi, mentre in questo film su 3 storie 3 pazzi, e poi secondo me i giapponesi pensano che le donne, quando si innamorano, sia un amore totale, da far andare fuori di testa. Secondo me il regista ha una concezione della donna sbagliata. La prima impazzisce perché i genitori di lui volevano farlo sposare con un'altra per una questione di posizione sociale e soldi, l'altra impazzisce perché il suo fidanzato la lascia per andare in cerca di fortuna, il terzo si cava gli occhi per poter conoscere la popstar di cui è un fan accanito, e il tutto raccontato con una lentezza e pesantezza esasperante.
No, qua non ci siamo proprio!!!! Come ha scritto qualcun altro,"tanto fumo e niente arrosto", sono d'accordo!. L'unica cosa che ho apprezzato sono le bandane che avevano in testa le donne, che mi hanno ricordato quella di Licia, del cartone "Kiss me Licia". Per il resto veramente bruttissimo!!!!
Ps: ho fatto fatica ad arrivare fino alla fine (inutile dire che dopo la visione sono crollata in un sonno profondo).

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Ultima risposta 08/08/2014 16.20.40
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  19/03/2013 19:17:24
   8½ / 10
Per il modo in cui tre storie si intrecciano senza mai toccarsi tra schegge di passato e un presente inevitabile, Dolls è inevitabilmente uno dei vertici di Takeshi Kitano. Inizialmente è una faticaccia entrare nel suo universo cinematografico cosi silenzioso, semplice, delicato eppure lento, crudele, lapidario. Una volta fatto si è come rapiti nei sensi, distaccati eppure partecipi, emotivi ma anche critici.
Il montaggio e la fotografia, cosi come la regia di Kitano completamente assente nei panni dell'attore, sono perfetti. E i colpi al cuore che l'autore manda sono altrettanto forti. Il nichilismo dilagante perfino in un film dichiaratamente romantico ha la sua parte predominante ma c'è sempre un messaggio forte al di là del determinismo: SE un personaggio avesse agito in un modo invece che un altro, SE da giovane un personaggio avesse lavorato onestamente invece che costruirsi un impero criminale, SE un fan per amore di una cantante pop avesse scelto di perseverare invece che togliersi con un folle gesto d'amore ciò che permetteva di vedere... i personaggi sono bambole manovrate da un burattinaio senza scrupoli, Kitano non se li fa di certo. Poteva essere tutto diverso ma hanno scelto un destino già scritto. E come bambole si muore, ma insieme. No?

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Ultima risposta 24/05/2013 19.28.17
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_Hollow_  @  26/06/2011 16:05:35
   9½ / 10
Sono molto combattuto sul voto da dare a questo film. Ai primi minuti avrei dato un 5, durante la visione. Mentre stava finendo, ero convinto che fosse un capolavoro, un 10 pieno. Facendo una sorta di media sproporzionata (ho le mie ragioni, chi l'ha visto può capire), direi che questo sia il voto più giusto. Non è perfetto .... anche se chi se ne frega? Dopo averlo visto, anche le scene un pò più assurde e incomprensibili al fine della trama saranno scusate.
L'intreccio delle tre storie che compongono il film è veramente magnifico, adoro come "Beat" Takeshi riesce a rendere scene assurde qualcosa di intimamente poetico o significativo

