cuori regia di Alain Resnais Francia, Italia 2006
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cuori (2006)

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locandina del film CUORI

Titolo Originale: PETITES PEURS PARTAGÉES

RegiaAlain Resnais

InterpretiSabine Azéma, Lambert Wilson, André Dussollier, Pierre Arditi, Laura Morante, Isabelle Carré, Claude Rich

Durata: h 2.05
NazionalitàFrancia, Italia 2006
Generedrammatico
Al cinema nel Dicembre 2006

•  Altri film di Alain Resnais

•  Link al sito di CUORI

Trama del film Cuori

Film corale in cui si intercciano le solitudini di sette personaggi. Nicole in crisi col marito, Dan, ma sta cercando una casa piů grande dove andare a vivere. Thierry, l'agente immobiliare che l'aiuta nella sua ricerca, vive con la sorella Gaëlle. Quest'ultrima ricerca il grande amore attraverso internet. La collega di Thierry, da lui segretamente amata dopo aver scoperto una cassetta erotica che la ritrae, č una cattolica convinata che si prende cura del padre malato di Lionel, barista in un locale di cui Dan č un assiduo frequentatore. Una neve incessante accomuna le loro solitudine.

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Voto Visitatori:   7,33 / 10 (32 voti)7,33Grafico
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Voti e commenti su Cuori, 32 opinioni inserite

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lupin 3  @  28/11/2015 02:33:23
   7½ / 10
Film piacevole e non annoia mai, oh artur il mio personaggio preferito! ;)

sweetyy  @  11/11/2015 00:22:15
   7½ / 10
Interessante dramma francese sulla solitudine , intenso e profondo

DarkRareMirko  @  13/10/2013 18:31:06
   8½ / 10
Mi è piaicuto molto, anche per via della sua perfetta combinazione tra cattiveria/bontà/malinconia/leggerezza.

I personaggi non sono esattamente dei santi (e sono ben caratterizzati), gli incastri tra i personaggi e lo script sono ottimi, gli attori se la cavano (anche la Morante, che mi è sempre piaciuta) ed il tutto è stabile per tutte e 2 le ore di durata.

Non mancano i tocchi inquietanti (gli inserti erotici nelle cassette) e perfidi (il vecchio cattivo che tratta male la donna, che poi comunque si concederà).

Tanto di cappello a Resnais allora, che anche da anziano sa regalarci film di alto livello, come ha comunque sempre fatto.

Come unire semplicità e qualità.

markos  @  29/08/2013 16:23:15
   5½ / 10
Devo dire che questo film è strano...interpetra la solitudine dei vari personaggi...ma a mio avviso è un pò monotono.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  08/05/2011 18:09:16
   8 / 10
Cuori..devo dire un titolo che rappresenta l'intero film.
Cuori che cercano di scaldarsi a vicenda, Cuori immersi in un Passato paralizzante e sfibrante, Cuori che cercano di ricominciare, ma perdono il contatto con la reale sorgente del loro dolore, Cuori in tutto e per tutto: non so se la vita sia così, ma Resnais ne ha dato un quadro meraviglioso.

gandyovo  @  25/01/2010 19:41:33
   7½ / 10
un bel film sui sentimenti, delicato e secondo me, mai noioso. un film di classe.

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claudio54  @  14/08/2009 23:59:24
   8½ / 10
E' una questione di tatto, di stile, di raffinatezza estrema. Le vite dei personaggi sono disegnate con mano delicata ma ferma. Le nostalgie e le solitudini sono profonde, ma non vengono enfatizzate, non c'è mai necessità di pianto, solo contemplazione. L'occhio del Maestro scorre dolcemente ma con mano ferma e stile asciutto sulle vicissitudini di questi malinconici esseri che trasudano pathos.
Potremmo trovarci a teatro, e forse siamo proprio a teatro. Comunque in un luogo "altro", anche se non c'è neanche un briciolo di antinaturalismo in questo film.
I movimenti di macchina ed il montaggio sono praticamente impercettibili. Solo diventano volutamente evidenti quando la regia vuole indicarci una chiave di lettura. Solo in un paio di inquadrature poco prima del finale l'illuminazione diventa straniante, proprio quando vengono pronunciate, con mirabile asciuttezza, battute vertiginosamente importanti.
Leggerezza. Magnifica leggerezza. Maestria inimitabile.

