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Il film cita il Gordon Gekko di "Wall Street" (1987 e 2010), eppure sarebbe stato più adeguato il rimando al Jordan Belfort di Scorsese (2013). A differenza di quei 3 blockbuster, dov'i presunti antieroi ricevono così tant'attenzione da essere diventati degl'iconici idoli (la pubblicità negativa non esiste), il debuttante nel lungometraggio Ridgeway tratta il suo protagonista per ciò che è: un piccolo miserabile ingranaggio tuttavia imprescindibile per il funzionamento della grande macchina del capitalismo. Non dirige un dramedy, poiché la componente comedy è sempr'inserita dentr'una soverchiante atmosfera drammatica. Lo script non è esente da difetti, il peggiore è l'epilogo, eppure questo David(e) colpisce nel segno meglio dei sopravvalutatissimi Golia.
Nella parte introduttiva questo offriva uno spaccato piuttosto interessante sul mondo del telemarketing, su lupi che si sbranano a vicenda, segno della deriva ormai irrecuperabile di un certo tipo di capitalismo. In fondo Americani di Foley lo aveva messo bene in scena anni fa con risultati superlativi. In questo caso invece il risultato è totalmente insipido malgrado l'impegno degli attori. Di base certamente ha toni da commedia, ma poco efficace sul lato comico tantomeno sulla denuncia perchè il film ben presto prende la direzione della dinamica fra ostaggio e rapitore. In parole povere non ne azzecca una e tutto il lavoro prende una strada non certo di qualità, tuttaltro. Peccato perchè la tematica ed il contesto avrebbero meritato di meglio.