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Ultima risposta 26/06/2011 16.07.52
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Mr.619  @  13/09/2009 13:22:20
   9 / 10
Kitano diletta in maniera gargantuesca tanto i suoi intendimenti sensitivi quanto il suo stesso spirito composto e coagulante in contatto ed anelito dell'anima nella sì prolissa e languida tracciazione del movimento toccante e sinuoso dei corpi, i quali, in qualità di inevitabilità delle possibili relazioni instaurantesi fra loro, spezzano, letteralmente, i legami unenti le altrui sembianze e peculiarità personali, in modo tale da causare un abbattimento psico-morale dell'essere coinvolto in cotanto processo di disgregazione-aggregazione.La sineddoche portante inserta dall'immagine delle bambole può facilmente ricollocarsi in uno stato di "antonomasia della soggiacenza", per quanto concerne le storie degli uomini e dei loro sentimenti tratti in considerazione, poichè non indicano e non limitano semplicemente l'abusata e famosa "maschera tragica" dell'inquietudine dell'esistenza ( le oneirasi della ragazza che ha perso il senno), ma è soprattutto elemento cardinale della medesima immobilità dell'ombra dell'"Io", vincolato non dalla mediana passione erotica che, come in una composizione alchemico-musicale, rende ogni cosa armoniosa, ma dal rimorso scaturito dalla pietà nei confronti dei nefandi gesti compiuti, dacchè dettati dall'incoscienza ed inconoscenza sia del prossimo, che, in particolar modo, di se stessi.E' per l'appunto questo uno dei tasselli più fondamentali della comprensione del cinema kitaniano: l'eterna e mai finita ricerca, il viaggio podo-mentale cui si apprestano i personaggi delle sue opere ("L'estate di Kikujiro") entro la cui determinatezza spazio-temporale va a porsi e rivelarsi la semiologia maggiormente profonda e ignorata del senso uguale della vita.La rottura del filo intercorrente nell'intreccio delle avversioni e delle melanconiche ed appassionate inversioni, senza sottintesi inganni procurata e dalle une e dalle altre, è il segno in-confutabile e necessario di una regressiva-successiva ricollegazione, talvolta interrottasi su un piano d'inizio affettivo ( il tradimento e l'insensatezza), ma, pur sempre, circostante la singola dimensione dell'individuo, tenuto in pendenza, sospeso manifestamente, fra i recordi dei suoi attimi vitali.Veramente reali, infine, gli ultimi fotogrammi del film, in cui i protagonisti principali, dopo essersi sostituiti metafisicamente alle bambole addotte sin dalla prima scena, nella tragica dinamica del continuo ribaltamento d'identità della loro esposizione comportamentale ritrovano, questa volta del tutto chiaramente e finalmente, ciò di cui erano andati in cerca: l'amore.

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Ultima risposta 07/01/2011 21.03.23
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  12/10/2008 14:47:16
   10 / 10
Una sottile linea rossa unisce e distanzia binari complementari; tre storie vicine ma non abbastanza per sfiorarsi davvero.
Onore, gloria e successo
sono solo granelli si sabbia
sparsa sulle strade dell'insoddisfazione
calpestate per l'eternità.

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Ultima risposta 11/11/2008 16.06.17
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Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  13/07/2007 17:29:03
   10 / 10
Abbiamo perso anche questo crepuscolo



Abbiamo perso anche questo crepuscolo.
Nessuno ci ha visto stasera mano nella mano
mentre la notte azzurra cadeva sul mondo.

Ho visto dalla mia finestra
la festa del tramonto sui monti lontani.

A volte, come una moneta
mi si accendeva un pezzo di sole tra le mani.

Io ti ricordavo con l'anima oppressa
da quella tristezza che tu mi conosci.

Dove eri allora?
Tra quali genti?
Dicendo quali parole?
Perché mi investirà tutto l'amore di colpo
quando mi sento triste e ti sento lontana?

È caduto il libro che sempre si prende al crepuscolo
e come cane ferito il mantello mi si è accucciato tra i piedi.

Sempre, sempre ti allontani la sera
e vai dove il crepuscolo corre cancellando statue.




Pablo Neruda

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Ultima risposta 02/02/2008 13.42.34
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  10/05/2006 15:32:56
   8 / 10
Rimando alla mia imprescindibile recensione.

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Ultima risposta 23/06/2006 16.28.17
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KANE  @  18/03/2006 15:30:53
   8 / 10
film toccante, di una poesia unica e una fotografia da mostra fotografica!!!
le tre storie d'amore sono bellissime, intrecciate lievemente, ma non è quello che conta.
il film non è lento, è profondo, sono cose completamente diverse; la dolcezza e la premura nella tradizione dei rapporti interpersonali nella società giapponese sono bellissime e ricamano le tre storie d'amore con raffinateza e sentimento.
molto bello, solo per chi ama e sa capiri il cinema orientale.