paride_86  @  27/03/2009 01:21:16
   6 / 10
"Cuori" narra di un fiabesco - sia nelle storie che nella forma - intreccio di vicende amorose. I personaggi sono piuttosto particolari e per tutto il film regna un'atmosfera (inspiegabilmente) natalizia. Si tratta di un film che non lascia nulla di risolto o di definitivo: più che una riflessione sull'amore sembra un giro a vuoto formalmente edulcorato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  08/04/2008 10:07:26
   6½ / 10
Il titolo della piece di Alan Ayckboum, Private fears in public places, da cui Resnais a 83 anni ha tratto il suo film descrive perfettamente le sensazioni e le emozioni che vivono i protagonisti di questa opera corale.
Ambientato in una Parigi surreale, che sembra costretta dentro una finta palla di neve, il film scorre lento, ma con classe ed eleganza. I personaggi sono tutti ben presentati e ben interpretati. Il velo di malinconia che abbraccia lo spettatore dopo ogni sequenza è sintomo del forte contrasto tra la voglia di calore e di amore e la realtà dura e fredda, ma apparentemente innocua, in cui ci si imbatte.
Film non totalmente riuscito, ma comunque discreto.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  18/06/2007 13:42:36
   6½ / 10
Sei solitudini si accarezzano silenziosamente, lasciando una flebile traccia sulla neve. Resnais le tratteggia con mano esperta, incidendo paradossalmente di più nelle storie meno analizzate (quella della timida avvocatessa in cerca d'amore negli annunci per cuori solitari che passa la domenica sera a giocare a monopoli con l'anziano fratello maggiore e quella del barista Lionel alle prese con il padre arteriosclerotico), ma il ritmo eccessivamente lento e la fotografia televisiva sviliscono quanto di buono espresso, allontanando lo spettatopre da quell'empatia che sarebbe stata necessaria per comprendere appieno i personaggi.
Delicato ed efficace il parallelo tra la neve ed i cuori freddi dei protagonisti, mentre è assolutamente inadeguata la Morante, che col suo isterismo ha francamente stancato.

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Ultima risposta 21/06/2007 12.52.12
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Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  08/05/2007 01:04:30
   6 / 10
Resnais, riferimento assoluto del cinema francese dal dopoguerra fino ai giorni nostri, alla ragguardevole di 84 anni dimostra di avere ancora la forza e la passione di mettersi in discussione e di sudare dietro la macchina da presa. Questo "Cuori", commedia dolceamara che gravita attorno alle vicende di sei personaggi dalle vite private desolate e fredde quanto il nevoso inverno Parigino, è stato premiato per la miglior regia all'ultimo Festival del cinema di Venezia. Un premio da leggersi in onore alla gloriosa carriera del regista transalpino, piuttosto che per il reale valore di questo lavoro, che nel complesso non è di certo eccezionale. Infatti tutta la prima ora è piuttosto scialba e monocorde e la regia "ostenta come se fosse quasi un pregio una qualità televisiva da sitcom stile Casa Vianello". Per fortuna via via che le storie si snodano gli intrecci amorosi, reali o solo immaginati, ridestano l'attenzione e le emozioni e l'ironia si fanno più convincenti. Davvero azzeccato l'accostamento climatico a quello degli animi dei personaggi, perennemente innevati nei cuori e negli abiti. Così così il cast, se l'Azéma (insospettabile erotomane bigotta) e Arditi sono notevoli, deludono le prove della Morante (perennemente gracchiante e imprigionata nell'isteria del suo personaggio) e soprattutto di Dussollier (70 anni portati malissimo e recitazione spesso patetica e improbabile). In definitiva un film che forse accontenta gli amanti del cinema francese che fu, cinema che oggi è praticamente senza un pubblico e sopravvive a stento grazie alle poche mostre-vetrina come Venezia. Gradevole ma non troppo.

