departures regia di Yojiro Takita Giappone 2008
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departures (2008)

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Titolo Originale: OKURIBITO

RegiaYojiro Takita

InterpretiMasahiro Motoki, Tsutomu Yamazaki, Ryoko Hirosue, Kazuko Yoshiyuki, Kimiko Yo, Takashi Sasano

Durata: h 2.10
NazionalitàGiappone 2008
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2010

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Trama del film Departures

La storia di Daigo Kobayashi, un violoncellista di un'orchestra che si è sciolta. Stanco di vagare per le strade senza lavoro e senza speranze per il futuro, l'uomo decide di ritornare alla sua città natale in compagnia della moglie, dove vuole ricominciare una nuova vita. Una volta giunto sul posto, ottiene un impiego come nokanshi, una sorta di necroforo. Il suo lavoro consiste nel pulire i corpi delle persone decedute, collocarli nella loro bara e farli entrare nell'altro mondo nella migliore forma possibile. Benché sua moglie ed i suoi vicini non nutrano molta stima per ciò che fa, Daigo scopre in questo rituale di dipartita la scintilla vitale che mancava alla sua vita. Raggiungerà la perfezione nell'arte del nokanshi.

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Voto Visitatori:   7,61 / 10 (74 voti)7,61Grafico
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su Departures, 74 opinioni inserite

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Crabbe  @  16/08/2017 10:52:15
   5½ / 10
Departures di Takita gode certamente di una fotografia eccellente.
Tolto questo, del film rimane ben poco, falsamente poetico e a tratti irritante.

sira  @  03/01/2011 13:26:05
   5½ / 10
Il film è interessante per ciò che tratta: il momento che il corpo decede prima della sepoltura - trovo però che alcune scene siano grottesche e ridicole più per come vengono interpretate che per la scena in sé! La storia è avvincente anche per ciò che lascia riflettere. Se è vero che la morte è più argomento da audience di spettacolarizzazione, è altresì vero che per noi occidentali la morte è un argomento rimosso, un tabù. È un momento di solo dolore, disperazione che delega il defunto ad estranei perché non ha una propria ritualità tramandata da esprimersi, a differenza della cultura orientale. Ho trovato da leggere sull’ argomento della dipartita finale, un libro che approfondisce l’ argomento: di M. Sozzi “reinventare la morte. Introduzione alla tanatologia”.

WildHorse  @  18/06/2010 03:00:38
   4 / 10
Cioè ma, fare il becchino in Giappone è un tabù? No perché è questo il messaggio che passa guardando il film. Direi di no, non è un tabù. Dunque deduco che la storia sia pressocché inverosimile. E, siccome il film si presenta come drammatico e alquanto serio, la vedo dura dare la sufficienza. Non ci riesco ad apprezzare questa sceneggiatura. A me piacciono molto i film asiatici, ma questo mi è parso veramente leggero. La trama poggia su basi troppo fragili, si cammina a mezz'aria ma non si vola mai. Non capisco cosa ci abbiano visto quelli lì a Hollywood. Evidentemente erano attratti da altre cose, fotografia, regia eccetera. Non posso credere che siano stati affascinati (al punto da dare l'oscar) dalla storia obiettivamente leggera e inverosimile. Mamma mia che strazio: non si piange, non si ride, non si scherza e non si è seri. La moglie del tizo è insopportabile e senza peso, il marito ha troppo peso tanto da sembrare una caricatura. In alcune scene sembra quasi che le smorfie facciali siano accentuate per enfatizzare una sensazione. E' l'attore che è scarso o è il regista che ha voluto così? E' una sorta di ironia? Ebbene, non ci sta! In questo tipo di film non ci sta, perché rende il tutto ancor più inverosimile, antipatico e indigeribile! Il finale? Penoso, oltre che prevedibile: un sigillo studiato a tavolino per uscirsene senza danni apparenti con infinocchiatura latente dello spettatore. Per non parlare della colonna sonora: quel violoncello è insopportabile, messo lì a puntino nelle scene toccanti (che poi toccanti non sono) in un crescendo di note che avrebbero dovuto colmare un bicchiere che rimane per sempre mezzo vuoto e che contiene una bevanda che non disseta.
Il doppiaggio italiano come al solito non è dei migliori. Mi sto convincendo che forse sia meglio vederli sottotitolati i film asiatici.

3 risposte al commento
Ultima risposta 31/08/2010 12.06.38
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suzuki71  @  14/04/2010 09:15:56
   4 / 10
Questo film, furbetto e non rigoroso, è tante cose: è divertente, ironico, sentimentale, drammatico... : è un po' di tutto, quindi alla fine non è niente. Può piacere teoricamente a tutti, a me non è piaciuto per nulla. Insomma, voglio dire: se voglio divertirmi vedo "soul kitchen", se voglio riflettere vedo "il riccio", se voglio restare a bocca aperta vedo "avatar", se voglio commuovermi vedo "invictus". Ma qui si uniscono diversi registri è il risultato sa di falso, con attori caricatura e con un finale che più prevedibile e grossolano non si può. Un premio oscar imbarazzante, davvero, per un film che non mantiene nulla di ciò che promette.

5 risposte al commento
Ultima risposta 29/04/2012 05.05.06
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