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Ultima risposta 24/02/2013 16.48.42
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Mosè  @  18/03/2006 13:38:39
   3 / 10
no, non mi ha convinto per niente. Troppo lento

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Ultima risposta 18/03/2006 15.31.52
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viagem  @  04/03/2006 17:25:10
   8 / 10
Dolls, bambole, come quelle degli spettacoli giapponesi del teatro Bunkaru in cui gli attori danno voce, musica e movimento a bellissime marionette, protagoniste della storia ma dipendenti nella loro “anima-azione” proprio dalla mano umana. Dolls è infatti la storia di 3 amori e di 3 dipendenze, che si intrecciano, seppur solo spazialmente, nel film. C’è chi lascia la futura sposa sull’altare il lavoro e la casa, per vivere “on the road” con la donna amata, chi attende una vita il proprio uomo sulla panchina con il pranzo da offrirgli e chi sacrifica se stesso per poter incontrare il proprio idolo. Il cordone rosso che percorre chilometri e stagioni, sfiorando foglie d’acero e petali di ciliegi è il simbolo di questa dipendenza. Kitano ci racconta queste 3 storie con delicatezza contrastando la scarsità di dialoghi tra i protagonisti (ma non in generale nel film!) con la ricchezza di colori di una natura rigogliosa e incontrastata, che domina in ogni momento del film e scandisce il passare del tempo. Alcune pause nel ritmo, comunque lento, nella prima parte e una trama non proprio sviluppata efficacemente non mi spingono a dare il massimo dei voti.
Film non per tutti, ma davvero meritevole per chi ha la sensibilità per apprezzarlo.

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Ultima risposta 13/04/2006 11.16.16
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compeed  @  24/02/2006 11:24:00
   9 / 10
Fotografia:senza parole storie strazzianti e commoventi nel loro divenire pian piano reali...amore visto come ossessione ed anticamera a volte del dolere fisico e spirituale.
Per palati fini anche visto la presenza del silenzio e dll'attesa come attori protagonisti!

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Ultima risposta 13/04/2006 11.16.36
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giax-tommy  @  17/02/2006 15:00:19
   10 / 10
bellissime le inquadrature e il paesagio.il tema dell'amore da motivo di giubilo divente essenza angosciante della vita dell'uomo....rispetto agli altri film di kitano che ho visto questo non solo è quello più originale ma anche quello più profondo.le parole si contano sulle punte delle dita..nonostante ciò il messaggio è ben trasmesso

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Ultima risposta 13/04/2006 20.04.02
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squabs  @  08/02/2006 16:08:43
   10 / 10
Questo film è la dimostrazione pratica che Kitano quando si impegna è un mostro!!!
Amore, ricordi, paesaggi ,musiche consone, rimpianti, simboli, ,storie intrecciate che si placano su un unico tema,fanno di questo film un capolavoro è rendono IMHO Takeshi Kitano un grande regista.
Suggestionante, a mio parere è il migliore film di Takeshi Kitano finora visto!
Non posso che dare il massimo del punteggio!

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/04/2006 11.17.00
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Invia una mail all'autore del commento luca986  @  06/02/2006 09:21:16
   6½ / 10
Pensavo decisamente meglio. Comunque come è possibile che sia entrato magicamente nella top25? Pochi giorni fa aveva una media di gran lunga inferiore e un numero di voti maggiore. Lo avevo già votato anche.....Mistero.

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Ultima risposta 08/02/2006 12.49.00
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Kesson  @  17/12/2005 05:36:12
   10 / 10
Conscio del fatto che i film di Takeshi Kitano, non sono film per tutti mi accingo a dare un mio parere su questa sua ultima grande opera. Questo film e' poesia, riesce a dare tanto allo spettatore, un turbine di sensazioni incorniciate in una fotografia, una regia, una recitazione da parte degli attori, delle musiche semplicemente perfette...bellissime. Sono uscito dal cinema con la stessa sensazione che provai dopo aver visto "L'Estate di Kikujiro", tanto felice quanto commosso, i film di Kitano sono cosi', ti lasciano pensare, riflettere, su argomenti che se non fossero rivisitati da lui risulterebbero banali e futili. Mi rendo conto che in molti non potranno apprezzare il suo modo di fare cinema, dialoghi ridotti al minimo, regia e proseguo del film lenti, argomentazioni tipicamente Giapponesi (se si esclude in parte "Brother"); ma Kitano e' cosi', possiede la purezza di un bambino unita alla cattiveria di un mondo con cui siamo obbligati a convivere...torno a ripetere, mi spiace che non tutti potranno apprezzare questo grandissimo film, forse da parte mia sono fortunato, apprezzo e conosco bene la cultura giapponese, adoro Kitano e altri grandi artisti del Sol Levante, sono stato un mese a Tokyo e ho imparato, provato, per quanto possibile in un solo mese, a conoscere e ad immedesimarmi in un mondo completamente diverso da quello Occidentale. Voglio invitare tutti quelli che hanno scoperto Kitano con il bellissimo Dolls, di continuare a scoprirlo nei suo altrettanto bellissimi film precedenti, da "Hana-Bi" a "L'estate di Kikujiro", dal "cattivo" "Violent Cop" all'incredibile e scioccante "Sonatine"...sono tutti grandi film, tutti affrontano tematiche piu' o meno diverse, a volte si ripetono per situazioni e personaggi, ma hanno tutti con una caratteristica fondamentale che li accomuna, sono tra quei rari film che facilmente sfociano in poesia, in purezza, in sentimenti veri che colpiscono lo spettatore, e quest'ultimo Dolls e' una poeasia, colorata, dolce e pura...indimenticabile...