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Ultima risposta 13/06/2007 17.19.23
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addicted  @  27/04/2007 15:53:48
   10 / 10
Il massimo dei voti per l'ultimo capolavoro di un maestro che a 85 anni (classe 1922) è più vitale e innovativo del 90% dei registi più giovani (nati vecchi).
Tanto di cappello.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  30/03/2007 10:42:45
   7½ / 10
Bel film di un autore che ammetto di conoscere poco.
Resnais porta sullo schermo una piece teatrale di Alan Ayckbourn che racconta un segmento della vita di 6 personaggi(sette se contiamo anche il padre di Lionel che si sente sbraitare ma non si vede mai)i quali sono imprigionati in un'esistenza solitaria, apparentemente priva di sbocchi che possano condurli alla tanto agognata felicita’.
Il tema della solitudine è ben sviscerato e rappresentato,tutti i personaggi sono fondamentalmente soli ed incompresi da chi gli sta vicino.
Le neve che cade copiosamente ed ininterrottamente su Parigi simboleggia un inverno che non vuole finire e che raffredda quei cuori del titolo che denotano una continua ricerca di bisogno d’amore e calore umano che regolarmente non trovano.
Il regista è bravissimo a donare ad ogni personaggio il giusto spessore e a tratteggiarne con efficacia le proprie debolezze e le proprie pene.
Si sorride con amarezza guardando questo film,molto pessimista e ben poco consolatorio come rappresentato nel bel finale aperto.
Grande la prova degli attori,impressionano soprattutto Dussolier e Arditi,brava la Morante anche se vederla nuovamente in un ruolo “antipatico” mi ha disturbato un pochino.
Un film che scorre via leggero approfondendo argomenti che non lo sono,sicuramente una pellicola interessante,un modo di fare cinema elegante e raffinato come si usava parecchi anni fa.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  26/03/2007 23:44:10
   6 / 10
Sinceramente bello il tema, ossia l'amore e la solitudine in cui ci si ritrova anche amando; il film però mi sembra viaggi sulla soglia della sufficienza, troppo veloci e superficiali le varie scene delle tre storie che si alternavano in rapida successione senza mai approfondirne nessuna e rimanendo nel vago anche in un finale che potrebbe essere migliore. Merita comunque di essere visto.

alexp79  @  22/03/2007 11:59:12
   6 / 10
bella la riflessione sul tema della solitudine, ma sinceramente non ho apprezzato pienamente questo film. Forse al momento della visione avevo un po sonno....e qualche sospetto sulle cause mi viene. comunque consigliato agli amanti del genere.

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  15/03/2007 20:28:57
   9 / 10
Come raccontare l'amore, la solitudine, le frustrazioni e le sofferenze sentimentali con delicatezza e leggerezza, senza mai scadere nel patetico o rifugiarsi in falsi e indigesti happy-end. A dispetto dell'età, Resnais non è mai lezioso e didascalisco, ma racconta con semplicità, interrogandosi come chi non conosce ancora la verità definitiva sui fatti della vita, le illusioni perdute. E' con la stessa umiltà che sa ridere (e far ridere) delle umilizioni della vecchiaia; a scherzare con la religione e il misticismo.
Con immensa bravura riesce a non far sembrare Laura Morante l'isterica antipatica che conosciamo in Italia: mai l'avevamo vista così bella e sensuale. Non appesantisce mai i drammi personali dei personaggi. Placidamente, ammanta di neve ogni gesto e rapporto, coprendoli di un delicato ma ineluttabile strato di pessimismo. Segue i suoi personaggi amorevolmente mentre attraversano o si dividono nelle scenografie teatrali che sono i muri delle case da affittare o dell'ufficio di lavoro. Come a teatro, non ci sono esterni, ma solo calde mura domestiche, ché gli interni rappresentano un'idea di relazione e di stabilità, di calore umano. Quando si esce di casa, si esce di scena. Resnais non ci mostra cosa avviene per strada, ma ci rende (la freddezza del)l'esterno attraverso la neve che cade copiosa costantemente e che segna ogni passaggio nell'evoluzione dei rapporti affettivi. Nonostante il pessimismo di fondo, si affaccia una tenera e tenue speranza quando la neve scende a coprire le mani e i corpi di due solitarie anime dolenti che forse troveranno un reciproco calore anche al di là delle mure domestiche.
Da grande maestro, Resnais firma con eleganza questo piccolo e semplice capolavoro.

