detachment - il distacco regia di Tony Kaye USA 2011
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detachment - il distacco (2011)

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locandina del film DETACHMENT - IL DISTACCO

Titolo Originale: DETACHMENT

RegiaTony Kaye

InterpretiAdrien Brody, Lucy Liu, Bryan Cranston, Christina Hendricks, James Caan, Renée Felice Smith, Blythe Danner, Marcia Gay Harden, Tim Blake Nelson, Sami Gayle, Doug E. Doug, Isiah Whitlock Jr.

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2012

•  Altri film di Tony Kaye

Trama del film Detachment - il distacco

La storia si svolge in tre settimane in un liceo statunitense, dove le vite di alcuni insegnati, studenti e amministratori vengono viste attraverso gli occhi del supplente Henry Barthes. Il metodo di Henry, di impartire ai suoi studenti temporanei una cultura fondamentale, viene interrotto dall'arrivo di tre donne nella sua vita.

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Voto Visitatori:   7,68 / 10 (79 voti)7,68Grafico
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Voti e commenti su Detachment - il distacco, 79 opinioni inserite

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JOKER1926  @  08/07/2013 02:02:35
   7 / 10
Non è un regista prolisso, Tony Kaye, è stato padre solo di due film, ma entrambi di grande spessore.
Dopo il celebre e "maledetto" "American History X" nel 2012 la regia americana avanza con un altro film, "Il distacco".
Anche questa volta si tratta, fondamentalmente, di un grande successo.

"Il distacco" è una parabola amara di un uomo calatosi in circostanze scolastiche amare che assumono velocemente le sembianze di drammi epici, fra momenti di deliri e depressioni immani. In pratica in primo piano la psicologia di un professore misericordioso, intelligente e dinamico immischiato in successioni complesse ed infami. Henry Barthes incontra nel suo tragitto di vita tre donne che segneranno, in modo variegato, l'esistenza (o perlomeno parte di essa) del professore, i rapporti diventano energici, la dialettica di Barthes correlata alla sua empatia lo porteranno a gestire alla meno peggio situazioni disastrate.
E', in effetti, proprio la figura del supplente a innalzare ad alte sfere il prodotto americano; Adrien Brody è in una interpretazione stratosferica riuscendo a trasmettere un qualcosa di grande, fra passione, devozione al dovere (umano più che professionale) e apertura mentale. Brody è un attore di prima fascia, ed è grazie a questi che "Il distacco" si avvale di quella ulteriore forza di propulsione e di attaccamento che lo spettatore riesce a dare e a ricevere.
Oltre tutto quello di Tony Kaye è un film da premiare perché ha molte cose da offrire, anzitutto un montaggio oppressivo e tremendo; senza dimenticare poi un finale (eccessivo forse) che richiama l'espressionismo, con le scenografie che urlano e disperano, l'immagine grida.

JOKER1926

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Ultima risposta 14/05/2014 00.58.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  24/11/2012 17:15:49
   6 / 10
"Detachment" non è lontano da "American History x". Tony Kaye è affezionato alla morte emblematica, all'epilogo enfatico. E' una delle ultime vittime del cinema dell' horror vacui, dunque arranca per riempire i silenzi ed ammazzare i tempi morti. Di fatti il film straborda di parole, ma il vuoto lo raggiunge ugualmente. Complice la penna vittimista che ha steso la sceneggiatura: un ex insegnante. La frustrazione è una bestia crudele, ma non può essere un alibi tanto democratico. Si deve avere il coraggio di affermare delle verità assolute. Per esempio, che alcune persone sono semplicemente dei cani bastardi. Quelli davanti alla cattedra hanno tutto il diritto di presenziare (anche perché fino ad un certo punto vi sono costretti). Meno tolleranza meritano quelli dietro la cattedra.
Nonostante tutto, quello di Adrien Brody è un personaggio interessante. Solo apparentemente afflitto dall' impotenza. In realtà il suo è un problema di potenza, o meglio di potere. Il potere che ha un docente quando decide di fare filosofia spicciola, e convince un manipolo di ragazzi che sì, la vita è dura, il mondo va in malora, la bruttezza è più limitante della stupidità…però, in fondo, d'altra parte, non è sempre così. Il professor Barthes non fa che pagare lo scotto della sua ingenua presunzione. "Sono una non-persona" è la battuta più profonda, sagace, pregnante del film. A quest'altezza finalmente assume senso la citazione iniziale di Camus: "Non mi sono mai sentito così profondamente distaccato da me stesso e al contempo così presente nel mondo".
Al di là della riconciliazione stucchevole fra il protagonista e la prostituta minorenne, il finale è a suo modo bello (anche se incoerente, come del resto gran parte della storia). Le immagini della scuola devastata da un terremoto inudibile sono efficaci nel loro elementare simbolismo. Toccante la sequenza che ci mostra brevemente le varie solitudini, tutti i personaggi nel momento del ritorno a casa, ognuno con la propria disgrazia privata. Ma più di ogni altra cosa mi sono piaciute le animazioni che intervallano la narrazione. Su tutte, un muro che si innalza mattone dopo mattone, quando Barthes e la collega dai capelli rossi vanno fuori a cena: la comunicazione irrealizzabile.