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Ultima risposta 28/12/2005 13.25.54
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Invia una mail all'autore del commento vlad  @  23/11/2005 13:33:28
   9 / 10
Superba rappresentazione dell'amore e della vita.
Vite mosse nel mondo dalle mani del destino, delle scelte, degli dei. Il teatro della vita, un turbine di volti e ruoli scelti e assegnati con attenzione: nessuno è superfluo, casuale; la vita messa in scena, mitologia dell'amore impossibile: la pena, il dolore della felicità.
Questa è una perla, una rivelazione. Una finestra che, aperta in salotto, affaccia su un'altra dimensione: la dimensione del sogno, del teatro; e si scaraventa il cuore in platea. Lasciatevi adulare dalla sua meraviglia, ammiratela e godetene come se fosse una vostra proprietà, come se fossero vostre le vite e gli amori e i ruoli e i volti. Perché, sotto sotto, così è.

4 risposte al commento
Ultima risposta 15/06/2006 16.46.28
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Invia una mail all'autore del commento bobo94  @  27/10/2005 09:46:00
   6 / 10
Film per amanti del genere. Io non ne sono amante.
Nonostante cio' non si puo' che ammettere che è come vedere un incrocio tra un cartone animato e una poesia.
Delicato e sognatore, questo film rischia di essere noioso ai piu'. Solo chi ci ritrova qualcosa di se stesso probabilmente lo apprezzerà nel giusto modo.
Belle scene, non entusiasmanti i protagonisti, e poi......tanta, tanta lentezza.


1 risposta al commento
Ultima risposta 27/10/2005 14.39.15
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aglioween  @  09/09/2005 23:41:58
   1 / 10
Una cosa orribile. Indescrivibile la noia e l'assurdità. L'unica cosa davvero bella è la fotografia. Peccato.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/02/2006 12.18.15
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St@rN3t  @  04/03/2004 21:38:02
   5 / 10
Più o meno il solito film di Kitano , ovviamente sopravvalutato perchè considerato " alternativo " ... nulla a che vedere con S.Tsukamoto forse l'unico innovatore del cinema giappo

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Ultima risposta 08/09/2005 12.19.45
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pass  @  01/11/2003 00:48:48
   1 / 10
completamente fuori dai miei gusti

2 risposte al commento
Ultima risposta 19/07/2009 20.16.29
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rodrigo pepas  @  17/10/2003 23:29:02
   10 / 10
bellissimo film, non c'è che dire. l'ho visto in lingua originale!

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Ultima risposta 01/04/2004 23.01.49
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Invia una mail all'autore del commento Roberta G.  @  14/09/2003 17:53:18
   10 / 10
Boh, mentre guardavo questo film ero stregata delle immagini, dai dialoghi, dalle situazioni ... mi sembrava di sognare. Non ne capisco molto di cinema, però questo è stato forse uno dei film più belli che abbia visto in tutta la vita. Ciao

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/04/2006 11.15.30
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ronaldo pepas  @  07/09/2003 11:29:00
   5 / 10
come gia' sapete sono appena tornato da Venezia per la mostra del cinema,sono scandalizzato dagli appausi e premi dati al kitano takeshi che oltre a questo simil film si ripete con una chiavica dagli occhi a mandorla, degna di nota solo una scena in cui i samurai ballano il tip tap, e come se tinto brass facesse mangiare il pesce crudo a..... beh lasciamo perdere.... il Vs ronaldo pepas