Inn10  @  13/03/2007 04:25:16
   5½ / 10
Allucinante questo film.
Un primo tempo da paranoia, poi l'inizio del secondo tempo finalmente lascia presagire una probabile ripresa anche per merito di alcuni spunti ironici ma....
ricade definitivamente in un torpore ed una lentezza esasperanti.
Certo il fatto che il regista abbia voluto trattare il tema della solitudine può giustificare in parte l'estrema lentezza e l'atmosfera cupa e irreale che regna nel film ma a mio avviso ha dato ben poca attrattiva all'intreccio della storia concependo un risultato modesto.
Dopo il film metà sala dormiva, e l'altra metà si chiedeva se fosse stato meglio farlo.

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Ultima risposta 19/03/2007 16.57.52
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  04/02/2007 12:52:56
   7½ / 10
Film corale di un grande maestro.
Tante solitudini si sfiorano e riscaldano i cuori di noi spettatori.

suzuki71  @  19/01/2007 12:54:34
   7½ / 10
Film teatrale, di corali solitudini, di cuori frementi nel feddo che c'è.... Grandi attori e scene molto godibili in un film che scorre piacevole e importante assieme, tra neve e separè onnipresenti... a volte troppo francesemente autocelebrativo, uno spaccato forse eccessivamente pessimistico, ma per esigenze di fedeltà al testo originario va bene così... è un film di un gran vecchio saggio regista, che ama vivere (qui sulla terra, non in folli proiezioni di fede) e il film lo rispecchia appieno... mi sia consentito, infine: non sono completamente daccordo con il premio alla regia assegnatogli all'ultimo festival di Venezia... qualcun'altro è con me?

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  11/01/2007 22:17:22
   9½ / 10
Un film che procede per una moltitudine di paradossi: le solitudini incrociate, la bighotta ossessionata dal sesso, la neve protagonista del film nonostante tutta la vicenda sia ambientata in interni, le sofferenze interiori situate in luoghi confortevoli ed eleganti non privi di un certo benessere economico, le situazioni che toccano, ma non riescono a commuovere, le storie d'amore senza neanche un bacio...
Resnais forse ci vuole mostrare con un tocco di tenero cinismo ci mostra queste contraddizioni insite in un microcosmo continuamente alla ricerca di riscaldare questi cuori gelati. Alla fine, però, sembra che l'unico microcosmo duraturo, seppure parecchio fragile, sia il residuo di un nucleo familiare (fratello-sorella).
Sicuramente uno dei film più belli del 2006. Da non perdere.

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Ultima risposta 26/02/2007 20.49.17
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eagle69  @  08/01/2007 19:54:13
   7½ / 10
Film godibile, si fa vedere fino in fondo, senza annoiare. La struttura narrativa è quella della pluralità di storia parellele, più o meno intrecciate tra loro, tutte incentrate sul medesimo tema della solitudine affettiva. L'atmosfera è calda e soffice, come l'incessante cadere della neve che fa da continuo intermezzo nei passaggi da una scena all'altra. Opera di stampo teatrale e ben costruita. Consigliato.

asor01  @  07/01/2007 19:06:42
   7½ / 10
rispecchia la solitudine dei giorni nostri, merita di essere visto anche perchè ci sono var i episodi che fanno sorridere . . .

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  06/01/2007 18:39:24
   8½ / 10
Un Resnais che finalmente è riuscito a raggiungere con un ponte sicuro il pubblico e non solo un'elite, a cui sempre si è rivolto; e senza rinunciare alle sue tematiche. Un film ironico, ma che lascia l'amaro in bocca per l'affermata solitudine che ognuno di noi ha dentro di sé e con cui conlude. Ottimo cast, con una Morante, sciovinismo a parte, misurata e sempre più perfetta.