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Ultima risposta 24/11/2012 18.23.11
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maitton  @  17/10/2012 11:30:54
   8 / 10
finalmente, il film che aspettavo e che neanche sapevo avessero fatto.

mi viene difficile commentarlo, perche' mi ha davvero colpito dentro.
non l'ho ancora metabolizzato del tutto.
l'ho trovato di una bellezza sconvolgente in tutta la sua drammaticita' e profondita'.
ho sempre pensato che il ruolo di professore fosse una vera e propria "vocazione", e questo film cosi'ben fatto sembra voler appoggiare questa mia sensazione.
vorrei soffermarmi per una volta soprattutto sul cast, che ho trovato magnifico ed integrato alla perfezione.
strepitosi caan e la ragazzina erica (non conosco il nome dell'attrice), semplicemente da oscar la prova di adrien brody, che si dimostra ancora una volta uno dei migliori in circolazione, uno dei miei attori preferiti in assoluto.

assolutamente da vedere.

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Ultima risposta 17/10/2012 14.34.42
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR HollywoodUndead  @  11/08/2012 15:26:29
   10 / 10
Tony Kaye, il regista di American History X (quindi non un pinco palla qualunque), dirige un film difficile che nasconde una magnificenza e una verità profonda.
La pellicola è tutta incentrata su Adrien Brody nei panni di un supplente, Henry Barthes che si ritrova a sostituire un docente in una scuola "difficile" piena di ragazzi aggressivi con dei problemi alle spalle.
Sin dall'inizio si capisce subito che il lavoro di Henry sarà più difficile del previsto, si ritrova da solo contro una classe ostile, piena di soggetti poco raccomandabili.
Ma non è solo la classe di Henry ad essere ostile, come se non bastasse è l'intera scuola un covo di ragazzini gangstar, perversi, bottane, drogati ecc.
Gli altri insegnanti sono proprio come Henry, alla mercè di questi ragazzini, c'è chi crolla e chi invece cerca di "difendersi" usando la testa e l'intelligenza.
Hanry è un tipo solitario, si capisce che il ruolo del supplente è solo un pretesto per Kaye per poter parlare liberamente della natura del protagonista.
Tipo osservatore Henry, che guarda attraverso i suoi occhi diverse situazioni e diversi personaggi, dando le sue opinioni durante lo svolgimento del film. Questo è molto importante per capire la sua natura di "Lupo solitario", unica relazione umana per Henry è con il nonno morente e mezzo rincòglionito. Ad aggiungere pepe nella vita di Henry, ci pensa la giovane e carina Erica, una prostituta che ha un forte bisogno di aiuto e di essere compresa.
Tecnicamente parlando, "Detachment" sfiora la perfezione : Regia perfetta, fotografia curata e delicata, ottimo persino nel montaggio e nel sonoro.
"Detachment" più che un film, sembra un'esperienza, una di quelle da vivere e comprendere, pochi film mi hanno fatto provare le stesse emozioni.
Il cast è la ciliegina su un film perfetto sotto ogni aspetto. Adrien Brody è un traghettatore e trascinatore eccezionale, attraverso i suoi occhi viviamo i drammi, le paure e le gioie di Henry, personaggio enigmatico che ama la solitudine per poter osservare ed affrontare i problemi (degli altri) senza un coinvolgimento particolare, per poter affrontare in ipotetici casi di fallimento, le cose con un certo "distacco" (eh eh eh). Sami Gayle è la sorpresa del film, molto giovane (classe ' 96) ma con un'attitudine da grande attrice, questa esordiente ragazzina si impone in mezzo ad un cast fatto di grandi nomi, recitando un ruolo difficilissimo e profondamente complesso, inutile dire che il risultato è stato brillante. James Caan è un altro grande nome che riesce a tener fede alla sua fama, il ruolo del professore un po' sopra gli schemi gli calza a pennello, un altro grande ruolo che si aggiunge ai tanti altri di straordinario spessore e livello. Lucy Liu è poco chiamata in causa ma quelle poche volte risponde sempre in maniera positiva, ruolo un po' inusuale per lei, la bella Lucy ci dimostra che non è solo una bella fi...figliola, ma anche una brava attrice che può riuscire anche in ruoli più intellettuali. Marcia Gay Harden non ha bisogno di elogi, perchè non ricordo un solo film dove stecca, e ha sempre dimostrato di essere una stella hollywoodiana.
Per me, questo "Detachment" è il film più bello di questo 2012. Proprio per quelle emozioni che mi ha regalato, soprattutto nel finale. Perfetto sotto tutti gli aspetti, per me merita il massimo, Tony Kaye è un regista eccellente che meriterebbe più considerazione da parte dei produttori cinematografici, un film ogni 13 anni è troppo poco per un regista del genere.
Bello, coinvolgente ed emozionante.

