In una periferia sospesa tra metropoli e natura selvaggia, dove l'unica legge sembra essere quella del più forte, Marcello è un uomo piccolo e mite che divide le sue giornate tra il lavoro nel suo modesto salone di toelettatura per cani, l'amore per la figlia Sofia, e un ambiguo rapporto di sudditanza con Simoncino, un ex pugile che terrorizza l'intero quartiere. Dopo l'ennesima sopraffazione, deciso a riaffermare la propria dignità, Marcello immaginerà una vendetta dall'esito inaspettato.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Visto con colpevolissimo ritardo, finalmente arrivo all'ultimo film di Garrone, pellicola che non credevo potesse sorprendermi così tanto nella sua pur genuina semplicità: la storia del canaro è roba nota, non mi soffermo, ma quello che Garrone mette in scena è una delle più lucide dimostrazioni di vendetta e di come essa diventi non inevitabile o necessaria (vedi altre 100 pellicole che partono dal medesimo spunto), quanto più un tentativo di redenzione a conti fatti illusorio e inutile (come quel "Guardate che ho fatto!" gridato nel nulla cosmico e desolante).
Dogman è un film di una potenza straordinaria, semplice, lucido, diretto, con un protagonista indimenticabile; perché 'Marcello' è la radiografia che emerge da ognuno di noi quando non riusciamo a dire "no", quando non riusciamo a opporci, quando rinunciamo consapevolmente a fare la cosa giusta (e succede sempre, nella vita. A chi prima, a chi dopo). Bastano pochi sguardi dell'attore, in tal senso, a rendere l'idea. Elogi sparsi per la regia di Garrone, per gli altri personaggi di contorno e per Edoardo Paesce che a me piace sempre tantissimo.