Invia una mail all'autore del commento InkaHearth  @  06/01/2007 14:31:18
   7 / 10
Shineonthepipper, complimenti, mi piace il tuo commento e la tua recensione! Io trovo il film raffinato, tipicamente francese. Sono vite che si intrecciano, solitudini e malinconie sullo sfondo deliziosamente spettrale di Parigi... interessante la neve che penetra e scende in alcune scene... nelle case... nelle vite stesse di questi personaggi confusi e soli, che vivono esistenze monotone ma assurde e teatrali. La ricerca dell'amore, del piacere, della stabilità... sentimenti attuali e di sempre... la ricerca su Internet.. assolutamente moderno... in una società sempre più sola, più nevrotica... che cerca disperatamente qualcosa, un senso.. per sfuggire dalla tristezza e dalla monotonia

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  27/12/2006 10:01:15
   9 / 10
Tre storie di solitudini interiori che si muovono parallele per poi incontrarsi e intersecarsi. Il loro incontro svela a sorpresa il senso di alcuni misteri che le racchiudono.
Una vetrina di personaggi eleganti e raffinati in una Parigi fredda e nevosa ma sempre confortevole di sogni.
Il sapore del racconto sta nello scoprire, a volte con stupore e a volte con meraviglia, gli aspetti più poliedrici delle personalità dei personaggi. Questi ultimi per lunghi momenti appaiono lontani da ogni possibile definizione, risultando impenetrabili a ogni giudizio. Resnais usa magistralmente la chiave-spettacolo dello svelamento caricando bene la molla delle attese e della curiosità degli spettatori in vista dello scioglimento finale degli intrecci.

macchia  @  26/12/2006 01:46:35
   7 / 10
Eravamo tutte donne ha vederlo, il film.
Tutte con in comune ciò che il film narra con delicatezza e umorismo, un umorismo forse sottile, ma delicato e penetrante.
Come d''altronde lo è la protagonista principale del film: la solitudine, che s''incanala piano piano nel palcoscenico casereccio dei protagonisti, mostrando le sue facce, che a piccoli assaggi, rivelano le nostre realtà; ansie, ambiguità, apatie, paure, inettitudini, pathos, frenesie.....
Sfido chiunque a dire che in quest''epoca, priva di solide basi, non le abbia. Sarebbe quasi imprudente non averle....Esse sono il mezzo per trasformare la solitudine in qualcosa di positivo, imparare da essa ad ascoltare, riflettere, mettendo a nudo cause per trovare risposte

Invia una mail all'autore del commento signor_kappa  @  25/12/2006 17:59:51
   6½ / 10
Una prima impressione ho avuto da "Cuori" di Resnais: che fosse un film piuttosto piatto. Nessuna vetta e nessuna caduta, come un inutile ed esornativo film della vecchiaia. Una seconda impressione ha fatto strada con il passare dei giorni: il film, riflettendoci, è un grande affresco corale sulla solitudine. Un film come un tiro di biliardo a otto sponde in cui tutto si regge su un equilibrio metastabile: sembra che ogni minimo accadimento condizioni tutto il resto delle storie che mirabilmente si incrociano; i personaggi si relazionano preferibilmente a due a due in un gruppo ristretto che parte con una sola coppia e finisce con nessuna coppia, come se l'amore fosse un evento, per dirla con un termine caro alla fisica, "estremamente raro" e soggetto alle leggi dell'entropia. Notevole la riflessione sulla religione attraverso la figura del diavolo tentatore Charlotte, anche lei come tutti profondamente sola. Un film, a mio avviso, che a dispetto del titolo non parla dritto al cuore. Ma fa riflettere, e tanto.

norah  @  21/12/2006 02:36:41
   9 / 10
Resnais ci racconta la vita, questo grande palcoscenico in cui ci muoviamo goffamente,manipolati da uno sceneggiatore beffardo: il destino.
Nella tavolozza minimalista di questo grande artista, tutti i colori si confondono per andare a formare un'opera in cui luci ed ombre si richiamano silenziosamente.
Che bello.

