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Un film drammatico (forse troppo) che racconta la vita impossibile dei giovani emarginati di Città del Messico con annessi e connessi come droga, corruzione, violenza e povertà. Un film che non lascia speranza. Per nessuno. Girato con il consueto stile duro e cinico del cinema messicano "De la calle" non si smentisce, mettendo in scena una sequela di fatti e personaggi, l'uno più torbido dell'altro, che annaspano per galleggiare in una società nefasta in cui non ci sono buoni ma solo molte vittime. L'interpretazione non è male, tanto più che alcuni protagonisti non sono attori professionisti. Un po scontata la sceneggiatura, buona la fotografia nonostante gli svariati momenti di quasi totale oscurità che i protagonisti trascorrono nei sotterranei della città o di notte, nell'oscurità dei vicoli o sotto i ponti. Più drammatico di "Maria full of grace", più triste di "City of god", non originalissimo, ma comunque intenso.