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Ultima risposta 29/08/2012 00.11.14
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/07/2012 18:14:27
   7 / 10
Ok, la sceneggiatura di D. (ma anche la sua realizzazione tecnica, graphic novel compreso) e' superiore e non di poco all'80 per cento della produzione americana attuale. Un prezzo necessario costato ai produttori consapevoli che non tutti i megaprodotti coprono le spese sostenute - v. lunga lista di fiaschi pompatissimi della recente stagione. Non esiste, qui, nulla di piu' diverso del Glenn Ford di tanti lustri fa, della Sandy Dennis di un bel film di Mulligan, del Poitier elegante afroamericano nelle scuole "difficili" della giungla urbana, niente di tutto questo. Certo, i rimandi portano in quei ricordi, a certe figure eroiche o sprovvedute che si siedono dietro una cattedra e... Brody un'idealista disilluso che pero' "catonizza" pure troppo e non in privato (v. il dialogo educativo con uno studente ribelle e spaccone). Se Camus insegna lo stoicismo dal dolore meno astratto, qui il dolore si fa espiazione, rassegnazione sociale, psicoanalisi (una sorta di requiescant del cinema di Anorofsky). I "ragazzi cattivi" non sono mai davvero tali, o sembrano una versione noir dei giovani di Fame, di Alan Parker. Tony Kaye e', fin dai tempi di American History X, piuttosto bravo a trasmettere l'incomunicabilita' tra noi e il disagio - ed e' perfetto lo sfogo della psicologa, o l'inerme dissociazione volontaria dell'infermiera - ma il tutto e' un poco affettato, ancora una volta.
Il "fuori" non diverge poi molto dal mondo in trappola di Shame o del Brody - quello che vive in una fortezza di vaghe certezze - dell'ultimo Cronenberg. Due dei film piu' seminali e coraggiosi dell'anno, secondo me. Brody diventa regista e fustigatore verbale di una societa' alla deriva, ma a modo suo incoraggia una realta' che non puo' cambiare - piuttosto debole e recidivo il fatto che ospiti in casa una prostituta minorenne cercando di assumere un ruolo forzatamente paterno.
In questo senso, chiedersi se il film abbia piu' bisogno di un padre o di una madre, fantasmi nell'ombra, e' relativo.
I giovani vanno assolti o puniti, sono fabbriche di bisogni che con troppa facilita' e urgenza mostrano di avere.
Molto piu' credibili nel film i personaggi "minori", quelli che recitano dall'altra parte della cattedra sapendo di fallire, o mimano (superbo Caan) il nullo nichilismo dei loro studenti. Persone a cui forse non crede nemmeno il regista, o e' una mia impressione?
Un film per certi versi importante, che pero' non e' riuscito a strapparmi il cuore come quel film europeo, Polisse. Forse perche' davanti al crollo delle certezze lo spettatore avverte, da comune mortale, l'impotenza davanti a qualsiasi soluzione

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Ultima risposta 24/11/2012 17.30.31
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PATRICK KENZIE  @  30/06/2012 17:28:01
   9 / 10
Ragazzi che film!!!
Questa pellicola sfiora la grandiosita cinematorgrafica...
Tony Kaye dopo il monumentale American History X trova probabilmente una pellicola da candidatura. Registicamente è stupendo,con ottime trovate quali la grafica delle lavagne mentre i personaggi pensano e l'idea di intervistare il protagonista per rendere la storia piu cruda e reale.
Un film che parla di tutto,di sofferenza e speranza,di egoismo e altruismo,ma sopratutto di distacco e menefreghismo dei tempi moderni...
Brody mai cosi in forma dai tempi de Il pianista,forse anche migliore, e le decine di personaggi che costellano la sua storia sono caraterizzati alla perfezione senza mai una sbavatura..
Lucy Liu è profonda e repressa,Caan senza speranza ormai e grandioso,Sami Gayle una vera rivelazione nei panni della bambina prostituta senza un posto al mondo.. E una nota di merito alla ragazza che si innamora di Brody,perfetta nei panni della giovane adolescente talentuosa ma che nessuno riesce a capire e che non trova sostegno in nessuno...
Un film forte,profondo,potente e totalmente emozionante,dove ogni tassello tecnico è stupendo e il maestro che dirige il tutto è veramente un Signor regista!
Lo consiglio a chi ama il cinema,a chi pensa che un film sia piu di semplice intrattenimento (anche se il puro intrattenimento mi piace e lo apprezzo)...
DA NON PERDERE

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Ultima risposta 01/07/2012 18.34.37
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