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Ultima risposta 30/12/2006 15.04.44
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  14/12/2006 11:44:32
   7½ / 10
Bellissimo, bravi tutti gli attori, una riflessione semplice (ma non nel contenuto) sulle casualità della vita, sulle doppie personalità e l'amore in generale. Mai volgare, cosa rara di questi tempi.

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Lot  @  05/12/2006 08:38:57
   8½ / 10
Mi era già accaduto recentemente con l'ultimo Oliveira notare come molti grandi maestri europei stiano completando la loro filmografia con dei piccoli gioiellini, sempre più minimali, lucidi e perfetti.
Non fa eccezione Resnais che firma qui un lavoro incantevole, molto più vicino al teatro che al cinema, Pirandello e Beckett convergono in una lettura corale a volo su Parigi, incastrando incertezze e fragilità, sogni e delusioni, stralci di vita e spunti di riflessione.

Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  04/12/2006 16:34:15
   2 / 10
BRUTTO,veramente brutto..e non solo...anche patetico!!!
un teatrino portato davanti alla cinepresa,con una miseria e ingenuità di contenuti che dimostra il totale rincogl.di un maestro capace di firmare in passato grandi capolavori(HIROSHIMA MON AMOUR!!!!)
un'anzianità artistica condotta male e un gruppo di attori,seppur professionisti,liberi di elargire pantomime facciali e nevrosi da teatrino,in primis la nostra morante:orribile!!!!!!!

Irritante André Dussollier che ammicca di continuo allo spettatore senza nessun effetto sennò quello di creare un'interpretazione falsa e,ripeto,patetica....la neve continua,la pretesa di ricostruire una favola moderna per adult??mah!!!!!!!!!!!
una storia finta con personaggi finti,privi di una solida psicologia;
e poi una noia mortale,interrotta a tratti da alcuni quadri visivi interessanti...che non salvano il film dall'oblio!!!

4 risposte al commento
Ultima risposta 19/01/2007 12.58.16
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/12/2006 18:57:19
   8 / 10
Il nuovo film di Resnais, "umiliato" dalla giuria di Venezia nonostante fosse a tutti gli effetti un "vincitore morale" per la critica, non cambierà i pareri della massa su questo tipo di cinema: quelli che hanno sempre amato Resnais continueranno a farlo e plaudiranno al suo nuovo capolavoro, gli altri si rifiuteranno comunque di vederlo.
Lo schema ricorda opere come "happiness" , forse "magnolia" e soprattutto "storie" di Haneke, ma c'è ben poco degli ingredienti che hanno reso accattivanti (o piacevolmente insostenibili, a seconda dei gusti) quei film particolari.
Certamente non è un film "buonista", come sanno fare (e bene) certi nuovi autori americani.
E' un film invece perfidamente europeo nei contenuti e straordinario per come riesce a superare (non senza difficoltà) l'impasse degli "eccessi" risultando miracolosamente sobrio e delicato, anche quando tratta tematiche di "vaga" crudeltà
Ecco, direi che nel suo stile "vago" Resnais ha saputo restituire alla storia la grandezza interiore della solitudine, perchè alla fine la dimensione monolitica - quasi beckettiana se non fosse tristemente vera, e indubbiamente vicina alla dimensione teatrale della sconfessione umana - è quella dove i protagonisti si cercano si trovano si conoscono si perdono e si lasciano.
C'è un terrificante glamour in quel bar/hotel dove le esistenze sembrano pericolosamente in bilico, e trovare Dan ubriacarsi e confidare a uno sconosciuto la propria beffarda esistenza (ll barman, sa molto Techine' no?) equivale a solleticare il nostro sdegno per un gesto - ubriacarsi al bar - che infastidisce per la sua convenzionalità
Nel passaggio tra nevrosi domestiche (al solito ottima la prova della Morante nei panni di Nicole) e anziani allettati capaci di efferate crudeltà e improvvisi risvegli dei sensi, Resnais sa cogliere "lo sguardo e la necessità dell'impossibile", come atto definitivo della propria negazione umana, che è soprattutto la disperazione tangibile di una realtà diversa, e ad ogni costo

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Ultima risposta 27/12/2006 22.47.50
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