6 risposte al commento
Ultima risposta 07/08/2005 22.34.20
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Maurizia  @  02/09/2003 21:49:17
   10 / 10
Vorrei votare dieci per questo film, grazie.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/12/2002
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Rama  @  01/09/2003 12:03:42
   6 / 10
film interessante, ma troppo intriso di precisi riferimenti alla cultura nipponica per essere apprezzato appieno dai non conoscitori di quella terra

3 risposte al commento
Ultima risposta 15/11/2003 00.18.57
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Roberta  @  29/08/2003 08:32:10
   10 / 10
Perché questi cretini se la prendono con Dolls? A me questo film ha quasi cambiato la vita ... è un concentrato d'amore e poesia, è indimenticabile e mi ha fatto riscoprire l'amore per una persona quasi dimenticata.

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Ultima risposta 31/03/2004 22.40.36
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Maria  @  26/08/2003 14:53:59
   1 / 10
pseudo intellettualismo di maniera , preferisco altro .

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/12/2002
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Fede  @  01/08/2003 12:25:23
   1 / 10
Bella la fotografia, ma il film é spaventosamente noioso.

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/12/2002
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Invia una mail all'autore del commento make  @  20/06/2003 03:11:07
   10 / 10
Un film estremo dell'estremo oriente. Takeshi Kitano ci presenta "Dolls" liberamente ispirato al teatro Bunraku, alle sue marionette, ai personaggi di Chimatsu, alla popolare tradizione figurativa e narrativa giapponese e alla sua peculiare visione del mondo. Un film che ci presenta la follia dell'illusione, la sua sconcertante verità attraverso un intreccio di storie, di continui flashback che sembrano ricordarci come la nostra esistenza sia la lotta della memoria contro l'oblio, il suo non-tempo. Nessuno è eroe, tutti siamo vittime, vittime non solo della società, del sistema, ma soprattutto vittime di noi stessi, della nostra ottusa cecità che kitano ci presenta senza dimenticare la sua inconfondibile ironia. Si parte con il teatro di marionette dove il cortigiano Umegawa sfida la volontà del suo signore e, ferendosi per sempre nell'orgoglio, decide di fuggire con la sua donna per evitare che possa commettere un gesto folle per amore; si chiude con il teatro di marionette dove i ruoli si invertono per chè da protagiste dell'inizio diventano oramai inespressive spettatrici del finale: osservandoci sembrano ammonirci che adesso siamo noi le "bambole" umane, costrette a recitare nel nostro teatro naturale. L'incipit è genesi dell'evoluzione drammatica delle tre storie narrate nel film il cui filo conduttore è il cordone rosso che lega i due amanti, costretti a vagare senza meta, nella memoria definitivamente annientata della donna che àncora il compagno alla sua incomunicabile follia, proprio mentre un boss della yakuza decide dopo trenta anni di ritornare nella panchina dove lasciò la sua donna amata, sempre pronta lì ad aspettarlo e infine una popstar sfigurata che non voleva più essere vista da nessuno incontra sulla spiaggia un suo fan, pronto ad accecarsi pur di starle vicino. Il dramma è sempre e solo apparente, perchè è comunque illusione: i due vagabondi sprofondano tra le montagne innevate proprio nel momento in cui la donna impazzita sembra comunicare al suo amato, con un g esto simbolico, la sua s offerta consapevolezza, il suo passato oramai perduto; il boss viene ucciso non appena ritrova la sua donna, e il fan muore quando riesce finalmente a sentire dal vivo la voce del suo idolo, il cui ricordo è immortalato dalla sua illusoria bellezza non sfigurata. Si deduce che quel cordone ombellicale che lega i protagonisti è in realtà la comunicazione intesa come incomunicabilità. Lo scenario è la natura, indiscussa protagonista del film, che scandisce le movenze delle sue marionette, ravvivata da quelle tonatità intense che ricordano le campiture piatte delle stampe ukiyoe di Hokusai: è l'uomo orientale che, considerandosi egli stesso natura, ne osserva i suoi incessanti ritmi e contemplandola, si contempla. Davanti a tanta drammaticità quindi è la natura che rimane impassibile: una farfalla calpestata, la foglia rossa che cade, la luna imponente, mentre l'amore, il vero amore, rimane sempre quello delle cose non dette,.



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